2 resultados para fusobacterium-nucleatum

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La ricerca si è focalizzata su due degli aspetti di interesse odontoiatrico più diffusi: la carie dentaria e la parodontite cronica. Il problema della carie dentaria è stato studiato in una popolazione di 39 soggetti affetti da cardiopatia congenita in cui la scarsa igiene orale è fattore di rischio per problematiche di salute generale e soprattutto per lo sviluppo di endocardite infettiva. I dati osservati e confrontati con quelli di un omogeneo gruppo di controllo dimostrano che nella dentatura decidua questi bambini hanno più denti cariati, come dimostrato dalla significativa differenza dell'indice dmft. Nella dentatura permanente non si osservano differenze tra i due gruppi. La carica microbica totale rilevata nella saliva e la presenza di Streptococcus mutans non mostrano differenze tra i due gruppi. I problemi di parodontite cronica sono stati studiati in un gruppo di 352 soggetti italiani adulti in cui si è definita la prevalenza dei 6 più importanti patogeni parodontali e la possibile correlazione con parametri clinici (pus, sanguinamento al sondaggio - BOP, profondità di sondaggio della tasca parodontale – PPD). Tra le 6 specie batteriche ricercate, quello di più frequente riscontro è stato Fusobacterium nucleatum (95%), mentre quello con carica batterica più alta è stato Tannerella forsythia. La carica batterica di Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola, Tannerella forsythia e Fusobacterium nucleatum ha mostrato una correlazione diretta con il BOP e la presenza di pus. Inoltre, si è riscontrato che la carica batterica di tutte le specie (tranne Aggregatibacterium actinomycetemcomitans) aumenta all'aumentare del PPD. Tra le variabili studiate, PPD rappresenta il più importante fattore di rischio per la presenza di parodontopatogeni, mentre BOP è un indicatore di rischio per la ricerca del complesso rosso.

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The present thesis aims to provide a thorough comprehension of the vaginal ecosystem of pregnant women and enhance the knowledge of pregnancy pathophysiology. The first study emphasized the importance of limiting protein intake from animal sources, consuming carbohydrates, and avoiding starting pregnancy overweight to maintain a healthy vaginal environment characterized by lactobacilli and related metabolites. In the second paper, a reduction in bacterial diversity, an increase in Lactobacillus abundance, and a decrease in bacterial vaginosis-related genera were observed during pregnancy. Lactobacillus abundance correlated with higher levels of lactate, sarcosine, and amino acids, while bacterial vaginosis-related genera were associated with amines, formate, acetate, alcohols, and short-chain fatty acids. An association between intrapartum antibiotic prophylaxis for Group B Streptococcus and higher vaginal abundance of Prevotella was found. Moreover, women experiencing a first-trimester miscarriage displayed a higher abundance of Fusobacterium. The third study explored the presence of macrolides and tetracyclines resistance genes in the vaginal environment, highlighting that different vaginal microbiota types were associated with distinct resistance profiles. Lactobacilli-dominated ecosystems showed fewer or no resistance genes, while women with increased bacterial vaginosis-related genera were positive for resistance genes. The last two papers aimed to identify potential biomarkers of vaginal health or disease status. The fourth paper showed that positivity for Torquetenovirus decreased from the first to the third trimester, being more prevalent in women with higher vaginal leukocyte counts. Torquetenovirus-positive samples showed higher levels of cytokines, propionate, and cadaverine. Lactobacillus species decreased in Torquetenovirus-positive samples, while Sneathia and Shuttleworthia increased. The last work pointed out the association between clade 2 of Gardnerella vaginalis and bacterial vaginosis. Moreover, as the number of simultaneously detected G. vaginalis clades increased, bacterial vaginosis-associated bacteria also tended to increase. Additionally, sialidase gene levels negatively correlated with Lactobacillus and positively correlated with Gardnerella, Atopobium, Prevotella, Megasphaera, and Sneathia.