199 resultados para genealogia - sosiaalitutkimus


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O Brasil participou de todas as edições dos Jogos Olímpicos (JO) no judô, nos quais 12 atletas brasileiros conquistaram medalhas. O objetivo deste estudo foi elaborar uma "árvore genealógica judoística" do judô brasileiro a partir destes medalhistas. A metodologia utilizada foi História Oral de Vida Híbrida. Foram entrevistados os 12 medalhistas brasileiros em JO e seus professores. Identificamos todos os formadores dos professores destes medalhistas, até encontrar os "genearcas", aqueles que chegaram ao Brasil com condições de transmitir estes conhecimentos. As informações obtidas com os entrevistados foram analisadas juntamente com outros documentos. Maeda e Satake foram os primeiros japoneses a chegar e fazer demonstrações de judô no Brasil, a partir de 1914. Ryuzo Ogawa, que fundou a Budokan em 1936, foi o genearca que influenciou o maior número destes atletas. O primeiro medalhista brasileiro, Chiaki Ishii, foi também um genearca, pois influenciou outros atletas e professores.

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La Nouvelle Géographie Universelle di Élisée Reclus relativizza e problematizza il ruolo dell’Europa e il suo peso nello scacchiere mondiale, restando tuttavia in equilibrio fra, da una parte, la critica delle pratiche coloniali e dall’altra la fiducia nei confronti della tradizione culturale proveniente dall’antica Grecia e dal secolo de Lumi destinata, nella visione evoluzionista dell’autore, a spargere negli altri continenti i germi del pensiero socialista e anarchico. In questo lavoro si cerca di chiarire questa rappresentazione dei concetti di Europa e Occidente in tre passaggi successivi. Dapprima, la ricostruzione della genealogia, della teoria e del contesto storico del concetto di geografia universale all’epoca. Poi, la ricostruzione dalle fonti di archivio delle reti scientifiche di respiro europeo che sono state alla base di quest’opera, indispensabile per poterne comprendere il significato politico nel contesto dell’epoca. Infine, l’indagine sul testo per ricostruire ruolo, caratteri e suddivisione dell’Europa, che si rivela, nonostante la serrata critica del suo ruolo colonizzatore, come il privilegiato laboratorio individuato dai “geografi anarchici” per lo sviluppo delle lotte sociali e per la costruzione, su basi anche geografiche, di una proposta politica federalista e libertaria.

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La tesi di dottorato ivi presentata si pone come obbiettivo la ricostruzione come questo sapere scientifico (la scoperta del cambiamento climatico antropico sostanziata dalla comunità scientifica di 190 paesi) ha influenzato la ricerca, la politica e il discorso pubblico nel nostro paese, l'italia. Il titolo è indicativo quando riassuntivo: Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012). Esso definisce in maniera puntuale i temi che si tratteranno: una genealogia di fenomeni storici, politici, culturali nati in nuce alla scoperta di questo cambiamento che influenzerà in maniera determinante il modo in cui viviamo, l'ambiente intorno a noi, i modelli di sviluppo, la sicurezza del nostro abitare, la forma delle nostre città. In ogni paese questa complessa scoperta ha avuto impatti differenti, un portato differente sulla ricerca e sullo sviluppo economico. Quello che in queste pagine si tenta di analizzare è come l'Italia ha assimilato il discorso del cambiamento climatico , in continua evoluzione date le sue infinite ramificazioni, e come ha reagito a livello politico e di ricerca.

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Questa ricerca, suddivisa in due parti, si concentra sulle problematiche connesse alla normazione della vita e dei corpi delle donne al tempo delle biotecnologie. La Parte I è una genealogia filosofico-politica che ripercorre le tappe analitico-concettuali del dibattito intorno a biopolitica e tecnoscienza, a partire dai contributi teorici di poststrutturalismo e femminismo neomaterialista, e risponde alle domande: Cosa sono diventati i corpi nell’attuale società bio-info-modificata? Qual'è il ruolo delle scienze nelle metamorfosi che interessano soggettività e rapporti di potere? La Parte II è una cartografia dei modi in cui le biotecnologie, riguardanti i corpi delle donne, si sono sviluppate e diffuse. Essa indaga in modo transdisciplinare come in Italia, e più in generale in Europa, sono state normate le tecniche di interruzione volontaria di gravidanza e fecondazione in vitro. Ampio spazio è dedicato ai modi in cui gli attori della bioetica, istituzionale e non, i medici, laici e cattolici, e le case farmaceutiche hanno affrontato questi temi e quello della contraccezione ormonale maschile. Medicina riproduttiva e rigenerativa sono tematizzate sempre in relazione al quadro normativo, per mostrare in che modo esso influenzi l’accesso ai diritti alla salute e all’autodeterminazione delle donne. Il quadro normativo è analizzato, a sua volta, alla luce dei fatti storici più rilevanti e delle culture più diffuse. L’obiettivo della ricerca è duplice: da un lato essa ha il fine di mostrare il modo in cui i corpi delle donne, e la relativa potenza generatrice, siano diventati uno snodo fondamentale nell’articolazione del biocontrollo e nell'apertura dei nuovi mercati legati a medicina riproduttiva e rigenerativa; dall’altro si propone di argomentare come un biodiritto flessibile, a contenuto storico variabile, condiviso e partecipato, sia un’ipotesi praticabile e virtuosa, utile all'eliminazione del gender gap ancora esistente in materia di diritti riproduttivi e sessuali.

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Le fiabe giapponesi sono un’importante finestra sulla psiche e sulla storia di questo paese. Questo lavoro si occuperà di analizzare la fiaba tradizionale giapponese, la sua struttura e i suoi contenuti. Nel primo capitolo saranno introdotti concetti di base (come quello di fiaba e racconto popolare) e si traccerà in breve la genealogia di questo genere narrativo; il secondo capitolo sarà interamente dedicato a una selezione delle dieci fiabe nipponiche più conosciute. Nel terzo, invece, ci si occuperà degli aspetti tecnici e contenutistici delle storie giapponesi, fornendo in alcuni casi delle comparazioni con il mondo occidentale. Infine, nell'ultima parte di questo elaborato, si ricapitoleranno i concetti che sono venuti fuori nei capitoli precedenti, ribadendo quanto la fiaba occidentale e quella giapponese siano diverse sia nella forma sia nei contenuti.

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Degli anni Settanta si parla, ormai quasi canonicamente, come gli anni della crisi, una crisi che compare quasi simultaneamente fuori e dentro i confini nazionali, e si configura come vera e propria crisi di sistema. Considerando il turning point rappresentato dai Seventies, è diffusa l'interpretazione nel contesto italiano del paradigma politologico secondo il quale è nella mancanza e nelle assenze del sistema politico-istituzionale alle domande di modernizzazione democratica provenienti dalle soggettività che emergono in quella che è stata definita la “stagione dei movimenti” che andrebbero individuate le radici prima della scelta della violenza come strumento di lotta politica e poi del cosiddetto “riflusso”. Questo studio cerca di analizzare le dinamiche e gli sviluppi nella relazione tra movimento femminista e violenza politica in Italia tra anni settanta e anni ottanta. Per comprendere ed analizzare le dinamiche di tale sviluppo è stato necessario prima ricostruire la genealogia del concetto di violenza politica elaborato dalla filosofia politica nel XX secolo e poi confrontarlo con il concetto di violenza proposto dal pensiero femminista nello stesso arco temporale. Allo stesso tempo si è considerato il fenomeno della violenza politicamente motivata agita nel decennio settanta, analizzando le specificità del femminismo stesso, ma anche, la possibilità di individuare lo scarto – politico, ideologico e esistenziale – tra le definizioni date dalla pratica femminista alla categoria di violenza e le peculiarità degli altri movimenti che si muovevano nella scena politica e sociale tra anni settanta e anni ottanta

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The aim of this dissertation is to propose the translation of four chapters from "The invisible history of the human race", an essay by the Australian author and journalist Christine Kenneally. This essay offers a non-systematic overview upon genealogy in connection to the idea of personal identity; above all, the author wants to persuade the reader that genealogy could be the perfect linking point between history and science, family lines and DNA. The translated chapters particularly concentrate on the reasons of the current underestimation of genealogy, which, according to Kenneally, lies in the Nazi’s distorted use of ancestry and in the exploitation of the idea of biological diversity in order to discriminate people. The dissertation is composed of four chapters. The first chapter consists in a concise analysis of the characteristics of the textual genre and in a theoretical introduction and approach to the translation of essays, where the main generic and essay-specific translation strategies are outlined. The second chapter presents a detailed illustration of the topics treated in the essay and particularly in the translated pages. The third chapter contains the translation and the fourth presents a systematic comment to the translation and to the choices made during the translation of the text.

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Vorlage d. Digitalisats aus d. Besitz d. Theol. Hochschule St. Georgen

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Este trabajo se propone analizar el intertexto que une al escritor Edouard Glissant con William Faulkner a través de dos obras: el ensayo Faulkner, Mississipi (1996) y la novela Sartorius (1999). En el primer texto, el autor enfatiza cuestiones presentes en su propia obra novelesca: la genealogía, la relación con el espacio de la plantación, el mestizaje, la (i)legitimidad de derechos con respecto a la posesión de la tierra, la opacidad. En el segundo, traza una línea genealógica de un personaje perteneciente a una etnia africana imaginaria, haciéndolo llegar hasta las plantaciones del sur de los Estados Unidos; paralelamente, presenta la línea genealógica de los Sartoris. En esta dirección, busco mostrar cómo el proyecto literario de Glissant dialoga con la obra de Faulkner, indagando e inventariando las mismas problemáticas con respecto al transplante de poblaciones y su inserción en el espacio de las plantaciones, tanto en el sur de los Estados Unidos como en las islas del Caribe. En las obras de ambos escritores puede percibirse el mismo vértigo trágico que persigue a los personajes, conduciéndolos a la locura, el sufrimiento y la muerte

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Este trabajo se propone analizar el intertexto que une al escritor Edouard Glissant con William Faulkner a través de dos obras: el ensayo Faulkner, Mississipi (1996) y la novela Sartorius (1999). En el primer texto, el autor enfatiza cuestiones presentes en su propia obra novelesca: la genealogía, la relación con el espacio de la plantación, el mestizaje, la (i)legitimidad de derechos con respecto a la posesión de la tierra, la opacidad. En el segundo, traza una línea genealógica de un personaje perteneciente a una etnia africana imaginaria, haciéndolo llegar hasta las plantaciones del sur de los Estados Unidos; paralelamente, presenta la línea genealógica de los Sartoris. En esta dirección, busco mostrar cómo el proyecto literario de Glissant dialoga con la obra de Faulkner, indagando e inventariando las mismas problemáticas con respecto al transplante de poblaciones y su inserción en el espacio de las plantaciones, tanto en el sur de los Estados Unidos como en las islas del Caribe. En las obras de ambos escritores puede percibirse el mismo vértigo trágico que persigue a los personajes, conduciéndolos a la locura, el sufrimiento y la muerte

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Este trabajo se propone analizar el intertexto que une al escritor Edouard Glissant con William Faulkner a través de dos obras: el ensayo Faulkner, Mississipi (1996) y la novela Sartorius (1999). En el primer texto, el autor enfatiza cuestiones presentes en su propia obra novelesca: la genealogía, la relación con el espacio de la plantación, el mestizaje, la (i)legitimidad de derechos con respecto a la posesión de la tierra, la opacidad. En el segundo, traza una línea genealógica de un personaje perteneciente a una etnia africana imaginaria, haciéndolo llegar hasta las plantaciones del sur de los Estados Unidos; paralelamente, presenta la línea genealógica de los Sartoris. En esta dirección, busco mostrar cómo el proyecto literario de Glissant dialoga con la obra de Faulkner, indagando e inventariando las mismas problemáticas con respecto al transplante de poblaciones y su inserción en el espacio de las plantaciones, tanto en el sur de los Estados Unidos como en las islas del Caribe. En las obras de ambos escritores puede percibirse el mismo vértigo trágico que persigue a los personajes, conduciéndolos a la locura, el sufrimiento y la muerte

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Incipit : "Prologo. Guillermo Febrer, nobilissimo docto y experimentado fue muy estimado de D. Jaime I de Aragon"

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Contiene: [I]. Certificado notarial dando fé de que la copia de Juan Togores coincide con el original de Vicente Togores. [II]. Certificado del archivero general del Palacio Real dando traslado del título de nobleza, en latín, concedido por Felipe III a Luis Togores y a sus descendientes. [III]. Traducción simple del documento anterior.