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I Modellbücher di Bertolt Brecht e del Berliner Ensemble si configurano come elementi dal carattere duplice e controverso, in bilico fra lo statuto di exempla per i futuri allestitori e quello di dispositivi interni al lavoro dell’ensemble, risultanti dinamiche della processualità scenica. L’interesse per la fotografia e il montaggio, che in Brecht assume molteplici forme – dando vita, ad esempio, ad opere come L’Abicí della guerra – si colloca al centro della composizione di tali strumenti, veri e propri esempi di assemblaggio di frammenti scenici. I Modellbücher trovano la propria ragion d’essere entro le dinamiche della regia brechtiana, di cui si prestano a tradurre le pratiche. La tesi indaga lo statuto dei Modellbücher, facendo riferimento alla storia degli studi e all’indagine archivistica condotta presso il Bertolt-Brecht-Archiv di Berlino fra 2018 e 2019.

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The Hippo pathway is a well-known master regulator of cell growth and proliferation. Many studies have shed light on the centrality of Hippo functions, as this signalling is able to respond to different stimuli and translate them into distinct transcriptional outputs. Therefore, it is clearly implicated in a number of important processes, which alteration has consequences on the correct specification of the single cell, as well as the whole tissue. Even if the core of the signalling has been extensively characterized, it remains unclear which are the “co-workers” that permit the Hippo pathway to answer to so many different stimuli and act as a coordinator of the growth/differentiation balance. Taking advantage of the Drosophila model, which has witnessed most of the discoveries on this signalling pathway, this thesis aims to add some new knowledge about the Hippo pathway molecular mechanisms in different contexts, from development to disease. In the first part I studied the dynamics of the Hippo core kinase protein Warts in the development of the pupal eye. I have found out a critical time point in which the expression and the localization of Warts change suddenly, suggesting the intervention of upstream regulators modulating its activity in an extremely narrow time window. The second goal was investigating the role of the Hippo pathway in the neurodegenerative Gaucher disease. Indeed, I have produced some preliminary results which demonstrate a growth deficit associated with a massive reduction of some Yki targets, supporting a Hyper-Hippo condition underlying this neuropathic syndrome. Finally, I have evaluated the transcription factor Orthodenticle as a co-factor of Yorkie in driving tissue overgrowth, and my findings support a model of interaction of these two molecules based on Yki conformational changes. Altogether, my results lay the foundation for new important studies on the molecular mechanisms ruling Hippo pathway activity.

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Negli ultimi anni, in Italia sono stati tradotti un gran numero di opere letterarie cinesi grazie all’impegno e alla passione di numerosi sinologi, studiosi e traduttori italiani. Tuttavia, gli studi sulla traduzione della letteratura cinese sono, sia in Cina che in Italia, relativamente pochi e non sempre uniformi: in Cina è difficile trovare dati completi, sistematici e dotati di un certo valore di riferimento, e in Italia, una ricerca di questo tipo ha avuto origine nell’ambito degli studi sinologici italiani, piuttosto che in quello degli studi sulla traduzione. A partire da una rassegna dei principali approcci agli studi sulla traduzione (letteraria) dalla seconda metà del XX secolo fino ai nostri giorni, questo lavoro di tesi tenta di analizzare da un lato le tendenze generali relative alla traduzione e alla pubblicazione delle opere letterarie cinesi in Italia in un arco temporale che va dal 1942 al 2018, tramite alcune analisi di tipo sia quantitativo che qualitativo basate su una tabella di dati concernenti la letteratura cinese sul mercato editoriale italiano che è stata costruita appositamente; dall’altro, questa ricerca intende investigare le strategie utilizzate per tradurre i diversi riferimenti culturali riscontrati nel corpus di testi scelti e che sono stati suddivisi nelle seguenti categorie: antroponimi, intertestualità, riferimenti al contesto politico e culturale, gastronomia e altri riferimenti culturali. Attraverso un’analisi comparativa e descrittiva dei testi di partenza e dei testi di arrivo, ai fini della tesi si sono indagate le problematiche riguardanti la traduzione e la ricezione della letteratura cinese in Italia e le tendenze che tale letteratura ha avuto sia in ambito editoriale che nel campo della traduzione letteraria.

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La mia tesi si concentra sullo sviluppo del movimento sabbatiano in Italia tra il XVII e il XVIII secolo, una fase tarda del Sabbatianesimo. Il tentativo è quello di descrivere questo post-sabbatianesimo e i suoi rappresentanti attraverso lo studio di figure come quelle di Binyamin ben El‘azar Coen Vitale da Reggio (1651-1730), un rabbino piemontese identificato da Gershom Scholem - il padre degli studi sabbatiani - come un modello nel panorama sabbatiano italiano. Dopo una contestualizzazione storica e culturale che compara il mondo cristiano e quello ebraico dell'epoca, e il misticismo ebraico italiano con quello originario di Safed in Galilea, ho analizzato la produzione letteraria di Binyamin Coen. Mi sono concentrata sui suoi testi a stampa, traducendo integralmente e analizzando la versione a stampa di‘Et ha-zamir, "Il tempo del canto", una raccolta di poesie cabalistiche (piyyutim), composta da poesie per i giorni della settimana e per le festività principali. la prim a edizione a stampa del "Tempo del canto" risale al 1707, e fu stampata a Venezia. Il testo era utilizzato nel contesto delle confraternite cabalistiche dei ghetti italiani, e spicca per l'uso molto particolare della metrica legata alla cabbala. ‘Et ha-zamir è infatti perfettamente inserito in un'epoca che vide una vasta diffusione della mistica ebraica.

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Con questa ricerca si intende costruire una semiotica specifica che sia in grado di fare luce sui processi di apprendimento della lettoscrittura durante l’età evolutiva. È un campo di ricerca a cui hanno contribuito numerose discipline: la psicologia e le neuroscienze trattano la lettoscrittura come uno stato cognitivo a cui l’essere umano accede nel corso dello sviluppo individuale, mentre l’archeologia cognitiva e la linguistica considerano lo stesso fenomeno dal punto di vista della filogenesi culturale. Queste stesse discipline possono essere distinte in due categorie a seconda dell’adozione di una prospettiva internalista, in cui lettura e scrittura sono rappresentate come attività compiute dal cervello e dai neuroni, o di una prospettiva distribuita, in cui si tratta di studiare l’evoluzione e la presa in carico delle forme materiali della lingua scritta. Gli strumenti di una semiotica interpretativa e cognitiva consentono di mediare e tradurre tra queste prospettive differenti e rendere ragione del modo in cui l’apprendimento di una pratica culturale socialmente regolata e costruita a partire da forme materiali disponibili, produce profonde modificazioni a livello neurofisiologico, nei vincoli di un’architettura cerebrale che - per quanto plastica - pone divieti e passaggi obbligati. Questa ricerca propone un ruolo centrale della produzione segnica e dell’inferenza abduttiva nei processi di apprendimento, nel processo di acquisizione delle competenze fondamentali dell’emergent literacy (la scoperta del fonema e la phonemic awareness) e, conseguentemente, nei processi di riciclaggio ed exaptation che si danno a livello neurofisiologico.

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Small cell lung cancer (SCLC) is an aggressive neuroendocrine tumor diagnosed at extended disease SCLC (ES-SCLC) stage in about 70% of cases. The new standard of treatment for patients with ES-SCLC is a combination of platinum-etoposide chemotherapy and atezolizumab or durvalumab, two programmed cell death ligand 1 (PD-L1) inhibitory monoclonal antibodies (mAb). However, the benefit derived from the addition of PD-L1 inhibitors to chemotherapy in ES-SCLC was limited and restricted to a subset of patients. The vascular endothelial growth factor (VEGF) is the most important pro-angiogenic factor implicated in cancer angiogenesis, which is abundant in SCLC and associated with poor prognosis. Antiangiogenic agents, such as bevacizumab, a humanized mAb against VEGF, added to platinum-etoposide chemotherapy improved progression-free survival in SCLC in two trials, but it did not translate into a benefit in overall survival. Nevertheless, VEGF has also acts as a mediator of an immunosuppressive microenvironment and its inhibition can revert the immune-suppressive tumor microenvironment and potentially enhance the efficacy of immunotherapies. Based on available preclinical data, we hypothesized that VEGF inhibition by bevacizumab could improve atezolizumab efficacy in a synergistic way and designed a phase II single-arm trial of bevacizumab in combination with carboplatin, etoposide, and atezolizumab as first-line treatment in ES-SCLC. The trial, which is still ongoing, enrolled 53 patients, including those with treated or untreated asymptomatic brain metastases (provided criteria are met), who received atezolizumab, bevacizumab, carboplatin and etoposide for 4-6 cycles (induction phase), followed by maintenance with atezolizumab and bevacizumab for a maximum of 18 total cycles or until disease progression, patient refusal, unacceptable toxicity. The evaluation of efficacy of the experimental combination in terms of 1-year overall survival rate is not yet mature (primary objective of the trial). The combination was feasible and the toxicity profile manageable (secondary objective of the trial).

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L'inibizione del complesso respiratorio I (CI) è una strategia antitumorale emergente, sebbene la specificità e l’efficacia di nuovi farmaci restino poco investigate. La generazione di modelli cellulari tumorali nulli per il CI rivela la specificità di EVP 4593 e BAY 872243 nell’indurre gli effetti antiproliferativi non associati all’apoptosi, selettivamente via CI, riducendo eventuali effetti collaterali. Studi preliminari in vivo evidenziano un rallentamento della crescita tumorale negli animali trattati con EVP 4593, il quale emerge come l’inibitore più potente. Per il suo ruolo nella riprogrammazione metabolica, e la sua elevata frequenza di mutazioni nelle neoplasie umane, sono stati investigati i potenziali meccanismi di adattamento alla terapia anti-CI sulla base dello stato mutazionale di TP53. L’auxotrofia da aspartato, un hallmark metabolico delle cellule tumorali con un danno al CI, causa un blocco della sintesi proteica mTORC1-dipendente nelle linee cellulari con una p53 mutata o nulla, inducendo un collasso metabolico. Viceversa, l'attivazione del sensore energetico AMPK promuove un recupero parziale della sintesi di aspartato in linee cellulari con la forma wild type di P53, che è in grado di sostenere una migliore anaplerosi attraverso SCO2, fattore di assemblaggio del complesso respiratorio IV. Al fine di traslare questi risultati in un modello preclinico, si è ottimizzato l’ottenimento di colture di tumori umani espiantati tramite il bioreattore U-CUP. Il modello scelto è stato quello di carcinoma sieroso ad alto grado dell’ovaio (HGSOC), a partire da tessuto congelato, per l’elevata frequenza di mutazioni driver in TP53. I tessuti congelati preservano l'eterogeneità delle componenti cellulari del tessuto di origine e sono caratterizzati da cellule in attiva proliferazione senza attivazione di apoptosi. Dati preliminari mostrano un trend di riduzione dell’area tumorale nei tessuti trattati con EVP 4593 e supportano l’utilizzo del modello preclinico nello studio di nuovi inibitori del CI sfruttando materiale primario di pazienti oncologici.

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La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da una progressiva disfunzione motoria e cognitiva. È noto che l'età avanzata è il principale fattore di rischio per la malattia di Parkinson e alcuni studi hanno dimostrato un'accelerazione dell'età biologica nelle fasi più avanzate della malattia. Questo studio si propone di valutare se l'accelerazione dell'invecchiamento biologico descritta nelle fasi avanzate della malattia di Parkinson caratterizzi anche le prime fasi della malattia. A tal fine sono stati utilizzati due tipi di marcatori biologici di età, basati sull'analisi della metilazione del DNA del sangue (l'orologio epigenetico e sue varianti) e dei profili degli N-glicani nel plasma (GlycoAge Test). I biomarcatori sono stati valutati in campioni ottenuti da pazienti con malattia di Parkinson de novo, con diagnosi recente e non ancora in trattamento farmacologico, nonché da pazienti con stadi più avanzati della malattia e da controlli sani. I risultati ottenuti nelle prime fasi della malattia non mostrano segni di invecchiamento accelerato, che trovano conferma nelle fasi più avanzate. Dai dati di metilazione è possibile prevedere le proporzioni delle diverse popolazioni di leucociti. Questa analisi nelle prime fasi della malattia ha già evidenziato significative alterazioni che seguono in parte quelle caratteristiche dell'invecchiamento del sistema immunitario, suggerendo un'immunosenescenza accelerata nella malattia di Parkinson. Infine, i dati sulla metilazione del DNA sono stati analizzati per identificare le differenze nelle regioni metilate del genoma tra pazienti con malattia di Parkinson e controlli. I risultati suggeriscono l'esistenza di piccole ma significative alterazioni nella metilazione del DNA che caratterizzano lo stadio precoce e/o avanzato della malattia. In conclusione, questo studio suggerisce che le prime fasi della malattia di Parkinson sono caratterizzate da specifiche alterazioni epigenetiche e invecchiamento precoce del sistema immunitario, che tuttavia non si traducono in un'alterazione dei biomarcatori di invecchiamento epigenetici e glicomici.

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Artificial Intelligence (AI) and Machine Learning (ML) are novel data analysis techniques providing very accurate prediction results. They are widely adopted in a variety of industries to improve efficiency and decision-making, but they are also being used to develop intelligent systems. Their success grounds upon complex mathematical models, whose decisions and rationale are usually difficult to comprehend for human users to the point of being dubbed as black-boxes. This is particularly relevant in sensitive and highly regulated domains. To mitigate and possibly solve this issue, the Explainable AI (XAI) field became prominent in recent years. XAI consists of models and techniques to enable understanding of the intricated patterns discovered by black-box models. In this thesis, we consider model-agnostic XAI techniques, which can be applied to Tabular data, with a particular focus on the Credit Scoring domain. Special attention is dedicated to the LIME framework, for which we propose several modifications to the vanilla algorithm, in particular: a pair of complementary Stability Indices that accurately measure LIME stability, and the OptiLIME policy which helps the practitioner finding the proper balance among explanations' stability and reliability. We subsequently put forward GLEAMS a model-agnostic surrogate interpretable model which requires to be trained only once, while providing both Local and Global explanations of the black-box model. GLEAMS produces feature attributions and what-if scenarios, from both dataset and model perspective. Eventually, we argue that synthetic data are an emerging trend in AI, being more and more used to train complex models instead of original data. To be able to explain the outcomes of such models, we must guarantee that synthetic data are reliable enough to be able to translate their explanations to real-world individuals. To this end we propose DAISYnt, a suite of tests to measure synthetic tabular data quality and privacy.

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Esta tese se debruça nas (im)possibilidades de tradução terminológica para demonstrar uma incomunicabilidade entre o contexto brasileiro e italiano, em termos de trabalho sexual e políticas travestis. Proponho uma análise etnográfica dos usos dos termos, efetivada pela pessoa antropóloga também corporificada e marcada contextualmente. Apresento como nos dois contextos há uma aproximação entre as noções “puta” e “travesti” que se materializa em processos interseccionais de criminalização. Demonstro como no contexto brasileiro mais do que termos, envolvem disputas, agenciamentos e vivências corporificadas que refletem ativismos protagonizados por pessoas diretamente engajadas na transformação política dessas nomenclaturas – movimentações intransponíveis para o contexto italiano. Ao mesmo tempo, “brasiliana” ativa um imaginário italiano local que enquadra a prostituição e vivências trans majoritariamente como um problema migratório, para o qual se mobilizam ostensivos recursos e financiamentos que ganham forma no combate à “tratta” / tráfico de pessoas” – todo um aparato de difícil tradução para o contexto brasileiro. Dessa forma, partindo dos termos locais mobilizados nos dois contextos, penso nos elementos culturais naturalizados e em seu diálogo transcultural. Os processos de tradução são, desse modo, epistemológicos e necessariamente políticos, uma vez que estão situados em uma geopolítica marcadamente desigual. Afirmo, portanto, que as (im)possibilidades de tradução cultural se materializam em ativismos, políticas institucionais e normativas legais que ativam diversas formas de criminalizar possibilidades de existência, criação de redes de afeto e de potência política em trânsito.