442 resultados para Misura, rumore, Mosfet, amplificatore
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Una delle principali caratteristiche dei trasduttori per energy harvesting piezoelettrici è il fatto che la loro impedenza d'uscita è principalmente capacitiva. Questo consente di elaborare schemi di conversione dell'energia basati su circuiti risonanti attivati in modo sincrono con le vibrazioni, che risultano in grado di aumentare notevolmente la potenza di uscita rispetto alle comuni interfacce passive. Questa tesi si è posta come obiettivo la progettazione e implementazione di un circuito per energy harvesting da vibrazioni basato sulla tecnica Synchronized Switch Harvesting on Inductor (SSHI) che garantisse un'elevata efficienza di conversione. Dovendo gestire potenze in ingresso tipicamente di debole entità, l'architettura proposta è stata ottimizzata per minimizzare la dissipazione di potenza interna al convertitore. Il circuito proposto è stato infine validato sperimentalmente tramite allestimento di un setup di misura dedicato.
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Lo scopo di questa tesi consiste nell’analisi della rete di ponti a microonde, o CML commercial microwave link, gestita da Lepida Spa; la rete è costituita da un gruppo di connessioni telefoniche, collocate sul territorio dell’Emilia Romagna, ed utilizzata all’interno di questo lavoro come strumento di misura della precipitazione. In particolare è stata elaborata una descrizione delle caratteristiche di misura, trasmissione di segnale e geometria delle antenne coinvolte ed eseguita un’analisi statistica di verifica della misura, sviluppata a partire dal confronto tra le osservazioni estrapolate dalla rete, ottenute per mezzo dell’applicazione dell’algoritmo RAINLINK, e le misure effettuate da radar e pluviometri presenti sullo stesso territorio monitorato. Le analisi iniziali hanno evidenziato la peculiarità delle caratteristiche dei ponti all’interno della rete: processi di controllo hanno dimostrato la presenza di vuoti d’informazione relativamente ad alcuni ponti ed uno studio legato alla trasmissione del segnale ha mostrato la presenza di effetti di attenuazione di cui non è possibile offrire una parametrizzazione, anche in assenza di precipitazione. La misura di precipitazione da rete CML è stata confrontata separatamente con i dati estratti da radar e pluviometro, cercando in entrambi i casi di presentare la migliore strategia possibile di comparazione tra misure con diverse caratteristiche spaziali; dal confronto emerge come l’accordo tra le diverse osservazioni risulti maggiore durante i mesi estivi. I risultati hanno evidenziato la presenza di un sottogruppo di strumenti, collocati generalmente nelle zone in cui la rete risulta meno densa, le cui misure presentano un grado di accordo inferiore con il dato osservato da pluviometro e radar, relativamente al resto della rete. É stato inoltre osservato che, la maggior parte dei ponti della rete, tende a sottostimare la presenza di precipitazione.
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A differenza di quanto avviene nel commercio tradizionale, in quello online il cliente non ha la possibilità di toccare con mano o provare il prodotto. La decisione di acquisto viene maturata in base ai dati messi a disposizione dal venditore attraverso titolo, descrizioni, immagini e alle recensioni di clienti precedenti. É quindi possibile prevedere quanto un prodotto venderà sulla base di queste informazioni. La maggior parte delle soluzioni attualmente presenti in letteratura effettua previsioni basandosi sulle recensioni, oppure analizzando il linguaggio usato nelle descrizioni per capire come questo influenzi le vendite. Le recensioni, tuttavia, non sono informazioni note ai venditori prima della commercializzazione del prodotto; usando solo dati testuali, inoltre, si tralascia l’influenza delle immagini. L'obiettivo di questa tesi è usare modelli di machine learning per prevedere il successo di vendita di un prodotto a partire dalle informazioni disponibili al venditore prima della commercializzazione. Si fa questo introducendo un modello cross-modale basato su Vision-Language Transformer in grado di effettuare classificazione. Un modello di questo tipo può aiutare i venditori a massimizzare il successo di vendita dei prodotti. A causa della mancanza, in letteratura, di dataset contenenti informazioni relative a prodotti venduti online che includono l’indicazione del successo di vendita, il lavoro svolto comprende la realizzazione di un dataset adatto a testare la soluzione sviluppata. Il dataset contiene un elenco di 78300 prodotti di Moda venduti su Amazon, per ognuno dei quali vengono riportate le principali informazioni messe a disposizione dal venditore e una misura di successo sul mercato. Questa viene ricavata a partire dal gradimento espresso dagli acquirenti e dal posizionamento del prodotto in una graduatoria basata sul numero di esemplari venduti.
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L'avvento di Netflix nel mercato dell'audiovisivo è stato spesso descritto usando l'espressione “digital disruption” per sottolineare la radicale rottura con le pratiche precedenti. L'obiettivo di questa tesi è capire se sia effettivamente corretto utilizzare questa espressione e in particolare in quale misura Netflix abbia rivoluzionato il sistema produttivo italiano quando ha iniziato la propria produzione originale nel nostro paese. Netflix ha il merito di aver ribaltato il percorso produttivo tradizionale: il nuovo percorso produttivo inizia con quello che prima era l'ultimo anello della catena, ovvero l'utente. Le produzioni originali delle piattaforme vengono finanziate dagli utenti stessi, tramite la sottoscrizione dell'abbonamento mensile. Si giunge però alla conclusione che la cosiddetta “digital disruption” in realtà si tratti di un falso mito: rispetto al passato ci sono molti più elementi di continuità rispetto a quelli di rottura. Più che una rivoluzione, quello che è avvenuto è stato un rafforzamento di tendenze che erano già in atto. In particolare la crescente importanza della serialità è un processo iniziato già diversi anni prima dell'arrivo di Netflix e che in Italia aveva visto come protagonista Sky. Netflix ha però invertito il flusso di importazione del prodotto statunitense verso l'Europa e il resto del mondo permettendo alle narrazioni non americane di diffondersi facilmente in 190 paesi. Grazie a Netflix, quindi, i prodotti seriali italiani hanno un'inedita opportunità di competere a livello internazionale. Anche i broadcaster, per stare al passo, sottoscrivono accordi di co-produzione internazionale e pensano i loro prodotti fin da subito in un'ottica glocal. La serie Rai L'amica geniale, co-prodotta con HBO e girata in napoletano, dimostra come un certo tipo di serialità italiana stia riuscendo a competere a livello internazionale con ottimi risultati.
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Data la pervasività dell’elettronica nella vita moderna, sempre più interesse è stato posto nelle applicazioni di localizzazione. In ambienti indoor e outdoor, dove sono richieste precisioni dell’ordine delle decine di centimetri, i classici servizi GNSS non sono applicabili. Una tecnologia promettente è quella a banda ultra-larga (UWB), affermata recentemente sul mercato. Un’alternativa potrebbe essere l’utilizzo di sensori ottici con marker di riferimento, però la presenza di fumo e idrometeore presenti nell’ambiente potrebbero andare ad oscurare i marker, rendendo impossibile la localizzazione. Lo scopo della tesi è volto a studiare un sistema di localizzazione UWB, progettato dall’Università di Bologna, ora sviluppato e commercializzato, in un’applicazione robotica. In particolare, l’idea è quella di porre il sistema di localizzazione sopra un elemento mobile, per esempio nella parte terminale di un braccio meccanico, al fine di localizzare un oggetto dotato di nodo UWB, ricavando dinamicamente la posizione relativa tra il braccio e l’oggetto. La tesi si concentra inizialmente a livello teorico sulle caratteristiche delle principali tecnologie coinvolte, in particolare i sistemi UWB e il filtraggio Bayesiano, per poi trattare i limiti teorici della localizzazione, nei concetti di Cramér-Rao lower bound (CRLB) e geometric dilution of precision (GDOP). Da questi, si motiva l’utilizzo della tecnica two-way ranging (TWR) come principio di raccolta delle misure per la localizzazione, per poi ricavare le curve teoriche dell’errore di localizzazione, tenendo conto dei limiti geometrici imposti, utilizzate come riferimento per l’analisi dell’errore ottenuto con il sistema reale. La tecnologia viene testata in tre campagne di misura. Nelle prime due si osserva la presenza di un piano metallico parallelo alla direzione di propagazione, per esaminare gli effetti delle riflessioni sulla localizzazione, mentre nella terza campagna si considera la presenza di acqua dolce.
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Nell’industria chimica i processi di miscelazione hanno un impatto considerevole sulla maggior parte delle operazioni unitarie ed è, pertanto, di fondamentale importanza studiarne i meccanismi. Per tale motivo, durante questo lavoro di tesi sono stati investigati i regimi di miscelazione all’interno di reattori agitati meccanicamente, che contengono miscele bifase gas-liquido. In particolare, l’analisi è stata condotta su un fermentatore realizzato in scala di laboratorio in cui è stata installata una girante a pale concave che prende il nome di BT-6, con la tecnica sperimentale della tomografia a resistenza elettrica (ERT). L’obiettivo del presente elaborato consiste nell’esaminare la distribuzione della fase gassosa con l’utilizzo di suddetta tecnica all’interno del liquido, in quanto parametro chiave per la progettazione e la valutazione delle prestazioni di questo tipo di apparecchiature. Attraverso l’utilizzo della tomografia, si misura la distribuzione di conducibilità della sostanza da cui, mediante l’implementazione di un algoritmo, si risale alla frazione di gas dispersa in fase liquida. Infine, i vari regimi di miscelazione analizzati durante questo lavoro di tesi, sono stati confrontati con prove analoghe condotte in una precedente sperimentazione su una girante di tipo Rushton.
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Il riconoscimento delle condizioni del manto stradale partendo esclusivamente dai dati raccolti dallo smartphone di un ciclista a bordo del suo mezzo è un ambito di ricerca finora poco esplorato. Per lo sviluppo di questa tesi è stata sviluppata un'apposita applicazione, che combinata a script Python permette di riconoscere differenti tipologie di asfalto. L’applicazione raccoglie i dati rilevati dai sensori di movimento integrati nello smartphone, che registra i movimenti mentre il ciclista è alla guida del suo mezzo. Lo smartphone è fissato in un apposito holder fissato sul manubrio della bicicletta e registra i dati provenienti da giroscopio, accelerometro e magnetometro. I dati sono memorizzati su file CSV, che sono elaborati fino ad ottenere un unico DataSet contenente tutti i dati raccolti con le features estratte mediante appositi script Python. A ogni record sarà assegnato un cluster deciso in base ai risultati prodotti da K-means, risultati utilizzati in seguito per allenare algoritmi Supervised. Lo scopo degli algoritmi è riconoscere la tipologia di manto stradale partendo da questi dati. Per l’allenamento, il DataSet è stato diviso in due parti: il training set dal quale gli algoritmi imparano a classificare i dati e il test set sul quale gli algoritmi applicano ciò che hanno imparato per dare in output la classificazione che ritengono idonea. Confrontando le previsioni degli algoritmi con quello che i dati effettivamente rappresentano si ottiene la misura dell’accuratezza dell’algoritmo.
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Lo scopo del presente elaborato è ottenere dati grezzi dai maggiori offerwalls affinché si renda possibile elaborarli ed analizzarli per metterli a disposizione delle figure che si occupano di account management di un potenziale Ad Network quale è MyAppFree. Il primo Ad Network competitor a venire integrato nel presente tool di Business Intelligence è OfferToro, seguito da AdGem, il quale è attualmente in fase di integrazione. Prima di presentare i risultati del tool, a cui è stato dedicato l’ultimo capitolo dell’elaborato, sono stati approfonditi ed analizzati ampiamente i concetti fondamentali per la comprensione del progetto insieme agli strumenti utilizzati per la costituzione dell’architettura software. Successivamente, viene presentata l'architettura dei singoli microservizi oltre a quella sistemistica generale, la quale tratta come le parti che compongono iBiT, interagiscono tra loro. Infine, l’ultima parte della trattazione è dedicata al funzionamento del Front End Side per la figura account manager, che rappresenta l’utente finale del progetto. Unita alle analisi dei risultati ottenuti tramite una fase di benchmark testing, metrica che misura un insieme ripetibile di risultati quantificabili che serve come punto di riferimento perché prodotti e servizi possano essere confrontati. Lo scopo dei risultati dei test di benchmark è quello di confrontare le versioni presenti e future del software tramite i rispettivi benchmark.
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Lo studio ha applicato la metodologia Life Cycle Assessment (LCA) con l’obiettivo di valutare i potenziali impatti ambientali derivanti dalla coltivazione dell’uva in due aziende a conduzione convenzionale del ravennate, denominate DZ e NG. Successivamente è stato applicato il modello RothC per simulare scenari sulla variazione del Soil Organic Carbon (SOC) e valutare in che misura le diverse pratiche agronomiche di gestione del suolo influenzino la variazione del SOC e la relativa emissione di CO2. Infine, i risultati dell’LCA sono stati integrati con quelli del modello RothC. Gli esiti dell’LCA indicano che, generalmente, sui diversi aspetti ambientali l’azienda DZ ha impatti superiori a quelli di NG soprattutto a causa di un maggiore utilizzo di fertilizzanti e pesticidi. Per quanto riguarda il contributo al riscaldamento globale (GWP), DZ mostra un impatto circa doppio di quello di NG. Il modello RothC ha individuato quali pratiche culturali aumentano il SOC mitigando le emissioni di CO2eq., in particolare: l’inerbimento perenne, la scelta di forme di allevamento con elevata produzione di residui culturali e l’utilizzo di ammendanti. L’integrazione dei valori dei due strumenti ha permesso di ottenere un bilancio globale di CO2eq. in cui le emissioni totali rispetto al GWP aumentano in DZ e diminuiscono in NG, portando a un impatto di DZ circa tre volte superiore rispetto a quello di NG. Fertilizzazione, potatura e lavorazione del suolo sono pratiche considerate nel calcolo del GWP in termini di consumo ed emissione dei processi produttivi, ma non come input di carbonio fornibili al suolo, determinando sovra o sottostima delle effettive emissioni di CO2eq. Questo studio dimostra l’utilità di incentivare la diffusione dell’applicazione integrata dei due strumenti nel settore viticolo, determinante per la comprensione e quantificazione delle emissioni di CO2 associate alla fase di coltivazione, sulla quale quindi indirizzare ottimizzazioni e approfondimenti.
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Ad oggi, misurare grandezze fisiche in maniera pratica, distribuita e sostenibile è di grande importanza al fine di poter attivare strategie di digitalizzazione di qualsiasi applicazione: da quelle industriali con robotica collaborativa, fino alla domotica o tecnologia indossabile. La sfida di oggi consiste nel poter creare dei sensori che possano abilitare questi contesti, risultando efficienti, a basso consumo energetico e sostenibili in termini di materiali e componenti utilizzati. L’obiettivo della tesi è infatti quello di valutare una classe innovativa di sensori con principio di funzionamento capacitivo che risultino facili da progettare, fabbricare ed utilizzare. Nello specifico, due tipologie di sensore sono state sviluppate: uno per la misura di forza, l’altro per la misura angolare. Entrambi i dispositivi sono stati realizzati con materiale elastomerico a base di silicone, accoppiato con elettrodi conformi, in un sistema capacitivo deformabile. All’interno di questi sistemi, sono state ricavate delle camere per il contenimento di un fluido dielettrico al fine di poter monitorare lo spostamento del fluido per la misura capacitiva. La tesi riporta le linee guida principali per la progettazione di sensori che utilizzino componenti elastomerici sia conduttori che dielettrici, in combinazione con un fluido per una misura capacitiva. Successivamente, sono riportati tutti gli step di fabbricazione delle due architetture di sensore realizzate, discutendo i vari passaggi ed elencando i materiali utilizzati. Infine, le performance dei due sensori sono valutate sulla base dei risultati di una campagna sperimentale dedicata, eseguita su due setup di banco prova distinti progettati per testare la forza applicata per il primo sensore, e l’angolo di inclinazione per il secondo. Nelle conclusioni viene riportata la valutazione dell’efficienza di questi due sensori, insieme alle evoluzioni future per rendere questa proposta tecnologica affidabile e ad alte prestazioni.
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Il lavoro di tesi si è posto l'obiettivo di studiare il comportamento fluidodinamico di un reattore agitato meccanicamente, scale-down di un digestore anaerobico per la produzione di biogas, attraverso tecniche di diagnostica ottica. Le tecniche utilizzate sono state la Particle Image Velocimetry, PIV, e la Planar Laser Induced Fluorescence, PLIF. Le prove sono iniziate utilizzando acqua all’interno del reattore e sono proseguite utilizzando una soluzione di acqua e Carbometilcellulosa (CMC) a concentrazione di CMC progressivamente crescente per aumentare la viscosità apparente della soluzione non newtoniana con lo scopo di simulare il più realisticamente possibile la viscosità del contenuto reale del digestore. Tutte le diverse soluzioni sono state indagate per diverse velocità e diversi sensi di rotazione. Le prove di diagnostica ottica sono state progressivamente affiancate da prove al reometro di campioni di soluzione per il calcolo della viscosità apparente. La PIV ha fornito la misura del campo di moto di un piano, è stato scelto di analizzare un piano verticale. Il metodo di diagnostica ottica ho previsto l’utilizzo di quattro componenti: una sezione per il test otticamente trasparente contenente la soluzione inseminata con piccole particelle di tracciante (particelle di argento e vetro cavo) che seguono il flusso, una sorgente di illuminazione pulsata (laser), un dispositivo di registrazione (una telecamera digitale ad alta definizione) ed un software per la cross-correlazione delle immagini acquisite (DynamicStudio). La PLIF è stata implementata per lo studio del tempo caratteristico di miscelazione nel reattore. La strumentazione utilizzata è stata la stessa della PIV con un tracciante diverso a base di Rodhamina-6G. Lo studio ha riguardato il tempo necessario all’omogeneizzazione del tracciante mediante un’analisi del coefficiente di variazione, CoV, delle immagini acquisite.
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Considerata un'applicazione differenziabile F da M a N dove M e N sono due varietà differenziabili, un punto p di M si dice punto regolare di F se il differenziale è suriettivo, si dice punto critico di F se, al contrario, il differenziale non è suriettivo. Un valore critico di F è l'immagine di un punto critico, mentre un valore regolare è un punto di F(M) che non è un valore critico. In questa tesi viene enunciato e dimostrato il teorema di Sard, che afferma che l'insieme dei valori critici di F ha misura nulla secondo Lebesgue in N, e se ne mostrano alcune applicazioni.
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La popolazione mondiale aumenterà fino a 9.9 miliardi entro il 2050, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Per far fronte a questo incremento risulta necessaria la disponibilità di fonti proteiche accessibili e sicure per nutrire la popolazione in crescita; pertanto, la produzione globale di carne dovrà aumentare di circa 200 milioni di tonnellate annue. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’ONU, aumentare la produzione di carne per sopperire alla questione dell’approvvigionamento proteico non risulta essere una soluzione congrua in quanto alimenterebbe l’impatto delle attività industriali sull’inquinamento ambientale e sul riscaldamento globale. Tutte le varie fasi di macellazione e lavorazione portano inevitabilmente alla produzione di sottoprodotti di lavorazione che possono essere edibili o non edibili. Questi sottoprodotti contengono ancora sostanze che possono essere valorizzate in molecole ad alto valore aggiunto attraverso processi di trasformazione o biotrasformazione e stabilizzazione per essere poi utilizzati come ingredienti negli alimenti, ma non solo. Lo scopo di questa tesi è stato quello di esaminare l’effettiva problematica della valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria alimentare, in modo particolare quella della carne, ponendo particolare attenzione all’utilizzo delle biotecnologie, che prevedono l’utilizzo di microrganismi veri e propri o molecole da essi prodotte, come gli enzimi. Seppur, in generale, la ricerca in questo ambito non è ancora molto sviluppata rispetto ad altri settori, la selezione di microorganismi ed enzimi specifici per valorizzare scarti e sottoprodotti ottenuti dall’industria della carne e l’ottimizzazione di processi biotecnologici “su misura” per ottenere composti ad alto valore aggiunto rappresentano una sfida importante per questo settore che ha ancora molte potenzialità di espansione.
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Parallelamente al progressivo emergere delle esternalità negative prodotte dal paradigma economico predominante a livello globale, si è fatto strada il paradigma dello sviluppo sostenibile, che si prefigge di tenere conto in misura congiunta di tre dimensioni (economica, sociale e ambientale). Tuttavia, tale paradigma non coincide necessariamente con il più ampio e controverso concetto di sostenibilità ambientale. L’applicazione di tale concetto ai sistemi alimentari consente di leggere trasversalmente e collegare i temi che oggigiorno occupano i primi posti nelle agende politiche, nelle strategie aziendali e nel dibattito pubblico. La diffusione sempre maggiore del paradigma della sostenibilità ha portato il mondo aziendale a mettere a punto strategie di green marketing; tuttavia, determinate pratiche possono risultare ingannevoli nei confronti dei consumatori, traducendosi nel cosiddetto greenwashing. Alla luce di tale deriva negativa, si rende evidente l’importanza di ricostruire le filiere dei prodotti alimentari per poter attuare scelte di consumo più consapevoli. Nell’ambito dei sistemi alimentari, da una parte si è affermato a livello globale un modello agroindustriale, dall’altra è emerso un modello di filiera corta che si è declinato nelle molteplici forme dei cosiddetti alternative food networks. Considerando sia il mondo attuale che gli scenari futuri che si prospettano, in un mondo sempre più sovrappopolato, segnato da un progressivo aumento della domanda globale di cibo, dalla vulnerabilità che segue alla comparsa di sconvolgimenti di varia natura, dall’intensificarsi dei processi legati al cambiamento climatico e dalle innumerevoli sfide a questi connessi, scaturisce un cruciale interrogativo: quale sarà la strada più sostenibile da intraprendere, con una visione di lungo termine? Esiste una risposta esaustiva e una soluzione univoca, o bisognerà adottare una visione sistemica che guidi azioni compartecipate su più livelli?
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L’obbiettivo di questo elaborato è descrivere l'implementazione, attraverso l’uso del programma di calcolo Matlab, di un metodo per ottenere una configurazione di un velivolo dell’aviazione generale che sia rispettosa delle specifiche di progetto e presenti un costo orario minimo. Il metodo utilizzato per progettare l’aeromobile preso come caso di studio è basato sui concetti della progettazione robusta. Con questo metodo di progettazione si cerca di rendere l’aereo il più insensibile possibile alle modifiche di alcuni dei parametri di progetto che possono variare in modo casuale; in particolare ci si è concentrati sul costo orario di una missione, andandone a calcolare la media e la sua deviazione standard. Considerando infine il rapporto segnale-rumore introdotto da Taguchi per la progettazione robusta, viene implementato un metodo di ottimizzazione basato su un algoritmo Particle Swarm Optimization (PSO), attraverso il quale si ottengono i valori più idonei dei parametri di progetto necessari per la realizzazione del futuro velivolo. In dettaglio, i parametri fissati in seguito all’applicazione dell’ottimizzatore sono l’allungamento alare, il carico alare e il rapporto potenza massima motori-peso. A conclusione del lavoro svolto, si può dire che l’ottimizzazione robusta può essere utile in tutti i casi in cui alcuni parametri di progetto non sono definiti in modo univoco, ma possono variare in un modo non prevedibile all’inizio della sviluppo del prodotto.