886 resultados para New Institutional Economics
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Este artigo analisa as possibilidades de uma estratégia nacional da política energética com visão de longo prazo, que sinalize, tanto para as agências do governo quanto para a iniciativa privada, o rumo que se deseja seguir e que garanta as responsabilidades e o atendimento à sociedade. Por isso, retoma as características da formação e do desenvolvimento inicial do setor elétrico brasileiro, destacando a montagem de um eficiente modelo institucional estatal que garantiu, durante décadas, o crescimento econômico e o atendimento à população. Em seguida analisa, resumidamente, as crises que caracterizavam o setor e as empresas, a partir dos anos 70, e seus desdobramentos que desembocaram na organização de uma reforma institucional privilegiando a participação da iniciativa privada no setor. A parte final do artigo analisa diversos problemas, tendências e questões ainda em aberto decorrentes da marcha da transição rumo ao novo modelo institucional e da crise de energia elétrica mais recente. Destaca a importância das decisões da administração pública na transição e da revisão de conceitos relativos à reforma do Estado, no caso os limites do estado mínimo e dos mercados competitivos, na elaboração de uma estratégia de longo prazo para o setor.
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The paper has analyzed John R. Commons' contribution to the comprehension of Law and Economics relationship. In contrast to the orthodox economics, Commons has shown that the capitalist economic order emerges and functions regulated by laws and institutions. These approaches made possible to him to understand the nature of the modern capitalist wealth and the problems that time introduces in economic transactions.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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A Conferência Rio+20 mobiliza a comunidade global em 2012 para participar de um desafiador debate sobre a realidade ambiental global e modus operandi existente quanto à temática ampla e genérica do desenvolvimento e do ambiente. Um dos temas estruturantes desta reunião é a transição para uma economia verde no contexto do desenvolvimento sustentável e da erradicação da pobreza. O tema da Governança Ambiental Global um dos carros chefe do debate na Rio+20, no intuito de promover e acelerar a transição rumo a sociedades sustentáveis, configura a construção muitas vezes, de forma controversa, das condições para a definição de novos espaços institucionais e processos decisórios compartilhados. Este artigo propõe aos leitores uma reflexão para discutir que tipo de sustentabilidade está por trás da economia verde, a sua aplicabilidade e o que deva ser priorizada na discussão de governança ambiental. Isto se explica na medida em que existe a necessidade de mudar os mecanismos de utilização dos recursos, profundamente injustos, e que impedem avanços nos processos decisórios, pois as decisões de poucos tem configurado uma lógica perversa de expropriação de recursos naturais e não resolução da exclusão social.
Una grande narrazione del capitalismo: potere e scienze sociali nel pensiero politico di Daniel Bell
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Questa tesi punta a ricostruire il pensiero politico di Bell tra il secondo dopoguerra e la metà degli anni Settanta. In tale arco cronologico, la riflessione politica di Bell si profila, per usare una formula di Jean-François Lyotard, come una «grande narrazione» del capitalismo. Nel complesso, cioè, l’opera di Bell appare come una storia sociologica del capitalismo, che nella fine delle ideologie registra l’apogeo del fordismo e, in seguito, ne mette in luce le trasformazioni in senso post-industriale, indagando le ricadute che tali mutamenti implicano sul piano dei rapporti di potere e della legittimazione del sistema. Nell’ottica di Bell, pertanto, il capitalismo non costituisce soltanto un sistema economico, ma la forma specifica attraverso cui si dispiega la società nel suo complesso, attivando una serie di rapporti di potere mediante i quali gli individui vengono coordinati e subordinati. Una siffatta concezione del capitalismo agisce immediatamente la questione del potere e solleva un interrogativo a esso connesso: «che cosa tiene insieme una società?». Una domanda che attraversa la traiettoria intellettuale di Bell e, sia pure declinata mediante una terminologia sociologica, riflette in realtà l’ambizione delle scienze sociali di farsi teoria politica. Esse si presentano quindi come teoria politica della modernità, nella misura in cui distinguono il potere sociale dal potere politico e, al tempo stesso, instaurano tra i due poli una tensione dialettica produttiva. Mettendo a fuoco la concettualizzazione del potere nell’opera di Bell si analizzeranno le mutazioni nel rapporto tra Stato e società negli Stati Uniti durante la Golden Age del capitalismo. In particolare, si metterà in luce nella grande narrazione di Bell l’ascesa e il declino di un ordine istituzionale che, alla metà degli anni Settanta, appare percorso da molteplici tensioni politiche e sociali che preannunciano l’avvento dell’età globale e il bisogno di una nuova “scala” di governo.
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Il lavoro intende dimostrare che lo sviluppo giurisprudenziale del principio di equilibrio istituzionale, il rapporto tra detto principio e il principio di leale cooperazione, il riconoscimento istituzionale e giurisprudenziale dell’importanza della scelta della base giuridica nella tutela dell’equilibrio istituzionale hanno concorso a determinare la dinamicità dell’evoluzione dell’assetto interistituzionale della Comunità e dell’Unione. Focalizzata l’attenzione sulle nuove basi giuridiche introdotte dal Trattato di Lisbona, sono stati definiti gli assetti del nuovo equilibrio istituzionale analizzando, da un lato, il nuovo quadro istituzionale definito dal titolo III del Trattato sull’Unione europea e, in particolare la “costituzionalizzazione” del principio orizzontale di leale cooperazione. In conclusione, si rileva che con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona le dimensioni politica e giuridica dell’equilibrio istituzionale sono state interessate da due mutamenti di ampia portata. In primo luogo, il completamento del processo di revisione dei trattati apertosi con la dichiarazione di Laeken ha definito un nuovo quadro istituzionale, che si è riflesso in rinnovati meccanismi di funzionamento dell’architettura istituzionale. In secondo luogo, la risposta dell’Unione alla crisi economica e finanziaria ha messo al centro dell’agenda il suo bilancio, la programmazione pluriennale e l’Unione economica. Nel primo caso un’analisi dell’articolo 295 TFUE ha costituito la base di una riflessione sulle modalità di codificazione delle relazioni istituzionali attraverso accordi e sul rapporto tra questi ultimi e il titolo III TUE. Si è rilevata, in particolare, un’incongruenza tra gli obblighi di leale cooperazione orizzontale sanciti dall’articolo 13(2) TUE e gli strumenti finalizzati alla loro istituzionalizzazione. Nel secondo caso, invece, è stato evidenziato come il preminente ruolo del Consiglio europeo, al quale il Trattato di Lisbona ha riconosciuto lo status d'istituzione, abbia modificato gli equilibri, determinando un ritorno del ricorso all’integrazione differenziata rispetto a politiche disciplinate dai Trattati.
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The emergence of the state in Europe is a topic that has engaged historians since the establishment of the discipline of history. Yet the primary focus of has nearly always been to take a top-down approach, whereby the formation and consolidation of public institutions is viewed as the outcome of activities by princes and other social elites. Yet, as the essays in this collection show, such an approach does not provide a complete picture. By investigating the importance of local and individual initiatives that contributed to state building from the late middle ages through to the nineteenth century, this volume shows how popular pressure could influence those in power to develop new institutional structures. By not privileging the role of warfare and of elite coercion for state building, it is possible to question the traditional top-down model and explore the degree to which central agencies might have been more important for state representation than for state practice. The studies included in this collection treat many parts of Europe and deal with different phases in the period between the late middle ages and the nineteenth century. Beginning with a critical review of state historiography, the introduction then sets out the concept of 'empowering interactions' which is then explored in the subsequent case studies and a number of historiographical, methodological and theoretical essays. Taken as a whole this collection provides a fascinating platform to reconsider the relationships between top-down and bottom-up processes in the history of the European state.
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Mobile pastoralists provide major contributions to the gross domestic product in Chad, but little information is available regarding their demography. The Lake Chad area population is increasing, resulting in competition for scarce land and water resources. For the first time, the density of people and animals from mobile and sedentary populations was assessed using randomly defined sampling areas. Four sampling rounds were conducted over two years in the same areas to show population density dynamics. We identified 42 villages of sedentary communities in the sampling zones; 11 (in 2010) and 16 (in 2011) mobile pastoralist camps at the beginning of the dry season and 34 (in 2011) and 30 (in 2012) camps at the end of the dry season. A mean of 64.0 people per km2 (95% confidence interval, 20.3-107.8) were estimated to live in sedentary villages. In the mobile communities, we found 5.9 people per km2 at the beginning and 17.5 people per km2 at the end of the dry season. We recorded per km2 on average 21.0 cattle and 31.6 small ruminants in the sedentary villages and 66.1 cattle and 102.5 small ruminants in the mobile communities, which amounts to a mean of 86.6 tropical livestock units during the dry season. These numbers exceed, by up to five times, the published carrying capacities for similar Sahelian zones. Our results underline the need for a new institutional framework. Improved land use management must equally consider the needs of mobile communities and sedentary populations.
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The Economic Analysis of Law should be considered the most important bridge between Law and Economics at the present time. We can find its foundations in 1960’s, mainly since the publication of two great economists’ works: Ronald Coase (University of Chicago) and Guido Calabresi (University of Yale). Furthermore, several works of Richard Posner (University of Chicago Law School) have contributed to its diffusion beyond the frontiers of the american universities. In this paper, we show the internal structure of the Economic Analysis of Law, based upon the neoclassical model in Economics, and the main critics adressed to it from Institutional Economics as well as from Legal Theory.
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Abordar el estudio de las universidades nacionales argentinas ha despertado un creciente interés dentro del campo de las investigaciones históricas de los últimos años, dada la importancia que tuvieron estas instituciones en la promoción y desarrollo de discursos y prácticas que les otorgaron un fuerte protagonismo, especialmente en la segunda mitad del siglo XX. En este sentido, el presente trabajo indaga el proceso de transformaciones que atravesaron la trama político-institucional de la comunidad universitaria de la ciudad de Bahía Blanca, originadas por el golpe de estado de 1955 y la aplicación del programa de "desperonización" implementado por la dictadura que lo continuó. Con tal objetivo, se aborda la conflictiva trayectoria del ITS antes del golpe de 1955, se señala a sus protagonistas, atendiendo especialmente a la posición que ocuparon en el contexto político-ideológico de la época. Posteriormente, se analiza cómo y mediante qué mecanismos e instrumentos dicho gobierno de facto reestructuró esta comunidad, integrada por docentes, graduados y estudiantes, bajo un nuevo status institucional y jurídico.
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Abordar el estudio de las universidades nacionales argentinas ha despertado un creciente interés dentro del campo de las investigaciones históricas de los últimos años, dada la importancia que tuvieron estas instituciones en la promoción y desarrollo de discursos y prácticas que les otorgaron un fuerte protagonismo, especialmente en la segunda mitad del siglo XX. En este sentido, el presente trabajo indaga el proceso de transformaciones que atravesaron la trama político-institucional de la comunidad universitaria de la ciudad de Bahía Blanca, originadas por el golpe de estado de 1955 y la aplicación del programa de "desperonización" implementado por la dictadura que lo continuó. Con tal objetivo, se aborda la conflictiva trayectoria del ITS antes del golpe de 1955, se señala a sus protagonistas, atendiendo especialmente a la posición que ocuparon en el contexto político-ideológico de la época. Posteriormente, se analiza cómo y mediante qué mecanismos e instrumentos dicho gobierno de facto reestructuró esta comunidad, integrada por docentes, graduados y estudiantes, bajo un nuevo status institucional y jurídico.
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Abordar el estudio de las universidades nacionales argentinas ha despertado un creciente interés dentro del campo de las investigaciones históricas de los últimos años, dada la importancia que tuvieron estas instituciones en la promoción y desarrollo de discursos y prácticas que les otorgaron un fuerte protagonismo, especialmente en la segunda mitad del siglo XX. En este sentido, el presente trabajo indaga el proceso de transformaciones que atravesaron la trama político-institucional de la comunidad universitaria de la ciudad de Bahía Blanca, originadas por el golpe de estado de 1955 y la aplicación del programa de "desperonización" implementado por la dictadura que lo continuó. Con tal objetivo, se aborda la conflictiva trayectoria del ITS antes del golpe de 1955, se señala a sus protagonistas, atendiendo especialmente a la posición que ocuparon en el contexto político-ideológico de la época. Posteriormente, se analiza cómo y mediante qué mecanismos e instrumentos dicho gobierno de facto reestructuró esta comunidad, integrada por docentes, graduados y estudiantes, bajo un nuevo status institucional y jurídico.
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La tesis analiza la realidad residencial construida en los municipios del Área Metropolitana de Madrid durante la democracia, en términos de localización, cantidad y calidad/cualidad, y su relación con el desarrollo de las políticas de planeamiento y de vivienda. La pregunta central que ha guiado la investigación es la siguiente: ¿cómo han incidido los instrumentos de política de vivienda y de planeamiento urbanístico en el crecimiento residencial de los municipios del Área Metropolitana de Madrid? Se trata de poner en relación dos políticas públicas orientadas por la Administración en sus distintos niveles de actuación: una de carácter territorial, el planeamiento urbanístico -cuya ejecución es de competencia municipal-, y otra de carácter sectorial, las políticas de vivienda -definidas por la Administración Central y Autonómica-. Al considerar la política de vivienda como el resultado de la política financiera, la política fiscal y la política de suelo, se ha observado cómo en España las dos primeras suponen más del 70% de la intervención presupuestaria en vivienda. Esta investigación se ha centrado particularmente en la tercera, la política de suelo, por su vinculación directa con el planeamiento urbanístico, pero sin dejar de tener en cuenta las dos primeras, no sólo por su implicación en el gasto público, sino porque han tenido tanto efecto, o más, en la conformación de la ciudad como ha podido tenerlo el planeamiento. La primera parte de la tesis se centra en el estudio de las políticas, sus objetivos e instrumentos (normativos y de planificación), mientras que en la segunda parte se analiza la realidad construida, por medio de una serie de variables e indicadores relacionados con la producción residencial (suelo y viviendas); en la tercera se presenta la parte de análisis y las conclusiones generales. Al cruzar los objetivos y los instrumentos de ambas políticas se ha podido concluir con una propuesta de periodización evidenciando las ontinuidades, cambios o transformaciones: después de una etapa de transición –de 1975 a 1978, coincide con los años de la transición democrática, en el que se definen las bases de las nuevas políticas-, se han podido diferenciar tres períodos: 1979-1989, 1990-1997 y 1998-2007. El primer período corresponde a los años en los que se fue construyendo todo el aparato institucional regulador con las nuevas administraciones que surgieron de la democracia. El segundo período, aunque comenzó con la aprobación de la Ley del Suelo de 1990 como instrumento clave del planeamiento regulador, se caracterizó por el cuestionamiento del modelo intervencionista y por los primeros planteamientos de liberalización. Finalmente, en el tercer período se pusieron las bases normativas de la liberalización del suelo en España, con la reforma de la Ley del Suelo de 1998 y otras medidas “remediales”. Finalmente, se presenta el análisis de los resultados sobre la realidad construida, teniendo como clave de interpretación la periodización propuesta a partir de las políticas, con el propósito de conocer cómo han podido incidir en el crecimiento residencial del AMM. Por tanto, la tesis aborda la inquietud de cuándo, cómo y dónde las políticas públicas han construido ciudad y han generado barrios, pues también trata de analizar los espacios urbanos que han sido el resultado físico de dichas políticas (aspectos de los conjuntos residenciales, el entorno inmediato y su relación con el tejido urbano existente), y no sólo de mostrar cantidades de viviendas construidas. Posteriormente, el estudio se centra en el análisis de las actuaciones públicas sobre suelos destinados a uno de los llamados “usos débiles”, las viviendas protegidas. Éstas se han beneficiado, de una u otra manera, de las ayudas económicas que se incluyen en los planes de vivienda y, por ello, están sujetas a unos parámetros definidos por la normativa vigente en cada caso. Ha interesado realizar una valoración de las mismas a partir de criterios de integración social y funcional, y de equilibrio territorial. ABSTRACT The PhD thesis analyses the residential areas built in the Metropolitan Area of Madrid, in terms of location, quality and quantity, and the relationship to the resulting built environment planning and housing policies. Its cover a period of tree decades since the onset of democracy in Spain in 1975 up to the beginning of the great recession starting 2007. The central question that has guided the research is the following: how the instruments of housing policy and urban planning have influenced the residential growth of the municipalities of the Metropolitan Area of Madrid? It is about putting together two different public policies that are also carried out at different levels of government: spacial and urban planning –whose execution is under municipal jurisdiction under principles and guidelines defined at a regional scale; and the sectorial housing policies which are mostly defined by the Nacional and Regional governments and are very interlinked with the wider economic policies of the country. When considering housing policy as the result of financial, fiscal and land policy, it has been noted in Spain that instruments under the first two types of measures (financial and fiscal) account for over 70% of the housing budget intervention. This research has particularly focused on the third, Land Policy, because of its direct link to urban planning. Nevertheless, the research also considers f inancial and f iscal pol icies, not only because of thei r signi f icant level of publ ic spending, but al so because of thei r great impacto n shaping the way the ci ty is bui l t . The first part of the thesis focuses on the study of the policies, objectives and instruments (housing and planning), while the second part analyses the built reality by means of a number of variables and indicators related to the housing production (land and housing). In the third part the analysis and general conclusions are presented. After relating the objectives and instruments of both policies, the thesis concludes with a proposal for periodization showing continuities, changes and transformations: after a transition period – from 1975 to 1978 coinciding with the years of the democratic transition, in which the basis of the new policies were defined- tree periods (1979-1989, 1990- 1997 and 1998-2007) have been d i s t i n g u i s h e d . The first period covers the years in which a new institutional apparatus wa s b u i l t wi t h t h e n e w a r r a n g eme n t s t h a t eme r g e d from democracy. The second period, even though it began with the approval of the Land Act 1990 as key element of the regulatory planning, was characterized by the questioning of public intervention and early approaches to liberalization. Finally, in the third period, the normative basis of liberalization was set up in Spain, with the reform of the Land Act 1998 and other “corrective” measures. At a final point, the analisys of the results on the reality constructed is presented having as a key of interpretation the periodization proposed. This provides tools for interpreting how policies did affect residential growth in the Metropolitan Area of Madrid. Therefore, the thesis addresses the issues of when, how and where public policies have inf luenced and guided the development of resident ial áreas in the región dur ing this t ime f rame. I t is also concerned with analysing those urban spaces that have been the physical result of such policies (aspects of residential complexes, the immediate environment and its relationship with the existing urban infraestructure), going beyond the analisys of statistical data. Subsequently, the study focuses on the analysis of public actions on land for the so-called "weak uses" particularly social housing. These have benefited in one way or another, of financial assistance included in housing plans and, therefore, are subject to some parameters defined by the regulations in force in each case.
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Mexico is now one of the countries with better policies on transparency and access to public information, according to various indicators and academics. Just fifteen years ago, Mexico was a country that lacked legal instruments thereon, whereby the institutions were deeply opaque and citizens could not exercise this right of access to public information. The development of the right of access to public information, in both law and public policy, a milestone in the history of Mexico. It has been, therefore gestation, as its formulation and implementation. In Mexico there have existed diverse social movements that have promoted democratization and the defense of human rights. In the framework of these movements the fight registers for the right of access to the public information that one presents as a successful model of civic action and government intervention, without for it, not to know the challenges that his deepening has still and take root both in the company and in the political class in general. How was it achieved to construct a new institutional of transparency that was functional? How was it possible that the above mentioned change was achieved? These are questions that interests formulated to the political science and to the public administration for the analysis of the change and improvement of institutions. The study of the political change is relevant since the public policies precisely try to solve a problem, to transform a reality but not always the change is achieved, is not even realized of successful form. In a nascent democratic regime, it turns out important to know what factors can collaborate in the conformation of a public successful sustainable politics in the time. Even more, on having treated itself about a substantive politics that it gives content and viability itself to the democracy in a marked country historically and culturally for the opaqueness and the corruption...
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The crossroads of urban development and improved technology allowing oil and gas development in new areas can result in contentious community issues. The debate over one of the improved technologies – i.e., hydraulic fracturing – can be highly emotional. Consequently, industry must address community issues, earning trust and therefore a “social license to operate.” This paper provides fundamental knowledge of the social license to operate concept, validates its application to the oil and gas industry, particularly with respect to shale gas development, discusses the current status of social license in the unconventional development sphere, analyzes current ongoing efforts for shale gas developers to monitor and establish a social license, and identifies potential new methods of encouraging, establishing, and monitoring a social license to operate. The paper also proposes a new institutional framework in which to promote the social license to operate, “The Center for Social License to Operate in the Oil & Gas Industry.”