997 resultados para Mexican War, 1846-1848.


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"In this Centennial year of Lincoln's birth, it has been deemed advisable to lay special emphasis upon the title of one of these tales, and therefore the collection has been renamed"--Verso of t.-p.

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La ricerca ricostruisce alcuni aspetti della vita politica, sociale e culturale di Reggio Emilia a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento. La campagna militare del 1848-49 e le vicende sociali e politiche che l’accompagnarono costituiscono il punto focale di questo lavoro che mette in evidenza come il complesso di quegli avvenimenti operò un mutamento irreversibile nella realtà cittadina, alimentando aspettative e ideali che non poterono più rimanere confinati nel sistema di governo ducale, divenuto asfittico e superato. Dopo una ricognizione generale della storiografia esistente si è evidenziata la necessità di una nuova lettura della storia cittadina che tenesse conto degli approcci metodologici più recenti e di aspetti fino ad oggi trascurati o completamente ignorati, ripartendo dai documenti ed ampliando la quantità e la tipologia delle fonti. E’ stato perciò condotto un incrocio sistematico tra la documentazione d’archivio pubblica (atti di governo, polizia, decreti, chirografi ducali) e le fonti di carattere privato, spesso assolutamente inedite (cronache, diari, epistolari), cercando di mantenere un approccio il più possibile aperto, mostrando una molteplicità di punti di vista e cogliendo il riflesso dei diversi orientamenti politici e personali attraverso la lettura degli avvenimenti cittadini da parte dei diversi testimoni dell’epoca. Coerentemente con i più recenti apporti della storiografia si è voluto sottolineare l’impatto decisivo che le Istituzioni scolastiche ducali, caratterizzate da notevole conformismo e oscurantismo, hanno avuto nella maturazione politica della generazione che ha guidato il Movimento del 1848. Per portare alla luce questi aspetti è stata proposta una rilettura del sistema educativo reggiano dal punto di vista funzionale e culturale, partendo dai ricordi degli ex studenti e dalla verifica della disciplina vigente all’interno di queste istituzioni. Non poteva essere tralasciata anche una profonda revisione della storia della Chiesa di Reggio Emilia durante il Risorgimento, pertanto si è proceduto ad uno spoglio su larga scala della documentazione conservata nell’archivio della Curia vescovile di Reggio Emilia che ha permesso di giungere ad una complessiva rivalutazione del ruolo del vescovo Cattani durante le vicende del 1848, portando alla luce un aspetto fino ad oggi assolutamente sottovalutato. Nella ricostruzione delle condizioni della Provincia sono stati sottolineati soprattutto gli aspetti sociali, ampliando il quadro in cui si sono svolte le vicende attraverso nuove fonti che hanno aiutato a non focalizzare la ricerca soltanto sui ceti dirigenti e sulle personalità di rilievo. Allo stesso modo si sono descritti i luoghi e le persone della città, cercando di tracciare un ritratto il più fedele possibile della realtà urbana attraverso testimonianze di tenore e mentalità differenti da quelle ‘ufficiali’. Per gli eventi del 1848 (e per quelli del 1859-60) è stato consultato un numero cospicuo di fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio, a questi si sono aggiunti gli apporti di molte fonti di carattere privato e di documenti inediti conservati presso l’Archivio di Stato di Torino. Il lavoro propone un’analisi approfondita delle vicende cittadine tra il marzo e l’agosto 1848 e apre a nuove considerazioni sia sul municipalismo, come chiave di lettura del movimento unitario, sia sulla creazione del consenso attorno all’unione dei ducati emiliani con il Regno dell’Alta Italia guidato da Carlo Alberto. Fondamentali sono risultati i fondi della Polizia Estense conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. Per la loro natura e per le caratteristiche del Ducato (in cui lo stesso duca interviene di persona nei provvedimenti di polizia) hanno permesso di tracciare un quadro assolutamente inedito della vita politica e sociale della Provincia, contribuendo ad arricchire ogni aspetto del lavoro di ricerca. Nell’ultima parte del lavoro sono state messe a confronto le informazioni raccolte sui volontari attraverso lo spoglio di tutte le fonti consultate. La ricerca si era precedentemente basata sugli elenchi dei militi compilati dopo l’unificazione nazionale, elenchi nei quali molte delle informazioni relative ai partecipanti delle campagne del 1848-49 erano andate perdute. Procedendo all’incrocio dei dati raccolti dalla polizia estense al momento del ritorno degli volontari in patria con quelli reperiti nei fondi privati, nelle cronache, nella memorialistica e negli epistolari è stato possibile ricostruire un panorama più completo delle diverse tipologie di combattenti e tracciare un quadro che alla fine risulta assai coerente con la situazione politica e sociale descritta nella prima parte della tesi. Per la prima volta vengono documentate le vicende di coloro che non appartenendo alle classi dirigenti cittadine si sono trovati a combattere per una sorta di azzardo personale nutrito di idealismo patriottico oppure perché inquadrati nei battaglioni dell’ex esercito estense passato al servizio del Governo provvisorio. Emergono l’estrema eterogeneità delle motivazioni e dei destini personali dei combattenti e sono portate alla luce alcune interessanti vicende personali e familiari. I dati sono stati raccolti in modalità digitale per la loro futura fruizione on-line che andrà ad aggiornare il database degli “Albi della memoria” curati da ISTORECO. (http://www.albimemoria-istoreco.re.it/).

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Tsar Peter the Great ruled Russia between 1689 and 1725. Its domains, stretching from the Baltic Sea in the west to the Pacific Ocean in the east. From north to south, its empire stretching from the Arctic Ocean to the borders with China and India. Tsar Peter I tried to extend the geographical knowledge of his government and the rest of the world. He was also interested in the expansion of trade in Russia and in the control of trade routes. Feodor Luzhin and Ivan Yeverinov explored the eastern border of the Russian Empire, the trip between 1719 and 1721 and reported to the Tsar. They had crossed the peninsula of Kamchatka, from west to east and had traveled from the west coast of Kamchatka to the Kuril Islands. The information collected led to the first map of Kamchatka and the Kuril Islands. Tsar Peter ordered Bering surf the Russian Pacific coast, build ships and sail the seas north along the coast to regions of America. The second expedition found equal to those of the previous explorers difficulties. Two ships were eventually thrown away in Okhotsk in 1740. The explorers spent the winter of 1740-1741 stockpiling supplies and then navigate to Petropavlovsk. The two ships sailed eastward and did together until June 20, then separated by fog. After searching Chirikov and his boat for several days, Bering ordered the San Pedro continue to the northeast. There the Russian sailors first sighted Alaska. According to the log, "At 12:30 (pm July 17) in sight of snow-capped mountains and between them a high volcano." This finding came the day of St. Elijah and so named the mountain.

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In May of 1864, Maximilian of Austria reached the Mexican coast, being this journey his last, ending three years later with his execution. Much has been written about the reasons that prompted his acceptance of the crown of Mexico, a country so distant in every sense of his cultural environment. However, years ago Maximilian had traveled to Spain and Brazil (to Spain twice) and these experiences, although not determinant, greatly influenced the decision of the Archduke, who saw the chance to realize a dream he had conceived on his trip to Spain and that was consolidated during his stay in Brazil, as we can extract from his travel memoirs.

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The rediscovery of democratic traditions of folk song in Germany after the Second World War was not just the counter-reaction of singers and academics to the misuse of German folk song by the Nazis. Such a shift to a more ‘progressive’ interpretation and promotion of folk tradition at that time was not distinct to Germany and had already taken place in other parts of the Western world. After firstly examining the relationship between folk song and national ideologies in the nineteenth century, this article will focus on the democratic ideological basis on which the 1848 revolutionary song tradition was reconstructed after the Third Reich. It will look at how the New Social Movements of West Germany and the folk scene of the GDR functioned in providing channels of transmission for this, and how in this process a collective cultural memory was created whereby lost songs – such as those of the 1848 Revolution – could be awakened from extinction. These processes will be illustrated by textual and musical adaptations of key 1848 songs such as ‘Badisches Wiegenlied’ (Baden Lullaby), ‘Das Blutgericht’ (The Blood Court) and ‘Trotz alledem’ (For all that) within the context of the West German folk movement and its counterpart in the GDR.

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Resumen Trata el tema de las revueltas indígenas en el salvador durante la primera mitada del siglo XIX, especialmente el levantamiento indígena de 1846 en Santiago de Nonualco, teniendo en cuenta los conflictos locales , los factores étnicos  y la debilidad del aparato estatal. Abstract This essay analyzes indigenous revolts in el Salvador in the first half of the nineteenth century, especially the indigenous uprising of 1846 in Santiago Nonualco, takin in to consideration local conflicts, ethnic factors, and the weakness of the state  apparatus.

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Review of 'The Trial of the Catonsville Nine', Brisbane Festival / Brisbane Powerhouse, published in The Australian, 28 September 200.

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In this paper we argue that the term “capitalism” is no longer useful for understanding the current system of political economic relations in which we live. Rather, we argue that the system can be more usefully characterised as neofeudal corporatism. Using examples drawn from a 300,000 word corpus of public utterances by three political leaders from the “coalition of the willing”— George W. Bush, Tony Blair, and John Howard—we show some defining characteristics of this relatively new system and how they are manifest in political language about the invasion of Iraq.