1000 resultados para Espressioni idiomatiche. Parti del corpo. Fraseologia.
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La prospettiva della teranostica è quella di effettuare contemporaneamente diagnosi e cura, individuando le singole particelle tumorali. Questo è possibile grazie a nanoparticelle magnetiche, entità multifunzionali rivestite da un polimero, accompagnate nel luogo di interesse mediante un campo magnetico esterno. Per quanto riguarda la diagnosi possono essere utilizzate come agenti nella risonanza magnetica nucleare per aumentare il contrasto dell’immagine e consentire una migliore rivelazione del tumore. Per quanto riguarda la terapia esse sono utilizzate per l’ipertermia magnetica, tecnica basata sul riscaldamento mediante l’applicazione di un debole campo magnetico alternato dotato di un’opportuna frequenza. In questo modo le cellule tumorali, essendo più sensibili al calore rispetto a quelle sane, vengono distrutte, una volta raggiunta una temperatura locale tra i 41 e i 46°C. Un’altra grande applicazione terapeutica è il rilascio controllato e mirato dei farmaci (drug target delivery). Infatti un opportuno rivestimento polimerico consente di coniugare alla particella dei medicinali chemioterapici che, una volta raggiunta la zona tumorale, possono essere rilasciati nel tempo, permettendo dunque la somministrazione di una minor dose e un’azione più mirata rispetto ai classici trattamenti. I materiali maggiormente utilizzati per la sintesi delle nanoparticelle sono gli ossidi di ferro (come la magnetite Fe3O4 e la maghemite γ − Fe2O3) e l’oro. Tuttavia, nonostante i possibili vantaggi, questi trattamenti presentano degli effetti collaterali. Trattandosi infatti di particelle ultrafini, dell’ordine dei nanometri, possono migrare all’interno del corpo umano raggiungendo organi bersaglio e comprometterne il loro funzionamento. La teranostica, però, è una disciplina molto studiata e in via di sviluppo; si spera che da qui a breve sia possibile un utilizzo concreto di questi nuovi metodi, riducendo al minimo la tossicità per il corpo umano.
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Nel corso degli ultimi due decenni il trapianto di cuore si è evoluto come il gold standard per il trattamento dell’insufficienza cardiaca allo stadio terminale. Rimane un intervento estremamente complesso; infatti due sono gli aspetti fondamentali per la sua buona riuscita: la corretta conservazione e metodo di trasporto. Esistono due diversi metodi di conservazione e trasporto: il primo si basa sul tradizionale metodo di protezione miocardica e sul trasporto del cuore con utilizzo di contenitori frigoriferi, mentre il secondo, più innovativo, si basa sull’ utilizzo di Organ Care System Heart, un dispositivo appositamente progettato per contenere il cuore e mantenerlo in uno stato fisiologico normotermico attivo simulando le normali condizioni presenti all’interno del corpo umano. La nuova tecnologia di Organ Care System Heart permette un approccio completamente diverso rispetto ai metodi tradizionali, in quanto non solo conserva e trasporta il cuore, ma permette anche il continuo monitoraggio ex-vivo delle sue funzioni, dal momento in cui il cuore viene rimosso dal torace del donatore fino all’ impianto nel ricevente. Il motivo principale che spinge la ricerca ad investire molto per migliorare i metodi di protezione degli organi è legato alla possibilità di ridurre il rischio di ischemia fredda. Questo termine definisce la condizione per cui un organo rimane privo di apporto di sangue, il cui mancato afflusso causa danni via via sempre più gravi ed irreversibili con conseguente compromissione della funzionalità. Nel caso del cuore, il danno da ischemia fredda risulta significativamente ridotto grazie all’utilizzo di Organ Care System Heart con conseguenti benefici in termini di allungamento dei tempi di trasporto, ottimizzazione dell’organo e più in generale migliori risultati sui pazienti.
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I robot ad architettura parallela sono meccanismi robotici a catena chiusa. Se al posto di membri rigidi estensibili, come collegamenti tra base e piattaforma, si utilizzano dei cavi avvolgibili allora si parla di manipolatori paralleli a cavi. Nel primo capitolo si mettono a confronto robot seriali e paralleli, si descrivono le caratteristiche dei manipolatori paralleli a cavi e si presentano alcune attuali applicazioni. Nel secondo capitolo si forniscono richiami fondamentali di cinematica e dinamica del corpo rigido e si fanno alcuni cenni alla teoria dei torsori. Nel terzo capitolo si affronta il problema geometrico-statico inverso di un robot parallelo a tre cavi. Nel quarto capitolo si affronta il problema della dinamica inversa, che è sempre da risolvere nei casi in cui si abbiano forze inerziali rilevanti e si desideri raggiungere livelli di accuratezza elevati. Nel quinto capitolo si descrive il codice di simulazione Matlab-Adams. Nel sesto capitolo si descrive la componentistica meccanica ed elettronica del prototipo di laboratorio di manipolatore parallelo a tre cavi e si presentano i risultati ottenuti dalle simulazioni combinate Matlab-Adams nei casi di diverse traiettorie percorse a differenti velocità; infine, si mettono in evidenza le differenze tra l’approccio dinamico e quello statico quando le velocità dei motori e le inerzie della piattaforma mobile sono rilevanti.
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La scelta del mezzo di contrasto in angiografia è rilevante e richiede un’attenta valutazione della qualità diagnostica delle immagini e degli effetti collaterali. Essenziale è analizzare il rischio che comporta l’utilizzo dei vari mezzi di contrasto a base di iodio, come ad esempio la nefropatia. Al contrario l’anidride carbonica, riconosciuta come unico agente di contrasto sicuro, sempre più, viene utilizzata in tutti i vasi del corpo al di sotto del diaframma. L'obiettivo principale di questo lavoro, svolto in collaborazione con l’azienda bolognese Angiodroid srl, è quello di realizzare un dispositivo medico in grado migliorare la qualità delle immagini ottenute con CO2 a livello addominale. Infatti, col recente utilizzo della CO2 anche nel distretto addominale si riduce drasticamente l’utilizzo di grandi quantità di iodio, ma, in molti pazienti, il movimento della aria intestinale che ha coefficiente di assorbimento simile all’anidride carbonica, rende l’immagine inefficiente. Il progetto consiste in una fascia addominale composta da tre camere d’aria gonfiabili manualmente, che comprimendo l’addome con pressioni di 120-180 mmHg, spostano l’aria e riducono il movimento intestinale, e quindi gli artefatti. L’uso di questa semplice fascia, migliorando le immagini dei distretti addominale e viscerale, potrebbe permettere una più rapida affermazione dell’angiografia con CO2 anche in procedure come EVAR e PTA iliache. Per individuare la procedura d’utilizzo più adeguata e migliorare il dispositivo secondo le necessità cliniche, la fascia è stata provata in alcune sale angiografiche dell’Emilia Romagna, Lombardia e Campania.
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L'obiettivo del kinodynamic motion planning è quello di determinare una sequenza di input di controllo per guidare un agente da uno stato iniziale ad uno finale, rispettando la dinamica del corpo e i vincoli fisici. In questa tesi sono presentate diverse versioni di algoritmi basati su Rapidly-exploring Random Tree in grado di risolvere questo tipo di problema. In particolare è preso in considerazione il caso di un sistema non lineare con vincoli non olonomici, rappresentativo del rover in dotazione al progetto europeo SHERPA. La qualità degli approcci proposti è inoltre provata con alcuni test di navigazione, in ambiente simulato, confrontando gli algoritmi proposti con alcuni presi nella letteratura di riferimento.
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I robot industriali iniziano a diffondersi in maniera significativa verso la metà degli anni ’70, quando affrontare economicamente il costo legato alla loro progettazione e costruzione risultò più vantaggioso rispetto all’assunzione di manodopera. Nella categoria dei robot industriali rientrano anche i polsi robotici che, posti all’estremità di un braccio meccanico, possono essere impiegati in diverse applicazioni industriali. In questo ambito si inserisce il meccanismo sferico ideato da Wu e Carricato. Esso presenta un’architettura ibrida seriale-parallela e, grazie ad una disposizione simmetrica dei membri che lo costituiscono, è in grado di riprodurre il movimento del polso umano. L’attività svolta e presentata in questo elaborato è stata finalizzata alla progettazione, attraverso l’ausilio dei software Creo e Matlab, sia degli organi che compongono il dispositivo sia della trasmissione meccanica che consente l’attuazione dei 2 gradi di libertà (gdl) posseduti dal meccanismo. Sono state realizzate due versioni CAD del polso; la prima è volta alla realizzazione in materiale plastico dei componenti, sfruttando la tecnologia della stampa 3D, in modo da ottenere un primo prototipo funzionante ed operativo, in cui si sono previsti accoppiamenti rotoidali tra le parti del tipo a strisciamento. Costruito ed assemblato il prototipo in plastica, si è potuta verificare la compatibilità tra precisione costruttiva, tolleranze dimensionali e geometriche garantite dalla stampa 3D e corretto funzionamento del meccanismo. La seconda versione rappresenta una versione ingegnerizzata della precedente. In particolare, prevede la realizzazione in alluminio del polso e la progettazione dei giunti cinematici (principalmente rotoidali) utilizzando accoppiamenti volventi e non a strisciamento. In questo modo si riescono a ridurre le imperfezioni di montaggio ed i notevoli giochi introdotti dall’impiego di componenti in plastica.
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Para el desarrollo del presente trabajo se realizó una descripción general de las plantineras ubicadas en distintas zonas geográficas de Argentina, y a su vez, de sus diferentes niveles tecnológicos. Con esto se pudo obtener una situación general de las mismas en lo que respecta a Seguridad e Higiene. En la siguiente etapa del estudio, se trabajó con la información de un caso: la plantinera Baby Plant, ubicada en la localidad de Lisandro Olmos, partido de La Plata, Pcia. De Buenos Aires. Esta plantinera fue seleccionada para el estudio de caso por ser una de las que posee mayor adopción de tecnología y tiene antecedentes de trabajo en implementación de protocolos de calidad que contemplan la situación de las condiciones laborales de los trabajadores. El estudio completo se realizó durante el segundo semestre del año 2012 y el 2013. Fueron partícipes los dueños / encargados de las plantineras, y en algunos casos se integró también a los trabajadores. El propósito del trabajo consistió en analizar los potenciales riesgos en cada una de las diferentes etapas de trabajo en las plantineras. Luego se tomó el caso particular de la plantinera Baby Plant, para desarrollar un modelo de plan de prevención de riesgos laborales aplicable a una situación productiva. Se partió del fundamento que las plantineras son un tipo de producción nueva, por lo que hay poco desarrollado sobre ellas, y sobre todo en lo que a Seguridad e Higiene se refiere. Para el desarrollo, se realizó una revisión bibliográfica y se visitó el establecimiento para hacer un relevamiento de información y realizar entrevistas con diferentes actores del proceso productivo. Se pudo concluir que lo referente a Seguridad e Higiene en este tipo de producción, nos encontramos muy lejos de un trabajo seguro, en donde se considera la seguridad y protección de los trabajadores en sus respectivos puestos de trabajo. Asimismo pudo reconocerse la falta de conocimiento del marco legal que poseen los titulares de los establecimientos como así también de los reales perjuicios que genera el desarrollo laboral cotidiano, denotando que la no incorporación de pautas de trabajos seguras no se debe a su falta de voluntad, sino al no tener como visión dentro de su estructura productiva los conceptos de Seguridad e Higiene.
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Un fenomeno poco indagato in Italia, ma che ha catturato l’attenzione e anche la preoccupazione delle ricerche in diverse parti del mondo, sono i comportamenti aggressivi che possono avvenire nelle prime relazioni sentimentali, tra adolescenti. La ricerca si è concentrata principalmente sulla violenza nelle coppie adulte, sulla violenza domestica, trascurando quelle condotte aggressive che avvengono nelle prime relazioni intime, in quanto ritenute poco stabili e fugaci. Diverse ricerche dimostrano che non è così e che anzi, spesso gli adolescenti “investono” molto in queste prime esperienze. Tra i principali motivi che spingono gli studiosi ad indagare questo fenomeno, vi è la considerazione della gravità delle stime di prevalenza, le conseguenze per il benessere psico-fisico, ed il valore predittivo che tali comportamenti potrebbero assumere rispetto al fenomeno della violenza nelle coppie adulte.
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Las políticas educativas de alcance internacional y nacional, se traducen en reformas preocupadas por evaluar el desarrollo de competencias y el logro educativo, utilizando instrumentos de corte cuantitativo que se aplican de manera homogénea, en todas las escuelas de nivel básico en México, sin tomar en cuenta las diferencias regionales. Considerando que México es un país multicultural, en esta investigación nos preguntamos ¿cuál es el papel de la escuela en contextos culturalmente diversos?, ¿en contextos marginados, caracterizados por la vulnerabilidad social?, ¿cuáles son los resultados del aprendizaje escolar, más allá del número que se expresa en la calificación de las pruebas estandarizadas que se aplican?, ¿es posible encontrar experiencias escolares significativas en estos contextos? y ¿quiénes serían las personas que pueden responder a esta última pregunta? Para dar respuesta a estas interrogantes se planteó la realización de una investigación interpretativa, que tomara como punto de partida la recuperación de las voces de un grupo de estudiantes, profesores y padres/madres de familia de una región en particular; para lo cual se optó por una metodología narrativa de corte cualitativo que aspira a ser crítica y transdisciplinaria. Como objetivo de la investigación se planteó interpretar y analizar cuáles son las experiencias escolares significativas que se construyen en la relación profesorado, estudiantes y padres/madres de familia de las escuelas telesecundarias, entendidas como sedes (Giddens, 1995) ubicadas en la región intercultural HUSANCHA en tanto logran trascender hacia la comunidad y la región. La construcción de la región de estudio se basó en el trazado de un circuito que integra localidades de los Altos de Chiapas caracterizadas por la marginación y la vulnerabilidad social, las cuales forman parte de los municipios de Huixtán, San Cristóbal de Las Casas y Chanal. Una experiencia escolar significativa es aquella que se detona en la escuela, a partir del rapport pedagógico que permite al profesorado articular los contenidos culturales de la vida cotidiana regional con el currículo escolar, por lo que provoca un aprendizaje susceptible de ser trasladado y aplicado en los ámbitos de la vida cotidiana, capaz de trascender las aulas, hacia el contexto familiar, comunitario y regional, provocando cambios en la vida de los habitantes de la región. En las 10 escuelas telesecundarias de la región HUSANCHA interactúan estudiantes de entre 11 y 15 años, descendientes de los pueblos mayas (tseltales y tsotsiles) que han habitado la región con mestizos. Se considera una región intercultural, en tanto lugar de encuentro cotidiano de sujetos colectivos (profesorado, estudiantes, padres/madres de familia) culturalmente diferenciados que habitan contextos híbridos. El análisis realizado partió del reconocimiento de experiencias escolares significativas narradas por estudiantes tsotsiles, tseltales y mestizos, quienes durante el ciclo escolar 2013-2014, cursaban el tercer grado en las telesecundarias referidas. La configuración de esta manera de concebir la educación, la cual pone en el centro a los sujetos, sus deseos, afectos, expectativas y su contexto nos obligó a incorporar nuevos cuestionamientos que emergieron durante el proceso de la investigación: ¿qué mueve al profesorado de las escuelas telesecundarias de la región para construir experiencias escolares significativas; para relacionarse con sus estudiantes, con los padres/madres de familia y la comunidad en su conjunto, de la manera que lo hace?, ¿qué tipo de contenidos escolares valoran los habitantes de la región y por qué? y ¿hasta dónde estas experiencias son posibilitadoras de un cambio educativo y regional en beneficio de los habitantes de la región? La investigación desde las voces de los co-investigadores tomó como punto de partida dos ejes de trabajo los cuales se exponen a continuación de manera sintética y se abordan a lo largo de los siete capítulos que la integran. I Incorporación de la dimensión intercultural-afectiva como un componente indispensable del rapport pedagógico La dimensión intercultural-afectiva toma en cuenta las posiciones epistemológicas de los sujetos que establecen relaciones y que conforman el mundo de vida social, lo que permite asumir y reflexionar el proceso educativo desde una perspectiva regional que deconstruye los fundamentos técnicos, estandarizados y homogéneos con los que se le interpreta comúnmente para preguntarse ¿quiénes son y qué sienten las personas que interactúan en las aulas? La dimensión intercultural-afectiva recupera la relación indisociable entre conocimientos presentes en otras epistemes que han sido relegados a la barbarie e ignorancia y los procesos de cambio educativo; estas epistemologías enmarcan los elementos de sentido del espectro social y de la conformación de paisajes interculturales. Se propone como producto del análisis reflexivo de los resultados de investigación que hemos realizado a la dimensión intercultural-afectiva como la reflexión pedagógica y decolonial a partir de la disposición de los inter-sujetos colectivos para el saber convivir con diferentes, comprender su cultura, sentir, establecer vínculos de respeto que permitan co-construir conocimientos y aprendizajes significativos al contexto. II Replanteamiento de una pedagogía crítica que atienda a las particularidades de contextos posmodernos/decoloniales La dimensión intercultural-afectiva constituye un detonante potente para que la pedagogía crítica cobre sentido y se transforme en crítica-transformadora en una región como HUSANCHA, transitando su carácter retórico-discursivo hacia una praxis moral y ética. Sin esta dimensión propuesta cualquier planteamiento/propuesta crítica que surja desde la escuela es carente de sentido y significado para sus sujetos que se han construido socio-históricamente y que han configurado sus subjetividades, su cultura, sus posicionamientos políticos, éticos y económicos regionalmente, en donde se manifiestan grupos diversos que son desatendidos por el proyecto educativo hegemónico y a la vez son subsumidos a éste. Como giro educativo epistemológico se propone a la dimensión intercultural-afectiva al detonar y reactivar los principios y anhelos de la pedagogía crítica para el cambio social; esta dimensión ha permanecido al margen, ha estado ausente o se ha reflexionado someramente en las diversas perspectivas del pensamiento crítico. Entre los resultados obtenidos destacan también los: I. Aportes de los estudios regionales al campo educativo II. El mundo de vida educativo regional III. Subjetividad(es) e identidad(es) docente(s) IV. El currículo narrativo regional V. Los co-investigadores, la pluri-metodología y la transdisciplina en la investigación narrativa VI. Decolonizar el pensamiento crítico y la pedagogía crítica en contextos regionales VII. La escuela habitada
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En El Salvador se observa que las micro y pequeñas empresas cuentan con deficiencias tales como: poco acceso a información, reducidas capacidades en gestión empresarial, capital humano poco desarrollado, incipiente desarrollo tecnológico y limitado acceso a fuentes de financiamiento, por tanto es necesario buscar alternativas que permitan cambiar dicha situación para que estas empresas puedan ser capaces de afrontar los retos que se presentan hoy en día debido a la globalización. Una alternativa puede ser la implementación de Encadenamiento Productivo en las micro y pequeñas empresas, ya que este Enfoque permite a las empresas incrementar la competitividad de los productos y/o servicios que ofrecen, obtener la oportunidad de acceder a nuevos mercados, ya sean nacionales o internacionales y consolidación de mercados existentes. Con base a lo expuesto anteriormente y considerando la importancia del papel que juegan las micro y pequeñas empresas en la Economía de El Salvador se presenta una propuesta de Metodología para Identificar Actividades Económicas con Potencial de Encadenamiento Productivo, se trabaja con este Enfoque debido a las características particulares que éste tiene. Con la Metodología se busca proporcionar a las Instituciones que apoyan a las micro y pequeñas empresas, una herramienta que facilite la Identificación de Actividades Económicas con Potencial de Encadenamiento Productivo para posteriormente implementar dicho Enfoque y poder así contribuir al Desarrollo Económico Local del municipio donde éste se lleve a cabo. Para llevar a cabo la investigación se empleó el Método Deductivo, ya que se partió del estudio general sobre temas relacionados al desarrollo del mismo, para luego aplicarlo a un sujeto de estudio específico, que en este caso, son las Actividades Económicas que se desarrollan en el Municipio de Mejicanos. Las Técnicas que se utilizaron para la recolección de la información necesaria, para llevar a cabo la investigación fueron: la Encuesta y la Entrevista. La primera permitió recolectar datos generales de las Actividades Económicas que se desarrollan en el Municipio de Mejicanos. La Entrevista se empleó para conocer la opinión de personas que trabajan en Instituciones que brindan Apoyo a las empresas del municipio y también de algunas personas que conocen sobre el entorno en que se desarrolla la Actividad Económica. La aplicación de la Metodología para la Identificación de Actividades Económicas con Potencial de Encadenamiento Productivo, se hizo con dos Actividades Económicas de las que se desarrollan en el Municipio de Mejicanos, de las cuales se determinó que una tiene Potencial de Encadenamiento Productivo, por tanto se logró el fin de la Metodología. Al final del documento se presenta un Plan de Implementación donde se detallan todas las Etapas a desarrollar para aplicar Encadenamiento Productivo en algún municipio determinado, esto con el objetivo de brindar una guía que sirva a todas las Instituciones interesadas en promover el Desarrollo Económico Local. Entre las Conclusiones más relevantes de la Investigación se pueden mencionar las siguientes: La adecuada aplicación de la Metodología conlleva a Identificar Actividades Económicas con mayor posibilidad de desarrollar Encadenamiento Productivo de una forma eficaz y eficiente. Así como también debido a que la Metodología es de carácter flexible algunos Procesos que la conforman se permite que ésta pueda ser aplicada en cualquier municipio, ya sea por la Alcaldía o por Instituciones de Apoyo.
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I materiali bioceramici, in base alla loro capacità d’interazione con l’osso e i tessuti del corpo umano, possono essere classificati in bioinerti e bioattivi. I materiali bioinerti, una volta impiantati, formano uno strato fibroso, non aderente, all’interfaccia con l’osso. Tale strato è una forma naturale di protezione che l’organismo adotta per isolare il materiale che viene, inizialmente, percepito come estraneo. Al contrario, i materiali bioattivi, una volta impiantati, mostrano una risposta biologica immediata, creando un legame attivo con l’osso e i tessuti nel quale vengono impiantati, favorendo e velocizzando la guarigione. La zirconia è un materiale ceramico altamente biocompatibile, definito come bioinerte per la sua scarsa capacità d’integrazione con l’osso ed i tessuti dell’organismo umano. Questa sua particolarità può, nel lungo termine, comprometterne la funzione fino ad arrivare, in alcuni casi, al totale malfunzionamento dell’impianto. Negli ultimi anni, diversi studi sono stati condotti con lo scopo di aumentare la capacità di biointegrazione della zirconia ed alcuni brevetti sono stati depositati. L’obiettivo del presente lavoro è quello di condurre un’analisi bibliografica ed una ricerca brevettuale sul tema dei coating bioattivi su zirconia per impianti dentali ed ortopedici. La necessità di condurre questo studio deriva dalla crescente richiesta di utilizzo della zirconia, in particolare, nel settore dentale. La zirconia rappresenta, infatti, ad oggi, il migliore candidato per la sostituzione dei metalli negli impianti dentali. Le buone proprietà meccaniche, l’eccellente biocompatibilità e l’aspetto estetico molto simile a quello dei denti naturali, rendono questo materiale particolarmente adatto a questo genere di applicazioni. La possibilità di rendere la sua superficie bioattiva rappresenta un importante miglioramento delle prestazioni in termini di biointegrazione, durabilità, sicurezza ed affidabilità.
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La ricerca si focalizza sul rapporto tra tecnologie abilitanti e corpo umano. La miniaturizzazione delle tecnologie, unita alla loro maggiore diffusione negli ambienti, porta ad interrogarsi sull’efficacia dell’integrazione di esse con corpo e attività ad esso connesse. Il contesto problematico della ricerca riguarda i dispositivi indossabili e il progetto di soluzioni destinate a risolvere inediti bisogni o potenziare i sensi umani. La letteratura scientifica e i casi studio circoscrivono il piede come efficace piattaforma per la sperimentazione di interfacce aptiche di comunicazione uomo/macchina, atte a connettere il corpo con informazioni referenziate all’ambiente. Il piede, elemento motorio duplice e simmetrico, ha un’elevata qualità percettiva ed è morfologicamente adeguato all’applicazione di tecnologie emergenti. La posizione di soglia, tra spazio e corpo, consente la raccolta di stimoli da entrambe le aree. La bibliografia evidenzia quanto la pressione, rispetto alla vibrazione, sia preferibile nella comunicazione aptica in quanto componente naturale dei linguaggi relazionali del corpo. Dall’analisi multidisciplinare emerge infine l’opportunità di sviluppo del ritmo come componente strutturale dei messaggi. I legami relazionali tra ritmo, corpo e comportamenti umani sono evidenti in molteplici meccanismi: trascinamento ritmico, mimesi ritmica, sincronia. La messa in relazione di piede, pressione e ritmo diventa affordance dello spazio, capace di suggerire, enfatizzare o attivare determinati comportamenti. L’unione di questi elementi è qui definita ritmica podotattile ed esplicitata nella tesi della descrizione delle sue caratteristiche, dalla circoscrizione di campi e azioni applicative e dalla raccolta dati sui test effettuati con i prototipi costruiti. Le analisi quantitative e qualitative dei dati di lettura del movimento e delle emozioni dimostrano quanto l’utilizzo di un linguaggio ritmico aptico nel piede esprima elevate potenzialità di integrazione con il corpo nel rispetto del comfort e dell’equilibrio attentivo nei flussi di azione preesistenti. I risultati aprono riflessioni su nuove applicazioni progettuali nel campo museale, lavorativo e urbano.
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Il tumore non è altro che una massa abnorme di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo. Questa patologia può presentarsi all’interno del corpo umano in svariate posizioni e forme; la più diffusa forma di tumore è quello epatico, particolarmente discusso in questo studio. Dato il continuo sviluppo di questa malattia, la ricerca ha richiesto un altrettanto miglioramento della tecnologia per eliminarla. Gli studi hanno portato a sviluppare quello che viene definito “trattamento termico dei tumori”, che consiste nell’applicazione di elevate o basse temperature nella posizione desirata per creare necrosi e quindi l’eliminazione della neoplasia. L’obiettivo di questo lavoro è presentare i diversi trattamenti termici utilizzati nella pratica clinica, i modelli matematici utilizzati dalla tecnologia attuale per predire la distribuzione di temperatura nel tessuto e quindi l’efficacia di una determinata tecnologia; infine verranno presentate le ricerche che si pensa potrebbero migliorare l’efficienza della terapia. Per ogni tecnica sono state presentate le dinamiche di utilizzo, i macchinari, i limiti e i vantaggi che la caratterizzano. Ci si è soffermati anche sulla presentazione dell’equazioni matematiche che regolano gli scambi di calore, nonché sui danni provocati ai tessuti da fattori ipertermici o ipotermici, con un particolare esempio sui fattori ipertermici generati da campi elettromagnetici vicini e lontani. Si è cercato, quindi, di fare un quadro generale di questo trattamento toccando i diversi aspetti che lo distinguono dalle altre terapie.
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Per determinare lo stato di un satellite ad ogni istante è necessario un propagatore orbitale, cioè un algoritmo che, partendo da condizioni iniziali note, calcola la traiettoria di un corpo in un intervallo di tempo arbitrario. L’orbita ottenuta è tuttavia soggetta ad errori numerici (errori di propagazione) ed incertezze. Queste ultime derivano da condizioni iniziali non precise, in quanto ricavate da osservazioni, soggette ad errori di misurazione, o ipotesi sui parametri dell’orbita e del corpo. Per questo motivo è importante utilizzare il propagatore anche per verificare l’evoluzione di tali incertezze nel tempo tramite un processo noto come analisi della covarianza. Questo processo permette di valutare l’entità dell’incertezza calcolandone la variazione rispetto allo stato iniziale a cui è generata e la rispondenza ai requisiti di missione. Lo scopo della tesi è l’incremento di precisione del propagatore orbitale esistente e lo sviluppo di strumenti per il supporto della missione LICIACube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids). In particolare, saranno implementati effetti secondari nel modello di propagazione ed uno strumento per la propagazione e conversione della rappresentazione di incertezze delle effemeridi. Questo permetterà la valutazione della precisione dell’orbita di Didymos e di LICIACube, dal suo rilascio fino al flyby. Per l’esportazione della traiettoria calcolata viene presentata una funzione che, tramite interpolazione, rappresenti l’orbita generata utilizzando un limitato spazio di memoria.
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This English Literature thesis (European PhD EDGES – Women’s and Gender Studies – 34th cycle) is an investigation into the representation of the monstrous body according to the British writers Mary Shelley, Angela Carter and Jeanette Winterson. The main objective is to observe how the representation of the categories of monstrous, abject and grotesque in Western cultural imagination have been influenced across time and literary genres. In the novels of Shelley, Carter and Winterson, the monstrous subject is configured as an alternative to the anthropocentric ideal embodied by the normative subject, of which Victor Frankenstein is the paradigmatic exponent. Plus, there are places considered anti-topoi within which the monster acquires a situatedness and claims a voice, generating an opposed counter-narrative to the imaginary conveyed by the normative subject. Monstrosity outlined by Shelley in the novels Frankenstein and The Last Man constitutes the starting point of my research, aiming to observe how the discourse of the normative body vs. the anti-normative body intersects with the discourse of the spaces of the centre vs. the spaces of the margin. In Carter's novels The Passion of New Eve and Nights at the Circus, the monstrous female constitutes the embodiment of wills, desires and claims challenging the heteronormative system. The space of otherness in which Carter's monster-woman is confined becomes a possibility of reshaping identity for the Subject, deconstructing the logic of power that moulded her within society. Finally, Winterson creates two monstrous women in Sexing the Cherry and The Passion who move through urban spaces, going from the centre to the margins and testifying to the arbitrariness of the system and its weaknesses. Similarly, in Frankissstein, Winterson recovers Shelley's original novel and transforms it into a parodic and intertextual speculation on the fluidity of identity and the limits of transhumanism.