3 resultados para ehdollinen CAPM
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La studio dell’efficienza di un indice azionario ha accresciuto la propria importanza nell’industria dell’asset management a seguito della diffusione dell’utilizzo di benchmark e investimenti indicizzati. Il presente lavoro valuta il livello di efficienza dei principali indici del mercato azionario statunitense, dell’Area Euro e italiano. Lo studio empirico ricorre a quattro misure di efficienza: il GRS, un test small-sample multivariato fondato sul CAPM; il test large sample di Wald, implementato tramite una simulazione bootstrap; il test GMM, che è stato applicato in una cornice non-gaussiana attraverso una simulazione block bootstrap; la misura di efficienza relativa di Kandel e Stambaugh. I risultati empirici forniscono una prova evidente della superiore efficienza degli indici equiponderati. Questa conclusione è interpretata sulla base della letteratura scientifica esistente, analizzando le diverse cause di ordine teorico ed empirico che sono state proposte.
Resumo:
Le scelte di asset allocation costituiscono un problema ricorrente per ogni investitore. Quest’ultimo è continuamente impegnato a combinare diverse asset class per giungere ad un investimento coerente con le proprie preferenze. L’esigenza di supportare gli asset manager nello svolgimento delle proprie mansioni ha alimentato nel tempo una vasta letteratura che ha proposto numerose strategie e modelli di portfolio construction. Questa tesi tenta di fornire una rassegna di alcuni modelli innovativi di previsione e di alcune strategie nell’ambito dell’asset allocation tattica, per poi valutarne i risvolti pratici. In primis verificheremo la sussistenza di eventuali relazioni tra la dinamica di alcune variabili macroeconomiche ed i mercati finanziari. Lo scopo è quello di individuare un modello econometrico capace di orientare le strategie dei gestori nella costruzione dei propri portafogli di investimento. L’analisi prende in considerazione il mercato americano, durante un periodo caratterizzato da rapide trasformazioni economiche e da un’elevata volatilità dei prezzi azionari. In secondo luogo verrà esaminata la validità delle strategie di trading momentum e contrarian nei mercati futures, in particolare quelli dell’Eurozona, che ben si prestano all’implementazione delle stesse, grazie all’assenza di vincoli sulle operazioni di shorting ed ai ridotti costi di transazione. Dall’indagine emerge che entrambe le anomalie si presentano con carattere di stabilità. I rendimenti anomali permangono anche qualora vengano utilizzati i tradizionali modelli di asset pricing, quali il CAPM, il modello di Fama e French e quello di Carhart. Infine, utilizzando l’approccio EGARCH-M, verranno formulate previsioni sulla volatilità dei rendimenti dei titoli appartenenti al Dow Jones. Quest’ultime saranno poi utilizzate come input per determinare le views da inserire nel modello di Black e Litterman. I risultati ottenuti, evidenziano, per diversi valori dello scalare tau, extra rendimenti medi del new combined vector superiori al vettore degli extra rendimenti di equilibrio di mercato, seppur con livelli più elevati di rischio.
Resumo:
The first chapter provides evidence that aggregate Research and Development (R&D) investment drives a persistent component in productivity growth and that this embodies a risk priced in financial markets. In a semi-endogenous growth model, this component is identified by the R&D in excess of equilibrium levels and can be approximated by the Error Correction Term in the cointegration between R&D and Total Factor Productivity. Empirically, the component results being well defined and it satisfies all key theoretical predictions: it exhibits appropriate persistency, it forecasts productivity growth, and it is associated with a cross-sectional risk premium. CAPM is the most foundational model in financial economics, but is known to empirically underestimate expected returns of low-risk assets and overestimate those with high risk. The second chapter studies how risks omission and funding tightness jointly contribute to explaining this anomaly, with the former affecting the definition of assets’ riskiness and the latter affecting how risk is remunerated. Theoretically, the two effects are shown to counteract each other. Empirically, the spread related to binding leverage constraints is found to be significant at 2% yearly. Nonetheless, average returns of portfolios that exploit this anomaly are found to mostly reflect omitted risks, in contrast to their employment in previous literature. The third chapter studies how ‘sustainability’ of assets affect discount rates, which is intrinsically mediated by the risk profile of the assets themselves. This has implications for the assessment of the sustainability-related spread and for hedging changes in the sustainability concern. This mechanism is tested on the ESG-score dimension for US data, with inconclusive evidence regarding the existence of an ESG-related premium in the first place. Also, the risk profile of the long-short ESG portfolio is not likely to impact the sign of its average returns with respect to the sustainability-spread, for the time being.