652 resultados para Traduzione giuridica, diritto, atti notarili, traduzione assistita


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Questa tesi si propone di offrire una visione approfondita della situazione del servizio di interpretazione giudiziaria nel Regno Unito. In particolare, alla luce della la Direttiva 2010/64/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sul diritto all'interpretazione e alla traduzione, analizza il fallimentare passaggio di gestione dei servizi di legal interpreting dal National Register of Public Service Interpreters (NRPSI) a Capita Translation and Interpreting (Capita TI). Il lavoro è strutturato in tre capitoli. Il primo tratta i contenuti della direttiva relativi all'ambito di indagine: l'istituzione di registri, la figura dell'interprete giudiziario suggerita e il ruolo degli Stati membri. Il secondo capitolo contiene invece l'analisi dei due sistemi: NRPSI, organizzazione no-profit, indipendente e volontaria, e Capita TI, azienda fornitrice di servizi linguistici. Si vedrà, nello specifico, come sono composte, come lavorano, come funzionano i loro registri, secondo quali criteri vengono selezionati gli interpreti e in che modo corrispondono alle direttive dell'Unione Europea. Nel terzo e ultimo capitolo, si presenta la situazione dell'interpretazione giudiziaria nel Regno Unito. Si ricostruiscono inizialmente le motivazioni che hanno portato il Ministero della Giustizia inglese ad appaltare a terzi la gestione del servizio di interpretazione giudiziaria, In seguito, si espongono le problematiche insorte sin dalla firma del contratto tra Capita TI e il Ministry of Justice e le conseguenti reazioni dei servizi pubblici coinvolti e degli interpreti che hanno deciso di boicottare la nuova disposizione. Dopo aver illustrato le misure che, nel 2013, Capita e l'MoJ si sono impegnati ad attuare per invertire la disastrosa tendenza iniziale, si vedrà infine in quale modo queste hanno influito sull'ancora irrisolta situazione attuale.

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Il presente elaborato si propone di offrire un’analisi dell’importanza della mediazione linguistico-culturale in ambito sanitario sia per i pazienti stranieri che per la società. In un contesto sociale sempre più multietnico l’impatto della popolazione straniera sul Servizio Sanitario Nazionale è aumentato in modo esponenziale e le occasioni in cui le barriere linguistico-culturali possono rendere difficoltosa (se non impossibile) la comunicazione clinica si sono moltiplicate. La MLC diviene allora lo strumento che permette agli utenti stranieri di usufruire effettivamente del diritto alla salute e, infatti, questo servizio è legittimato dalle fonti normative sia a livello nazionale che internazionale. Viene quindi presentato dettagliatamente il funzionamento del servizio di MLC negli ospedali e nei servizi sanitari di Reggio Emilia e Provincia e in particolare presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova. Viene inoltre analizzato il colloquio tra un medico italiano e una paziente francofona, con attenzione agli aspetti verbali e non verbali della comunicazione. Vengono infine elencate le difficoltà che rendono l’impiego della MLC ancora poco efficace e le soluzioni auspicate.

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Oggetto del presente elaborato è l’analisi contrastiva di sentenze penali italiane, austriache e tedesche del più alto grado di giudizio. Le analisi sono condotte su tre corpora di sentenze, uno per ogni variante linguistica presa in considerazione, e si svolgono su due livelli: il primo prevede l’analisi degli elementi macro- e microstrutturali delle sentenze, mentre il secondo livello si concentra sugli elementi di coesione testuale con un’analisi statistica della sintassi e della semantica dei connettori testuali, la cui funzione principale è quella di costruire relazioni semantiche tra gli elementi costitutivi del testo. Con la prima analisi si vogliono mettere in risalto le differenze tra il tedesco giuridico della Germania e quello dell’Austria ed evidenziare quindi le differenti strategie traduttive che devono essere utilizzate, se si ha a che fare con varianti di una stessa lingua provenienti da due sistemi giuridici differenti. Per quanto riguarda, invece, l’analisi degli elementi di coesione testuale, il suo obiettivo è quello di verificare da una parte, se esistono delle differenze nell’uso dei connettori all’interno della lingua tedesca e dall’altra di vedere quali differenze possono esserci nell’uso dei connettori in italiano e in tedesco. Nel primo capitolo si introducono i concetti giuridici che stanno alla base del processo penale in Italia, Austria e Germania, per introdurre la materia di base dei testi oggetto dell’analisi. Nel secondo capitolo si espongono delle considerazioni relative al genere testuale della sentenza e ai fattori extra-testuali che condizionano la sua redazione. Nel terzo capitolo si espone l’analisi contrastiva degli elementi macro- e microstrutturali dei corpora di sentenze italiane, austriache e tedesche. Nel quarto capitolo, infine, si espone l’analisi sintattica e semantica dei connettori individuati nei corpora di sentenze.

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Lo scoppio della crisi finanziaria globale del 2007 ha rappresentato un evento epocale che ha interessato una varietà di ambiti: l’economia, la finanza, il diritto, la sociologia e anche la comunicazione. Molti linguisti e ricercatori del settore terminologico si sono concentrati sulle conseguenze di questo capovolgimento nella comunicazione che ha accolto in misura crescente anglicismi finanziari provenienti dagli Stati Uniti. I documenti istituzionali, ma soprattutto la stampa generalista e finanziaria sono dovuti ricorrere per esigenze denotative agli anglicismi al fine di illustrare le cause di questo evento e proporre delle soluzioni adeguate per attenuarne gli effetti. Dopo la crisi, infatti, le autorità di vigilanza finanziaria europee hanno iniziato a mettere in campo una serie di riforme della regolamentazione finanziaria volte a prevenire la comparsa di nuove crisi sistemiche: lo stress testing costituisce uno degli strumenti che la vigilanza europea ha adottato allo scopo di valutare lo stato di salute dei bilanci degli istituti di credito e per vagliarne la solidità e la resistenza a crisi simili a quella esplosa nel 2007. Il nostro elaborato si propone di osservare in ottica diacronica il trattamento degli anglicismi finanziari del dominio dello stress testing nella comunicazione istituzionale della Banque de France e della Banca d’Italia e nella stampa economico-finanziaria francese e italiana. Per la realizzazione di tale indagine abbiamo adottato un approccio diacronico teso all’osservazione del trattamento dell’anglicismo stress test in un arco temporale che dai primi anni Duemila arriva fino ad oggi. Ai fini dell’indagine abbiamo costruito due corpora comparabili di testi istituzionali tratti dal sito Web della Banque de France e da quello della Banca d’Italia, delimitando la ricerca al dominio dello stress testing. Abbiamo successivamente compilato due corpora comparabili con testi tratti da La Tribune e Milano Finanza per osservare il trattamento degli anglicismi finanziari in un genere testuale differente, benché specializzato. Abbiamo assunto il 2007, anno di inizio della crisi, come spartiacque, suddividendo i corpora in vari subcorpora e selezionando i testi da includervi in base alla data di pubblicazione. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di osservare se nel dominio dello stress testing abbia avuto luogo un’evoluzione concettuale e se questa sia riscontrabile anche dal trattamento degli anglicismi finanziari, con un focus particolare sull’anglicismo stress test.

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La volontà di ritornare a un'Italia completamente unita sotto un'unica fede religiosa, quella cattolica, costituisce uno degli elementi che caratterizzarono il regime fascista. Sorge spontaneo chiedersi quali furono le sorti delle altre denominazioni religiose, insediatesi relativamente da poco tempo sul suolo italiano, e come esse reagirono di fronte a questo nuovo potere che cercò di screditarle e limitarle fino a farle scomparire. Si parla spesso della religione ebraica, la minoranza più colpita dalla dittatura: essa dovette subire numerosi provvedimenti che finirono per sfociare in un'aperta persecuzione. Tuttavia, parlare della realtà ebraica durante il regime fascista di Benito Mussolini sarebbe un argomento decisamente troppo esteso per questo mio breve elaborato finale. Mi concentrerò quindi sulle altre minoranze religiose esistenti all'epoca in Italia, tutte riconducibili al protestantesimo, per riflettere sui loro rapporti con il regime e sulle conseguenze che derivarono da determinati provvedimenti presi dal governo. Le mie considerazioni sulle minoranze religiose durante il fascismo inizieranno dai primi atti del nuovo regime, come gli episodi della marcia su Roma e l'attentato all'onorevole Matteotti, fino ad arrivare ad analizzare gli effetti di alcune azioni messe in atto dal governo in ambito religioso e la posizione assunta dalle diverse fedi. Infine, non potendomi soffermare su ogni singola denominazione e sul loro comportamento alla fine della Seconda guerra mondiale, osserverò in linea generale la realtà della Chiesa avventista, indicando i cambiamenti salienti che avvennero nel secondo dopoguerra.

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L'elaborato si presenta sotto il profilo si una analisi, principalmente teorica, del servizio di assistenza linguistica fornito agli stranieri non italofoni in seno alla Azienda Sanitaria Locale numero 6 di Livorno. Partendo da una giustificazione di carattere giuridico del diritto all'assistenza da parte dei pazienti stranieri, l'analisi procede a descrivere la mediazione linguistica nell'ambito della ASL6 e dei suoi servizi sociali, lasciando spazio a considerazioni di tipo tecnico sul metodo di interpretazione e mediazione, e sulle scelte dei singoli mediatori. Infine, sono tratte conclusioni di vario carattere sui risultati dello studio. Le informazioni sono state raccolte da sitografia e bibliografia ufficiali, oltre che da interviste svolte sul campo.

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Il mio lavoro di tesi affronta la tematica del popolo Guaraní, situato nella città di Buenos Aires. La tesi si basa su una serie di interviste raccolte durante una ricerca sul campo e ha come obiettivo quello di fornire una visione generale di questa situazione, così come quello di smentire pregiudizi e stereotipi legati all’argomento e ancora molto diffusi. In prima istanza, abbiamo fornito un contesto storico e normativo. Per quanto riguarda l’aspetto storico, abbiamo ripercorso la storia della lingua guaraní e del territorio di Buenos Aires a partire dall’epoca precolombiana fino all’indipendenza, soffermandoci sull’importanza dell’evangelizzazione gesuitica nello sviluppo e nella preservazione della lingua e della cultura guaranì. Per quando riguarda l’aspetto normativo, partendo dal concetto di diritto umano abbiamo presentato la situazione legislativa argentina dal punto di vista linguistico, senza perdere di vista i riconoscimenti di cui la lingua guaraní gode anche in Paraguay e mettendo in rilievo i temi della comunicazione audiovisiva e dell’educazione nazionale. Successivamente, abbiamo trattato tutta una serie di tematiche relazionate con l’attuale presenza guaraní sul territorio di Buenos Aires: l’evoluzione del termine indio, il tema dell’indigenismo, il problema della discriminazione, la questione delle migrazioni e il tema dei censimenti con le sue limitazioni. Infine, sulla base delle analisi effettuate, abbiamo descritto l’attuale presenza di suddetta popolazione a Buenos Aires non solamente da un punto di vista linguistico, ma anche politico e sociale, classificando le varietà di lingua guaraní e le tipologie di parlanti presenti sull’area di studio. Nel descrivere la situazione attuale, ci siamo soffermati in particolare sull’insegnamento della lingua guaraní nel Laboratorio de Idiomas dell’Università di Buenos Aires e sulla forte presenza delle comunità indigene urbane nell’Area Metropolitana della capitale argentina.

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Il presente elaborato affronta il tema della discriminazione linguistica, i cui tratti essenziali vengono riassunti da Philippe Blanchet con il termine di "glottophobie". Lungo i secoli vi sono stati numerosi tentativi d'imporre una norma linguistica unica, a detrimento di qualsiasi altra variante. Questa stigmatizzazione ha portato e porta tuttora a veri e propri casi di discriminazione linguistica, nei quali viene impedito al parlante di utilizzare la propria lingua per esprimersi. In questo elaborato si è voluto analizzare il fenomeno della "glottophobie", tentando innanzitutto di darne una definizione e di tracciarne i tratti essenziali. Secondariamente, si è ripercorsa la politica linguistica nazionale francese, in gran parte responsabile di atti di discriminazione linguistica, compiuti per mezzo di vari strumenti, come la scuola, i media o l'amministrazione pubblica. Infine, ci si è soffermati sull'analisi dell'opera di Philippe Blanchet (Discriminations : combattre la glottophobie), con l'obiettivo di dimostrare, anche tramite esempi concreti, che la discriminazione linguistica è una vera e propria forma di discriminazione.

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Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII), di recente emanazione, sostituisce integralmente la Legge fallimentare, allineandosi, mediante l’innovativo sistema di allerta, alle istanze europee volte a una tempestiva rilevazione della crisi d’impresa e all’attivazione di procedure di risanamento. Oggetto del presente elaborato è una ricerca ed elaborazione terminologica che si incentra proprio sul nuovo Codice e che è stato realizzato contestualmente al tirocinio per tesi svolto presso l’Accademia europea di Bolzano – Eurac Research. Per la particolare funzione svolta da Eurac Research nel contesto della realtà bilingue dell’Alto Adige, il progetto terminologico è stato realizzato nella combinazione linguistica italiano-tedesco altoatesino, documentando i traduttivi tedeschi già in uso o formulando proposte di traduzione quando nelle fonti della Provincia autonoma di Bolzano non fosse rinvenibile alcuna denominazione tedesca corrispondente. Si precisa che il tedesco altoatesino afferisce comunque all’ordinamento italiano. Il progetto si prefigge di fornire ad un ampio target di destinatari un valido aiuto per comprendere un ambito ritenuto, anche dagli esperti, alquanto complesso. Le schede terminologiche sono state pertanto compilate con approccio descrittivo: esse contengono varianti ortografiche e sinonimi, inoltre sono presi in considerazione anche aspetti diacronici (quando e da quale legge un certo istituto è stato introdotto, quale precedente istituto sostituisce). Particolarmente utile allo scopo anche la mappa concettuale creata con Cmaptools, in quanto rappresenta graficamente i vari concetti analizzati, esplicitando (e semplificando) le relazioni che intercorrono fra di essi.

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La tesi individua alcune strategie di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, al fine di ottenere una serie di linee guida per l’intervento sul patrimonio di edilizia abitativa situata nelle periferie urbane. Tali principi sono stati poi applicati ad un edificio ACER collocato nella prima periferia di Forlì, per sperimentare l’efficacia delle strategie individuate. Dalla ricerca svolta sulle strategie di intervento volte alla riqualificazione sociale delle periferie, in particolare la teoria del “Defencible space” di Jacobs, si evidenzia l’importanza di accentuare nei residenti il sentimento di territorialità, ovvero la consapevolezza di far parte di una comunità specifica insediata in un particolare spazio, alimentata attraverso la frequentazione e l’appropriazione percettivo-funzionale degli spazi pubblici. Si è deciso quindi di allargare il campo di intervento alla rigenerazione dell’interno comparto, attraverso la riorganizzazione degli spazi verdi e la dotazione di attrezzature sportive e ricreative, in modo da offrire spazi specifici per le diverse utenze (anziani, giovani, bambini) e la definizione di un programma funzionale di servizi ricreativi e spazi destinati a piccolo commercio per integrare le dotazioni carenti dell’area. Dall’analisi approfondita dell’edificio sono emerse le criticità maggiori su cui intervenire: - l’intersezione dei percorsi di accesso all’edificio - la struttura portante rigida, non modificabile - la scarsa varietà tipologica degli alloggi - l’elevato fabbisogno energetico. La riqualificazione dell’edificio ha toccato quindi differenti campi: tecnologico, funzionale, energetico e sociale; il progetto è stato strutturato come una serie di fasi successive di intervento, eventualmente realizzabili in tempi diversi, in modo da consentire il raggiungimento di diversi obiettivi di qualità, in funzione della priorità data alle diverse esigenze. Secondo quest’ottica, il primo grado di intervento, la fase 1 - riqualificazione energetica, si limita all’adeguamento dello stato attuale alle prestazioni energetiche richieste dalla normativa vigente, in assenza di adeguamenti tipologici e spaziali. La fase 2 propone la sostituzione degli impianti di riscaldamento a caldaie autonome presenti attualmente con un impianto centralizzato con pompa di calore, un intervento invasivo che rende necessaria la realizzazione di un “involucro polifunzionale” che avvolge completamente l’edificio. Questo intervento nasce da tre necessità fondamentali : - architettonica: poter ampliare verso l’esterno le superfici degli alloggi, così da intervenire sulle unità abitative rendendole più rispondenti alle necessità odierne; - statica: non dover gravare in ciò sull’edificio esistente apportando ulteriori carichi, difficilmente sopportabili dalla struttura esistente, assicurando il rispetto della normativa antisismica in vigore; - impiantistica/tecnologica: alloggiare i condotti del nuovo impianto centralizzato per il riscaldamento, raffrescamento e acs; La fase 3 è invece incentrata sull’ampliamento dell’offerta abitativa, in modo da rispondere anche a necessità legate ad utenze speciali, come utenti disabili o anziani. L’addizione di nuovi volumi si sviluppa in tre direzioni: - un volume parassita, che aderisce all’edificio nel fronte sud/est, indipendente dal punto di vista strutturale, ruotato per sfruttare al meglio l’orientamento ottimale. - un volume satellite, indipendente, connesso all’edificio esistente tramite un elemento di raccordo, e nel quale sono collocati alcuni alloggi speciali. - un’addizione in copertura, che non appoggia direttamente sul solaio di copertura esistente, ma grava sull’elemento di chiusura del’involucro realizzato nella fase 2 Completano il progetto le addizioni volumetriche a piano terra, destinate a servizi quali un centro diurno, un micronido e un bar, i quali costituiscono la traduzione alla scala dell’edificio delle strategie applicate nel progetto di comparto. Questi interventi hanno consentito di trasformare un edificio costruito negli anni ’80 in un complesso residenziale moderno, dotato spazi accessori di grande qualità, tecnologie moderne che ne garantiscono il comfort abitativo, servizi alla persona disponibili in prossimità dell’edificio.

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La presente tesi, pur senza avere pretese di completezza e rimanendo in un ambito di raccolta di informazioni e dati, intende approfondire ed analizzare gli aspetti legati alla normativa vigente ed alle problematiche di diritto e privacy per il rilevamento di immagini in ambito civile, partendo dalla descrizione generale dei più comuni sistemi di rilevamento e attraverso l’analisi di casi di studio e di esempi d’applicazione.

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Questa tesi si basa su una serie di lavori precedenti, volti ad analizzare la correlazione tra i modelli AUML e le reti di Petri, per riuscire a fornire una metodologia di traduzione dai primi alle seconde. Questa traduzione permetterà di applicare tecniche di model checking alle reti così create, al fine di stabilire le proprietà necessarie al sistema per poter essere realizzato effettivamente. Verrà poi discussa un'implementazione di tale algoritmo sviluppata in tuProlog ed un primo approccio al model checking utilizzando il programma Maude. Con piccole modifiche all'algoritmo utilizzato per la conversione dei diagrammi AUML in reti di Petri, è stato possibile, inoltre, realizzare un sistema di implementazione automatica dei protocolli precedentemente analizzati, verso due piattaforme per la realizzazione di sistemi multiagente: Jason e TuCSoN. Verranno quindi presentate tre implementazioni diverse: la prima per la piattaforma Jason, che utilizza degli agenti BDI per realizzare il protocollo di interazione; la seconda per la piattaforma TuCSoN, che utilizza il modello A&A per rendersi compatibile ad un ambiente distribuito, ma che ricalca la struttura dell'implementazione precedente; la terza ancora per TuCSoN, che sfrutta gli strumenti forniti dalle reazioni ReSpecT per generare degli artefatti in grado di fornire una infrastruttura in grado di garantire la realizzazione del protocollo di interazione agli agenti partecipanti. Infine, verranno discusse le caratteristiche di queste tre differenti implementazioni su un caso di studio reale, analizzandone i punti chiave.

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La tesi si sofferma sulla traduzione dal francese quebecchese verso l'italiano di due opere letterarie del Québec rappresentative della lingua francese quebecchese: "Les Fous de Bassan" di Anne Hébert e "La petite fille qui aimait trop les allumettes" di Gaétan Soucy. Attraverso un'analisi dei quebecismi e della loro traduzione in italiano, abbiamo potuto verificare se i traduttori avessero tenuto conto o meno delle specificità del francese del Québec. Grazie alle ricerche condotte, abbiamo potuto dimostrare che è possibile giungere a una traduzione dei quebecismi soddisfacente grazie alla corretta consultazione delle risorse lessicografiche specifiche sul francese del Québec attualmente disponibili.

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La tesi ha lo scopo di esplorare la produzione di sistemi software per Embedded Systems mediante l'utilizzo di tecniche relative al mondo del Model Driven Software Development. La fase più importante dello sviluppo sarà la definizione di un Meta-Modello che caratterizza i concetti fondamentali relativi agli embedded systems. Tale modello cercherà di astrarre dalla particolare piattaforma utilizzata ed individuare quali astrazioni caratterizzano il mondo degli embedded systems in generale. Tale meta-modello sarà quindi di tipo platform-independent. Per la generazione automatica di codice è stata adottata una piattaforma di riferimento, cioè Arduino. Arduino è un sistema embedded che si sta sempre più affermando perché coniuga un buon livello di performance ed un prezzo relativamente basso. Tale piattaforma permette lo sviluppo di sistemi special purpose che utilizzano sensori ed attuatori di vario genere, facilmente connessi ai pin messi a disposizione. Il meta-modello definito è un'istanza del meta-metamodello MOF, definito formalmente dall'organizzazione OMG. Questo permette allo sviluppatore di pensare ad un sistema sotto forma di modello, istanza del meta-modello definito. Un meta-modello può essere considerato anche come la sintassi astratta di un linguaggio, quindi può essere definito da un insieme di regole EBNF. La tecnologia utilizzata per la definizione del meta-modello è stata Xtext: un framework che permette la scrittura di regole EBNF e che genera automaticamente il modello Ecore associato al meta-modello definito. Ecore è l'implementazione di EMOF in ambiente Eclipse. Xtext genera inoltre dei plugin che permettono di avere un editor guidato dalla sintassi, definita nel meta-modello. La generazione automatica di codice è stata realizzata usando il linguaggio Xtend2. Tale linguaggio permette di esplorare l'Abstract Syntax Tree generato dalla traduzione del modello in Ecore e di generare tutti i file di codice necessari. Il codice generato fornisce praticamente tutta la schematic part dell'applicazione, mentre lascia all'application designer lo sviluppo della business logic. Dopo la definizione del meta-modello di un sistema embedded, il livello di astrazione è stato spostato più in alto, andando verso la definizione della parte di meta-modello relativa all'interazione di un sistema embedded con altri sistemi. Ci si è quindi spostati verso un ottica di Sistema, inteso come insieme di sistemi concentrati che interagiscono. Tale difinizione viene fatta dal punto di vista del sistema concentrato di cui si sta definendo il modello. Nella tesi viene inoltre introdotto un caso di studio che, anche se abbastanza semplice, fornisce un esempio ed un tutorial allo sviluppo di applicazioni mediante l'uso del meta-modello. Ci permette inoltre di notare come il compito dell'application designer diventi piuttosto semplice ed immediato, sempre se basato su una buona analisi del problema. I risultati ottenuti sono stati di buona qualità ed il meta-modello viene tradotto in codice che funziona correttamente.