973 resultados para Benito Mussolini


Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Asumiendo que existe una tendencia de la opinión pública y académica por relacionar la idea de revolución con procesos netamente de izquierda, se propone comprender el término como concepto y como metáfora con el fin de alejarlo de la polarización ideológica. En esta investigación se abordan los conceptos políticos y su relación con las metáforas a partir de unos principios teóricos básicos: la idea de Koselleck de que los conceptos tienen historia, y la idea de Blumenberg de que muchos conceptos fundamentales son potentes porque en el fondo son metáforas. Posteriormente se observa cómo las diferentes posturas políticas han adoptado o rechazado la idea de revolución como parte de sus proyectos políticos. Finalmente, el caso del fascismo se presenta como un escenario clave para comprobar la trascendencia del concepto y las implicaciones de su uso en términos discursivos y prácticos

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Cette thèse a été réalisée en cotutelle entre l'Université de Montréal et l'École des Hautes Études en Sciences Sociales de Paris, sous la direction de Michel Duchesneau (UdeM) et Esteban Buch (EHESS). La version intégrale de cette thèse est disponible uniquement pour consultation individuelle à la Bibliothèque de musique de l'Université de Montréal (http://www.bib.umontreal.ca/MU).

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Los Pactos de Letrán implicaron como consecuencia el restablecimiento de relaciones bilaterales oficiales entre El Vaticano e Italia, llevando a que éstas se dieran bajo condiciones de cooperación, reflejadas en los cambios en los resultados obtenidos y la obtención de ganancias razonables.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Es un sistema de organización política, económica y social nacido en Italia y en Alemania entre el final de la Primera Guerra Mundial y el comienzo de la Segunda Guerra Mundial. La ideología ó, más bien la suma de prejuicios como señalan otros autores, del Partido Fascista de Benito Mussolini en Italia y del Partido Nacional Socialista de Adolf Hitler en Alemania, han tenido imitadores a lo largo del siglo XX tanto en Europa como en otros continentes. Una serie de circunstancias se señalan en la aparición de este sistema: el Tratado de paz de Versalles de 1919, el nacionalismo, el anticomunismo y la crisis económica posterior a la guerra de 1914. Se caracteriza por constituir sociedades totalitarias, racistas, violentas y con actitudes de extrema derecha.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

A presente dissertação versa sobre as relações entre o movimento formado por sete arquitetos milaneses, em 1926, o Gruppo 7, que viria a ser conhecido como “Racionalismo italiano”, e o regime político sob o qual ele floresceu, o Fascismo de Benito Mussolini (1922-1942), na Itália. A questão central é a aparente contradição em que um movimento modernista de vanguarda teria surgido e se desenvolvido sob a égide de um regime considerado retrógrado, conservador e antimodernista; esse caso foi uma exceção na história do modernismo em Arquitetura, uma vez que em outros países europeus, nos quais regimes totalitários análogos foram instituídos, os movimentos modernistas foram sufocados. A partir da análise das idiossincrasias do caso, bem como de aportes recentes de estudos sociológicos sobre o Fascismo, conclui-se que tal contradição pode ser dissipada, uma vez que ambos os movimentos, tanto o Racionalismo italiano como o Fascismo apresentavam características convergentes. As principais foram o sincretismo e a crença no mito de palingenesia, que possibilitaram uma espécie de convivência frutuosa.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

La Rocca delle Caminate nella coscienza e nell’immaginario Ben volentieri mi sono occupato dell’ambizioso progetto di restauro e recupero funzionale della Rocca delle Caminate, perché se è vero che il complesso ha rivestito un’importanza rilevante sotto il profilo storico e politico di questa parte di Romagna, è pur vero che vive nei miei ricordi fin dall’epoca dell’infanzia, ed è venuto acquistando nel tempo un preciso valore nella mia coscienza e nel mio immaginario. Questa rocca, questa fortificazione, questa torre che si staglia all’orizzonte dominando con austerità le amene vallate, l’ho sempre veduta e ha sempre sollevato in me suggestioni e interrogativi che però non mi ero mai preoccupato di chiarire: ero, per così dire, rimasto fedele alla mia emotività e mi erano bastati i racconti di nonna che andava spesso rammentando di quando, durante il ventennio fascista, insieme alle sorelle percorreva a piedi i sentieri che dalla vicina Dogheria conducevano alle Caminate, in occasione di una tal festa o di una tal funzione religiosa. Le sue parole e i suoi racconti continuano a donarmi un po’ del profumo dell’epoca, e fa specie notare come ancora oggi – in un tempo che fa dello sfavillio delle luci sfoggio di opulenza e miraggio di benessere – vengano puntualmente traditi dall’ammirazione per un faro che all’epoca ruotava emanando luce verde, bianca e rossa: quella del tricolore italiano. La Rocca delle Caminate – dicevo – è sempre stata una veduta familiare e fin troppo consuetudinaria, nei cui riguardi ero quasi giunto a una sorta d’indolenza intellettuale. Eppure, alla vigilia di decidere l’oggetto di questa tesi, ho volto lo sguardo ancora verso la “torre che domina a meraviglia il circostante paese”, ma in questa circostanza trovandomi cambiato: non più solo emozionato dal racconto nella memoria degli anziani, bensì spinto a una sfida anche per onorare il loro attaccamento verso questa fortificazione. È un popolo, quello che ho trovato, che mi ha stupito alquanto per la capacità di ricordare. Voglio dire ricordo, non trasognata visione; sottolineo fulgida testimonianza, non di rado animata dalla fierezza di chi sente fortemente il radicamento a una terra e rivendica il diritto di poter un giorno rivedere la ‘propria’ Rocca come l’ha veduta un tempo, poterla finalmente visitare e toccare, al di là di ogni colore politico, al di là di ogni vicenda passata, bella o brutta che sia. Poterla, in concreto, vivere. Così, un giorno ho varcato il limite dell’ingresso della Rocca e ho iniziato a camminare lungo il viale che conduce al castello; mi sono immerso nel parco e ho goduto della frescura dei pini, dei frassini e dei cipressi che fanno da contorno alla fortificazione. Certamente, ho avvertito un po’ di soggezione giunto ai piedi dell’arce, e mi è sorto spontaneo pormi alcune domande: quanti fanti e cavalieri saranno giunti a questa sommità in armi? Quanti ne saranno morti travolti nella furia della battaglia? Quanti uomini avranno provveduto alla sicurezza di questi bastioni oggi privati per sempre delle originarie mura difensive? Quanti castellani avranno presieduto alla difesa del castro? Ma più che a ogni altra cosa, il mio pensiero è andato a un protagonista della storia recente, a Benito Mussolini, che fra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta aveva eletto questo luogo a dimora estiva. Camminando lungo i corridoi della residenza e visitando le ampie stanze, nel rimbombo dei miei passi è stato pressoché impossibile non pensare a quest’uomo che si riconosceva in un duce e che qui ha passato le sue giornate, qui ha indetto feste, qui ha tenuto incontri politici e ha preso importanti decisioni. Come dimenticare quel mezzobusto, quella testa, quella postura impettita? Come dimenticare quello sguardo sempre un po’ accigliato e quei proclami che coglievano il plauso delle masse prima ancora di essere compiutamente formulati? In questo clima, fra castellani, capitani, cavalieri e duces di ogni epoca, sono entrato in punta di piedi, procedendo ai rilevamenti e ai calcoli per la realizzazione di questo progetto. È vero, non è stato facile muoversi nel silenzio che avvolge questo posto magico senza romperne l’incanto, e se a volte, maldestramente, ho fatto più rumore del solito, me ne rammarico. Sono sicuro che questi illustri signori sapranno scusarmene.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

La volontà di ritornare a un'Italia completamente unita sotto un'unica fede religiosa, quella cattolica, costituisce uno degli elementi che caratterizzarono il regime fascista. Sorge spontaneo chiedersi quali furono le sorti delle altre denominazioni religiose, insediatesi relativamente da poco tempo sul suolo italiano, e come esse reagirono di fronte a questo nuovo potere che cercò di screditarle e limitarle fino a farle scomparire. Si parla spesso della religione ebraica, la minoranza più colpita dalla dittatura: essa dovette subire numerosi provvedimenti che finirono per sfociare in un'aperta persecuzione. Tuttavia, parlare della realtà ebraica durante il regime fascista di Benito Mussolini sarebbe un argomento decisamente troppo esteso per questo mio breve elaborato finale. Mi concentrerò quindi sulle altre minoranze religiose esistenti all'epoca in Italia, tutte riconducibili al protestantesimo, per riflettere sui loro rapporti con il regime e sulle conseguenze che derivarono da determinati provvedimenti presi dal governo. Le mie considerazioni sulle minoranze religiose durante il fascismo inizieranno dai primi atti del nuovo regime, come gli episodi della marcia su Roma e l'attentato all'onorevole Matteotti, fino ad arrivare ad analizzare gli effetti di alcune azioni messe in atto dal governo in ambito religioso e la posizione assunta dalle diverse fedi. Infine, non potendomi soffermare su ogni singola denominazione e sul loro comportamento alla fine della Seconda guerra mondiale, osserverò in linea generale la realtà della Chiesa avventista, indicando i cambiamenti salienti che avvennero nel secondo dopoguerra.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Esta investigación se plantea definir los mecanismos de apropiación y utilización del deporte y la prensa como elementos de legitimación y propaganda, que los regímenes fascista y franquista llevaron a cabo en el periodo de entreguerras. Se establecerá una comparación, desde el punto de vista histórico, entre Benito Mussolini y Francisco Franco, así como entre sus respectivas ideologías y modos de actuación. Para ello se utilizarán fuentes de archivo y publicaciones periódicas de la época, tanto de Italia como de España, así como las investigaciones más importantes de otros autores que han trabajado sobre temas de interés para este estudio. El objetivo es realizar una aportación historiográfica relevante y novedosa.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Includes index.

Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Founded by Benito Mussolini.

Relevância:

40.00% 40.00%

Publicador:

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

El presente trabajo se realizó dentro del marco del proyecto RAREN CEG NICARAGUA - ONG 157/86/IT, 'con el objetivo de realizar una Caracterización de la finca "San Benito" y su entorno Télica, León. Este consistió en un diagnóstico estático en la zona y un diagnóstico dinámico en la finca. Se determinó que la zona de vida correspondiente a Télica es trópico seco con precipitación anual de (1378.50 mm), temperaturas de (27.7°C) promedios. Los suelos poseen alto contenido de materia orgánica y nutriente, excepto el Fósforo. Se caracteriza por el predominio del sistema de producción de doble propósito, carácter extensivo, en el que se explota, ganado cebuino cruzado con Pardo Suizo principalmente. La inversión de capital y de recursos es baja. La alimentación del ganado se basa en el pastoreo, habiendo predominio del pasto Jaragua < Hyparrenia ruffa). Siendo el resto pasto natural. Entre los principales factores limitantes identificados se puede mencionar mal manejo de los potreros esto disminuye la calidad y disponibilidad del forraje ofrecido a los animales, unido a una falta de técnicas da conservación y suplementación adecuada. Solo el 30% comercializa su producto a la población cercana. Entre los índices técnicos encontrados en la zona se determinó que la natalidad es 45%, la mortalidad de terneros 10%), mortalidad adulto (3%), duración de lactancia (180) días, la producción vaca día (2.5) litros, destete efectivo (40%). Respecto al sistema de producción de la finca “San Benito” este se caracteriza por ser de doble propósito con mayor énfasis en la producción de leche. El hato presenta un alto grado de encaste de Pardo Suizo (75%) y Brahaman (25%). Las media de producción de PL305, PLTOT, LARLA e IPP encontrados fueron de 1356.25 Kg leche, 1279.20 Kg leche 290.68 días y 468.00 días respectivamente la PLD resultó de 4 litros. Correlaciones lineales entre la producción leche día (KLD) y el porcentaje da materia seca (%MS) resulto de (-0.544) y en relación a la disponibilidad de materia seca total es (-0.263) y con respecto a la disponibilidad de materia seca por vaca es de (0.488). Entre los principales factores limitantes encontrados en la finca ''San Benito'1 se determinó que en la época seca el ganado sufre un déficit considerable en la alimentación lo que puede obedecer a la escasez de agua, falta de fertilización de los potreros, además de no existir una fuente proteica como complemento, falta de Técnicas de conservación de pastos y forrajes para enfrentar la falta de alimento en esa época. La rentabilidad de la finca es de 9.88% la cual es relativamente alta.