83 resultados para Società entomologica italiana
Resumo:
Recensione a Raffaele De Nuccio, Tempo della rottura, tempo della dialettica, tempo della progettualità nella letteratura dell'immigrazione italiana in Svizzera (Pellegrini, 2008, 463 p.)
Resumo:
Cette recherche porte sur les roms (vlach) qui séjournent périodiquement en Suisse italienne, en camping-cars ou en caravanes, pratiquant un semi- nomadisme lié à des motivations principalement économiques, mais également familiales et religieuses. Elle poursuit simultanément deux objectifs. Le premier est lié à un souci de médiation culturelle, qui rejoint les réflexions sur la façon de gérer au mieux les conflits entre les diverses composantes du vivre ensemble. Le second vise à approfondir la connaissance des populations roms concernées (lovara, éurara ou kalderasa, de nationalités italienne, française et espagnole). Les deux objectifs sont évidemment reliés, car comprendre les dynamiques conflictuelles exige la connaissance approfondie des acteurs en interaction. Les relations entre résidents tessinois et roms ont évolué dans le temps, avec des oscillations entre le pôle du refus et celui de l'attraction, entre rejet et reconnaissance, méfiance et confiance. Ces variations historiques renvoient à un fondement commun, à une dynamique des oppositions réciproques. L'analyse anthropologique a fait apparaître le rôle ambivalent du conflit dans la production et la reproduction de la relation d'altérité. L'exclusion des roms fournit à certaines tendances politiques locales l'occasion d'apparaître comme les protecteurs des résidents contre les étrangers ; inversement, l'opposition des roms aux gaiés leur permet de resserrer leur communauté et de prévenir l'assimilation. La médiation culturelle peut espérer gérer cette dynamique relationnelle, certainement pas la faire disparaître. Le modèle intégratif traditionnel de l'État- nation se révèle trop étroit pour accueillir la culture rom. Casser la résistance des roms envers le travail salarié et envers la scolarisation obligatoire, entraver leur semi-nomadisme (qui incite aussi leurs rencontres familiales et religieuses), refuser de reconnaître leur organe de justice interne et leur langue, tout cela ne ferait que concourir à leur disparition culturelle. Les roms sont conscients de ces possibilités, raison pour laquelle ils maintiennent une ambivalence relationnelle avec les ga£és, quitte à apparaître comme des « tsiganes indésirables ». Abstract : This research focuses on the Roma people (Vlach) who periodically stay in Italian Switzerland in caravans or camper vans, practising a semi-nomadic lifestyle - a choice based mainly on economic imperatives but also on familial and religious grounds. This study will address two objectives at the same time. The first involves cultural mediation, and considers the best way to manage the existing conflicts between the cultural components of the social environment. The second aims to increase knowledge of the Roma populations under examination - the Italian, French and Spanish Lovara, Éurara or Kalderasa. The two objectives are clearly linked, as a deeper understanding of the people involved is vital if we are to increase understanding of the dynamics of confrontation. The relationships between the residents of the Ticino area and the Roma people have evolved over time, oscillating in varying degrees between rejection and attraction, confrontation and recognition, suspicion and trust. These variations spring from a common base, a dynamic shaped by mutual opposition. The anthropological analysis highlights the ambivalent role of conflict in the production and reproduction of relations of otherness. Excluding the Roma has given some local politicians the opportunity to position themselves as protectors of residents against foreigners. Inversely, the Roma people's opposition to the Gazé strengthens links within their community and prevents assimilation. Cultural mediation may aspire to manage this relational dynamic, but not abolish it. The traditional integrative model of the nation-state has shown itself to be too restrictive to accommodate the Romani culture. Rejecting the Roma's resistance to salaried work and obligatory schooling, obstructing their semi-nomadic lifestyle (one that also involves family and religious assemblies) and refusing to recognise their traditional courts and mother tongue, all that can only contribute to the dilution of their cultural heritage. The Roma are fully aware of these possibilities, which is why they retain a relational ambivalence in their dealings with the Gazé, at the cost of appearing to be "undesirable gypsies".
Resumo:
In passato, si moriva meglio? Questo il classico interrogativo dietro a una riflessione su un tema sconveniente e sospetto - la morte - riguardo a cui sembra essersi perso il coraggio di parlare. Nella società contemporanea assistiamo alla rimozione della morte: ai riti che implicavano tempi e spazi pubblici, al decesso inteso - secondo l'emblematica definizione di Philippe Ariès - come "grande cerimonia pubblica che il defunto presiedeva", oggi si sostituiscono poche parole e gesti di imbarazzo al riparo dagli sguardi altrui e dalla vita di tutti i giorni nell'isolamento asettico di un ospedale. Partendo da tali constatazioni, da teologo ed esegeta della Bibbia qual è, Marguerat affronta tre grandi letture cristiane di questo difficile momento dell'esistenza umana: la morte come insondabile decreto divino, come "salario del peccato" e, infine, come "passaggio" alla risurrezione. Un viaggio che ci aiuta a riscoprire il messaggio della Bibbia rispetto alla morte e, quindi, alla vita: l'annuncio da parte di Dio di un cammino che dalla prima porta alla seconda, e non viceversa.
Resumo:
(Résumé de l'ouvrage) Una raccolta di studi con cui l'Associazione Biblica Italiana e le EDB intendono onorare la memoria di mons. Fusco, vescovo di Nardò-Gallipoli e illustre biblista. Il volume segue gli ambiti di interesse che hanno caratterizzato la sua ricerca e vede il contributo di insigni studiosi italiani e stranieri.
Resumo:
Copiato nell'Italia del Nord verso il 1350, il manoscritto Ferrell 5 è oggi il solo testimone della "Continuation du Roman de Meliadus" che racconta le avventure di Artù, di Meliadus il padre di Tristano, e del Buon Cavaliere senza Paura padre di Dinadan, partiti alla ricerca di Morholt, prigioniero su di un'isola lontana. Ora, questa inchiesta è solo un pretesto: al centro dell'interesse dei tre re non sta tanto l'avventura promessa quanto i racconti che essi collezionano in occasione dei diversi scali di questo viaggio per mare, durante il quale non succede quasi niente. La ricerca di Morholt agisce quale racconto-cornice che non solo mette in scena le condizioni della presa di parola da parte dei cavalieri-narratori e organizza i racconti, anzi li drammatizza, ma funziona anche da matrice che informa, feconda e rigenera questi stessi racconti. Quanto all'isolamento, imposto dalla navigazione, esso permette lo sbocciare di una piccola ma prestigiosa società di narratori che non ha nulla da invidiare a quella delle raccolte di novelle. Così, un racconto dopo l'altro, si definisce un'arte di narrare che espone ed esplora i legami tra valore del racconto e bontà della cavalleria: la perfezione poetica, fonte del piacere estetico, è solo l'altra faccia della perfezione cavalleresca.