7 resultados para Referral
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Attività di ricerca nell'ambito dell'inidirizzo nefrologia clinica, valutando: la popolazione dei pazienti in trattamento sostitutivo in particolare incidenza e prevalenza dei pazienti in trattamento renale sostitutivo nell'Azienda USL di Cesena dal 2000 al 2009 confronto con i dati del registro italiano (analisi retrospettiva). Analisi di questa popolazione e in particolare referral nefrologico e applicazione di misure atte a ridurre la progressione dell'IRC (prevenzione secondaria, terziaria e riduzione dei costi). Confronto con i dati internazionali.
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- Aims: Hereditary Transthyretin Amyloidosis (ATTRv) is one of the leading etiologies of systemic amyloidosis with more than 135 mutations described and a broad spectrum of clinical manifestations. We aimed to provide a systematic description of a population of individuals carrying pathogenic mutations of transthyretin (TTR) gene and to investigate the major clinical events during follow up. - Methods: Observational, retrospective, cohort study including consecutive patients with mutations of TTR gene, admitted to a tertiary referral center in Bologna, Italy, between 1984 and 2022. - Results: Three hundred twenty-five patients were included: 106 asymptomatic carriers, 49 cardiac phenotype, 49 neurological phenotype and 121 mixed phenotype. Twenty-three different mutations were found, with Ile68Leu (41.8%), Val30Met (19%), and Glu89Gln (10%) being the most common. After a median follow-up of 51 months data from 290 subjects were analyzed; among them 111 (38.3%) died and 123 (42.4%) had a major clinical event (death or hospitalization for heart failure). Nine (11.5%) of the 78 asymptomatic carriers showed signs and symptoms of the disease. Carriers had a prognosis comparable to healthy population, while no significant differences were seen among the three phenotypes adjusted by age. Age at diagnosis, NYHA functional class, left ventricular ejection fraction, mPND score and disease-modifying therapy were independently associated with survival. - Conclusions: This study offers a wide and comprehensive overview of ATTRv from the point of view of a tertiary referral center in Italy. Three main phenotypes can be identified (cardiac, neurological and mixed) with specific clinical and instrumental features. Family screening programs are essential to identify paucisymptomatic affected patients or unaffected carriers of the mutation, to be followed through the years. Lastly, disease-modifying therapy represents an evolving cornerstone of the management of ATTRv, with a great impact on mortality.
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Scopo di questa tesi di dottorato è stabilire se l’obiezione di coscienza in ambito medico sia moralmente giustificabile. Esistono essenzialmente tre tipi di rifiuto motivati dall’obiezione di coscienza (1) rifiuto di informare un paziente relativamente alle opzioni terapeutiche come ad esempio l’uso di un contraccettivo di emergenza o l’interruzione volontaria di gravidanza (2) rifiuto di rinviare un paziente che chiede un particolare intervento (o terapia) presso un collega non obiettore (3) rifiuto di svolgere in prima persona una certa attività richiesta dal paziente Per rispondere a questo interrogativo si è svolta un’analisi filosofico-morale dei principali argomenti utilizzati dalla letteratura su questo tema per giustificare o per negare un diritto morale all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari. Il diritto degli operatori sanitari all’integrità morale e a non essere complici di attività ritenute immorali dev’essere infatti confrontato con il diritto dei pazienti ad avere un’assistenza sanitaria efficiente, a poter compiere scelte autonome riguardo alla propria salute e ad essere informati relativamente a tutte le opzioni terapeutiche disponibili. Nel corso dell’intero lavoro è stato dimostrato come suddetti diritti dei pazienti sono facilmente e frequentemente violati a causa dell’incidenza dell’obiezione di coscienza in ambito medico. L’analisi condotta nel corso del lavoro di tesi si concentra fondamentalmente su quattro importanti aspetti del problema quali diritto all’integrità morale dell’ operatore sanitario, obblighi professionali, cooperazione al male e laicità dello stato. Alla fine del lavoro di analisi si è giunti alla conclusione che: le obiezioni di tipo (1) e (2) non sono mai moralmente giustificabili perché comportano sempre una violazione dei diritti fondamentali del paziente. Le obiezioni di coscienza di tipo (3) sono moralmente accettabili solo quando non impongono un peso eccessivo al paziente, vale a dire quando il rinvio presso un collega non obiettore è veloce, sicuro e agevole. Tuttavia le condizioni ideali in cui vengono rispettati i criteri minimi di ammissibilità dell’obiezione di coscienza di tipo (3) non si verificano quasi mai nella realtà dei fatti (per ragioni ampiamente spiegate nel corso del lavoro), per cui tali obiezioni risultano in pratica solo raramente accettabili da un punto d vista morale.
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Timing of waiting list entrance for patients with cystic fibrosis in need of pulmonary transplant: the experience of a regional referral centre Objective: Evaluation of parameters that can predict a rapid decay of general conditions of patients affected by Cystic Fibrosis (CF) with no specific criteria to be candidate to pulmonary transplant. Material and methods: Fifteen patients with CF who died for complications and 8 who underwent lung transplantation in the 2000-2010 decade, were enrolled. Clinical data 2 years before the event (body max index, FEV1%, number of EV antibiotic treatments per year, colonization with Methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA), pseudomonas aeruginosa mucosus, burkholderia cepacia, pulmonary allergic aspergilosis) were compared among the 2 groups. Results: Mean FEV1% was significantly higher and mean number of antibiotic treatment was lower in deceased than in the transplanted patients (p<0.002 and p<0.001 respectively). Although in patients who died there were no including criteria to enter the transplant list 2 years before the exitus, suggestive findings such as low BMI (17.3), high incidence of hepatic pathology (33.3%), diabetes (50%), and infections with MRSA infection (25%), Pseudomonas aeruginosa (83.3%) and burkholderia cepacia (8.3%) were found with no statistical difference with transplanted patients, suggesting those patients were at risk of severe prognosis. In patients who died, females were double than males. Conclusion: While evaluating patients with CF, negative prognostic factors such as the ones investigated in this study, should be considered to select individuals with high mortality risk who need stricter therapeutical approach and follow up. Inclusion of those patients in the transplant waiting list should be taken into account.
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Il danno epatico indotto dall'assunzione di farmaci viene comunemente indicato con il termine inglese DILI (Drug-Induced Liver Injury). Il paracetamolo rappresenta la causa più comune di DILI, seguito da antibiotici, FANS e farmaci antitubercolari. In particolare, i FANS sono una delle classi di farmaci maggiormente impiegate in terapia. Numerosi case report descrivono pazienti che hanno sviluppato danno epatico fatale durante il trattamento con FANS; molti di questi farmaci sono stati ritirati dal commercio in seguito a gravi reazioni avverse a carico del fegato. L'ultimo segnale di epatotossicità indotto da FANS è associato alla nimesulide; in alcuni paesi europei come la Finlandia, la Spagna e l'Irlanda, la nimesulide è stata sospesa dalla commercializzazione perché associata ad un'alta frequenza di epatotossicità. Sulla base dei dati disponibili fino a questo momento, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha recentemente concluso che i benefici del farmaco superano i rischi; un possibile aumento del rischio di epatotossicità associato a nimesulide rimane tuttavia una discussione aperta di cui ancora molto si dibatte. Tra le altre classi di farmaci che possono causare danno epatico acuto la cui incidenza tuttavia non è sempre ben definita sono gli antibiotici, quali amoxicillina e macrolidi, le statine e gli antidepressivi.Obiettivo dello studio è stato quello di determinare il rischio relativo di danno epatico indotto da farmaci con una prevalenza d'uso nella popolazione italiana maggiore o uguale al 6%. E’ stato disegnato uno studio caso controllo sviluppato intervistando pazienti ricoverati in reparti di diversi ospedali d’Italia. Il nostro studio ha messo in evidenza che il danno epatico da farmaci riguarda numerose classi farmacologiche e che la segnalazione di tali reazioni risulta essere statisticamente significativa per numerosi principi attivi. I dati preliminari hanno mostrato un valore di odds ratio significativo statisticamente per la nimesulide, i FANS, alcuni antibiotici come i macrolidi e il paracetamolo.
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Scopo dello studio: la cardiomiopatia aritmogena (CA) è conosciuta come causa di morte improvvisa, la sua relazione con lo scompenso cardiaco (SC) è stata scarsamente indagata. Scopo dello studio è la definizione della prevalenza e incidenza dello SC, nonché della fisiopatologia e delle basi morfologiche che conducono i pazienti con CA a SC e trapianto di cuore. Metodi: abbiamo analizzato retrospettivamente 64 pazienti con diagnosi di CA e confrontato i dati clinici e strumentali dei pazienti con e senza SC (NYHA III-IV). Abbiamo analizzato i cuori espiantati dei pazienti sottoposti a trapianto presso i centri di Bologna e Padova. Risultati: la prevalenza dello SC alla prima osservazione era del 14% e l’incidenza del 2,3% anno-persona. Sedici pazienti (23%) sono stati sottoposti a trapianto. I pazienti con SC erano più giovani all’esordio dei sintomi (46±16 versus 37±12 anni, p=0.04); il ventricolo destro (VD) era più dilatato e ipocinetico all’ecocardiogramma (RVOT 41±6 versus 37±7 mm, p=0.03; diametro telediastolico VD 38±11 versus 28±8 mm, p=0.0001; frazione di accorciamento 23%±7 versus 32%±11, p= 0.002). Il ventricolo sinistro (VS) era lievemente più dilatato (75±29 ml/m2 versus 60±19, p= 0.0017) e globalmente più ipocinetico (frazione di eiezione = 35%±14 versus 57%±12, p= 0.001). Il profilo emodinamico dei pazienti sottoposti a trapianto era caratterizzato da un basso indice cardiaco (1.8±0.2 l/min/m2) con pressione capillare e polmonare tendenzialmente normale (12±8 mmHg e 26±10 mmHg). L’analisi dettagliata dei 36 cuori dei pazienti trapiantati ha mostrato sostituzione fibro-adiposa transmurale nel VD e aree di fibrosi nel VS. Conclusioni: Nella CA lo SC può essere l’unico sintomo alla presentazione e condurre a trapianto un rilevante sottogruppo di pazienti. Chi sviluppa SC è più giovane, ha un interessamento del VD più severo accanto a un costante interessamento del VS, solo lievemente dilatato e ipocinetico, con sostituzione prevalentemente fibrosa.
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Background: Hypertrophic cardiomyopathy (HCM) is a common cardiac disease caused by a range of genetic and acquired disorders. The most common cause is genetic variation in sarcomeric proteins genes. Current ESC guidelines suggest that particular clinical features (‘red flags’) assist in differential diagnosis. Aims: To test the hypothesis that left ventricular (LV) systolic dysfunction in the presence of increased wall thickness is an age-specific ‘red flag’ for aetiological diagnosis and to determine long-term outcomes in adult patients with various types of HCM. Methods: A cohort of 1697 adult patients with HCM followed at two European referral centres were studied. Aetiological diagnosis was based on clinical examination, cardiac imaging and targeted genetic and biochemical testing. Main outcomes were: all-cause mortality or heart transplantation (HTx) and heart failure (HF) related-death. All-cause mortality included sudden cardiac death or equivalents, HF and stroke-related death and non-cardiovascular death. Results: Prevalence of different aetiologies was as follows: sarcomeric HCM 1288 (76%); AL amyloidosis 115 (7%), hereditary TTR amyloidosis 86 (5%), Anderson-Fabry disease 85 (5%), wild-type TTR amyloidosis 48 (3%), Noonan syndrome 15 (0.9%), mitochondrial disease 23 (1%), Friedreich’s ataxia 11 (0.6%), glycogen storage disease 16 (0.9%), LEOPARD syndrome 7 (0.4%), FHL1 2 (0.1%) and CPT II deficiency 1 (0.1%). Systolic dysfunction at first evaluation was significantly more frequent in phenocopies than sarcomeric HCM [105/409 (26%) versus 40/1288 (3%), (p<0.0001)]. All-cause mortality/HTx and HF-related death were higher in phenocopies compared to sarcomeric HCM (p<0.001, respectively). When considering specific aetiologies, all-cause mortality and HF-related death were higher in cardiac amyloidosis (p<0.001, respectively). Conclusion: Systolic dysfunction at first evaluation is more common in phenocopies compared to sarcomeric HCM representing an age-specific ‘red flag’ for differential diagnosis. Long-term prognosis was more severe in phenocopies compared to sarcomeric HCM and when comparing specific aetiologies, cardiac amyloidosis showed the worse outcomes.