10 resultados para oligotiofeni politiofeni tiofeni S-monossido tiofeni S,S-diossido celle solari BHJ
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Negli ultimi anni sono stati sintetizzati numerosi oligomeri e polimeri del tiofene che, grazie alle loro propriet di semiconduttori, hanno trovano largo impiego in molti campi di interesse tecnologico come, ad esempio, transistor ad effetto di campo, diodi elettroluminescenti, dispositivi ottici non lineari e celle fotovoltaiche. Pi recentemente, oligomeri tiofenici ossidati allo zolfo hanno trovato applicazione sia in campo elettronico, come materiali accettori in blenda con il poli(3-esiltiofene) (P3HT) usato come materiale donatore, in celle solari di tipo Bulk Hetero Junction (BHJ), ma anche in campo biologico come marcatori fluorescenti di proteine e oligonucleotidi. Tuttavia la sintesi di queste specie richiede condizioni di reazione spinte e al contempo rischiose dovute allutilizzo in largo eccesso di agenti ossidanti molto forti. Uno degli obiettivi di questa tesi stato lo sviluppo di metodi pi versatili per la mono e di-ossidazione selettiva allo zolfo del tiofene di building-blocks dibromurati di diversa natura. Successivamente i building-blocks S-monossido e S,S-diossido derivati sono stati impiegati per la sintesi di oligomeri e polimeri tramite reazioni di cross-coupling Palladio catalizzate. I composti finali sono stati caratterizzati sia dal punto di vista spettroscopico UV-Vis che elettrochimico, mettendo in evidenza le relazioni che esistono fra gli andamenti dei dati sperimentali ottenuti con il diverso stato di ossidazione dei composti tiofenici diversamente sostituiti. Infine i composti finali sono stati testati sia in campo fotovoltaico che biologico.
Resumo:
Nell'ultimo decennio sono stati sviluppati numerosi materiali -coniugati contenenti unit tiofeniche per applicazioni in dispositivi organici a film sottile. Nel campo delle celle solari, la possibilit di creare dispositivi basati sullutilizzo di materiali organici, rispetto ai dispositivi attualmente in commercio a base di silicio, ha suscitato grande interesse soprattutto per la possibilit di realizzare dispositivi su larga area con basso costo di produzione e su substrati flessibili. Gli oligo- e i politiofeni sono eccellenti candidati grazie alle ottime propriet di trasporto di carica e alle caratteristiche di assorbimento di luce. In celle solari di tipo Bulk-Heterojunction (BHJ), ad esempio, il poli(3-esiltiofene) uno tra i materiali pi studiati. Ad oggi, con il P3HT sono state raggiunte efficienze certificate superiori all8%, variando sia parametri dipendenti dalla struttura molecolare, come ad esempio il peso molecolare, la regioregolarit delle catene alchiliche, il grado di polidispersit, il grado di polimerizzazione, sia parametri da cui dipende lorganizzazione della blend donatore-accettore. Per superare lefficienza di conversione ottenuta con i polimeri classici come il P3HT necessario progettare e sintetizzare materiali con precise caratteristiche: basso energy gap per aumentare lassorbimento di luce, elevata mobilit di carica per avere una rapida estrazione delle cariche, posizione ottimale degli orbitali di frontiera per garantire una efficiente dissociazione delleccitone ed infine buona solubilit per migliorare la processabilit. Il presente lavoro di tesi si articolato nei seguenti punti: sintesi di oligo- e politiofeni tioalchil sostituiti con inserzione di unit benzotiadiazolo per massimizzare lassorbimento ed abbassare il gap energetico; studio delleffetto della ramificazione del gruppo tioalchilico sullorganizzazione supramolecolare allo stato solido e successiva ottimizzazione della morfologia del film solido variando metodi di deposizione e solventi; applicazione degli oligomeri e dei polimeri sintetizzati come materiali donatori in celle fotovoltaiche di tipo Bulk-Heterojunction in presenza di fenil-C61-butirrato di metile (PCBM) come materiale accettore.
Resumo:
Il presente lavoro stato incentrato sulla sintesi e la caratterizzazione di un polimero elettroconduttore solubile in acqua al fine di valutare se, tramite questo approccio, si potesse aumentare lefficienza delle celle fotovoltaiche preparate con architettura BHJ. Il polimero ottenuto stato caratterizzato mediante tecniche spettroscopiche (NMR, FT-IR) e le sue caratteristiche ottiche (tramite spettroscopia UV-Vis). Sono state quindi testate le celle fotovoltaiche utilizzando il prodotto sintetizzato come strato fotoattivo e ne sono state determinate le caratteristiche fotoelettriche (curve J/V).
Resumo:
Il presente lavoro di tesi di laurea magistrale si proposto di sintetizzare composti polimerici basati su un derivato del 3-esiltiofene e sulla porfirina per preparare materiali da utilizzare nelle celle fotovoltaiche. Politiofeni con queste caratteristiche sono stati sintetizzati a partire da un monomero -bromoalchiltiofenico, il 3-(6-bromoesil)tiofene (T6Br), dal quale stato ottenuto il corrispondente derivato polimerico poli[3-(6-bromoesil)]tiofene (PT6Br). Esso stato preparato con un metodo non regiospecifico, utilizzando la comune tecnica di polimerizzazione ossidativa in presenza di FeCl3. Il monomero T6Br stato funzionalizzato con idrossifenil porfirina (TPPOH) per dare il 3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfirinil]esiltiofene (T6TPP). Poich la polimerizzazione diretta di questo monomero non si mostrata una via percorribile, a causa dellelevato ingombro del sostituente presente sulla catena macromolecolare, stata effettuata leterificazione sul polimero bromurato PT6Br per ottenere il poli[3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfirinil]esiltiofene] (PT6TPP). Contemporaneamente stato sintetizzato il copolimero poli[(3-(6-bromoesil)]tiofene)-co-(3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfirinil]esiltiofene)] (P(T6Br-co-T6TPP)) allo scopo di valutare leffetto del diverso grado di sostituzione della catena polimerica sulle propriet del polimero. Anchesso stato preparato con un metodo non regiospecifico, utilizzando la tecnica di polimerizzazione ossidativa in presenza di FeCl3. I prodotti sintetizzati sono stati caratterizzati mediante le comuni tecniche spettroscopiche (FTIR, NMR, UV-vis) e ne sono state determinate le propriet termiche. I pesi molecolari medi e le relative distribuzioni sono stati determinati mediante cromatografia a permeazione su gel (GPC). Infine, con P(T6Br-co-T6TPP) e PT6Br sono state effettuate prove preliminari di preparazione e caratterizzazione di dispositivi per valutare la possibilit di un loro utilizzo come materiali per celle fotovoltaiche.
Resumo:
Loggetto della presente tesi di laurea magistrale consiste nello studio di polimeri coniugati nella catena principale, per una loro applicazione come materiali fotoattivi in celle fotovoltaiche. In particolare, sono stati sintetizzati e caratterizzati politiofeni tioalchil sostituiti, funzionalizzati in posizione 3-3' con catene alchiliche di diversa lunghezza e grado di ramificazione (tra cui una chirale), al fine di studiarne l'effetto sulle propriet ottiche ed elettriche del materiale. I polimeri ottenuti sono stati caratterizzati mediante tecniche spettroscopiche (1H-NMR, UV-PL), cromatografia a permeazione su gel (GPC), analisi termiche (DSC, TGA) e misure elettrochimiche (voltammetria ciclica). Il comportamento chiro-ottico del campione chirale stato inoltre valutato tramite misure di dicroismo circolare. Si infine testata lefficienza delle celle fotovoltaiche ottenute utilizzando i polimeri sintetizzati come materiale fotoattivo.
Resumo:
Studi preliminari condotti dal gruppo di ricerca presso il quale ho svolto il mio lavoro di tesi, avevano dimostrato che il poli[3-(6-bromoesil)tiofene] non regioregolare funzionalizzato con idrossifenilporfirina [TPPOH] pu essere utilizzato con successo per la realizzazione di celle fotovoltaiche. Il presente lavoro di tesi di laurea magistrale stato quindi incentrato sulla sintesi e caratterizzazione di un campione di poli[3-(6-bromoesil)tiofene] [PT6Br] ad elevata regioregolarit e sulla sua successiva funzionalizzazione con diverse percentuali di 5-(4-idrossifenil)-10,15,20-trifenilporfirina [TPPOH] per ottenere i copolimeri poli[3-(6-bromoesil)tiofene-co-(3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfinil]esiltiofene)] [P(T6Br-co-T6TPP)], anchessi con elevata percentuale di concatenamenti testa-coda, al fine di valutare se la regioregolarit del polimero sia in grado di migliorare lefficienza fotovoltaica. Il campione che ha fornito i risultati migliori stato poi ulteriormente testato eseguendo prove su celle trattate termicamente per tempi diversi, in modo tale da verificare come la durata del riscaldamento, che incide sullorganizzazione strutturale del materiale, influisca sulle prestazioni ottenibili dalla cella stessa. I prodotti polimerici sintetizzati sono stati caratterizzati mediante tecniche spettroscopiche (NMR, FT-IR, UV-Vis), ne sono determinate le propriet termiche ed i pesi molecolari medi e la relativa distribuzione, mediante cromatografia a permeazione su gel (GPC). Le prestazioni delle celle fotovoltaiche realizzate utilizzando i copolimeri prodotti sono state misurate tramite un multimetro Keithley ed un Solar Simulator, che permette di riprodurre lintero spettro della radiazione solare.
Resumo:
In questo lavoro di tesi stato sintetizzato un nuovo copolimero contenente il gruppo fullerenico in catena laterale. Il copolimero risultato solubile nei comuni solventi organici e ha dato una efficienza di conversione fotovoltaica in un sistema BHJ del 2.19%.
Resumo:
Questo lavoro di Tesi diviso essenzialmente in due parti. La prima parte consiste nello studio delle reazioni di decomposizione termica dei cluster di Chini [Pt3n(CO)6n]2 (n = 3-6) sia come sali sodici che come sali di tetra alchilammonio. Al variare delle condizioni di reazione si ottengono vari prodotti, a volte come specie singole, ma pi spesso come miscele. Tra questi sono stati individuati i prodotti gi noti [Pt19(CO)22]4-, [Pt24(CO)30]2, [Pt26(CO)32]2-. Inoltre sono stati isolati e caratterizzati strutturalmente i nuovi cluster [Pt33(CO)38]2- e [Pt44(CO)45]2-. Nella seconda parte del lavoro di Tesi stata studiata l'ossidazione di [Pt19(CO)22]4- con l'acido HBF4(OCH2CH3)2. Anche questa reazione porta alla formazione di vari prodotti a seconda della quantit di acido impiegata e del tempo di reazione. Sono state individuate al momento le specie [Pt19(CO)22]3-, [Pt40(CO)40]6-, [Pt36(CO)44]2- e [Pt38(CO)44]2-. Tutte queste specie, tranne la prima, sono state caratterizzate strutturalmente. Le nuove specie [Pt33(CO)38]2- e [Pt36(CO)44]2- mostrano delle strutture ccp difettive riconducibili a quella di [Pt38(CO)44]2-. Il cluster [Pt44(CO)45]2- mostra invece una struttura compatta complessa ABCBA, che pu essere vista come due frammenti ccp geminati tramite un piano di riflessione. Il cluster [Pt40(CO)40]6- rappresenta un raro caso (unico per i cluster di platino) di cluster con elevata nuclearit di struttura bcc. La struttura dei nanocluster molecolari ottenuti stata determinata tramite cristallografia a raggi X su cristallo singolo e le propriet redox di alcuni di questi cluster sono state investigate tramite voltammetria ciclica. Il profilo della voltammetria ciclica del [Pt33(CO)38]2 mostra una serie di processi redox, due ossidazioni e quattro riduzioni, che indicano alcune propriet di reversibilit chimica permettendo cos di individuare una serie di cluster strettamente correlati del tipo [Pt33(CO)38]n (n=0-6) come suggeriscono anche gli studi IR spettroelettrochimici. Inoltre sono stati condotti studi 13C{1H}NMR di [Pt19(CO)22]4- arricchito isotopicamente con 13CO per investigare il comportamento di questa specie durante il processo ossidativo.
Resumo:
Nel presente elaborato si affrontato il tema dellutilizzo di biogas per la produzione di energia elettrica e termica; in primo luogo stata fatta una panoramica sulla diffusione degli impianti di digestione anaerobica in Europa e in Italia, con particolare attenzione alla logica degli incentivi volti alla promozione delle fonti rinnovabili. Il biogas presenta infatti il duplice vantaggio di inserirsi sia nellottica del Pacchetto Clima-Energia volto alla riduzione di consumi energetici da fonti fossili, sia nella migliore gestione dei rifiuti organici volta alla riduzione del conferimento in discarica. Lallineamento degli incentivi italiani con quelli europei, prevista dal Decreto Ministeriale 6 luglio 2012, presuppone unespansione del settore biogas pi oculata e meno speculativa di quella degli ultimi anni: inoltre la maggiore incentivazione allutilizzo di rifiuti come materia prima per la produzione di biogas, comporta lulteriore vantaggio di utilizzare, per la produzione di energia e compost di qualit, materia organica che nel peggiore dei casi sarebbe inviata in discarica. Il progetto oggetto di studio nasce dalla necessit di trattare una quantit superiore di Frazione Organica di Rifiuti Solidi Urbani da R.D, a fronte di una riduzione drastica delle quantit di rifiuti indifferenziati conferiti ai siti integrati di trattamento di rifiuti non pericolosi. La modifica nella gestione integrata dei rifiuti prevista dal progetto comporta un aumento di efficienza del sito, con una drastica riduzione dei sovvalli conferiti a discariche terze, inoltre si ha una produzione di energia elettrica e termica annua in grado di soddisfare gli autoconsumi del sito e di generare un surplus di elettricit da cedere in rete. Nel contesto attuale perci conveniente predisporre nei siti integrati impianti per il trattamento della FORSU utilizzando le Migliori Tecniche Disponibili proposte dalle Linee Guida Italiane ed Europee, in modo tale da ottimizzare gli aspetti ambientali ed economici dellimpianto. Nellelaborato sono stati affrontati poi gli iter autorizzativi necessari per le autorizzazioni allesercizio ed alla costruzione degli impianti biogas: a seguito di una dettagliata disamina delle procedure necessarie, si approfondito il tema del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, con particolare attenzione alla fase di Studio di Impatto Ambientale. Inserendosi il digestore in progetto in un sito gi esistente, era necessario che il volume del reattore fosse compatibile con larea disponibile nel sito stesso; il dimensionamento di larga massima, che stato svolto nel Quadro Progettuale, stato necessario anche per confrontare le tipologie di digestori dry e wet. A parit di rifiuto trattato il processo wet richiede una maggiore quantit di fluidi di diluizione, che dovranno essere in seguito trattati, e di un volume del digestore superiore, che comporter un maggiore dispendio energetico per il riscaldamento della biomassa allinterno. risultata perci motivata la scelta del digestore dry sia grazie al minore spazio occupato dal reattore, sia dal minor consumo energetico e minor volume di reflui da trattare. Nella parte finale dellelaborato sono stati affrontati i temi ambientali,confrontando la configurazione del sito ante operam e post operam. evidente che la netta riduzione di frazione indifferenziata di rifiuti, non totalmente bilanciata dallaumento di FORSU, ha consentito una riduzione di traffico veicolare indotto molto elevato, dellordine di circa 15 mezzi pesanti al giorno, ci ha comportato una riduzione di inquinanti emessi sul percorso pi rilevante per lanidride carbonica che per gli altri inquinanti. Successivamente stata valutata, in modo molto conservativo, lentit delle emissioni ai camini dellimpianto di cogenerazione. Essendo queste lunico fattore di pressione sullambiente circostante, stato valutato tramite un modello semplificato di dispersione gaussiana, che il loro contributo alla qualit dellaria generalmente una frazione modesta del valore degli SQA. Per gli ossidi di azoto necessario un livello di attenzione superiore rispetto ad altri inquinanti, come il monossido di carbonio e le polveri sottili, in quanto i picchi di concentrazione sottovento possono raggiungere frazioni elevate (fino al 60%) del valore limite orario della qualit dellaria, fissato dal D.Lgs 155/2010. Infine, con riferimento all energia elettrica producibile sono state valutate le emissioni che sarebbero generate sulla base delle prestazioni del parco elettrico nazionale: tali emissioni sono da considerare evitate in quanto lenergia prodotta nel sito in esame deriva da fonti rinnovabili e non da fonti convenzionali. In conclusione, completando il quadro di emissioni evitate e indotte dalla modifica dellimpianto, si deduce che limpatto sullambiente non modificher in maniera significativa le condizioni dellaria nella zona, determinando una variazione percentuale rispetto agli inquinanti emessi a livello regionale inferiore all1% per tutti gli inquinanti considerati (CO, PM10, NOX, NMCOV). Il vantaggio pi significativo riguarda una riduzione di emissioni di CO2 dellordine delle migliaia di tonnellate allanno; questo risultato importante per la riduzione di emissione dei gas serra in atmosfera e risulta in accordo con la logica dellutilizzo di biomasse per la produzione di energia. Dal presente elaborato si evince infine come lutilizzo del biogas prodotto dalla digestione anaerobica della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani non comporti solo un vantaggio dal punto di vista economico, grazie alla presenza degli incentivi nazionali, ma soprattutto dal punto di vista ambientale, grazie alla riduzione notevole dei gas serra in atmosfera, in accordo con gli obiettivi europei e mondiali, e grazie al recupero di rifiuti organici per la produzione di energia e compost di qualit.
Resumo:
Il presente lavoro di tesi di laurea magistrale stato incentrato sulla sintesi e caratterizzazione di due copolimeri regioregolari poli[3-esiltiofene-co-(3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfinil]esiltiofene)] contenenti diversa percentuale di sostituente porfirinico, ottenuti per post-funzionalizzazione con 5-(4-idrossifenil)-10,15,20-trifenilporfirina di due copolimeri regioregolari poli[3-esiltiofene-co-(3-(6-bromoesil)tiofene)] contenenti diverse percentuali di sostituente esilico bromurato, appositamente sintetizzati. E stato inoltre preparato il copolimero non regioregolare poli[3-dodeciltiofene-co-(3-[5-(4-fenossi)-10,15,20-trifenilporfinil]esiltiofene)] partendo da un comonomero con una catena alchilica laterale pi lunga, il 3-dodeciltiofene, per evitare leventuale insolubilit del copolimero finale e per avere un ulteriore termine di paragone derivante dallutilizzo di catene alchiliche di diversa lunghezza. I prodotti polimerici sintetizzati sono stati caratterizzati mediante tecniche spettroscopiche (NMR, FT-IR, UV-Vis), ne sono state determinate le propriet termiche tramite analisi DSC e TGA ed i pesi molecolari medi con la relativa distribuzione, mediante cromatografia a permeazione su gel (GPC). Tali derivati sono stati successivamente testati attraverso prove di preparazione e caratterizzazione di dispositivi fotovoltaici, Le prestazioni delle celle fotovoltaiche realizzate utilizzando i copolimeri prodotti sono state misurate tramite un multimetro Keithley ed un Solar Simulator, che permette di riprodurre lintero spettro della radiazione solare.