942 resultados para Minerios de ferro


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Il presente elaborato si occupa della storia della cerealicoltura in un percorso diacronico dal Neolitico all’Età del Ferro. Sono presentate le analisi carpologiche di 14 siti archeologici dell’Italia settentrionale, esaminati secondo le più moderne tecniche di indagine archeobotanica.

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Il forte incremento della popolazione mondiale, la continua crescita del tenore di vita e del livello di consumi hanno portato negli ultimi decenni ad un enorme aumento della richiesta mondiale di energia. Diviene pertanto fondamentale ricercare nuovi metodi altamente efficienti di produzione, trasporto ed utilizzo di energia, che migliorino la qualità della vita dell’uomo e nello stesso tempo salvaguardino il clima e l’ambiente. Proprio a questo proposito, in questi ultimi anni, vi è un crescente interesse nei riguardi della molecola di idrogeno, H2. Ad oggi è impossibile sostituire i combustibili fossili con l’idrogeno, per motivi prettamente tecnologici (difficoltà nello stoccaggio e nel trasporto) e per motivi legati alla sua produzione. Infatti, l’idrogeno è sì uno degli elementi più presenti in natura, ma non come sostanza gassosa pura bensì in forma combinata, generalmente acqua, quindi per produrlo è necessario rompere il legame con l’elemento con cui è combinato, consumando energia; questo spiega il motivo per cui l’idrogeno viene considerato un vettore di energia e non una fonte di energia. La produzione di idrogeno, o meglio del suo equivalente costituito da un flusso di elettroni e protoni, dall’acqua è un processo che avviene in natura, precisamente nelle cellule vegetali durante la prima fase della fotosintesi clorofilliana. Tale processo mostra l’importanza dei complessi bio-inorganici che vi partecipano, ai quali si ispira la ricerca di nuovi efficienti catalizzatori per la produzione di idrogeno mediante scissione catalitica dell’acqua (water splitting). Una classe di enzimi particolarmente studiata, in quest’ambito, è costituita dalle idrogenasi; la maggior parte di questi enzimi contengono un frame dinucleare Ni-Fe o Fe-Fe. Numerosi gruppi di ricerca sono fortemente impegnati nell’obiettivo di sintetizzare complessi simili a questi enzimi (enzyme mimics), e con prestazioni paragonabili, in modo da produrre idrogeno in modo efficiente e rispettando i principi di sostenibilità ambientale ed economica. Il gruppo di ricerca presso il quale è stato svolto il tirocinio oggetto del presente elaborato si occupa dello studio di complessi metallorganici caratterizzati dalla presenza di un “core” metallico costituito da due atomi di Ferro adiacenti coordinati tra loro mediante leganti a ponte diversamente funzionalizzati. Obiettivo del tirocinio è stato quello di verificare l’efficienza catalitica di alcuni di questi complessi nel promuovere il processo di interconversione H+/H2; per fare ciò, si è fatto ricorso ad un approccio elettrochimico, sfruttando la tecnica della voltammetria ciclica.

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L’elaborato presenta una proposta di traduzione del racconto “Sete Dias de Juventudedella scrittrice portoghese Rita Ferro, contenuto all’interno della raccolta di racconti Picante - Histórias Que Ardem Na Boca, pubblicata nel 2011 dalla casa editrice portoghese Casa das Letras. La traduzione è seguita dall’analisi e dal commento della stessa, che ne evidenziano le soluzioni traduttive e le differenze linguistiche riscontrate durante la stesura dell’elaborato.

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The thorium and rare-earth element (Th-REE) deposit at Morro do Ferro formed under supergene lateritic weathering conditions. The ore body consists of shallow NW-SE elongated argillaceous lenses that extend from the top of the hill downwards along its south-eastern slope. The deposit is capped by a network of magnetite layers which protected the underlying highly weathered, argillaceous host rock from excessive erosion. The surrounding country rocks comprise a sequence of subvolcanic phonolite intrusions that have been strongly altered by hydrothermal and supergene processes. From petrological, mineralogical and geochemical studies, and mass balance calculations, it is inferred that the highly weathered host rock was originally carbonatitic in composition, initially enriched in Th and REEs compared to the surrounding silicate rocks. The intrusion of the carbonatite caused fenitic alteration in the surrounding phonolites, consisting of early potassic alteration followed by a vein-type Th-REE mineralization with associated fluorite, carbonate, pyrite and zircon. Subsequent weathering has completely decomposed the carbonatite forming a residual supergene enrichment of Th and REEs. Initial weathering of the carbonatite has created a chemical environment that might have been conductive to carbonate and phosphate complexing of the REEs in groundwaters. This may have appreciably restricted the dissolution of primary REE phases. Strongly oxidic weathering has resulted in a fractionation between Ce and the other light rare earth elements (LREEs). Ce3+ is oxidized to Ce4+ and retained together with Th by secondary mineral formation (cerianite, thorianite), and by adsorption on poorly crystalline iron- and aluminium-hydroxides. In contrast, the trivalent LREEs are retained to a lesser degree and are thus more available for secondary mineral formation (Nd-lanthanite) and adsorption at greater depths down the weathering column. Seasonally controlled fluctuations of recharge waters into the weathering column may help to explain the observed repetition of Th-Ce enriched zones underlain by trivalent LREE enriched zones.

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