995 resultados para Ospedale San Raffaele
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Objetivo do estudo - Comparar a dose calculada nos órgãos de risco (OR’s) e no volume alvo de planeamento (PTV), entre a tomoterapia helicoidal (TH) e a arcoterapia de intensidade modulada (RapidArc®), em glioblastomas multiformes (GBM).
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Il seguente lavoro di tesi verte sulla ricerca-azione formazione triennale “Il Filo di Arianna” realizzata in convenzione tra Associazione Italiana Sindrome X Fragile e Dipartimento Di Scienze dell’Educazione – Università di Bologna, finalizzata alla superamento degli handicap che la X fragile propone. La ricerca ha un fuoco in Pedagogia Speciale e un carattere multidisciplinare e inter istituzionale grazie alla sinergia con l’area neuroriabilitativa (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Raffaele Pisana di Roma) e l’area della Psicologia Clinica (Ospedale Bambin Gesù di Roma). Il lavoro di tesi descrive il percorso per giungere alle linee guida di intervento scaturite dalla ricerca, per il potenziamento cognitivo ed affettivo di bambini e persone con x fragile nei contesti di casa, scuola e tempo libero.
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Background: Axillary lymph node dissection (ALND) in presence of sentinel lymph node (SLN) metastases has been the standard in breast cancer (BC) patients for many years. Today, after the publication of the ACOSOG Z0011 trial, ALND is a procedure restricted to a dwindling group of patients with a clearly metastatic axilla. Material and methods: This was a prospective observational trial involving two Italian Breast Units: Policlinico di Sant’Orsola and San Raffaele hospital. Objective was to evaluate that the omission of ALND in patients with cT1-2 cN0 BC undergoing breast conserving surgery (BCS) and histological finding of metastases in 1 or 2 SLN is not associated with a worse prognostic outcome. Primary endpoint was overall survival (OS). Secondary endpoints were disease free survival (DFS) and locoregional recurrence. All BC patients treated between the 1st of November 2020 and 31st of July 2023 with cT1-2 cN0 BC, preoperative negative axillary ultrasound and 1 or 2 metastatic SLN treated with sentinel node biopsy (SLNB) alone entered the study. Results: 795 cT1-2 cN0 BC patients underwent BCS and SLNB. Ninety patients were included. Median age was 60 (52-68) years. Seventy-five patients (83%) had T1 tumor and 15 (17%) T2. Median tumor size was 16 mm (11-19). The median SLN removed was 2 (1-3). Eighty-one patients had 1 positive SLN (90%), while 9 had 2 SLN metastasis (10%). 39 (43%) micrometastases were identified and 51 macrometastasis (57%). All patients underwent radiotherapy. Seventeen (19%) performed adjuvant chemotherapy. Two received immunotherapy with trastuzumab and pertuzumab. Endocrine therapy was given to 84 (93%). At a median follow-up of 19 months (IQR 13-23) OS and DFS were 100%. No loco-regional recurrence was seen. Conclusion: The preliminary results of our study confirm that omitting ALND in patients meeting Z011 criteria is oncologically safe and should be the standard of care.
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“Può, e se sì come, un luogo nato per separare diventare, dismessa la sua funzione fortemente determinante, un nuovo spazio urbano? In che modo la stessa architettura introversa può aprirsi a una nuova dimensione urbana “conservandosi e trasformandosi?” Questa è la domanda fondamentale che ci si pone quando si deve affrontare una realtà come quella dei complessi manicomiali. Sparsi per tutta la penisola, sono decine le istituzioni lasciate indietro, dove il tempo si è fermato mentre le nostre città andavano avanti. “Una città dentro la città, silenziosa e dimenticata, ai più sconosciuta, quasi interamente abbandonata, dove la luce, filtrata tra le foglie di una rigogliosa vegetazione ormai selvaggia, restituisce una “strana bellezza” a un luogo per molti aspetti inquietante.” Anche se la forma delle architetture rimane la stessa, ad eccezione delle modifiche subite nel tempo sia dal mutare del suo esercizio sia dal decadimento che segue l’abbandono, lo studio si prefissa di indagare il pensiero che si pone tra le istanze della tutela e quelle del cambiamento. Un pensiero complesso al cui interno trovano posto le riflessioni sulla natura fisica del luogo e del loro “senso” in relazione a un tempo trascorso e a uno in corso, in ragione dell’interesse per quello a venire. Un progetto pensato per ricucire lo strappo lasciato dalla damnatio memoriae che hanno subito questi luoghi, restituendo alla comunità nuovi spazi urbani e per rispondere alla domanda che in molti si pongono da tempo su quale sarà il futuro di queste architetture, su cui gravitano fievoli interessi da parte della cultura architettonica e forti interessi economici da parte di chi ne detiene la proprietà, che sono state e continuano a essere estranee alla vita delle collettività urbana.
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Questa tesi propone un progetto di riqualificazione funzionale ed energetica del Polo ospedaliero civile di Castel San Pietro Terme, un complesso di edilizia sanitaria attivo dal 1870, che la AUSL proprietaria ha ora programmato di riqualificare. Il complesso, costituito da diversi edifici realizzati in epoche successive con un volume lordo riscaldato di 41670 m3, occupa un’area di 18415 m2. Sottoposto nel corso del tempo a ripetute modifiche e ampliamenti,oggi si presenta come un insieme eterogeneo di volumi, disorganici nell’aspetto ed interessati da importanti criticità: • prestazioni energetiche largamente inadeguate; • insufficiente resistenza alle azioni sismiche; • inefficiente distribuzione interna degli ambienti e delle funzioni. Partendo da un’analisi che dal complesso ospedaliero si estende sull’intera area di Castel San Pietro Terme, è stato definito un progetto che tiene conto delle peculiarità e delle criticità del luogo. Il progetto propone la riqualificazione dell’area antistante l’ingresso storico dell’ospedale tramite il collegamento diretto al parco fluviale, oggi interrotto da viale Oriani e da un parcheggio. Sul complesso edificato viene invece progettato un insieme di interventi differenziati, che rispondono all’obiettivo primario di adattare il polo ospedaliero a nuove funzioni sanitarie. La riorganizzazione prevede: • L’eliminazione del reparto di chirurgia; • L’adeguamento delle degenze a funzioni di hospice e lungodegenza per malati terminali; • L’ampliamento del progetto Casa della Salute che prevede locali ambulatoriali. Il progetto ha assunto questo programma funzionale,puntando a mantenere e riqualificare quanto più possibile l’esistente. E’ stato quindi previsto di: • Demolire il corpo del blocco operatorio. • Ridefinire volumetricamente il corpo delle degenze • Prevedere la costruzione di nuovi volumi per ospitare i poliambulatori. Per assicurare un adeguato livello di prestazioni,l’intervento ha puntato a far conseguire all’intero complesso la classe energetica A e ad adeguare la capacità di risposta al sisma, in particolare del corpo delle degenze, che presenta le condizioni più critiche. Le simulazioni eseguite con il software Termolog Epix3 attestano un valore di fabbisogno energetico finale pari a 5,10 kWh/m3 anno, con una riduzione del 92,7% rispetto ai livelli di consumo attuali. E' stata posta particolare attenzione anche al comfortdegli ambienti di degenza, verificato tramite l’utilizzo del software di simulazione energetica in regime dinamico IESVE che ha permesso di monitorare gli effetti ottenuti in relazione ad ogni scelta progettuale. I nuovi padiglioni sono stati progettati per integrare in modo funzionale i locali ambulatoriali ed alcuni ambienti dedicati alle terapie complementari per i lungodegenti. La tecnologia a setti portanti Xlam è stata preferita per la velocità di realizzazione. La sovrastante copertura costituita da una membrana di ETFE sostenuta da travi curve in legno lamellare, oltre ad assicurare il comfort ambientale tramite lo sfruttamento di sistemi passivi, permette di limitare i requisiti dell’involucro dei volumi sottostanti.
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Amongst the infectious diseases that threaten equine health, herpesviral infections remain a world wide cause of serious morbidity and mortality. Equine herpesvirus-1 infection is the most important pathogen, causing an array of disorders including epidemic respiratory disease abortion, neonatal foal death, myeloencephalopathy and chorioretinopathy. Despite intense scientific investigation, extensive use of vaccination, and established codes of practice for control of disease outbreaks, infection and disease remain common. While equine herpesvirus-1 infection remains a daunting challenge for immunoprophylaxis, many critical advances in equine immunology have resulted in studies of this virus, particularly related to MHC-restricted cytotoxicity in the horse. A workshop was convened in San Gimignano, Tuscany, Italy in June 2004, to bring together clinical and basic researchers in the field of equine herpesvirus-1 study to discuss the latest advances and future prospects for improving our under-standing of these diseases, and equine immunity to herpesviral infection. This report highlights the new information that was the focus of this workshop, and is intended to summarize this material and identify the critical questions in the field. (c) 2006 Elsevier B.V. All rights reserved.
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To understand the biology and evolution of ruminants, the cattle genome was sequenced to about sevenfold coverage. The cattle genome contains a minimum of 22,000 genes, with a core set of 14,345 orthologs shared among seven mammalian species of which 1217 are absent or undetected in noneutherian (marsupial or monotreme) genomes. Cattle-specific evolutionary breakpoint regions in chromosomes have a higher density of segmental duplications, enrichment of repetitive elements, and species-specific variations in genes associated with lactation and immune responsiveness. Genes involved in metabolism are generally highly conserved, although five metabolic genes are deleted or extensively diverged from their human orthologs. The cattle genome sequence thus provides a resource for understanding mammalian evolution and accelerating livestock genetic improvement for milk and meat production.
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Comunicamos nuestra experiencia de un brote de dengue en el Municipio San José de Guaribe, Estado Guárico a mediados de Septiembre y comienzo de Octubre de 1990. Un total de 97 casos sin muertes y el estudio serológico en una muestra problacional mostró virus tipo 2. La pronta intervención y la efectividad de las medidas de control, una atención médica oportuna y un diagnóstico scrológico temprano contribuyeron al control del brote. Esta es la primera descripción de un brote de dengue en el Estado Guárico, Venezuela.
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O presente relatório foca-se na descrição do estágio realizado no Gabinete de Relações Internacionais na Universidad CEU San Pablo em Madrid no âmbito do mestrado em Empreendedorismo e Internacionalização. A primeira parte do relatório visa uma análise geral do Processo de Bolonha, dando especial atenção ao programa Erasmus. Depois disto, consta a descrição das tarefas realizadas durante o estágio internacional. Por último, irá encontrar-se a apreciação final deste trabalho e do estágio.
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Dissertation submitted in partial fulfillment of the requirements for the Degree of Master of Science in Geospatial Technologies.
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INTRODUCTION: Chagas disease is caused by Trypanosoma cruzi. Wild and perianthropic mammals maintain the infection/transmission cycle, both in their natural habitat and in the peridomestic area. The aim of this paper was to present the results from a study on wild rodents in the central and northern regions of San Luis province, Argentina, in order to evaluate the prevalence of this infection. METHODS: Sherman traps were set up in capture areas located between latitudes 32º and 33º S, and longitudes 65º and 66º W. The captured rodents were taxonomically identified and hemoflagellates were isolated. Morphological, biometric and molecular studies and in vitro cultures were performed. Infection of laboratory animals and histological examination of the cardiac muscle and inoculation area were also carried out. Parasites were detected in circulating blood in Calomys musculinus, Graomys griseoflavus, Phyllotis darwini and Akodon molinae. The parasites were identified using biological criteria. Molecular PCR studies were performed on some isolates, which confirmed the characterization of these hemoflagellates as Trypanosoma cruzi. RESULTS AND CONCLUSIONS: Forty-four percent of the 25 isolates were identified as Trypanosoma cruzi, and the remaining 56% as Trypanosoma cruzi-like. These findings provide evidence that wild rats infected with Trypanosoma cruzi and Trypanosoma cruzi-like organisms are important in areas of low endemicity.
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La presente investigación busca identificar los distintos estilos y estrategias comunicativas llevadas adelante por los gobiernos provinciales de Córdoba (en los casos de incendios), San Juan (en los casos de terremotos) y Santa Fe (en los casos de las inundaciones), con el objetivo de la prevención de los riesgos y la mitigación de los desastres naturales. Las características crisis-propensas de las instituciones gubernamentales, sumada a la fuerte presión de la opinión pública en los períodos de desastres, obliga a los gobiernos a tener una comunicación estratégica ante los medios de comunicación y ante la opinión pública con el objetivo de mostrarse activo en la solución de dichos problemas. Esto implica tener la capacidad de comunicar las políticas públicas de reducción de riesgos, pero también sortear con éxito los procesos comunicacionales de atribución de responsabilidad durante los momentos críticos de los desastres. Por medio del análisis de casos se pretende describir las distintas estrategias comunicativas de los gobiernos provinciales, tanto en su fase preventiva de los riesgos, como durante las crisis desatadas por la presencia de los desastres, y su articulación y cooperación con los actores privados y sociales que participan de dichas políticas públicas.
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La investigación enfoca los sentidos e indicios de vida de las prácticas religiosas de las mujeres que asisten a dos parroquias de la ciudad: Santa María de la Paz, ubicada en los barrios del noroeste, y San Nicolás de Bari, emplazada en la zona periférica noreste de la Ciudad de Córdoba. A modo de hipótesis se plantea la emergencia de nuevos modos de vinculación y de pertenencia a la institución parroquial de los actores sociales laicos que concurren a las mismas, mayoritariamente mujeres con niveles de instrucción medio, que presumible-mente han modificado sus modos de vivir la fe y de practicar la religión a partir de las condiciones de transformación de la cultura urbana experimentada en la Ciudad en los últimos 20 años y que dan origen, a su vez, a nuevos sentidos de la religiosidad urbana y de la construcción de las subjetividades femeninas a partir de las nuevas referencias urbanas e identitarias. El objetivo principal pretende desarrollar un trabajo interdisciplinario de análisis e interpretación de los sentidos de las prácticas de espiritualidad de los crono-topos urbanos de los laicos, particularmente de las mujeres, que asisten a estas parroquias. Se espera obtener un exhaustivo conocimiento de la realidad urbana religiosa-cultural y de las prácticas espirituales de estas dos parroquias. La realización del proyecto de investigación supone un abordaje interdisciplinario bajo una metodología hermenéutica-cualitativa que implica dos momentos: empírico (sociológico: estudio de caso)y crítico hermenéutico (teológico y filosófico).