4 resultados para Secondary level
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Negli ultimi vent’anni sono state proposte al livello internazionale alcune analisi dei problemi per le scienze nella scuola e diverse strategie per l’innovazione didattica. Molte ricerche hanno fatto riferimento a una nuova nozione di literacy scientifica, quale sapere fondamentale dell’educazione, indipendente dalle scelte professionali successive alla scuola. L’ipotesi di partenza di questa ricerca sostiene che alcune di queste analisi e l’idea di una nuova literacy scientifica di tipo non-vocazionale mostrino notevoli limiti quando rapportate al contesto italiano. Le specificità di quest’ultimo sono state affrontate, innanzitutto, da un punto di vista comparativo, discutendo alcuni documenti internazionali sull’insegnamento delle scienze. Questo confronto ha messo in luce la difficoltà di ottenere un insieme di evidenze chiare e definitive sui problemi dell’educazione scientifica discussi da questi documenti, in particolare per quanto riguarda i dati sulla crisi delle vocazioni scientifiche e sull’attitudine degli studenti verso le scienze. Le raccomandazioni educative e alcuni progetti curricolari internazionali trovano degli ostacoli decisivi nella scuola superiore italiana anche a causa di specificità istituzionali, come particolari principi di selezione e l’articolazione dei vari indirizzi formativi. Il presente lavoro si è basato soprattutto su una ricostruzione storico-pedagogica del curricolo di fisica, attraverso l’analisi delle linee guida nazionali, dei programmi di studio e di alcuni rappresentativi manuali degli ultimi decenni. Questo esame del curricolo “programmato” ha messo in luce, primo, il carattere accademico della fisica liceale e la sua debole rielaborazione culturale e didattica, secondo, l’impatto di temi e problemi internazionali sui materiali didattici. Tale impatto ha prodotto dei cambiamenti sul piano delle finalità educative e degli strumenti di apprendimento incorporati nei manuali. Nonostante l’evoluzione di queste caratteristiche del curricolo, tuttavia, l’analisi delle conoscenze storico-filosofiche utilizzate dai manuali ha messo in luce la scarsa contestualizzazione culturale della fisica quale uno degli ostacoli principali per l’insegnamento di una scienza più rilevante e formativa.
Resumo:
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
Resumo:
This doctoral thesis presents a project carried out in secondary schools located in the city of Ferrara with the primary objective of demonstrating the effectiveness of an intervention based on Well-Being Therapy (Fava, 2016) in reducing alcohol use and improving lifestyles. In the first part (chapters 1-3), an introduction on risky behaviors and unhealthy lifestyle in adolescence is presented, followed by an examination of the phenomenon of binge drinking and of the concept of psychological well-being. In the second part (chapters 4-6), the experimental study is presented. A three-arm cluster randomized controlled trial including three test periods was implemented. The study involved eleven classes that were randomly assigned to receive well-being intervention (WBI), lifestyle intervention (LI) or not receive intervention (NI). Results were analyzed by linear mixed model and mixed-effects logistic regression with the aim to test the efficacy of WBI in comparison with LI and NI. AUDIT-C total score increased more in NI in comparison with WBI (p=0.008) and LI (p=0.003) at 6-month. The odds to be classified as at-risk drinker was lower in WBI (OR 0.01; 95%CI 0.01–0.14) and LI (OR 0.01; 95%CI 0.01–0.03) than NI at 6-month. The odds to use e-cigarettes at 6-month (OR 0.01; 95%CI 0.01–0.35) and cannabis at post-test (OR 0.01; 95%CI 0.01–0.18) were less in WBI than NI. Sleep hours at night decreased more in NI than in WBI (p = 0.029) and LI (p = 0.006) at 6-month. Internet addiction scores decreased more in WBI (p = 0.003) and LI (p = 0.004) at post-test in comparison with NI. Conclusions about the obtained results, limitations of the study, and future implications are discussed. In the seventh chapter, the data of the project collected during the pandemic are presented and compared with those from recent literature.
Resumo:
There are various methods to analyse waste, which differ from each other according to the level of detail of the compositio. Waste composed by plastic and used for packaging, for example, can be classified by chemical composition of the polymer used for the specific product. At a more basal level, before dividing a waste according to the specific chemical material of which it is composed it is possible and also important to classify it according to the material category. So, if the secondary aim is to consider the particular polymer that constitutes a plastic waste, or what kind of natural polymer composes a specific waste made of wood, the first aim is to classify the product category of the material that makes up the waste, so, if it is wood made, or plastic, or glass made or metal, or organic. There are not specific instruments to make this subdivision, not specific chemical tests, but only a manual recognition of the material that makes up the product or waste. The first steps of this study is a recognition of the materials of which the waste is composed, the second is a the quantification of differentiated and unsorted waste produced in the area under study, the third is a mass balance of the portions of waste sent for recovery in order to obtain information on quantities that can be effectively recovered and ready for new life cycle as raw material; the fourth and last step is an environmental assessment that provides information on the environmental cost of the recovery process. This process scheme is applied to various specific kinds of waste from separate collection generated in a specific area with the aim to find a model analysis appliable to other portions of territory in order to improve knowledge of recovery technologies.