485 resultados para ingressione marina scenari di inondazione erosione costiera modellazione matematica


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Lutilizzo del Multibeam Echo sounder (MBES) in ambienti di transizione poco profondi, con condizioni ambientali complesse come la laguna di Venezia, ancora in fase di studio e i dati biologici e sedimentologici inerenti ai canali della laguna di Venezia sono attualmente scarsi e datati in letteratura. Questo studio ha lo scopo di mappare gli habitat e gli oggetti antropici di un canale della laguna di Venezia in un intervallo di profondit tra 0.3 e 20 m (Canale San Felice) analizzando i dati batimetrici e di riflettivit (backscatter) acquisiti da ISMAR-Venezia nellambito del progetto RITMARE. A tale scopo il fondale del canale San Felice (Venezia) stato caratterizzato dal punto di vista geomorfologico, sedimentologico e biologico; descrivendo anche leventuale presenza di oggetti antropici. Lecoscandaglio utilizzato il Kongsberg EM2040 Dual-Compact Multibeam in grado di emettere 800 beam (400 per trasduttore) ad una frequenza massima di 400kHZ e ci ha consentito di ricavare ottimi risultati, nonostante le particolari caratteristiche degli ambienti lagunari. I dati acquisiti sono stati processati tramite il software CARIS Hydrographic information processing system (Hips) & Sips, attraverso cui possibile applicare le correzioni di marea e velocit del suono e migliorare la qualit dei dati grezzi ricavati da MBES. I dati sono stati quindi convertiti in ESRI Grid, formato compatibile con il software ArcGIS 10.2.1 (2013) che abbiamo impiegato per le interpretazioni e per la produzione delle mappe. Tecniche di ground-truthing, basate su riprese video e prelievi di sedimento (benna Van Veen 7l), sono state utilizzate per validare il backscatter, dimostrandosi molto efficaci e soddisfacenti per poter descrivere i fondali dal punto di vista biologico e del substrato e quindi degli habitat del canale lagunare. Tutte le informazioni raccolte durante questo studio sono state organizzate allinterno di un geodatabase, realizzato per i dati relativi alla laguna di Venezia.

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Il problema dell'acidificazione degli oceani, conseguente ai cambiamenti climatici, un processo ancora poco conosciuto. Per comprendere questo fenomeno, possono essere utilizzati degli ambienti naturalmente acidificati, considerati laboratori a cielo aperto. Lo scopo di questo lavoro di tesi stato quello di utilizzare le fumarole presenti nell'isola di Ischia, per approfondire le dinamiche dei processi di acidificazione e per analizzare l'eventuale interazione tra pH e condizioni meteorologiche. I dati utilizzati, forniti dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, erano serie di pH e di vento rilevate in continuo, in due aree, nord e sud rispetto all'isolotto del Castello Aragonese, e in tre stazioni lungo un gradiente di acidificazione. Tutto il lavoro stato svolto a step, dove il risultato di un'analisi suggeriva il tipo e il metodo analitico da utilizzare nelle analisi successive. Inizialmente i dati delle due serie sono stati analizzati singolarmente per ottenere i parametri pi salienti delle due serie. In seguito i dati sono stati correlati fra loro per stimare l'influenza del vento sul pH. Globalmente stato possibile evidenziare come il fenomeno dell'acidificazione sia correlato con il vento, ma la risposta sembra essere sito-specifica, essendo risultato dipendente da altri fattori interagenti a scala locale, come la geomorfologia del territorio, le correnti marine e la batimetria del fondale. per emersa anche la difficolt nel trovare chiare correlazioni fra le due serie indagate, perch molto complesse, a causa sia della numerosa quantit di zeri nella serie del vento, sia da una forte variabilit naturale del pH, nelle varie stazioni esaminate. In generale, con questo lavoro si dimostrato come utilizzare tecniche di analisi delle serie storiche, e come poter utilizzare metodi di regressione, autocorrelazione, cross-correlation e smoothing che possono integrare i modelli che prendono in considerazione variabili esogene rispetto alla variabile di interesse.

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Il Dimetilsolfoniopropionato (DMSP) un metabolita secondario prodotto da vari organismi marini, tra cui molte microalghe. Ad oggi pochi studi riguardano gli effetti dei fattori ambientali sulla produzione di DMSP nelle microalghe tossiche, tuttavia si ipotizza che la carenza di azoto (N-dep) possa influire sulla produzione di tossine e DMSP. In questo lavoro stata indagata nella dinoflagellata Ostreopsis cf. ovata: la presenza e landamento del DMSP lungo tutte le fasi di crescita; i possibili effetti di differenti condizioni di crescita (i.e. bilanciata e N-dep) sulla produzione del metabolita e delle tossine. La scelta della dinoflagellata giustificata dalle sue frequenti fioriture dannose nel Mediterraneo e dallosservazione, in studi pregressi, di una comunit batterica associata ai suoi blooms in grado di utilizzare il DMSP come fonte energetica. Lo studio mostra per la prima volta da parte di O. cf ovata la produzione del DMSP, riportando un trend temporale simile nelle due condizioni. Si evidenzia: un minimo a fine fase esponenziale; un massimo nella prima fase stazionaria; una riduzione al termine della fase stazionaria. Il confronto fra le due condizioni evidenzia un effetto positivo di N-dep nella produzione di DMSP, evidenziato anche dal maggior tasso di produzione, che potrebbe avvenire per: utilizzare il DMSP rispetto ad altri osmoliti azotati; rilasciare nellambiente composti carboniosi e sulfurei, prodotti a seguito dello stress cellulare. I risultati indicherebbero come N-dep possa interferire nella sintesi di tossine e DMSP in maniera opposta, non per competizione diretta del nutriente nei processi di sintesi, ma a seguito dei cambiamenti fisiologici della microalga dovuti alla carenza nutrizionale. Infine la produzione di DMSP da parte della microalga conferma linstaurarsi di una fase dinterazione mutualistica con i batteri ad essa associati facilitata dal DMSP, importante per lo sviluppo della popolazione algale e dei conseguenti rischi sanitari ed ecosistemici.

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Per effetto domino si intende uno scenario incidentale in cui un evento primario si propaga ad apparecchiature contigue tramite un vettore di impatto, con innesco di eventi incidentali secondari ed amplificazione delle conseguenze finali dellincidente. Nei casi di maggior gravit gli effetti di scenari incidentali di questo tipo possono danneggiare contemporaneamente pi impianti appartenenti allo stesso stabilimento oppure addirittura coinvolgere pi stabilimenti. Gli incidenti dovuti ad effetto domino sono tra i pi severi e complessi che possono avere luogo nellindustria di processo; la complessit che contraddistingue leffetto domino influenza anche la definizione stessa del fenomeno e ne rende difficoltosa lindividuazione delle caratteristiche principali. comunque condivisa lidea che, perch uno scenario incidentale evolva con effetto domino, sia necessario lelemento propagazione, ovvero lo sviluppo di uno o pi scenari secondari causati dallincidente iniziale con un aggravio dellarea di danno rispetto a quella connessa allo scenario incidentale iniziale. Leffetto domino un argomento di grande interesse nellambito della valutazione del rischio di incidente rilevante, sia a causa dellelevato rischio connesso alla sequenza di eventi incidentali che esso comporta, sia dellindeterminazione ancora presente nelle metodologie di analisi e di valutazione del fenomeno stesso. La Direttiva Europea 2012/18/UE (la cosiddetta Direttiva Seveso III) ed il suo recente recepimento italiano, il D.Lgs. 105/2015, stabiliscono la necessit di valutare leffetto domino tra stabilimenti, in particolare in aree industriali ad elevata concentrazione di attivit a rischio di incidente rilevante. Tuttavia anche la valutazione delleffetto domino allinterno dei singoli stabilimenti importante, potendo essa rappresentare, da un certo punto di vista, il completamento dellanalisi di sicurezza dello stabilimento. In un contesto come quello dellanalisi del rischio di incidente rilevante, in corrispondenza dellaggiornamento quinquennale del Rapporto di Sicurezza di stabilimento richiesto dalle norme di legge, nel presente lavoro di tesi stata effettuata la valutazione delleffetto domino intra-stabilimento per un sito a rischio di incidente, applicando la metodologia proposta nellAllegato E del D.Lgs. 105/2015.

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In collaborazione con la sezione di Bologna dellIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si dato il via ad un progetto mirato alla costruzione di nuove stazioni monitoranti. Stazioni che dovranno avere un basso impatto in termini di costi e consumi energetici, dando contemporaneamente la possibilit di essere pilotate a distanza. Questultimo un parametro fondamentale perch permetterebbe di interagire con la stazione anche durante il verificarsi di calamit naturali. Per giungere ad una soluzione si quindi proceduto analizzando i possibili scenari e le soluzioni attualmente impiegate. Valutandone gli aspetti negativi e positivi. Successivamente, terminata la fase di documentazione, si passati a vagliare le soluzioni tecnologiche attualmente disponibili sul mercato e ad assemblare un prototipo sperimentale. Non appena in possesso di una macchina sulla quale poter effettuare tutte le prove necessarie si passati alla fase successiva. Limplementazione di test che potessero rappresentare al meglio una situazione reale. Da qui si giunti ad una conclusione, tenendo in considerazione diversi fattori: le condizioni imposte dallambiente durante le operazioni di test ed i risultati ottenuti.

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La Bioacustica marina studia gli aspetti acustici riguardanti gli animali marini tra cui le capacit uditive, la produzione del suono e la comunicazione attraverso i suoni. Ad oggi, un crescente livello di suoni introdotti negli oceani dalle attivit umane sta causando una serie di effetti sullecosistema marino ed in particolare su specie che svolgono molteplici funzioni attraverso limpiego attivo e passivo dei suoni, primi fra tutti i mammiferi marini. Il monitoraggio acustico passivo uno dei metodi principali e popolari usati per aiutare gli scienziati a indagare e capire i modelli comportamentali degli animali marini. L'area di studio dinteresse si trova nel Canale di Sicilia, nel tratto di mare antistante Capo Granitola (Sicilia sud-occidentale), dove troviamo tra le specie pi abbondanti di mammiferi marini: il tursiope, la stenella e il delfino comune. Questo tratto di mare monitorato acusticamente dal 2012 dal laboratorio di bioacustica dellIAMC-CNR attraverso un sistema di registrazione subacqueo autonomo. Il lavoro di tesi ha avuto lobiettivo di analizzare 9 mesi di registrazioni al fine di studiare la presenza di delfinidi. Gli obiettivi specifici di questa tesi sono stati: La verifica di interazioni tra delfini e attivit antropiche attraverso lanalisi della presenza contemporanea di rumori prodotti da imbarcazioni e disegnali sonori prodotti da delfinidi; Studiare gli andamenti circadiani e stagionali dei vocalizzi dei delfinidi e eventuali variazioni nei principali parametri acustici che caratterizzano i segnali di ecolocalizzazione. Grazie allanalisi dei dati acustici si sono ottenute informazioni sugli andamenti temporali della presenza/vocalizzazioni di delfinidi e sulla possibile interazione con le barche da pesca.

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I rifiuti rappresentano unopportunit di crescita sostenibile in termini di riduzione del consumo di risorse naturali e di sviluppo di tecnologie per il riciclo di materia ed il recupero energetico. Questo progetto di ricerca si occupa di valutare, attraverso lapproccio dello studio del ciclo di vita, la valorizzazione energetica di una particolare categoria di rifiuti: i fanghi derivanti dalla depurazione delle acque. Si studiata la valorizzazione dei fanghi attraverso lapplicazione del Thermo Catalytic Re-forming (TCR), tecnologia che consente di trasformare i fanghi in un carburante per la produzione di energia elettrica (bioliquido). Le valutazioni sono effettuate per una linea di processo generale e due configurazioni progettuali declinate in due scenari. Il caso di studio stato riferito al depuratore di S. Giustina (Rimini). Per la linea di processo, per ognuna delle configurazioni e i relativi scenari, stato compilato il bilancio energetico e di massa e, conseguentemente, valutata lefficienza energetica del processo. Le regole della Renewable Energy Directive (RED), applicate attraverso lo strumento BioGrace I, permettono di definire il risparmio di gas serra imputabile al bioliquido prodotto. I risultati mostrano che adottare la tecnologia TRC risulta essere energeticamente conveniente. Infatti, possibile ricavare dal 77 al 111% del fabbisogno energetico di una linea di processo generale (linea fanghi convenzionale e recupero energetico TCR). Questo permette, quindi, di ricavare energia utile al processo di depurazione. La massima performance si realizza quando la tecnologia si trova a valle di una linea di trattamento fanghi priva di digestione anaerobica e se il biochar prodotto viene utilizzato come combustibile solido sostitutivo del carbone. La riduzione delle emissioni imputabile al bioliquido prodotto va dal 53 al 75%, valori che soddisfano il limite definito dalla RED del 50% di riduzione delle emissioni (2017) per ogni configurazione progettuale valutata.

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La diatomea presa in esame in questo studio Phaeodactylum tricornutum, diatomea marina con simmetria pennata. Linteresse commerciale verso Phaeodactylum tricornutum nasce dal suo alto contenuto di acidi grassi polinsaturi (PUFA), tra cui troviamo alcuni omega 3, come lacido eicosapentaenoico (EPA) e lacido docosaesaenoico (DHA) e dalla quantit del polisaccaride di riserva prodotto, il -1,3 glucano crisolaminarina. Estata studiata la capacit dei -1,3 glucani, in particolare della laminarina, di inibire lattacco cellulare da parte di alcuni batteri dannosi per la salute umana. Anche i pigmenti accessori di questa diatomea in particolare il -carotene (appartenente ai caroteni) e la fucoxantina (appartenente alle xantofille) possono essere impiegati nella nutraceutica. Negli studi svolti precedentemente sulleffetto di fattori ambientali sulla composizione di questa specie, stata presa in considerazione solo la produzione di lipidi e non mai stato seguito contemporaneamente landamento di lipidi e polisaccaridi: questo progetto di tesi prevede la valutazione della possibilit di ottenere colture di P. tricornutum ad alto contenuto sia polisaccaridico sia lipidico per applicazioni industriali. Tutto il lavoro di tesi si svolto presso lazienda Micoperi Blue Growth (MBG), nello stabilimento di Ortona (CH) in due fasi: nella prima fase lesperimento stato condotto in batch su piccola scala e la crescita e la composizione di P. tricornutum sono state seguite in due diversi terreni di coltura: uno ricco in azoto, denominato N, per mezzo del quale si voluta incrementare la crescita e la biomassa ed uno a ridotto contenuto di azoto, denominato N/3, per indurre la produzione di lipidi e polisaccaridi. Ne stata seguita la crescita per mezzo di misure di assorbanza, peso secco, pH, conta cellulare, determinazione dei macronutrienti ed stata analizzata la composizione biochimica con determinazione dei composti polisaccaridici totali, determinazione qualitativa dei polisaccaridi, determinazione della clorofilla a, valutazione quantitativa e qualitativa dei lipidi. E' stato notato che la condizione con un contenuto polisaccaridico e lipidico maggiore quella con un ridotto contenuto di azoto. Con la seconda fase si voluto verificare la riproducibilit su larga scala di quanto notato nel primo esperimento in sistemi chiusi industriali. Estata avviata una monocoltura di Phaeodactylum tricornutum in fotobioreattore (PBR) da 70L in semicontinuo e ne stata monitorata la crescita misurando assorbanza, peso secco, pH, quantit di macronutrienti nel terreno; la composizione biochimica stata valutata determinando i polisaccaridi totali e la loro composizione qualitativa, le proteine totali, i lipidi totali e la composizione qualitativa. In conclusione con questo lavoro si visto il terreno migliore per la produzione di polisaccaridi e lipidi e le tempistiche di produzione in Phaeodactylum tricornutum, e in aggiunta, abbiamo dimostrato che sia contenuti che tempistiche sono riproducubili in un sistema industriale chiuso per produrre biomassa ad alto valore commerciale.

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Nel presente lavoro sono state analizzate le distribuzioni quantitative dei Foraminiferi planctonici e bentonici presenti in una carota e in un box core prelevati nel Mare di Ross in Antartide durante la campagna KOPRI ANTA03 nel Febbraio 2013 nellambito del progetto di ricerca congiunto Corea- Italia finanziato dal Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA). Scopo del lavoro stato quello di comprendere levoluzione ambientale dellarea in base alla distribuzione quantitativa e qualitativa delle associazioni a Foraminiferi nel tardo Quaternario. In base alla distribuzione quantitativa dei Foraminiferi identificati, la sequenza sedimentaria della carota C2 stata suddivisa in tre intervalli corrispondenti a tre principali fasi paleoceanografiche/paleoclimatiche. La prima fase, pi antica di 18 ka, caratterizzata dallassenza o rarit di forme documenta un ambiente con presenza di copertura glaciale. La seconda, depositatasi tra 18 ka e ~8 ka caratterizzata da una maggiore variabilit intraspecifica e riflette un miglioramento delle condizioni climatiche. La terza, corrisponde ad un periodo compreso tra ~8 ka e ~2 ka. La presenza di forme agglutinanti e lassenza di Foraminiferi a guscio calcareo suggeriscono la presenza di condizioni di dissoluzione carbonatica sul fondale in un ambiente marino libero da copertura glaciale. La documentazione di numerosi individui allo stadio giovanile di Neogloboquadrina pachyderma durante lintervallo B ha reso possibile avanzare ipotesi riguardo la strategia di sopravvivenza di questa specie in ambiente estremo quale il ghiaccio antartico. La somiglianza morfologica tra individui giovanili di Neogloboquadrina pachyderma riscontrata durante il nostro studio nei sedimenti a livello fossile nella carota con individui giovanili della stessa specie provenienti da campioni di ghiaccio marino antartico documentati in bibliografia, ha permesso di supportare la tesi dello sviluppo di tali forme nei pori del microghiaccio.

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Questo lavoro si concentra sullo studio fluidodinamico del flusso multifase cavitante di un iniettore per applicazioni a motori ad iniezione diretta (GDI). Lanalisi stata svolta tramite luso del software CFD (Computational Fluid Dynamics) Star-CCM+^ sviluppato da CD-ADAPCO. Lobiettivo di questo studio investigare i motivi che portano ad un diverso comportamento tra i rilievi della prova sperimentale di caratterizzazione delliniettore e quanto atteso dai valori nominali dettati dalla specifica delliniettore, con particolare riferimento alla distribuzione di portata fra i diversi ugelli. Il presente lavoro fa parte di una coppia di elaborati collegati tra loro e, pertanto, ha inoltre lo scopo di fornire dati utili allo sviluppo dellaltro tema di analisi mirato alla individuazione di parametri di qualit della miscela aria-combustibile non reagente utili alla previsione della formazione del particolato prodotto dalla combustione di un motore GDI. Lelaborato, costituito di 5 capitoli, strutturato secondo lo schema sottostante. Nel capitolo 1 vengono presentate le motivazioni che lo hanno avviato e viene esposto lo stato dellarte della tecnologia GDI. Il capitolo 2 a sfondo teorico: in esso vengono riportati i fondamenti del processo di cavitazione nella prima parte e i modelli numerici utilizzati nellanalisi nella seconda. Il capitolo 3 descrive la modellazione e successiva validazione dei modelli tramite confronto con il test case Comprensive hydraulic and flow field documentation in model throttle experiments under cavitation conditions (E. Winklhofer, 2001). Nella scelta dei modelli e dei parametri relativi, lanalisi si basata su precedenti lavori trovati in letteratura. Successivamente stato svolto uno studio di sensibilit per valutare la stabilit della soluzione a piccole variazioni nei valori dei parametri. La scelta dei parametri modellistici nel caso di interesse, liniettore multihole, si basata inizialmente sui valori ottimali ottenuti nel test case ed largomento del capitolo 4. Allinterno del capitolo si parla inoltre dellanalisi di sensibilit successiva, svolta con lo scopo di comprendere i motivi che portano allo sbilanciamento tra fori corrispondenti e al maggiore sviluppo del getto centrale rispetto agli altri. Nel capitolo 5 dopo un breve riepilogo dei punti fondamentali trattati nello svolgimento dellelaborato, si tirano le conclusioni sullanalisi e si espongono gli sviluppi futuri.

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El objetivo del presente trabajo es desarrollar una actividad de soporte a la traduccin a travs de un anlisis lingstico en clave contrastiva de los documentos comunitarios y nacionales de Italia y Espaa en materia de biodiversidad por una parte, y la creacin de un recurso de traduccin que consta de una memoria de traduccin y un banco de datos terminlogico para traductores y usuarios no expertos por otra parte. La idea para el desarrollo de esta tesis tiene origen en una experiencia de formacin llevada a cabo en el mes de octubre de 2015 en la sede de la DGT de Luxemburgo en la que se contribuy a la actividad terminolgica del grupo de terminlogos IATE sobre todo por lo que se refiere a la Poltica Agrcola Comn. El trabajo consta de cinco captulos. El Captulo I est dedicado a la normativa comunitaria y nacional en materia de biodiversidad, a la situacin actual en los dos pases considerados y a la presentacin de los documentos analizados. El Captulo II se centra en el rgimen lingstico de la Unin europea, en la experiencia de formacin en la DGT de Luxemburgo y en la presentacin de las herramientas utilizadas para la construccin del banco de datos terminolgico y la memoria de traduccin. En el Captulo III se analizan las lenguas de especialidad, en particular la jurdica y la cientfica, y se presentan los fenmenos lingsticos que las caracterizan con la finalidad de averiguar, mediante el anlisis llevado a cabo en el siguiente Captulo IV, en qu medida las Estrategias consideradas resultan innovadoras y qu intenciones pragmticas tienen. El Captulo V ilustra el trabajo de creacin de los corpus de consulta con los que se ha realizado la memoria de traduccin, y las fases que han llevado a la catalogacin terminolgica y a la elaboracin del banco de datos terminolgico sobre la biodiversidad. El trabajo incluye las fichas terminolgicas creadas tras la sistematizacin conceptual.

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La presente ricerca si focalizza su alcuni processi chiave dello sviluppo larvale del mitili M. galloprovincialis: la biomineralizzazione, in quanto elemento fondamentale per la formazione della conchiglia; lo sviluppo ed il mantenimento della struttura cellulare, in quanto il progredire dello sviluppo comporta molteplici cambiamenti a tutti i livelli; la detossificazione, in quanto capace di fornire ladeguata protezione. Lo studio ha visto limpiego di tecniche molecolari (RT-qPCR) al fine di valutare lespressione di geni codificanti per lenzima anidrasi carbonica, la proteina extrapalliale, il recettore 5-HT1, la proteina actina, i trasportatori di membrana P-gp e Mrp, e gli enzimi catalasi e glutatione S-transferasi. stata poi esaminata lattivit dellenzima protein-chinasi A e si caratterizzato il sistema MXR. Inoltre si cercato di valutare il coinvolgimento di meccanismi cAMP/PKA-dipendenti nella regolazione dellespressione di geni sopra menzionati. A tale scopo, sono stati utilizzati i composti farmaceutici propranololo e carbamazepina, che, da studi precedenti, sono noti interferire nella regolazione della via di trasduzione cAMP/PKA dipendente nel mitilo. I risultati di questa ricerca permettono di affermare che lo sviluppo larvale un processo continuo in cui vi sono costanti cambiamenti fisiologici. Lespressione basale dei trascritti studiati ha mostrato evidenti variazioni nel tempo tra uova fertilizzate, trocofore e veliger, con un trend generale di sovraregolazione. E emerso anche che durante il suo sviluppo, il mitilo mediterraneo non presenta lo stesso tipo di regolazione della trascrizione riscontrabile nellesemplare adulto. La modulazione dellespressione da parte dei farmaci utilizzati ha comportato sovra- o sotto-espressione dei geni esaminati, indicando il possibile coinvolgimento di vie di regolazione della trascrizione affidate alla trasduzione del segnale neuroendocrino e del pathway cAMP/PKA dipendente

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Il percorso del riconoscimento legislativo del diritto allequo processo affonda le sue radici nel 1215, anno di promulgazione della Magna Charta Libertatum, e culmina, in ambito europeo, nel 1950, con la firma della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dellUomo e delle Libert fondamentali (CEDU). In questo documento viene sancito che un prerequisito essenziale per garantire a tutti gli individui il diritto al fair trial il servizio di assistenza linguistica gratuita, le cui specificit vengono descritte nella direttiva 2010/64/EU.Nel Regno Unito, gi nei primi anni 90 furono introdotte le prime misure per garantire la qualit e la competenza degli interpreti e dei traduttori in ambito giuridico-giudiziario: nel 1994 fu istituito il National Register for Public Service Interpreters (NRPSI), il registro nazionale a cui erano iscritti tutti gli interpreti per i servizi pubblici che erano in possesso di determinate qualifiche. Per assicurare che solo gli interpreti del NRPSI fossero impiegati in ambito penale, nel 1997 fu introdotto il National Agreement, un accordo non vincolante che regolava luso dei servizi linguisti nel Criminal Justice System. La prima versione fu modificata nel 2002 e nel 2007. In seguito ad alcune revisioni per conto del Ministero della Giustizia, nel 2010 fu avviato il processo di esternalizzazione dei servizi linguistici, che si concluse nel 2011 con la stipula del National Framework Agreement tra il Ministero della Giustizia e lazienda Applied Language Solutions (ALS), che poco prima dellavvio fu acquisita da unazienda pi grande, CAPITA TI. La scarsa esperienza del Ministero in questo settore, unita alle promesse poco realistiche e alla mancanza di trasparenza di ALS furono le cause principali dei numerosi problemi allavvio del nuovo contratto che si ripercossero notevolmente sul funzionamento del sistema di giustizia. Dopo lavvio di un piano di emergenza e un monitoraggio del Ministero, la situazione ha iniziato a ristabilirsi, senza raggiungere per i livelli pre-riforma. A Novembre 2015 stata indetta la nuova gara di appalto: le minacce di nuovi tagli ai tariffari degli interpreti da una parte, e la partecipazione del NRPSI alla gara dappalto come candidato al ruolo di ente supervisore della qualit dei servizi linguistici dallaltra, ci pongono di fronte a due scenari futuri molto diversi. Lelaborato strutturato in quattro capitoli: il primo tratter del percorso storico che ha portato al riconoscimento del diritto al processo equo, e degli strumenti comunitari a garanzia dellassistenza linguistica gratuita. Nel secondo capitolo parleremo della situazione inglese, quindi la nascita del NRPSI e del National Agreement e le varie revisioni. Nel terzo prenderemo in esame la riforma del 2011 del Ministero della Giustizia britannico, analizzando diversi documenti: il rapporto della Commissione giustizia della Camera dei comuni 2013, quello del National Audit Office 2012, il sondaggio Involvis 2013, il rapporto indipendente OPTIMITY-MATRIX 2014.

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ABITARE NUOVI SPAZI tratta della riqualificazione funzionale ed energetica di un edificio residenziale situato allinterno dellarea costruita secondo il Piano per lEdilizia Economica e Popolare di Bologna durante gli anni 70 e 80. Il caso studio si trova nella zona Corticella del quartiere Navile, a nord del centro storico di Bologna. Le principali criticit riscontrate a livello urbano riguardano la frammentazione degli spazi pubblici e la scarsa qualit dei percorsi ciclo-pedonali. Nelle proposte dintervento stata quindi prestata particolare attenzione alla qualit degli spazi e ai percorsi esterni, vere e proprie matrici per la riqualificazione del tessuto esistente. possibile ricondurre tali obiettivi a tre punti fondamentali: liberare, ordinare, e connettere lo spazio. Passando alla scala architettonica, le principali criticit riguardano il taglio degli alloggi, lilluminazione e le prestazioni energetiche dellinvolucro edilizio. Tenendo conto delle preesistenze, lapproccio al progetto stato quello di conservare ed adeguare, nonch di conferire alledificio una forte identit attraverso un progetto architettonico che preveda la definizione di nuovi spazi sia allinterno che allesterno dellinvolucro edilizio esistente. Questi si manifestano sia con laggiunta di importanti volumetrie che si relazionano con ledificio come dei veri e propri parassiti, sia con demolizioni di alcune parti che permettono allambiente esterno di entrare allinterno della struttura.

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"Abitare nuovi spazi" tratta della riqualificazione funzionale ed energetica di un edificio residenziale situato allinterno dellarea costruita secondo il Piano per lEdilizia Economica e Popolare di Bologna durante gli anni 70 e 80. Il caso studio si trova nella zona Corticella del quartiere Navile, a nord del centro storico di Bologna. Le principali criticit riscontrate a livello urbano riguardano la frammentazione degli spazi pubblici e la scarsa qualit dei percorsi ciclo-pedonali. Nelle proposte dintervento stata quindi prestata particolare attenzione alla qualit degli spazi e ai percorsi esterni, vere e proprie matrici per la riqualificazione del tessuto esistente. possibile ricondurre tali obiettivi a tre punti fondamentali: liberare, ordinare, e connettere lo spazio. Passando alla scala architettonica, le principali criticit riguardano il taglio degli alloggi, lilluminazione e le prestazioni energetiche dellinvolucro edilizio. Tenendo conto delle preesistenze, lapproccio al progetto stato quello di conservare ed adeguare, nonch di conferire alledificio una forte identit attraverso un progetto architettonico che preveda la definizione di nuovi spazi sia allinterno che allesterno dellinvolucro edilizio esistente. Questi si manifestano sia con laggiunta di importanti volumetrie che si relazionano con ledificio come dei veri e propri parassiti, sia con demolizioni di alcune parti che permettono allambiente esterno di entrare allinterno della struttura.