50 resultados para Per se laws.


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In the throes of her mimetic exposure of the lie of phallocratic discursive unity in 'Speculum of the Other Woman', Irigaray paused on the impossibility of woman’s voice and remarked that ‘it [was] still better to speak only in riddles, allusions, hints, parables.’ Even if asked to clarify a few points. Even if people plead that they just don’t understand. After all, she said, ‘they never have understood.’ (Irigaray 1985, 143).

That the law has never understood a uniquely feminine narrative is hardly controversial, but that this erasure continues to have real and substantive consequences for justice is a reality that feminists have been compelled to remain vigilant in exposing. How does the authority of the word compound law’s exclusionary matrix? How does law remain impervious to woman’s voice and how might it hear woman’s voice? Is there capacity for a dialogic engagement between woman, parler femme, and law?

This paper will explore these questions with particular reference to the experience of women testifying to trauma during the rape trial. It will argue that a logically linked historical genealogy can be traced through which law has come to posit itself as an originary discourse by which thinking is very much conflated with being, or in other terms, law is conflated with justice. This has consequences both for women’s capacity to speak or represent the harm of rape to law, but also for law’s ability to ‘hear’ woman’s voice and objectively adjudicate in cases of rape. It will suggest that justice requires law acknowledge the presence of two distinct and different subjects and that this must be done not only at the symbolic level but also at the level of the parole, syntax and discourse.

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Il D.Lgs. 150/09 ha inteso dar vita ad una “riforma organica” della PA italiana, improntandone il funzionamento a logiche di programmazione e controllo delle performance. Attorno a tale concetto la riforma ha costruito un Sistema teso a programmare, misurare, controllare, valutare e comunicare la performance degli enti. Il lavoro si focalizza sulla programmazione, e in particolare sullo strumento cardine introdotto dal D.Lgs. 150/09: il Piano della Performance (PdP). Il contributo, basato su una metodologia deduttivo-induttiva, si concentra sui comuni medi italiani, scelti in quanto statisticamente rappresentativi del livello medio di complessità degli enti locali. Sono stati oggetto di indagine i PdP pubblicati sui siti istituzionali degli enti considerati, al fine di verificarne sia il livello di aderenza alle Linee Guida (LG) emanate dalla Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT) e dalla Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), sia il loro livello di adeguatezza economico-aziendale. Preliminarmente si indagherà il tema della programmazione, sotto il profilo normativo-dottrinale, concentrandosi su soggetti, processi e strumenti. Poi si sposterà il focus sul PdP: dopo aver definito obiettivi, quesiti e metodologia della ricerca, verranno esplicitate le configurazioni di PdP emergenti dalle LG CIVIT e ANCI. Verranno poi illustrati i risultati della ricerca empirica, mettendo in luce il livello di allineamento dei PdP dei comuni medi alle LG, nonché il livello di adeguatezza economico-aziendale degli stessi. Si tratteggeranno quindi alcune brevi conclusioni.

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Il lavoro ha ad oggetto gli strumenti di programmazione e controllo utilizzabili dagli enti locali ai fini della governance sulle proprie aziende di gestione dei servizi pubblici, alla luce delle riforme che hanno interessato sia il settore considerato, sia i sistemi informativo-contabili delle amministrazioni territoriali. Viene effettuata una proposta, anche in base allo studio della Legge, della dottrina economico aziendale e degli esiti di una ricerca che ha coinvolto i comuni capoluogo di Emilia Romagna e Toscana, per identificare un cruscotto informativo unico che coniughi esigenze informative degli enti locali, semplicità di utilizzo e rispetto della normativa attuale.

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Il tema del ruolo della contabilità nella Chiesa, con particolare riferimento al legame esistente tra contabilità e valori religiosi, non appare ad oggi sufficientemente studiato, soprattutto se si considera l’importanza economica e sociale di tale istituzione nel passato e nel presente. Il lavoro intende contribuire a tale indagine analizzando la realtà della Diocesi di Ferrara del XV secolo. Il Quattrocento rappresenta per la Chiesa italiana un’epoca di grande importanza, in quanto caratterizzato da un tentativo di riforma promosso da Papa Eugenio IV, volto a combattere la dilagante corruzione morale all’interno del clero e a riportare quest’ultimo alla sua funzione pastorale. L’appello pontificio venne accolto con particolare attenzione da due vescovi ferraresi, Giovanni Tavelli da Tossignano e Francesco Dal Legname, che attraverso le loro visite pastorali cercarono di divulgare i valori della riforma nella propria Diocesi. La promozione della nuova moralità, nell’esperienza ferrarese, era basata anche sulla diffusione degli strumenti contabili, mezzo essenziale per mettere in luce l’operato dei diversi membri del clero ed in particolare l’utilizzo da parte loro dei beni della Chiesa. Attraverso lo studio di documenti originali del XV secolo, scritti in lingua latina, il contributo si propone di mettere in luce come la contabilità possa assumere un ruolo complementare alla promozione dei valori religiosi.

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Il tema dei servizi pubblici locali è sicuramente centrale nell'attuale contesto socio-economico nazionale ed internazionale, in quanto essi hanno un impatto determinante sulle condizioni di vita dei cittadini e sulla competitività dei sistemi economici. In ragione di ciò, negli ultimi anni in Italia numerose riforme si sono susseguite, con lo scopo di individuare l'assetto più efficace ed efficiente per tale settore. Le suddette riforme hanno così ridisegnato il ruolo degli Enti Locali, che saranno sempre meno gestori diretti e sempre più direttori di una multiforme orchestra composta dalle aziende esterne chiamate a fornire in prima persona le prestazioni agli utenti finali. Il presente lavoro si propone di individuare, anche attraverso una ricerca sui Comuni capoluogo di Emilia-Romagna e Toscana, strumenti di programmazione e controllo in ottica di gruppo che consentano agli Enti Locali di svolgere questo nuovo delicato ruolo. Tali strumenti verranno disegnati sulla base delle necessità informative delle amministrazioni indagate e nel rispetto delle più recenti riforme in tema di programmazione, rilevazione, gestione, controllo, valutazione e comunicazione delle performance pubbliche.

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We address the presence of nondistillable (bound) entanglement in natural many-body systems. In particular, we consider standard harmonic and spin-1/2 chains, at thermal equilibrium and characterized by few interaction parameters. The existence of bound entanglement is addressed by calculating explicitly the negativity of entanglement for different partitions. This allows us to individuate a range of temperatures for which no entanglement can be distilled by means of local operations, despite the system being globally entangled. We discuss how the appearance of bound entanglement can be linked to entanglement-area laws, typical of these systems. Various types of interactions are explored, showing that the presence of bound entanglement is an intrinsic feature of these systems. In the harmonic case, we analytically prove that thermal bound entanglement persists for systems composed by an arbitrary number of particles. Our results strongly suggest the existence of bound entangled states in the macroscopic limit also for spin-1/2 systems.

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We study the entanglement distillability properties of thermal states of many-body systems Following the ideas presented in [6, A Ferraro et al., Phys. Rev Lett 100, 080502 (2008)], we first discuss the appearance of bound entanglement in those systems satisfying an entanglement area law Then, we extend these results to other topologies, not necessarily satisfying an entanglement area law We also study whether bound entanglement survives in the macroscopic limit of an infinite number of particles.

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Massive multiple-input multiple-output (MIMO) systems are cellular networks where the base stations (BSs) are equipped with unconventionally many antennas, deployed on colocated or distributed arrays. Huge spatial degrees-of-freedom are achieved by coherent processing over these massive arrays, which provide strong signal gains, resilience to imperfect channel knowledge, and low interference. This comes at the price of more infrastructure; the hardware cost and circuit power consumption scale linearly/affinely with the number of BS antennas N. Hence, the key to cost-efficient deployment of large arrays is low-cost antenna branches with low circuit power, in contrast to today’s conventional expensive and power-hungry BS antenna branches. Such low-cost transceivers are prone to hardware imperfections, but it has been conjectured that the huge degrees-of-freedom would bring robustness to such imperfections. We prove this claim for a generalized uplink system with multiplicative phasedrifts, additive distortion noise, and noise amplification. Specifically, we derive closed-form expressions for the user rates and a scaling law that shows how fast the hardware imperfections can increase with N while maintaining high rates. The connection between this scaling law and the power consumption of different transceiver circuits is rigorously exemplified. This reveals that one can make the circuit power increase as p N, instead of linearly, by careful circuit-aware system design.

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Abstract. The possibility of using pumice aggregates for concrete in structural applications is discussed. In particular, the mix design of lightweight concrete for the manufacturing masonry units having proper strength, is discussed. Moreover, the design of the unit shape according to the technical code requirements and making it possible to arrange reinforcing steel bars is described. Reinforced bearing masonry walls, made with the concrete units in question, were manufactured and tests on the panels and on the designed units were carried out. For comparison, tests on concrete units and structural elements were carried out after the substitution of pumice aggregates with ordinary lightweight aggregates, proving that pumice can be considered an alternative to them. Sommario. L’uso della pomice come inerte per il confezionamento di calcestruzzo è poco diffuso sebbene essa sia stata usata già in antiche costruzioni come il Pantheon in Roma. In questo studio si affronta la possibilità di realizzare blocchi in calcestruzzo alleggerito con granuli di pomice. I blocchi, progettati e realizzati secondo le indicazioni normative correnti, sono stati usati per realizzare pannelli murari armati da sottoporre a carichi ciclici orizzontali. I risultati ottenuti, messi a confronto con quelli di pannelli realizzati con blocchi in cls alleggerito con argilla espansa, hanno mostrato la possibilità di utilizzare la pomice come validissima alternativa all’argilla espansa.