5 resultados para Conquest
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Salt deposits characterize the subsurface of Tuzla (BiH) and made it famous since the ancient times. Archeological discoveries demonstrate the presence of a Neolithic pile-dwelling settlement related to the existence of saltwater springs that contributed to make the most of the area a swampy ground. Since the Roman times, the town is reported as “the City of Salt deposits and Springs”; "tuz" is the Turkish word for salt, as the Ottomans renamed the settlement in the 15th century following their conquest of the medieval Bosnia (Donia and Fine, 1994). Natural brine springs were located everywhere and salt has been evaporated by means of hot charcoals since pre-Roman times. The ancient use of salt was just a small exploitation compared to the massive salt production carried out during the 20th century by means of classical mine methodologies and especially wild brine pumping. In the past salt extraction was practised tapping natural brine springs, while the modern technique consists in about 100 boreholes with pumps tapped to the natural underground brine runs, at an average depth of 400-500 m. The mining operation changed the hydrogeological conditions enabling the downward flow of fresh water causing additional salt dissolution. This process induced severe ground subsidence during the last 60 years reaching up to 10 meters of sinking in the most affected area. Stress and strain of the overlying rocks induced the formation of numerous fractures over a conspicuous area (3 Km2). Consequently serious damages occurred to buildings and infrastructures such as water supply system, sewage networks and power lines. Downtown urban life was compromised by the destruction of more than 2000 buildings that collapsed or needed to be demolished causing the resettlement of about 15000 inhabitants (Tatić, 1979). Recently salt extraction activities have been strongly reduced, but the underground water system is returning to his natural conditions, threatening the flooding of the most collapsed area. During the last 60 years local government developed a monitoring system of the phenomenon, collecting several data about geodetic measurements, amount of brine pumped, piezometry, lithostratigraphy, extension of the salt body and geotechnical parameters. A database was created within a scientific cooperation between the municipality of Tuzla and the city of Rotterdam (D.O.O. Mining Institute Tuzla, 2000). The scientific investigation presented in this dissertation has been financially supported by a cooperation project between the Municipality of Tuzla, The University of Bologna (CIRSA) and the Province of Ravenna. The University of Tuzla (RGGF) gave an important scientific support in particular about the geological and hydrogeological features. Subsidence damage resulting from evaporite dissolution generates substantial losses throughout the world, but the causes are only well understood in a few areas (Gutierrez et al., 2008). The subject of this study is the collapsing phenomenon occurring in Tuzla area with the aim to identify and quantify the several factors involved in the system and their correlations. Tuzla subsidence phenomenon can be defined as geohazard, which represents the consequence of an adverse combination of geological processes and ground conditions precipitated by human activity with the potential to cause harm (Rosenbaum and Culshaw, 2003). Where an hazard induces a risk to a vulnerable element, a risk management process is required. The single factors involved in the subsidence of Tuzla can be considered as hazards. The final objective of this dissertation represents a preliminary risk assessment procedure and guidelines, developed in order to quantify the buildings vulnerability in relation to the overall geohazard that affect the town. The historical available database, never fully processed, have been analyzed by means of geographic information systems and mathematical interpolators (PART I). Modern geomatic applications have been implemented to deeply investigate the most relevant hazards (PART II). In order to monitor and quantify the actual subsidence rates, geodetic GPS technologies have been implemented and 4 survey campaigns have been carried out once a year. Subsidence related fractures system has been identified by means of field surveys and mathematical interpretations of the sinking surface, called curvature analysis. The comparison of mapped and predicted fractures leaded to a better comprehension of the problem. Results confirmed the reliability of fractures identification using curvature analysis applied to sinking data instead of topographic or seismic data. Urban changes evolution has been reconstructed analyzing topographic maps and satellite imageries, identifying the most damaged areas. This part of the investigation was very important for the quantification of buildings vulnerability.
Resumo:
L’ucronia (Alternate History) è un fenomeno letterario ormai popolare e molto studiato, ma non lo sono altrettanto lo sue origini e i suoi rapporti con la storia “fatta con i se” (Counterfactual History), che risale a Erodoto e a Tito Livio. Solo nell’Ottocento alcuni autori, per vie largamente autonome, fecero della storia alternativa un genere di fiction: Louis Geoffroy con Napoléon apocryphe (1836), storia «della conquista del mondo e della monarchia universale», e Charles Renouvier con Uchronie. L’utopie dans l’histoire (1876), storia «della civiltà europea quale avrebbe potuto essere» se il cristianesimo fosse stato fermato nel II secolo. Questi testi intrattengono relazioni complesse con la letteratura dell’epoca di genere sia realistico, sia fantastico, ma altresì con fenomeni di altra natura: la storiografia, nelle sue forme e nel suo statuto epistemico, e ancor più il senso del possibile - o la filosofia della storia - derivato dall’esperienza della rivoluzione e dal confronto con le teorie utopistiche e di riforma sociale. Altri testi, prodotti in Inghilterra e negli Stati Uniti nello stesso periodo, esplorano le possibilità narrative e speculative del genere: tra questi P.s’ Correspondence di Nathaniel Hawthorne (1845), The Battle of Dorking di George Chesney (1871) e Hands Off di Edward Hale (1881); fino a una raccolta del 1931, If It Had Happened Otherwise, che anticipò molte forme e temi delle ucronie successive. Queste opere sono esaminate sia nel contesto storico e letterario in cui furono prodotte, sia con gli strumenti dell’analisi testuale. Una particolare attenzione è dedicata alle strategie di lettura prescritte dai testi, che subordinano i significati al confronto mentale tra gli eventi narrati e la serie dei fatti autentici. Le teorie sui counterfactuals prodotte in altri campi disciplinari, come la storia e la psicologia, arricchiscono la comprensione dei testi e dei loro rapporti con fenomeni extra-letterari.
Resumo:
Il vocabolario del potere fra intento etico-morale e tutela sociale. I lemmi dei Capitolari Carolingi nel Regnum Italicum (774-813), costituisce il risultato di una ricerca condotta sul lessico della legislazione carolingia promulgata per il Regno Italico dal momento della conquista dei Franchi sino alla morte di Carlomagno. L’analisi ha preso in esame tutti i lemmi, soprattutto sostantivi e aggettivi, riconducibili alla sfera etica e morale, e alla concezione della libertà della persona. Il lavoro si è giovato delle analisi più specifiche in merito ai concetti giuridico-istituzionali che fonti normative come quelle prese in esame portano inevitabilmente in primo piano. La ricerca, partita da una completa catalogazione dei lemmi, si è concentrata su quelli che maggiormente consentissero di valutare le interazioni fra la corte intellettuale dei primi carolingi – formata come noto da uomini di chiesa – e le caratteristiche di pensiero di quegli uomini, un pensiero sociale e istituzionale insieme. Il lavoro ha analizzato un lessico specifico per indagare come la concezione tradizionale della societas Christiana si esprimesse nella legislazione attraverso lemmi ed espressioni formulari peculiari: la scelta di questi da parte del Rex e della sua cerchia avrebbe indicato alla collettività una pacifica convivenza e definito contestualmente “l’intento ordinatore e pacificatore” del sovrano. L’analisi è stata condotta su un periodo breve ma assai significativo – un momento di frattura politica importante – per cogliere, proprio sfruttando la sovrapposizione e talvolta lo scontro fra i diversi usi di cancelleria del regno longobardo prima e carolingio poi, la volontarietà o meno da parte dei sovrani nell’uso di un lessico specifico. Questo diventa il problema centrale della tesi: tale lessico impone con la sua continuità d’uso modelli politici o invece è proprio un uso consapevole e strumentale di un determinato apparato lessicale che intende imporre alla società nuovi modelli di convivenza?
Resumo:
La presente ricerca affronta lo studio della formazione delle realtà urbane nell'area dell'antico Ager Gallicus, grossomodo corrispondente all'attuale territorio delle Marche settentrionali. Nel quadro della colonizzazione romana il fenomeno urbano rappresenta, infatti, l'elemento cardine nell'organizzazione di un territorio. Per tale ragione, si è scelto di condurre un lavoro finalizzato alla comprensione dei tempi e dei modi che portarono alla formazione dei municipi e delle colonie nella strutturazione romana del territorio, cercando anche di comprendere le scelte insediative alla base delle singole forme strutturali. L'analisi della genesi e dello sviluppo del fenomeno urbano nell'ager Gallicus ha come obiettivo ultimo l'approfondimento della conoscenza sulla colonizzazione e romanizzazione in area medio adriatica. La ricerca si articola in: uno stato dell'arte delle più recenti interpretazioni storiografiche; una sintesi sulle cosiddette “forme della conquista” (frequentazioni “precoloniali”, realtà santuariali, fondazioni coloniarie, realtà proto-urbane legate all'agro); una dettagliata e aggiornata schedatura storico-archeologica e urbanistico-topografica delle singole realtà urbane dell'ager Gallicus (le colonie di Sena Gallica, Pisaurum, Fanum Fortunae e Aesis, e i municipi di Forum Sempronii, Suasa e Ostra, e Sentinum); una parte conclusiva dove, mettendo a confronto gli elementi alla base della definizione urbana delle realtà esaminate, vengono delineati e sintetizzati i principali modelli di formazione delle città nell'ager Gallicus così individuati (fondazione coloniaria; fondazione coloniaria preceduta da una fase precoloniale nella forma di conciliabulum; nucleo di aggregazione precedente (conciliabulum) scelto quale polo di riferimento del popolamento sparso nel territorio al momento delle distribuzioni viritane; centro di servizio creato in funzione di assegnazioni di terre ai coloni). Infine, viene tracciato un quadro complessivo della romanizzazione dell'ager Gallicus, che, in estrema sintesi, si configura come un processo progressivo di occupazione del territorio rispecchiato dallo sviluppo stesso del fenomeno urbano, ma che si differenzia dalle aree limitrofe o dall'area cisalpina per alcune importanti dinamiche etnico-demografiche.
Resumo:
Lo scritto ha l’obiettivo di definire dinamiche e cronologie di quel complesso processo espansionistico che portò Roma alla conquista dei territori dell’Ager Gallicus, partendo dall’analisi dettagliata della cultura materiale e dei rispettivi contesti di provenienza emersi dalle recenti indagini archeologiche realizzate dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università degli Studi di Bologna nella città di Senigallia. In armonia con quanto testimoniato dalle sequenze stratigrafiche documentate, si delineano quattro principali fasi di vita dell’abitato: la prima preromana, la seconda riferibile alla prima fase di romanizzazione del sito, la terza inerente allo sviluppo dell’insediamento con la fondazione della colonia romana e l’ultima riferibile all’età repubblicana. Emerge con chiarezza la presenza già dalla fine del IV-inizio III a.C., di un insediamento romano nel territorio della città, sviluppatosi con la fondazione di un’area sacra e la predisposizione di un’area produttiva. La scelta del sito di Sena Gallica fu strategica: un territorio idoneo allo sfruttamento agricolo e utile come testa di ponte per la conquista dei territori del Nord Italia. Inoltre, questo centro aveva già intrecciato rapporti commerciali con gli insediamenti costieri adriatici e mediterranei. La presenza di ceramica di produzione locale, il rinvenimento di elementi distanziatori e le caratteristiche geomorfologiche del sito, fanno ipotizzare la presenza in loco di un’officina ceramica. Ciò risulta di grande importanza dato che tutte le attestazioni ceramiche prodotte localmente e rinvenute nel territorio, fino ad oggi sono attribuite alle officine di Aesis e Ariminum. Dunque Sena Gallica sarebbe stata un centro commerciale e produttivo. La precoce presenza di ceramica a Vernice Nera di tipo romano-laziale prodotte localmente prima dell’istituzione ufficiale della colonia, che permette di ipotizzare uno stanziamento di piccoli gruppi di Romani in territori appena conquistati ma non ancora colonizzati, attestata a Sena Gallica, trova riscontro anche in altri centri adriatici come Ariminum, Aesis, Pisaurum, Suasa e Cattolica.