5 resultados para Rios aluviais - Morfologia

em Queensland University of Technology - ePrints Archive


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This chapter focuses on the development of corporate human rights standards since the United Nations Conference on Environment and Development, better known as the Earth Summit was held in Rio de Janeiro in 1992. One of the important agendas for this Summit was human rights (apart from the climate change issue). This chapter provides a critical evaluation of institutional change in human rights guidelines and associated corporate (non) accountability in relation to human rights in line with the RIO summit. Based on a review of the media reports, archival documents and a case study, we argue that while there are a number of international organisations working towards the creation of corporate accountability in relation to human rights, there is limited real change in corporate action when faced with no government regulation. A radical (reform-based) approach, such as mandatory monitoring (compliance audit) and disclosure requirements is necessary to ensure corporate accountability in relation to human rights.

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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

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This chapter reviews common barriers to community engagement for Latino youth and suggests ways to move beyond those barriers by empowering them to communicate their experiences, address the challenges they face, and develop recommendations for making their community more youth-friendly. As a case study, this chapter describes a program called Youth FACE IT (Youth Fostering Active Community Engagement for Integration and Transformation)in Boulder County, Colorado. The program enables Latino youth to engage in critical dialogue and participate in a community-based initiative. The chapter concludes by explaining specific strategies that planners can use to support active community engagement and develop a future generation of planners and engaged community members that reflects emerging demographics.

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This paper takes a multimethod approach which combines ethnographic techniques and discourse studies to investigate two contrasting professional groups: community photographers, who are favela dwellers who have developed photographic projects in Brazil‘s favelas, and photojournalists of the mainstream media. Its purpose is to determine how a cultural and social divide in the city of Rio de Janeiro shapes both community photographers and mainstream photojournalists’ practices, discourses, and identities. While community photographers strive to establish a humane and positive view about favelas and their residents by shifting the focus from poverty, shortages, violence, and criminality to images of the ordinary life, mainstream photojournalists express the view that their role is of primary importance for the defence of human rights in the favelas by helping to prevent, for instance, police abuses and violations. As the data analysis indicated the existence of socio-spatial borders all over Rio de Janeiro, this study adopted the idea of a divided city without denying interconnections between favelas and the city’s political life. Through the analysis of categories which emerged from the data, the complex world of documenting favela life is explored. The major themes touched upon are: the breakdown between the mainstream media and the favela communities; the different kinds of relationships which arise in Rio’s low income suburbs; and the gradual return of mainstream news workers to favelas.