485 resultados para ingressione marina scenari di inondazione erosione costiera modellazione matematica
Resumo:
L'importanza dell'acciuga europea (Engraulis encrasicolus) come risorsa ittica, sia a livello economico che ecologico, nel Mar Mediterraneo, ha portato alla necessit di monitorare la biomassa deponente di questa specie per cercare di dare un limite al suo sovrasfruttamento (rappresentando il 22% delle catture nazionali). Lo studio effettuato riguarda le stime di fecondit dell'acciuga europea tramite l'applicazione di un metodo di analisi d'immagine, Whole Mount, su campioni di gonadi di adulti maturi e pronti alla deposizione. Il campionamento degli esemplari avvenuto durante due campagne oceanografiche, organizzate dall'U.O.S di Capo Granitola dell'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR, che hanno coperto l'area dello Stretto di Sicilia e del Mar Tirreno, durante i mesi estivi che rappresentano il picco di deposizione della specie. Nel presente lavoro sono stati analizzati in totale 76 ovari di acciuga, provenienti da entrambe le aree di campionamento e che presentassero ovociti maturi e risultassero, quindi, in una fase di deposizione nota come "deposizione imminente". Per entrambe le aree di studio stata stimata una relazione lunghezza-peso con andamento esponenziale. I test statistici non parametrici di Kolmogorov-Smirnov e di Mann-Whitney hanno permesso di stimare se vi fossero differenze tra la fecondit, l'indice gonadosomatico (IGS) e il fattore di condizione (CF) nelle due aree, Stretto di Sicilia e piattaforma settentrionale siciliana. I valori di CF sono risultati significativamente differenti tra le due aree se valutati con il test di Kolmogorov-Smirnov, tuttavia tale differenza non stata confermata dal test di Mann-Whitney. L'IGS e la fecondit, invece, sono risultati significativamente diversi nelle due aree per entrambi i test. Si pu ipotizzare che valori di fecondit differenti nelle due aree, nonostante in entrambi i casi il campionamento sia avvenuto durante il picco di riproduzione della specie, possono essere dovuti alla variabilit dei fattori abiotici, quali temperature e nutrienti, differenti nello Stretto di Sicilia e nell'area lungo le coste settentrionali siciliane. Temperatura e nutrienti possono essere differenti, poich vi un diverso movimento delle masse d'acqua causato da correnti distinte nelle due aree. Conoscere la variabilit dei parametri riproduttivi di una specie di rilevanza commerciale cos alta, come l'acciuga, rappresenta uno strumento fondamentale per scegliere le misure di gestione sostenibile degli stock pi appropriate per aree differenti.
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Laumento della frequenza di accadimento e dellintensit di eventi di tempesta rappresenta una seria minaccia per gli ambienti costieri, in particolare per quelli dominati da spiagge sabbiose. Nel seguente lavoro di tesi si voluto approfittare di un evento di flooding che ha interessato la spiaggia di Cesenatico (Febbraio 2015), provocando un lieve arretramento della linea di riva, per valutare la risposta del comparto macrobentonico a uno shift da zona intertidale a quella di primo subtidale. I dati relativi al periodo post-disturbo (after), mostrano variazioni sia dal punto di vista dellambiente fisico che delle comunit bentoniche ad esso associate; per quanto riguarda i campioni del 2015, si osservata una diminuzione della media granulometrica e un aumento della materia organica rispetto al 2011 (before). Si evidenziano differenze anche tra le comunit bentoniche before e after levento, con valori di abbondanza, numero di taxa e diversit maggiori in after, nonch dellintera struttura di comunit in cui si osservano variazioni di dominanza di particolari specie e linsediamento di specie non presenti prima dellevento. In before c una dominanza di S. squamata, un polichete fossatorio tipico dellintertidale. In after risultato che molte pi specie concorrono nel determinare i pattern osservati, ed emerge una netta dominanza di L. mediterraneum e dei tanaidacei del genere Apseudes. I valori delle variabili ambientali e biotiche sono stati utilizzati per costruire un modello previsionale FNB (fuzzy naive Bayes) che stato utilizzato con i dati abiotici relativi allafter per prevedere i pattern di comunit. Dalle simulazioni si osserva che i pattern spaziali del macrobenthos seguono levoluzione dellintero sistema, confermando uno shift da intertidale a primo subtidale e pu essere usato come base per comprendere gli effetti di un flooding costiero su sistemi vulnerabili qual la spiaggia di Cesenatico.
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La conoscenza dellet e della crescita dei bivalvi un requisito fondamentale per uno studio di dinamica di popolazione e per una gestione ottimale della risorsa. Lo scopo di questa tesi quello di individuare una metodologia valida per riconoscere la precisa natura dellorigine dei microincrementi di crescita nel guscio di Chamelea gallina, riconoscendo le discontinuit annuali allinterno del guscio. Sono stati prelevati gusci di individui di C. gallina provenienti da un precedente campionamento nella baia della Vallugola il 06/09/2013. Le valve sono state incluse in resina epossidica e sezionate dallumbone al margine centrale e levigate cos da poter osservare le fettine ottenute allo stereomicroscopio a luce trasmessa. Il vantaggio riscontrato di questa metodologia rappresentato dalla inaccessibilit delle strutture di deposizione alle perturbazioni ambientali anche se risulta impossibile annullare i possibili effetti dovuti allattivit di pesca o di altri eventi stressanti. Sono stati individuati solamente organismi con uno o due anni di et. I picchi di rallentamento della crescita sincronizzati in ogni classe di taglia potrebbero indicare tassi di accrescimento costanti entro le classi di taglia. Si pu notare inoltre una certa ciclicit con cui si presentano i picchi di rallentamento della crescita. Essi si presentano circa ogni 10-12 crestine corrispondenti ipoteticamente ad una annualit. Un limite di questa metodica dato dal fatto che si riesce a leggere linformazione contenuta nel guscio ma, senza una validazione non possibile associarla ad un preciso periodo di vita dellorganismo. A causa delle tempistiche limitate, non stato possibile condurre esperimenti di crescita in campo per validare la periodicit delle micro linee di accrescimento ma sarebbe auspicabile in futuro riuscire a svolgere almeno una delle diverse metodiche di validazione.
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Ogni anno, a causa dellutilizzo di combustibili fossili e della produzione di cemento, vengono rilasciate in atmosfera 35,7 109 tonnellate di CO2, il principale dei gas serra. Durante lultima Conferenza delle Parti della UNFCCC, tenutasi a Parigi e nota come COP-21, gli Stati membri hanno posto come obiettivo il raggiungimento delle emissioni zero entro la seconda met del XXI secolo. Secondo le previsioni fornite dallIPCC il raggiungimento di tale obiettivo porterebbe comunque la concentrazione atmosferica di CO2 a 430 530 ppm con un conseguente aumento di temperatura di 1.5-2C. Se non si riuscisse a rispettare questo traguardo potrebbe rendersi necessaria la rimozione forzata di CO2 dallatmosfera. Negli ultimi anni stata riconosciuta ad alcuni ecosistemi, tra cui le praterie di fanerogame marine, la capacit naturale di sottrarre elevate quantit di CO2, e rimuoverle dallambiente sotto forma di carbonio organico, chiamato Blue Carbon, per lunghi periodi di tempo. Il principale obiettivo di questo lavoro quello di stimare i quantitativi di Blue Carbon contenuto allinterno dei sedimenti e nella biomassa vegetale di una prateria di Posidonia oceanica. I risultati hanno permesso di quantificare, al variare della densit dei fasci fogliari della pianta, la percentuale di carbonio organico contenuta nei primi 40 cm di sedimento e quello contenuto nella biomassa vegetale. Queste percentuali sono state utilizzate per stimare i quantitativi totali di carbonio allinterno di una ristretta area della prateria, quella attorno allo scoglio di Molarotto. Per questarea il contenuto in carbonio organico stimato per i sedimenti risultato essere compreso tra 104,4 e 122,7 t C ha-1, mentre quello contenuto nelle fronde tra 3,65 e 6,31 t C ha-1. Utilizzando il software QGIS stato infine possibile stimare la quantit totale (fronde + sedimento) di carbonio contenuto allinterno della prateria in generale. Questo risultato essere di 716 tonnellate.
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Laumento della pressione parziale di anidride carbonica in atmosfera e il conseguente aumento dellidrolisi di CO2 nellacqua marina, noto come acidificazione degli oceani", consiste nella diminuzione del pH e nella riduzione dello stato di saturazione delle acque () rispetto al carbonato di calcio (CaCO3). Il Golfo di Napoli caratterizzato da elevati livelli di CO2 dovuti alla presenza di emissioni naturali di gas (vents), perci considerato un laboratorio naturale per prevedere gli effetti futuri sugli organismi marini dovuti allaumento della acidificazione degli oceani. Questo lavoro di tesi valuta, per la prima volta, leffetto dei vents sugli pteropodi Thecosomata (gasteropodi planctonici). Data la loro necessit di ioni carbonato per produrre la conchiglia, questi sono considerati organismi sentinella per i cambiamenti del sistema dei carbonati nellambiente marino. Gli pteropodi sono stati campionati e successivamente analizzati in termini di abbondanza specifica, dimensione e stato di degradazione della conchiglia. I principali risultati hanno mostrato che dalle stazioni di controllo alle zone con presenza di emissioni gassose, vi un gradiente di diminuzione dei livelli di pH e ar, nonostante in nessuna stazione siano presenti livelli di sottosaturazione carbonatica. Gli pteropodi diminuiscono in termini di abbondanza e biodiversit presentando una conchiglia con livelli di dissoluzione elevata nelle stazioni adiacenti alle emissioni gassose, mentre lo stato di preservazione della conchiglia aumenta allaumentare della distanza dalle zone di emissione, suggerendo che la variazione dello stato di saturazione nelle diverse stazioni, influenzi i processi di calcificazione dellorganismo. Gli effetti negativi delle emissione gassose sugli pteropodi potrebbero a lungo termine risultare in uno shift di popolazioni a vantaggio di organismi planctonici non calcificanti.
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Le lagune costituiscono ecosistemi dinamici ed eterogenei, caratterizzati da comunit biologiche pi ristrette rispetto agli ambienti marini confinanti. Si tratta di ambienti delicati e spesso soggetti a disturbo antropico, per cui importante monitorare lo stato ecologico del loro sistema. Un ottimo strumento per questa valutazione rappresentato dalle comunit di invertebrati che popolano i sedimenti. Nel presente studio ci si propone di indagare la struttura dei popolamenti macrobentonici nella laguna di Messolonghi (Grecia occidentale), parte di un sistema lagunare di importanza ecologica in tutto il Mediterraneo, come testimoniato dalla designazione di important bird area (IPA) nellambito del programma sviluppato dallorganizzazione BirdLife International; dalla presenza di siti dichiarati di interesse comunitario (SIC) allinterno della rete di protezione europea Natura 2000, nellambito della Direttiva Habitat (92/43/CEE). In questo studio viene indagata la struttura della comunit di invertebrati nella laguna e il ruolo della vegetazione e delle condizioni ambientali nel condizionare la disposizione dei popolamenti. A tale scopo vengono applicati indici di diversit che vengono messi in relazione alle specie vegetali presenti e alle caratteristiche del sedimento. I risultati mostrano una comunit diversificata, non regolata da un preciso gradiente ambientale, su cui la principale influenza risulta essere la vegetazione nel suo complesso. Nelle stazioni vegetate si trova unelevata ricchezza specifica mentre lequidistribuzione rimane invariata tra habitat vegetato e non. Dalle possibili correlazioni esaminate, risulta che labbondanza di alcuni dei taxa pi importanti nel differenziamento delle strutture di comunit osservato varia in relazione alla granulometria dei sedimenti e al loro contenuto in azoto e carbonio organico.
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Lo scopo della tesi la realizzazione del modello geologico-tecnico della frana in Loc. Calvanelle (Comune di Loiano, Bologna) finalizzato alla progettazione del consolidamento del versante e al ripristino della viabilit stradale. Per realizzare il modello geologico - tecnico ho interpretato i dati stratigrafici ottenuti da una campagna di sondaggi a carotaggio continuo. Questi dati sono stati integrati da indagini geofisiche per ottenere un modello pi accurato, inoltre ho cartografato il corpo di frana con l'ausilio del GPS e derivato il suo profilo usando il Triplometro. E' stata quindi valutata l'evoluzione geomorfologica del corpo di frana ed stata monitorata la variazione della falda tramite l'installazioni di 12 piezometri. Infine ho svolto un'analisi numerica, per interpretare la dinamica del corpo di frana e per definire i parametri geotecnici dei terreni coinvolti.
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In questo lavoro di tesi sono stati utilizzati profili sismici a riflessione a varie scale, acquisiti nel Golfo di Corigliano (Margine Ionico della Calabria) con lo scopo di studiare la deformazione tettonica e lorganizzazione dei depositi superficiali (tardo Pleistocenici) di questarea di transizione tra il fronte di collisione Appenninico e il retroarco della subduzione Calabra. Lo studio della Dorsale dellAmendolara si dimostrato essere un elemento chiave per la comprensione geologica di questo settore crostale, considerato relativamente stabile ma sede di una significativa sismicit. Lanalisi dei profili sismici ha rivelato la presenza di un fronte tettonico attivo (Faglia dellAmendolara) che corre lungo il fianco occidentale dellomonima Dorsale e che, secondo numerose evidenze geologico-strutturali, sembrerebbe caratterizzato attualmente da una cinematica trascorrente sinistra. Lattuale regime si probabilmente sovraimposto ai fronti compressivi Neogenico-Quaternari, legati alla convergenza Appenninica. Queste evidenze fanno ipotizzare che la genesi della depressione confinata tra la costa calabrese e la Dorsale dellAmendolara, coincidente con il Bacino di Sibari-Corigliano, sia stata causata da flessura della litosfera in seguito allavanzamento delle coltri compressive da NNE. I dati a disposizione mostrano che la depressione del Bacino di Sibari-Corigliano, si trova attualmente in una situazione di riempimento passivo da parte dei depositi provenienti dal Fiume Crati e da fenomeni di instabilit gravitativa, probabilmente innescati da terremoti localizzati soprattutto lungo il fianco occidentale della Dorsale dellAmendolara.
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Haematococcus pluvialis una delle specie microalgali di maggior interesse biotecnologico, poich rappresenta la maggior fonte naturale del pigmento astaxantina, carotenoide molto ricercato nell industria mangimistica, nutraceutica, cosmetica e farmacologica. La produzione massiva di questa specie ancora caratterizzata da numerose limitazioni allo scale-up; il principale collo di bottiglia della coltivazione rappresentato dalla crescita lenta e dal relativamente basso numero di cellule finali che vengono raggiunte, traducendosi in una minore quantit di astaxantina prodotta. Lo scopo di questo lavoro stato quello di provare ad incrementare le velocit di crescita della fase iniziale dello stadio vegetativo dellalga, utilizzando sostanze di crescita quali fitoormoni, sostanza organica, vitamine e medium formulati con diversi rapporti N/P, in modo tale da ottenere un maggiore numero di cellule che possono essere indotte a produrre astaxantina. Alcune condizioni hanno mostrato effetti sulla crescita, tuttavia la condizione che ha fornito un maggior incremento come numero di cellule stata quella caratterizzata dallutilizzo di un basso valore del rapporto N/P, rispetto al valore solitamente utilizzato per questa specie. Nonostante siano necessari ancora diversi sforzi per individuare i fattori biotici e abiotici che regolano la crescita di H. pluvialis nellottica di una produzione massiva, il principale collo di bottiglia di questo processo pu essere quindi ridotto con lutilizzo delle sostanze stimolanti la crescita sperimentate in questo lavoro e dalla formulazione di medium di crescita che forniscano un compromesso tra un alto numero di cellule finali e costi di produzione relativamente contenuti.
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I movimenti lenti delle colate in terra sono una caratteristica geomorfologica comune nellAppennino settentrionale e sono uno dei principali agenti di modellazione del paesaggio. Spesso case e piccoli centri abitati sorgono in zone affette da questo tipo di movimento franoso e di conseguenza subiscono danni causati da piccoli spostamenti. In questo lavoro di Tesi vengono presentati i risultati ottenuti dallinterferometria radar ad apertura sintetica (InSAR) mediante elaborazione tramite StaMPS (Stanford Method of Persistent Scatterers), utilizzando la tecnica avanzata Small Baseline Subset (Berardino et al., 2002). Questo metodo informatico applicato alle acquisizioni rilevate dai satelliti Envisat e COSMO-SkyMed in orbita ascendente e discendente, ottenendo una copertura di dati che va dal 2004 al 2015, oltre ad un rilevamento geologico-geomorfologico in dettaglio eseguito nellarea di studio. Questa tecnica di telerilevamento estremamente efficace per il monitoraggio dei fenomeni di deformazione millimetrica che persistono sulla superficie terrestre, basata sull'impiego di serie temporali dimmagini radar satellitari (Ferretti et al., 2000). Lo studio stato realizzato nel paese di Gaggio Montano nellAppennino bolognese. In questa zona sono stati identificati diversi corpi di frana che si muovono con deformazioni costanti durante il tempo di investigazione e grazie ai risultati ottenuti dai satelliti possibile confrontare tale risultato. Gli spostamenti misurati con il metodo InSAR sono dello stesso ordine di grandezza dei movimenti registrati dai sondaggi inclinometrici. Le probabili cause dellinstabilit di versante a Gaggio Montano sono di natura antropica, in quanto alti tassi di deformazione sono presenti nelle zone dove sorgono case di recente costruzione e complessi industriali. Unaltra plausibile spiegazione potrebbe essere data dalla ricarica costante dacqua, proveniente dagli strati dei Flysch verso linterno del complesso caotico sottostante, tale dinamica causa un aumento della pressione dellacqua nelle argille e di conseguenza genera condizioni dinstabilit sul versante. Inoltre, i depositi franosi rilevati nellarea di studio non mostrano nessun tipo di variazione dovuta ad influenze idrologiche. Per questo motivo le serie temporali analizzare tendo ad essere abbastanza lineari e costanti nel tempo, non essendo influenzate da cicli stagionali.
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In questo progetto di tesi sar innanzitutto presentato il Kinect One e sar fatta una panoramica sulluso della realt virtuale in ambito riabilitativo. In seguito sar analizzato lalgoritmo di Body tracking, valutandone il comportamento in diverse situazioni pratiche e poi stimandone la precisione in statica. Sar presentato un filtraggio per limitare il rumore in tempo reale e valutarne i pro ed i contro in funzione delle caratteristiche impostabili. Saranno presentate inoltre le metodologie con cui gli algoritmi integrati del Kinect permettono di ricavare una stima dellorientamento delle parti anatomiche nello spazio ed alcune considerazioni circa le implicazioni pratiche di tali metodologie, anche in base alle osservazioni sul campo ottenute durante i mesi di realizzazione di questo progetto. Lo scopo determinare se e come sia possibile utilizzare il Microsoft Kinect One come unico sistema di motion tracking del paziente in applicazioni cliniche di riabilitazione, quali limiti ci sono nel suo utilizzo e quali categorie di scenari e prove potrebbe supportare.
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Questo studio mirato ad analizzare ed ottimizzare il consumo dei reagenti solidi impiegati da uno stabilimento di termovalorizzazione di rifiuti solidi urbani e speciali (Silea S.p.A, presso Valmadrera (LC)), per abbattere le correnti acide trattate nelle due linee fumi multistadio. Dopo aver scelto quale delle due linee prendere come riferimento, per poi riportare i risultati ottenuti anche sullaltra con opportune correzioni, il lavoro stato condotto in diverse fasi, e affiancato da un costante confronto diretto con gli ingegneri e i tecnici dello stabilimento. Una volta preso atto delle normali condizioni di funzionamento dellimpianto, si proceduto allesecuzione di test, mirati a quantificare lefficienza di rimozione dellacido cloridrico, da parte del bicarbonato di sodio e dellinnovativo sorbente dolomitico, brevettato sotto il nome: Depurcal MG. I test sono stati suddivisi in giornate differenti in base al tipo di reattivo da analizzare (e quindi lo stadio) e programmati in modo che permettessero di correlare la conversione dellHCl alla portata di reagente solido introdotto. Una volta raccolti i dati, essi sono stati elaborati e filtrati in base a criteri oggettivi, per poi essere analizzati con senso critico, fornendo un quadro completo sulla reale potenzialit dellimpianto. Attraverso lutilizzo di un opportuno modello stato possibile caratterizzarlo e individuare la migliore condizione economico-operativa per ognuno dei possibili scenari individuati.
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I depositi di liquidi infiammabili sono stabilimenti industriali in cui avvengono spesso incendi di grandi dimensioni a causa degli ingenti quantitativi di sostanze infiammabili detenute. Gli incendi tipici dei liquidi infiammabili sono gli incendi di pozza in caso di rilascio del liquido al suolo e gli incendi di serbatoio in caso di ignizione del liquido allinterno del serbatoio stesso. Tali incendi hanno la potenzialit di danneggiare le apparecchiature limitrofe, determinandone il cedimento e dunque lincremento delle dimensioni dellincendio e dellarea di danno; tale fenomeno detto effetto domino. Per la modellazione degli incendi sono disponibili diversi strumenti, divisibili essenzialmente in due categorie: modelli semplici, ovvero basati su correlazioni semi-empiriche e modelli avanzati, costituiti dai codici CFD. Lobiettivo principale del presente lavoro di tesi il confronto tra le diverse tipologie di strumenti disponibili per la modellazione degli incendi di liquidi infiammabili. In particolare sono stati confrontati tra loro il codice FDS (Fire Dynamics Simulator), il metodo del TNO ed il modello per gli incendi di pozza incorporato nel software ALOHA. Il codice FDS un modello avanzato, mentre il metodo del TNO ed il modello implementato nel software ALOHA sono modelli semplici appartenenti alla famiglia dei Solid Flame Models. La prima parte del presente lavoro di tesi dedicata allanalisi delle caratteristiche e delle problematiche di sicurezza dei depositi di liquidi infiammabili, con specifico riferimento allanalisi storica. Nella seconda parte invece i tre metodi sopra citati sono applicati ad un parco serbatoi di liquidi infiammabili ed effettuato il confronto dei risultati, anche ai fini di una valutazione preliminare delleffetto domino. La tesi articolata in 6 capitoli. Dopo il Capitolo 1, avente carattere introduttivo, nel Capitolo 2 vengono richiamati i principali concetti riguardanti gli incendi e vengono analizzate le caratteristiche e le problematiche di sicurezza dei depositi di liquidi infiammabili. Il Capitolo 3 dedicato alla discussione delle caratteristiche degli incendi di pozza, alla presentazione delle tipologie di strumenti a disposizione per la loro modellazione ed alla descrizione di dettaglio dei modelli utilizzati nel presente lavoro di tesi. Il Capitolo 4 contiene la presentazione del caso di studio. Nel Capitolo 5, che costituisce il cuore del lavoro, i modelli descritti sono applicati al caso di studio, con unapprofondita discussione dei risultati e una valutazione preliminare delleffetto domino. Nel Capitolo 6 infine sono riportate alcune considerazioni conclusive.
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Il presente lavoro si prefigge come scopo la validazione e successiva taratura dei modelli di cavitazione di Merkle e Kunz, basati sulla modellazione del trasferimento di massa, implementati nel software OpenFOAM. Lo studio riguarda la fluidodinamica computazionale. L'operazione di taratura e condotta dall'utente variando i parametri liberi dei vari modelli, con lo scopo di avvicinare il risultato computazionale a quello sperimentale.
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Nella prima parte di questa tesi viene introdotto il concetto di Internet of Things. Vengono discussi gli elementi costituitivi fondamentali di tale tecnologia, le differenti architetture proposte nel corso degli anni e le sfide che devono ancora essere affrontate per vedere realizzato lIoT. Questa prima parte si conclude inoltre con due esempi di applicazione dellIoT. Questi due esempi, Smart City e Smart Healthcare, hanno lobbiettivo di evidenziare quali sono i vantaggi ed i servizi che possono essere offerti allutente finale una volta applicato lIoT. Nel secondo capitolo invece, vengono presentate le funzionalit della piattaforma IoT ThingWorx, la quale mette a disposizione un ambiente di sviluppo per applicazioni IoT con lobbiettivo di ridurre i tempi e quindi anche i costi di sviluppo delle stesse. Questa piattaforma cerca di ridurre al minimo la necessit di scrivere codice, utilizzando un sistema di sviluppo di tipo Drag and Drop. ThingWorx mette anche a disposizione degli SDK per facilitare la programmazione dei device, gestendo soprattutto la parte di comunicazione nodo piattaforma. Questo argomento viene trattato ampiamente nella parte finale di questo capitolo dopo aver visto quali sono i concetti fondamentali di modellazione e rappresentazione dei dati sui quali si basa la piattaforma. Nel terzo e ultimo capitolo di questa tesi viene presentato innanzitutto il tutorial Android di ThingWorx. Svolgere e successivamente estendere il tutorial ha evidenziato alcune limitazioni del modello iniziale e questo ci ha portato a progettare e sviluppare il componente Aggregated & Complex Event Manager per la gestione di eventi complessi e che permette di sgravare parzialmente la piattaforma da tale compito. La tesi si conclude evidenziando, tramite dei test, alcune differenze fra la situazione iniziale nella quale il componente non viene utilizzato e la situazione finale, nella quale invece viene usato.