4 resultados para Malus domestica Borkh

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La violenza domestica è un crimine difficile da denunciare: la vittima è sentimentalmente legata al suo aggressore e, non di rado, proviene da contesti sociali che giustificano questo genere di violenze. D’altra parte, non sempre gli interventi posti in essere dalle istituzioni e dai servizi preposti al trattamento dei casi di violenza domestica risultano efficaci. Per ovviare a tali problematiche, alcuni sistemi giuridici occidentali hanno attivato procedimenti specializzati in violenza domestica che promuovono la cooperazione multidisciplinare tra sistema giudiziario e professionisti dell'intervento socio-sanitario. Il presente articolo si propone di indagare le modalità attraverso le quali il Tribunale di Montréal e la Sezione Fasce Deboli della Procura della Repubblica di Torino praticano la cooperazione specializzata in materia di violenza domestica, nell’ambito di un’analisi comparata di due realtà giudiziarie che, seppur piuttosto diverse, presentano interessanti punti comuni. Taking action to stop domestic violence may be a ‘hard job’ for an abused woman, as she is sentimentally involved in the relationship with the batterer and, not so rarely, she often belongs to a social group in which such abuses are justified or tolerated. On the other hand, the domestic violence service programs provided by state institutions and agencies may lack in efficacy. To face such situations some western jurisdictional systems have established specialized courts in domestic violence, that promote a coordinated response and involve both judiciary experts and professionals from the social and health care area. By means of a comparative analysis of the Court of Montreal and the Procura della Repubblica di Torino, Weaker Members Department, this article aims at investigating how the two courts handle the specialized cooperation as to domestic violence: two courts that, though quite different, show interesting similarities.

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Un fenomeno poco indagato in Italia, ma che ha catturato l’attenzione e anche la preoccupazione delle ricerche in diverse parti del mondo, sono i comportamenti aggressivi che possono avvenire nelle prime relazioni sentimentali, tra adolescenti. La ricerca si è concentrata principalmente sulla violenza nelle coppie adulte, sulla violenza domestica, trascurando quelle condotte aggressive che avvengono nelle prime relazioni intime, in quanto ritenute poco stabili e fugaci. Diverse ricerche dimostrano che non è così e che anzi, spesso gli adolescenti “investono” molto in queste prime esperienze. Tra i principali motivi che spingono gli studiosi ad indagare questo fenomeno, vi è la considerazione della gravità delle stime di prevalenza, le conseguenze per il benessere psico-fisico, ed il valore predittivo che tali comportamenti potrebbero assumere rispetto al fenomeno della violenza nelle coppie adulte.

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Con legge 20 giugno 2008, n. 97 «Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere» la Repubblica di San Marino si è dotata di un impianto normativo teso al contenimento del fenomeno della violenza domestica, sessuale e di genere, il cui tratto saliente è dato dal coinvolgimento della compagine sociale nel contrasto delle condotte delittuose (Santolini & Venturini, 2013/2014. La progressiva sensibilizzazione della collettività (Authority Pari Opportunità, 2010)rispetto a fenomeni tollerati in ragione di stereotipi culturali radicati nel contesto sociale tende a favorire l’emersione di episodi altrimenti destinati a rimanere ignoti agli organi giudiziari. Essa appare, pertanto, espressiva della «(…) acquisita consapevolezza del legislatore del fallimento, in materia di violenza di genere, delle modalità tradizionali di formazione e trasmissione della notitia criminis», conseguenti alle «difficoltà oggettive della vittima (…) di reagire alla violenza subita con i tradizionali strumenti della querela o della denuncia» (Santolini&Venturini, 2013/2014, 27), posta l’esistenza di fattori di vulnerabilità specifica del soggetto passivo (ragioni di carattere culturale, sociale o religioso, dipendenza economica e/o psicologica) che lo relegano in posizione subalterna rispetto al perpetrator.

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Nel mito, quindi, bene e male si stringono nel fuoco, in un abbraccio fatale. Nonostante esso abbia per sempre cambiato in meglio le sorti dell’umanità, racchiude in se il mistero: fonte di calore e di luce, elemento dalla materialità domestica, resta però inafferrabile agli uomini, a volte irrefrenabile, spesso temibile e altrettanto seducente. È da ricercare perciò in questa sua dualità il fascino che il fuoco provoca negli uomini: esso divora, con la sua fiamma distruttiva, tutto quello che incontra nel suo passaggio, lasciando dietro di sé terreni ristorati, nutriti dalla decomposizione dei vegetali. Con la sua luce e calore permettel’esistenza, ma nel contempo ha la possibilità di distruggerla per sempre. Proprietà che hanno fatto del fuoco un potente simbolo rappresentativo sia della vita che della morte, introducendolo di conseguenza nel “mondo del soprannaturale”, come facoltà e prerogativa degli Dei entrando così a far parte dei miti, delle credenze e delle tradizioni di molti popoli.