485 resultados para ingressione marina scenari di inondazione erosione costiera modellazione matematica


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La mia tesi dal titolo Applicazione della tecnica PSinSAR allo studio di fenomeni franosi lenti: casi di studio in Emilia-Romagna ha avuto come obiettivo quello di mostrare le potenzialit e i limiti della tecnica PSinSAR nel monitoraggio di fenomeni franosi localizzati in Val Marecchia. Ho svolto, nel capitolo due, unanalisi preliminare dellarea di studio andando a evidenziare prima le caratteristiche climatiche, piogge medie annue e le temperature minime e massime, e a seguire sono passato a descrivere linquadramento geologico e geomorfologico. Larea della Val Marecchia , da questo punto di vista, molto particolare poggiando su quella che definita dagli autori coltre della Val Marecchia; essa un complesso alloctono sovrascorso ai terreni autoctoni della successione Umbro Romagnola - Marchigiana. La traslazione verso Est della coltre avvenne per "scatti", in funzione delle principali fasi tettoniche appenniniche, separati da momenti di pausa in cui sedimentarono le formazioni pi recenti le quali poi si spostarono in modo solidale con la coltre. La coltre, infatti, costituita da un insieme di formazioni di et diverse e in particolare ritroviamo, partendo da quella pi antica lunit ligure, lunit subligure e infine lunit epiligure. La presenza di formazioni pi recenti sopra ad altre pi antiche rende unica la morfologia della vallata con enormi blocchi rocciosi poggianti su un substrato in genere argilloso come nellesempio pi famoso della rupe di San Leo. Da queste analisi emersa unaltra caratteristica peculiare della valle cio la forte tendenza a essere interessata da dissesti di varie tipologie. Gli indici di franosit mostrano che nella zona alta della vallata circa il 50% del territorio interessato da dissesti, valore che decresce leggermente nella parte media e bassa della valle. Il motivo di tale instabilit da imputare in parte alla forte erosione che avviene sulle placche epiliguri e in parte alle caratteristiche scadenti del substrato che per lo pi composto di argille e arenarie. Per quanto riguarda le tipologie di frane in Val Marecchia la situazione molto eterogenea; in particolari le tre tipologie pi frequenti sono il colamento lento, lo scivolamento rotazionale/traslativo e le frane di tipo complesso. Nel terzo capitolo ho descritto la tecnica PSinSAR; essa si basa sullelaborazione di scene riprese da satellite per giungere alla formazione di una rete di punti, i PS, di cui conosciamo i movimenti nel tempo. I Permanent Scatterer (PS) sono dei bersagli radar individuati sulla superficie terrestre dal sensori satellitari caratterizzati per il fatto di possedere unelevata stabilit nel tempo alla risposta elettromagnetica. I PS nella maggior parte dei casi corrispondono a manufatti presenti sulla superficie quali edifici, monumenti, strade, antenne e tralicci oppure ad elementi naturali come per esempio rocce esposte o accumuli di detrito. Lo spostamento viene calcolato lungo la linea di vista del satellite, per cui il dato in uscita non mostra lo spostamento effettivo del terreno, ma l'allontanamento o l'avvicinamento del punto rispetto al satellite. La misure sono sempre differenziali, ovvero sono riferite spazialmente a un punto noto a terra chiamato reference point, mentre temporalmente alla data di acquisizione della prima immagine. La tecnica PSinSAR proprio per la sua natura "cieca" rispetto ai movimenti in direzione Nord-Sud. Le scene utilizzate per la creazione dei dataset di PS derivano quasi interamente dai satelliti ERS e ENVISAT. Tuttora sono disponibili anche le scene dei satelliti TerraSAR-X, RADARSAT e Cosmo Skymed. I sensori utilizzati in questo ambito sono i SAR (Synthetic Aperture Radar) che sono sensori attivi, cio emettono loro stessi l'energia necessaria per investigare la superficie terrestre al contrario dei sensori ottici. Questo permette di poter acquisire scene anche di notte e in condizioni di cielo nuvoloso. La tecnica PSinSAR presenta molti vantaggi rispetto alle tecniche interferometriche tradizionali essa, infatti, immune agli errori di decorrelamento temporale e spaziale oltre agli errori atmosferici, che portavano ad avere precisioni non inferiori a qualche cm, mentre ora lerrore di misura sulla velocit media di spostamento si attesta in genere sui 2 mm. La precisione che si ha nella georeferenziazione dei punti in genere di circa 4-7 m lungo la direzione Est e circa 1-2 m in quella Nord. Levoluzione di PSinSAR, SqueeSAR, permette un numero maggiore di punti poich oltre ai Permanent Scatterers PS, tramite un apposito algoritmo, calcola anche i Distribuited Scatterer DS. I dataset di dati PS che ho utilizzato nel mio lavoro di tesi (PSinSAR) derivano, come detto in precedenza, sia da scene riprese dal satellite ERS che da ENVISAT nelle due modalit ascendenti e discendenti; nel primo caso si hanno informazioni sui movimenti avvenuti tra il 1992 e il 2000 mentre per lENVISAT tra il 2002 e il 2008. La presenza di dati PS nelle due modalit di ripresa sulla stessa zona permette tramite alcuni calcoli di ricavare la direzione effettiva di spostamento. importante per sottolineare che, a seconda della modalit di ripresa, alcune aree possono risultare in ombra, per questo nellanalisi dei vari casi di studio non sempre sono stati utilizzabili tutti i dataset. Per l'analisi dei vari casi di studio, presentati nel capitolo 4, ho utilizzato diverso materiale cartografico. In particolare mi sono servito delle Carte Tecniche Regionali (CTR) a scala 1:10000 e 1:5000, in formato digitale, come base cartografica. Sempre in formato digitale ho utilizzato anche le carte geologiche e geomorfologiche dell'area della Val Marecchia (fogli 266, 267, 278) oltre, per finire, agli shapefile presi dal database online del Piano stralcio dellAssetto Idrogeologico PAI. Il software usato per la realizzazione del lavoro di tesi stato ArcGIS di propriet di ESRI. Per ogni caso di studio ho per prima cosa effettuato un'analisi dal punto di vista geologico e geomorfologico, in modo da fare un quadro delle formazioni presenti oltre ad eventuali fenomeni franosi mostrati dalle carte. A seguire ho svolto un confronto fra il dato PS, e quindi i valori di spostamento, e la perimetrazione mostrata nel PAI. Per alcuni casi di studio il dato PS ha mostrato movimenti in aree gi perimetrate nel PAI come "in dissesto", mentre in altri il dato satellitare ha permesso di venire a conoscenza di fenomeni non conosciuti (come ad esempio nel caso di Monte Gregorio). Per ogni caso di studio ho inoltre scelto alcuni PS caratteristici (solitamente quelli a coerenza maggiore) e ho ricavato la relativa serie storica. In questo modo stato possibile verificare lo spostamento durante tutti gli anni in cui sono state prese le scene (dal 1992 al 2000 per dati ERS, dal 2002 al 2008 per dati ENVISAT) potendo quindi mettere in luce accelerazioni o assestamenti dei fenomeni nel tempo, oltre a escludere la presenza di trend di spostamento anomali imputabili nella maggior parte dei casi a errori nel dato. Lobiettivo della tesi stato da una parte di verificare la bont del dato PS nellinterpretazione dei movimenti dovuti a dissesti franosi e dallaltra di fare un confronto tra il dato di spostamento ricavato dai PS e i vari inventari o carte di piano. Da questo confronto sono emerse informazioni molti interessanti perch stato possibile avere conferme di movimento su dissesti gi conosciuti (SantAgata Feltria, San Leo e altri) ma anche di venire a conoscenza di fenomeni non conosciuti (Monte Gregorio). In conclusione emerso dal mio lavoro che il monitoraggio tramite tecnica PSinSAR necessita di essere integrato con le tecniche tradizionali poich presenta alcune limitazioni importanti come limpossibilit di "vedere" movimenti veloci o lungo la direzione Nord-Sud, oltre ad avere dati in aree vegetate o scarsamente abitate. I vantaggi sono per notevoli potendo monitorare con ununica ripresa vaste porzioni di territorio oltre ad avere serie storiche consistenti, in grado di evidenziare i movimenti avvenuti nel passato. Tale tecnica quindi, secondo il mio parere, pu essere utilizzata come supporto alla stesura di cartografia di fenomeni franosi fornendo informazioni aggiuntive rispetto alle varie tecniche tradizionali come il GPS, sondaggi geotecnici e sondaggi inclinometrici.

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La forte crescita nella pescicoltura ha portato ad una significativa pressione ambientale di origine antropica nei sistemi costieri. Il bivalve locale Scrobicularia plana stato usato come bioindicatore per valutare la qualit ambientale di un ecosistema affetto da scarichi di acque residuali di una piscifattoria nel braccio di mare Rio San Pedro (Spagna sud-occidentale). I bivalvi sono stati raccolti nei sedimenti intertidali nell'ottobre del 2010 da cinque siti del braccio di mare, seguendo un gradiente di inquinamento decrescente dall'effluente al sito di controllo. Per valutare l'esposizione e l'effetto di contaminanti legati alle acque residuali delle piscifattorie stata selezionata una batteria di biomarker. Sono state misurate nei tessuti delle ghiandole digestive dei bivalvi: l'attivit di enzimi del sistema di detossificazione della Fase I (etossiresorufina-O-deetilasi, EROD e dibenzilfluoresceina, DBF) l'attivit di un enzima del sistema di detossificazione di Fase II (glutatione S-transferasi, GST), l'attivit di enzimi antiossidanti (glutatione perossidasi, GPX e glutatione reduttasi, GR) e parametri di stress ossidativo (perossidazione lipidica, LPO, e danno al DNA). In parallelo sono state misurate in situ, nelle aree di studio, temperatura, pH, salinit e ossigeno disciolto nelle acque superficiali; nelle acque interstiziali sono stati misurati gli stessi parametri con l'aggiunta del potenziale redox. Sono state trovate differenze significative (p<0,05) tra siti di impatto e sito di controllo per quanto riguarda l'attivit di EROD e GR, LPO e danno al DNA; stato osservato un chiaro gradiente di stress riconducibile alla contaminazione, con alte attivit di questi biomarker nell'area di scarico delle acque residuali della pescicoltura e livelli pi bassi nel sito di controllo. stata trovata inoltre una correlazione negativa significativa (p<0,01) tra la distanza alla fonte di inquinamento e linduzione dei biomarker. Sono state analizzate le componenti abiotiche, inserendole inoltre in una mappa georeferenziata a supporto. Ossigeno disciolto, pH, salinit e potenziale redox mostrano valori bassi vicino alla fonte di inquinamento, aumentando man mano che ci si allontana da esso. I dati ottenuti indicano nel loro insieme che lo scarico di acque residuali dalle attivit di pescicoltura nel braccio di mare del Rio San Pedro pu indurre stress ossidativo negli organismi esposti che pu portare ad un'alterazione dello stato di salute degli organismi.

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Individuazione dei valori ottimali di crescita di dinoflagellate bentoniche, valutazione della tossicit e di interazioni allelopatiche. Il fitoplancton rappresenta la base della catena trofica in ambiente marino, nonch oltre la met della produzione primaria a livello mondiale. Le dinoflagellate, assieme alle diatomee, costituiscono la maggior parte del fitoplancton, comprendendo numerose e diversificate specie di microalghe dalla differente distribuzione, ecologia e fisiologia. Alcune specie appartenenti a tale gruppo sono in grado di dare luogo, in determinate condizioni, a estesi fenomeni di fioriture algali, che diventano particolarmente impattanti se le specie coinvolte sono responsabili della produzione di biotossine, le quali possono direttamente uccidere altri organismi o accumularsi nei loro tessuti. Gli effetti nocivi di questi fenomeni si ripercuotono pesantemente sull'ecosistema marino, con ingenti morie di organismi acquatici (da pesci a molluschi, dal bentos al necton) e profonde alterazioni nelle comunit specifiche. Un forte coinvolgimento si ha di conseguenza anche per le attivit umane, in seguito a forti esternalit negative su pesca, turismo, attivit ricreative, o spesso con rischi direttamente correlati alla salute umana, dovuti perlopi ad ingestione di organismi contaminati o all'inalazione di tossine per via aerea. Negli ultimi anni le fioriture algali tossiche si sono fortemente intensificate in distribuzione, estensione e frequenza, attirando l'interesse globale della comunit scientifica. Diversi studi condotti in questo senso hanno portato all'identificazione di numerose specie di dinoflagellate tossiche e all'isolamento di una lunga serie di composti chimici con effetti dannosi da esse sintetizzate. Tuttavia si conosce ancora ben poco sull'ecologia di queste specie, in particolare su quali siano i fattori che possano indurre o regolare la proliferazione e lo sviluppo di un bloom algale. Questo studio si focalizzato su due specie di dinoflagellate bentoniche tossiche, Ostreopsis ovata e Coolia monotis, entrambe appartenenti alla famiglia Ostreopsidaceae, note gi da tempo nei paesi tropicali poich associate alla sindrome da ciguatera. Negli ultimi anni, Ostreopsis ovata stata oggetto di numerose ricerche in Europa, poich ha dato luogo a fenomeni di bloom, collegati con danni respiratori nell'uomo, anche lungo i litorali italiani; soltanto recentemente grazie ad una tecnica analitica basata sulla combinazione di cromatografia liquida e spettrometria di massa (LC-MS), stato possibile isolare la diverse tossine responsabili. Durante i vari monitoraggi e campionamenti delle acque, questa dinoflagellata stata sempre riscontrata in presenza di Coolia monotis (e Prorocentrum lima), di cui invece si conosce ben poco, visto che la sua tossicit in Mediterraneo non ancora stata dimostrata, n la sua tossina caratterizzata. Il primo step di questo studio stato quello di valutare, attraverso il mantenimento di colture in vitro, l'importanza della temperatura nella crescita di O. ovata e C. monotis (singolarmente) provenienti dalla zona del monte Conero (Ancona, Marche). Esistono gi studi di questo tipo su ceppi adriatici di O. ovata, tuttavia stato effettuato un esperimento similare utilizzando un nuovo ceppo, isolato in anni recenti; per C. monotis invece non sono presenti molti studi in letteratura, in particolare nessuno riguardante ceppi italiani. La valutazione della crescita stata effettuata attraverso conteggio delle cellule, misura dell'efficienza fotosintetica e consumo dei macronutrienti. Quindi, visto che le due specie vivono in associazione nell'ambiente marino, si cercato di evidenziare l'instaurarsi di eventuali processi competitivi o di fenomeni di allelopatia. Dall'analisi dei risultati emerso che, se coltivate individualmente, sia C. monotis che O. ovata mostrano un optimum di crescita alla temperatura di 20C, con tasso di crescita, numero di cellule e rendimento fotosintetico raggiunti pi elevati, seppure non di molto rispetto alle colture a 25C. Le colture a 30C al contrario hanno mostrato valori sensibilmente inferiori. Se fatte crescere assieme, invece, C. monotis mantiene lo stesso pattern riscontrato nella monoculture a 20 e 25C, seppur raggiungendo numeri di cellule inferiori, mentre a 30C ha una crescita bassissima. Al contrario, O. ovata alla temperatura pi elevata raggiunge lo stesso numero di cellule della monocultura, alla temperatura intermedia registra il tasso di crescita, ma non il numero di cellule, pi elevato, mentre alla temperatura pi bassa (che era l'optimum per la monocultura) si ha il maggior stress per la specie, evidenziando forti fenomeni di competizione. Esperimenti su C. monotis fatta crescere in un filtrato di O. ovata non hanno invece chiarito l'esistenza o meno di eventuali effetti allelopatici di Ostreopsis su Coolia, dato che non sono apparse differenze evidenti tra il controllo e il filtrato, mentre hanno messo in luce l'importanza dei batteri associati alle microalghe come supporto alla loro crescita, poich le colture cresciute in filtrato sterile hanno manifestato tutte quante un rendimento quantico fotosintetico inferiore.

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Il progetto di tesi si sviluppa in una delle tre aree individuate dal bando di concorso indetto dal Comune di Rimini, allo scopo di riqualificare il lungomare della citt, donandogli una nuova immagine in Italia e nel mondo. Le aree, tra di loro attigue, si collocano su di un tratto di costa lungo circa due km, che vanno da piazzale Boscovich al Parco Fellini, dal Parco Fellini a piazzale Kennedy e da piazzale Kennedy a piazza Marvelli, gi piazza Tripoli. Si tratta di una procedura concorsuale sulla base delle leggi urbanistiche vigenti con la quale nel corso del 2008 l'Amministrazione Comunale di Rimini ha inteso ricercare soggetti privati per ridefinire in senso ambientale, urbano e funzionale, una delle parti pi preziose e delicate della citt: il waterfront di Marina centro. In particolare il bando stabiliva tutta una serie di obbiettivi da perseguire tra i quali: l'aumento dell'attivit turistica per tutto l'arco dell'anno, la riorganizzazione della viabilit, la realizzazione di spazi legati al commercio e al terziario, la riqualificazione urbana, una diversa collocazione degli attuali parcheggi, la completa pedonalizzazione del lungomare, oggi principale elemento viario di questa parte di citt. Alla scadenza del bando, il 28 marzo del 2008 sono pervenuti agli uffici comunali tre proposte: dallo Studio Altieri con l'architetto Julien de Smedt e Coopsette con l'architetto Jean Nouvel per il bando relativo al tratto Piazzale Boscovich piazzale Kennedy; e da Gecos con Foster + Partners per il tratto piazzale Kennedy piazza Marvelli. Nello sviluppo del progetto mi sembrato necessario integrare quelle che erano le richieste del bando con alcune scelte programmatiche, di forte impatto, ma a mio avviso indispensabili per assicurare e ritrovare quella urbanit che qui sembra sia stata dimenticata. In tal senso in prossimit di piazzale Boscovich ho proposto la realizzazione di una serie di spazi culturali legati allo spettacolo, per mezzo di due auditorium con sale di 250 e 900 posti e una serie di spazi espositivi legati alle varie manifestazioni.

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IMPARARE LA SOSTENIBILITA Oggetto di questa tesi di laurea la progettazione di un asilo nido in prossimit della scuola dellinfanzia Coccinella di Bertinoro (FC) per rispondere alle esigenze espresse dallaAmministrazione Comunale, orientate a realizzare un ampliamento della struttura esistente, completando cos il polo scolastico comprendente anche la scuola elementare comunale adiacente. La strategia di intervento che il progetto ha adottato prevede due scenari: uno che assume integralmente gli obiettivi dellAmministrazione e prevede la realizzazione di una struttura per la prima infanzia ad ampliamento di quella esistente, e un secondo che invece propone anche la realizzazione di una nuova scuola materna, in sostituzione di quella attualmente presente. Il progetto ha adottato un approccio integrato dal punto di vista formale e costruttivo, mostrando particolari attenzioni alle tematiche ambientali, assunte come determinanti per ottenere elevati livelli di benessere per i fruitori. La scuola diventa cos promotrice di una progettazione orientata a principi di sostenibilit ambientale, efficienza e risparmio energetico, attraverso scelte in cui, sin dalle prime fasi, tecnologia, ambiente, comfort e salute cercano un reciproco equilibrio. A scala urbana si scelto di recuperare e ampliare il sistema di percorsi pedonali che consente il collegamento tra le diverse parti della citt, valorizzando il paesaggio quale risorsa primaria. A scala locale, per garantire lintegrazione del nuovo intervento con lambiente e il territorio, il progetto ha richiesto unapprofondita analisi preliminare del sito, comprendente lo studio di elementi del contesto sociale, culturale, ambientale e paesaggistico. A questi si sono affiancati gli aspetti climatologici, funzionali alla scelta dellesposizione da attribuire alledificio in modo da mitigare gli effetti delle variazioni climatiche e ottimizzare la qualit indoor. Dal punto di vista funzionale e distributivo il progetto ha risposto a criteri di massima flessibilit e fruibilit degli ambienti interni, assecondando le esigenze di educatori e bambini. Particolare attenzione stata rivolta alla scelta della tipologia costruttiva, adottando elementi prefabbricati in legno assemblati a secco. Questo sistema consente la realizzazione di strutture affidabili, durevoli nel tempo e rispondenti a tre criteri fondamentali nellottica della sostenibilit: impiego di materiali rinnovabili, minimizzazione dei rifiuti e del consumo di acqua in cantiere e possibilit di recupero tramite smontaggio. Per garantire un corretto rapporto tra costruito e contesto urbano si deciso di utilizzare materiali da rivestimento della tradizione locale, quali la pietra, e di attenuare limpatto visivo dellintervento attraverso limpiego di coperture verdi. Queste, oltre a restituire in copertura il suolo occupato dai volumi edificati, contribuiscono alla mitigazione del microclima, sia allinterno delledificio che nel suo intorno. Rispetto agli obiettivi di benessere degli utenti, il progetto si posto lobiettivo di superare i confini determinati dalla normativa sui requisiti energetici, puntando al raggiungimento di condizioni ottimali in termini di salubrit del costruito e confort abitativo. Questo intervento si propone di sperimentare un approccio ecologico di sensibilizzazione ai criteri di sostenibilit, capace di coinvolgere tutti i protagonisti della vita scolastica: i bambini, gli insegnanti, i genitori e la citt. Imparare la sostenibilit lobiettivo del progetto e la linea guida della tesi, i percorsi di sostenibilit, rappresenta il frutto degli studi, delle analisi, delle scelte che ci hanno spinto ad ottenere lo scopo prefissato e racchiude in un significato sia fisico che metaforico i risultati finali, sia a scala urbana, che a scala delledificio. Il termine percorsi ci permette di comprendere sia la nuova rete di collegamenti tra larea di intervento e il resto della citt quali strumento di rigenerazione e di contatto con il paesaggio, ma anche il processo di crescita e formativo che il bambino, destinatario e protagonista del progetto, intraprender in questi luoghi. La realizzazione di edifici tecnologicamente efficienti dal punto di vista delle prestazioni energetiche (raggiungimento classe B per la struttura esistente, classe A per le ipotesi di ampliamento) ma anche dal punto di vista del confort luminoso rappresenta la premessa per la formazione di una nuova generazione pi responsabile e rispettosa nei confronti dellambiente che la circonda.

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Il progetto incentrato sulla riqualificazione dellarea occupata dai vecchi stabilimenti dellEridania a Forl risalenti al 1900, ora di propriet della Cooperativa Muratori di Verucchio. Larea situata in una zona a Nord del centro storico, adiacente alla linea ferroviaria. Attualmente verte in stato di forte abbandono dal 1973, anno della chiusura dello stabilimento: la pi vasta area dismessa in prossimit del centro storico, una ferita aperta nel cuore della citt. Le dimensioni e la vicinanza al centro cittadino costituiscono il maggiore potenziale dellarea che si presta per questo allintroduzione di funzioni di pubblico interesse, spazi per la cultura e lo svago, edifici residenziali e commerciali; inoltre, essendo caratterizzata da una prevalenza di spazi verdi, nasce spontanea lipotesi di un nuovo grande parco urbano al servizio della comunit. Oltre al valore dellarea da sottolineare il pregio architettonico di alcuni degli edifici che possiamo considerare come grandiosi esempi di archeologia industriale. Gli edifici, attualmente, versano in un notevole stato di degrado dovuto allabbandono dello stabilimento e al grave incendio che nel 1989 ha distrutto i capannoni di deposito, risparmiando per il corpo principale dellintervento. Nonostante ci, gli edifici hanno conservato pressoch intatta la loro struttura e, di conseguenza, limmagine originaria nel suo complesso. quindi possibile ipotizzarne il mantenimento, una volta effettuati i necessari interventi di consolidamento strutturale e ristrutturazione architettonica. Il progetto di recupero dellarea nasce quindi da unesigenza concreta e fortemente sentita dalla cittadinanza. Si deve inoltre considerare che, senza un intervento tempestivo, si va incontro allaggravamento dello stato delle strutture superstiti, fino ad un possibile collasso, rischiando cos di perdere definitivamente un prezioso bene del patrimonio architettonico della citt. Il dibattito sullex Eridania e le sue possibilit di trasformazione si riacceso negli ultimi anni, soprattutto in seguito allincendio dell89. In particolare, il PRG di Forl del 2003, successivamente adeguato alla legge regionale 20/2000 nel 2007, definisce un nuovo piano di riqualificazione per le aree dismesse e le aree ferroviarie, con nuovi contenuti e procedure dintervento. Nel 2008 la Cooperativa Muratori di Verucchio, proprietaria dellarea e degli stabilimenti, ha proposto un accordo di programma che prevedeva per il corpo centrale dello zuccherificio la destinazione a caserma delle forze dellordine, e per gli spazi circostanti la costruzione di case popolari, di un centro sportivo, di residenze private, edifici per uffici e negozi, oltre al mantenimento di ampie aree verdi. Il progetto non stato finora realizzato a causa degli alti costi dintervento per la messa in sicurezza degli edifici preesistenti. Nello steso anno lassociazione Italia Nostra ha proposto lorganizzazione di un concorso di idee per il recupero dellarea, ipotizzando per lo stabilimento principale la trasformazione in un ampio spazio coperto, aperto a diverse e numerose possibilit di destinazione rivolte alla collettivit. Gli alti costi di recupero, insieme allimmobilismo amministrativo e ai limiti legati a una burocrazia complessa, e spesso inefficace, hanno finora invalidato qualsiasi tipo dintervento e, ad oggi, la questione del riutilizzo dello zuccherificio rimane una domanda aperta ancora senza risposta. E quindi importante continuare ad interrogarsi sul futuro dellarea progredendo, se non con fatti concreti, con nuove idee e proposte, in attesa che si creino le condizioni necessarie ad intervenire e ridare alla citt una parte di s, arricchita di nuovo valore.

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Nel contesto della progettazione di interventi di difesa da frane di crollo, la tesi rivolta allo studio del comportamento di opere di protezione dalla caduta massi, con particolare riguardo alle barriere paramassi, strutture metalliche progettate per arrestare blocchi in caduta lungo un versante. Specificamente, il comportamento altamente non lineare di queste strutture stato osservato mediante modellazione numerica agli elementi finiti con codice di calcolo STRAUS 7 v.2.3.3. La formulazione dei modelli stata sviluppata a partire dai dati contenuti nel Catasto delle opere di protezione (VISO), recentemente messo a punto dalla Provincia Autonoma di Bolzano, nel contesto di una pi ampia procedura di analisi della pericolosit di versante in presenza di opere di protezione, finalizzata ad una appropriata gestione del rischio indotto da frane di crollo. Sono stati messi a punto una serie di modelli agli elementi finiti di alcune tra le tipologie pi ricorrenti di barriere paramassi a limitata deformabilit. Questi modelli, sottoposti ad una serie di analisi dinamiche e non-lineari, intese a simulare limpatto di blocchi aventi massa e velocit nota, hanno permesso di osservare la risposta complessiva di queste strutture in regime dinamico identificando i meccanismi di rottura a partire dallosservazione della formazione di cerniere plastiche, monitorando contestualmente grandezze rilevanti quali gli spostamenti e le forze mobilitate in fondazione. Questi dati, opportunamente interpretati, possono fornire i parametri necessari allimplementazione di pi ampie procedure di analisi del rischio indotto da movimenti frane di crollo.

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Presentiamo alcune proposte di modifica alle superfici di suddivisione di Catmull-Clark, per garantire la continuit del secondo ordine anche nei vertici straordinari e una buona qualit di forma. La ricerca di questi miglioramenti motivata dal tentativo di integrazione delle superfici di suddivisione in un sistema di modellazione geometrica in contesto CAD/CAGD, il quale richiede che certi requisiti di regolarit e qualit siano soddisfatti. Illustriamo due approcci differenti per la modifica della superficie limite. Il primo prevede il blending tra la superficie originale e una superficie polinomiale approssimante, definita opportunamente, in modo tale da ottenere la regolarit desiderata. Il secondo metodo consiste nella sostituzione della superficie di Catmull-Clark con un complesso di patch di Gregory bicubici e adeguatamente raccordati. Insieme allattivit di analisi, riformulazione ed estensione di queste proposte, abbiamo realizzato una implementazione in codice C/C++ e OpenGL (con programmi accessori scritti in MATLAB e Mathematica), finalizzata alla sperimentazione e alla verifica delle caratteristiche dei metodi presentati.

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Questo lavoro si posto lobiettivo di valutare leffetto dei processi di combustione della biomassa sulla composizione chimica del particolato atmosferico. Sono state analizzate le polveri totali sospese (TSP) e le sotto-frazioni PM10 e PM2.5. Il sito di campionamento collocato in unarea suburbana costiera nella provincia di Rimini. Larea di studio soggetta allapporto di contaminanti derivanti dalle emissioni del traffico autoveicolare (urbano e della vicina autostrada A14) e di piccole attivit industriali, tra cui la pi importante linceneritore di rifiuti solidi urbani. Il campionamento stato effettuato nei mesi marzo-aprile 2011. Durante questo periodo ricorre la tradizionale festa popolare delle Focheracce dove si bruciano enormi cataste di legna per salutare linverno ed accogliere la primavera. In corrispondenza proprio di questa giornata si registra in atmosfera un forte incremento della concentrazione di polveri accompagnato da una variazione nella loro composizione chimica. Il levoglucosano (LG), marker specifico dei processi di combustione della biomassa, mostra concentrazioni di un ordine pi elevato rispetto a tutto il periodo di campionamento. Incrementi si registrano, pi in generale, per tutti quei composti direttamente imputabili ai processi di combustione incompleta, come CO, CE ed IPA. Il campionamento in occasione dei fuochi ha inoltre evidenziato maggiori concentrazioni in atmosfera di potassio, magnesio, ammonio, nitrati e carbonati nella frazione TSP-PM10. In conclusione, dai risultati della caratterizzazione chimica nelle diverse frazioni granulometriche delle polveri possibile affermare che i processi di combustione della biomassa, hanno nellarea di studio un ruolo importante nel determinare il carico complessivo delle PM. La correlazione inversa tra temperatura atmosferica e concentrazione di levoglucosano induce a pensare che il contributo dovuto alla combustione di biomassa sulle PM sia imputabile al riscaldamento domestico.

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Un livello di sicurezza che prevede lautenticazione e autorizzazione di un utente e che permette di tenere traccia di tutte le operazioni effettuate, non esclude una rete dallessere soggetta a incidenti informatici, che possono derivare da tentativi di accesso agli host tramite innalzamento illecito di privilegi o dai classici programmi malevoli come virus, trojan e worm. Un rimedio per identificare eventuali minacce prevede lutilizzo di un dispositivo IDS (Intrusion Detection System) con il compito di analizzare il traffico e confrontarlo con una serie dimpronte che fanno riferimento a scenari dintrusioni conosciute. Anche con elevate capacit di elaborazione dellhardware, le risorse potrebbero non essere sufficienti a garantire un corretto funzionamento del servizio sullintero traffico che attraversa una rete. L'obiettivo di questa tesi consiste nella creazione di unapplicazione con lo scopo di eseguire unanalisi preventiva, in modo da alleggerire la mole di dati da sottoporre allIDS nella fase di scansione vera e propria del traffico. Per fare questo vengono sfruttate le statistiche calcolate su dei dati forniti direttamente dagli apparati di rete, cercando di identificare del traffico che utilizza dei protocolli noti e quindi giudicabile non pericoloso con una buona probabilit.

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In questo elaborato prenderemo in esame la questione della progettazione di un sistema software atto a gestire alcuni dei problemi legati alla raccolta dei dati in ambito medico. Da tempo infatti si capita l'importanza di una speciale tecnica di raccolta dei dati clinici, nota in letteratura col nome di "patient-reported outcome", che prevede che siano i pazienti stessi a fornire le informazioni circa l'andamento di una cura, di un test clinico o, pi semplicemente, informazioni sul loro stato di salute fisica o mentale. Vedremo in questa trattazione come ci sia possibile e, soprattutto, come le tecniche e le tecnologie informatiche possano dare un grande contributo ai problemi di questo ambito. Mostreremo non solo come sia conveniente l'uso, in campo clinico, di tecniche automatiche di raccolta dei dati, della loro manipolazione, aggregazione e condivisione, ma anche come sia possibile realizzare un sistema moderno che risolva tutti questi problemi attraverso l'utilizzo di tecnologie esistenti, tecniche di modellazione dei dati strutturati e un approccio che, mediante un processo di generalizzazione, aiuti a semplificare lo sviluppo del software stesso.