251 resultados para Di-n-butyl phthalate
Resumo:
PURPOSE: To retrospectively assess the frequency of adverse events related to percutaneous preoperative portal vein embolization (PPVE). MATERIALS AND METHODS: Institutional review board did not require its approval or patient informed consent for this study. The adverse events that occurred during PPVE or until planned hepatic surgery was performed or cancelled were retrospectively obtained from clinical, imaging, and laboratory data files in 188 patients (109 male and 79 female patients; mean age, 60 years; range, 16-78 years). Liver resection was planned for metastases (n = 137), hepatocarcinoma (n = 31), cholangiocarcinoma (n = 15), fibrolamellar hepatoma (n = 1), and benign disease (n = 4). PPVE was performed with a single-lumen 5-F catheter and a contralateral approach with n-butyl cyanoacrylate mixed with iodized oil as the main embolic agent. The rate of complications in patients with cirrhosis was compared with that in patients without cirrhosis by using the chi(2) test. RESULTS: Adverse events occurred in 24 (12.8%) of 188 patients, including 12 complications and 12 incidental imaging findings. Complications included thrombosis of the portal vein feeding the future remnant liver (n = 1); migration of emboli in the portal vein feeding the future remnant liver, which necessitated angioplasty (n = 2); hemoperitoneum (n = 1); rupture of a metastasis in the gallbladder (n = 1); transitory hemobilia (n = 1); and transient liver failure (n = 6). Incidental findings were migration of small emboli in nontargeted portal branches (n = 10) and subcapsular hematoma (n = 2). Among the 187 patients in whom PPVE was technically successful, there was a significant difference (P < .001) between the occurrence of liver failure after PPVE in patients with cirrhosis (five of 30) and those without (one of 157). Sixteen liver resections were cancelled due to cancer progression (n = 12), insufficient hypertrophy of the nonembolized liver (n = 3), and complete portal thrombosis (n = 1). CONCLUSION: PPVE is a safe adjuvant technique for hypertrophy of the initially insufficient liver reserve. Post-PPVE transient liver failure is more common in patients with cirrhosis than in those without cirrhosis.
Resumo:
C'è ancora spazio per la teologia all'interno del sapere? E che genere di sapere è quello proprio della teologia? È un sapere che conosce ma che, a un tempo, ha anche il sapore della fede: è un "sapere che sa di fede". In queste pagine teologi e studiosi di varie discipline (dalla filosofia all'economia, dal diritto alla pedagogia) si interrogano sul moderno assetto del sapere in rapporto alla teologia.
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Nella mia tesi di dottorato mi concentro sul poema di Lucrezia Marinelli, L'Enrico, ovvero Bisanzio acquistato, pubblicato a Venezia nel 1635, indagando le strategie messe in atto dall'autrice per rivisitare il genere epico in un'ottica di riscatto femminile. Rispetto al canone epico e, in particolare, al modello di riferimento - la Gerusalemme liberata del Tasso - le vicende nodali sono, infatti, riscritte da un punto di vista chiaramente femminile. Pur occupandomi principalmente dell'opera di Marinelli, in alcuni casi nel corso del mio lavoro propongo dei confronti con altri poemi epici e cavallereschi prodotti da donne - in particolare I tredici canti del Floridoro di Moderata Fonte (1581) - volti a mostrare come le scrittrici avessero degli intenti comuni, dialogando in maniera critica con i modelli maschili da cui, tuttavia, traggono ispirazione. Nei primi capitoli del mio lavoro prendo in esame alcuni personaggi tradizionali dell'epica (le guerriere, la maga, ...) presenti ne L'Enrico e ne ripercorro gli episodi topici (le sortite notturne, l'eroe sull'isola, ...) dimostrando come, pur inserendosi coerentemente nel genere epico, siano caratterizzati in modo sostanzialmente diverso rispetto alla precedente tradizione maschile. Il primo capitolo si concentra sulle figure di guerriere, le quali presentano - rispetto ai precedenti modelli - differenze notevoli: non si lasciano coinvolgere in vicende amorose e non finiscono per essere sottomesse o uccise da un uomo, mantenendo così coerentemente intatti i valori di forza e indipendenza. Neppure la maga sull'isola - presa in esame nel capitolo dedicato alle Altre figure di donne idealizzate - è coinvolta in vicende sentimentali o caratterizzata sensualmente. L'autrice la rappresenta, non alla stregua di una tentatrice al servizio delle forze del male, ma come una donna colta, casta e disposta ad aiutare il cavaliere naufragato sulla sua isola. Nello stesso capitolo sono indagate anche altre figure femminili idealizzate, per taluni aspetti meno innovative, ma ugualmente interessanti: la Vergine, la personificazione di Venezia e la Musa. Queste rappresentazioni dal carattere iconico, presentano, infatti, diverse caratteristiche in comune con i personaggi più attivi del poema, le guerriere e la maga. Il capitolo Delle pene e delle tragedie amorose è dedicato all'amore e ai suoi esiti tragici. Le figure di donna coinvolte sono le madri, le mogli e Idillia, in cui è riconoscibile il personaggio topico della "damigella in difficoltà". Queste protagoniste, destinate a soffrire perché abbandonate dall'uomo che amano - il quale sente più forte il richiamo della guerra rispetto a quello dell'amore - servono da exempla, dimostrando che attaccamento affettivo e dipendenza conducono inesorabilmente all'infelicità. Rispetto al canone epico Marinelli riscatta alcune figure femminili, permettendo alle sue guerriere di prendersi la rivincita, vendicando la morte di eroine quali Camilla e Clorinda. Conseguentemente, alcuni guerrieri sono destinati a morire per mano di una donna. Nel quarto capitolo, mi concentro proprio su La sconfitta degli eroi, mettendo in luce come l'autrice proponga una sua personale regola del contrappasso, volta a cambiare (e addirittura invertire) le sorti dei personaggi che animano il suo poema. Questi aspetti risultano essere ancora più significativi se confrontati con l'opera - data alle stampe per la prima volta nel 1600 - intitolata Nobiltà et eccellenza delle donne. In questo trattato Marinelli sosteneva la superiorità del genere femminile su quello maschile. Alcune delle posizioni assunte nello scritto giovanile sono confermate dai personaggi e dalle vicende che animano l'Enrico. Confronti puntuali fra trattato e poema epico sono effettuati nell'ultimo capitolo del mio lavoro, sottolineando come fra le due opere vi siano delle affinità volte a confermare l'eccellenza delle donne.