4 resultados para efficay


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Purpose. To evaluate the antihypertensive efficacy and tolerability of captopril 50 mg + hydrochlorothiazide 25 mg daily in mild to moderate primary hypertension. Methods. Out-patients (n = 471) with mild to moderate hypertension, diastolic blood pressure (DBP) 95-115 mmHg, with 15 days of washout, were included to the treatment initially with half tablet of the association of captopril 50 mg + hydrochlorothiazide 25 mg once daily, for 30 days. After this period, patients with DBP > 90 mmHg had the dosage duplicated, while the others had the same dosage for 60 days more. Evaluation was performed 15 days before and then every month during active drug. Results. Twenty six patients were withdrawn, 13 (2,7%) by adverse effects and 13 by protocol violation. At the end of the wash-out period, the blood pressure (BP), 162 ± 16/103 ± 6 mmHg decreased significantly at the 30th day to 146 ± 14/92 ± 8 mmHg (p < 0,001 vs 0th day); 139 ± 12/86 ± 7 mmHg at the 60th day, (p < 0,001 vs 30th day), and further to 136 ± 11/84 ± 5 mmHg (p < 0,001 vs day 0) till the end of the 90th day. Antihypertensive efficay (DBP ≤ 90 mmHg and decreased for the DBP ≥ 10 mmHg) was obtained in 82% of the patients. There was no difference in BP control considering race, hypertension level, previous antihypertensive treatment and obesity. Cough (4%) was the main adverse event. Conclusion. Captopril + hydrochlorothiazide was effective and safe in the treatment of mild to moderate hypertension. The favorable response was observed in 82% of the patients independently of race, hypertensive level, previous antihypertensive treatment and obesity. Low incidence of side effects was reported, with no difference from others reported in the literature.

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Background: sulla base delle evidenze emerse dalle rassegne sistematiche in materia (Johnstone, 1994; Cohen et al.,1998; Robson et al., 2012; Burke et al., 2006; Ricci et al., 2015) si è ipotizzato che la formazione alla salute e sicurezza sul lavoro sia maggiormente efficace quando non è presentata come obbligatoria e venga articolata su più livelli di apprendimento, attraverso metodologie adeguate per ogni livello, con docenti che abbiano caratteristiche corrispondenti allo specifico obiettivo di apprendimento e la cui durata sia parametrata all’obiettivo stesso. Obiettivo di questa ricerca è valutare se esista e quanto sia intensa la relazione causale tra la formazione alla sicurezza sul lavoro e i suoi effetti sul miglioramento delle conoscenze, degli atteggiamenti, dei comportamenti, degli esiti per la salute, del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione. Metodo: la variabile indipendente è costituita dell’intervento formativo erogato, articolato in tre condizioni: formazione obbligatoria, formazione non obbligatoria, gruppo di controllo: sono stati posti a confronto due interventi di pari durata (16 settimane, per 10h complessive), realizzati con identiche modalità (step1 audio-visivo; step2 affiancamento su lavoro da parte del preposto; step3 discussione di auto-casi), ma differenziati rispetto all’essere presentati uno come formazione obbligatoria, l’altro come non obbligatoria. I due gruppi sono anche stati confrontati con un gruppo di controllo per il quale la formazione è prevista successivamente. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo con obbligo formativo, senza obbligo formativo, di controllo. Sono stati presi come indicatori (variabili dipendenti) per valutare l’effetto della formazione: I livello – conoscenze: riconoscimento o produzione di un maggior numero di risposte corrette. II livello – atteggiamenti e credenze: maggiore propensione a mettere in atto comportamenti auto ed etero protettivi. III livello – comportamenti: comportamenti osservati più adeguati per la tutela della salute propria e altrui. IV livello – salute: maggior grado di benessere bio-psico-sociale auto-riferito. Le misure di esito consistono nella variazione tra la rilevazione iniziale e ogni rilevazione successiva, sulla base delle diverse misure registrate per ognuno dei quattro livelli dell’intervento formativo. Lo stesso confronto del tempo è stato realizzato per le misure del clima di sicurezza aziendale, del controllo comportamentale percepito dai lavoratori, delle condizioni operative e procedure interne, oltre l’eventuale effetto di moderazione determinato da caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti e dal gradimento della formazione, quest’ultimo misurato solo immediatamente al termine dell’intervento. Risultati: le condizioni di intervento non differiscono in termini di efficacia, la formazione determina infatti gli stessi risultati per i partecipanti del gruppo obbligo formativo e di quello non obbligo, con una significativa differenza post-intervento rispetto al gruppo di controllo. La formazione ha un effetto forte nel miglioramento delle conoscenze che solo parzialmente decade nel tempo, ma comunque mantenendo un livello maggiore rispetto ai valori iniziali. In relazione al miglioramento di atteggiamenti e comportamenti sicuri nel lavoro al Videoterminale, l’effetto della formazione è modesto: per gli atteggiamenti si registra solo un miglioramento verso l’applicazione delle procedure come utili realmente e non come mero adempimento, ma tale effetto decade entro quattro mesi riportando i partecipanti su valori iniziali; i comportamenti invece migliorano nel tempo, ma con deboli differenze tra partecipanti alla formazione e gruppo di controllo, tuttavia tale miglioramento non decade in seguito. Non si registrano invece effetti della formazione nella direzione attesa in termini di esiti per la salute, per il miglioramento del clima di sicurezza e come maggior controllo comportamentale percepito, non risultano nemmeno dati evidenti di moderazione degli effetti dovuti a caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti. Inoltre emerge che il gradimento per la formazione è correlato con migliori atteggiamenti (strumento audio-visivo), il miglioramento del clima di sicurezza e un maggior controllo comportamentale percepito (studio di auto-casi), ovvero gli step che hanno visto l’intervento di formatori qualificati. Infine, la formazione ha determinato migliori condizioni operative e l’adeguamento delle procedure interne. Conclusioni: la presente ricerca ci consente di affermare che la formazione erogata è stata efficace, oltre che molto gradita dai partecipanti, in particolare quando il formatore è qualificato per questa attività (step1 e 3). L’apprendimento prodotto è tanto più stabile nel tempo quanto più i contenuti sono in stretta relazione con l’esperienza lavorativa quotidiana dei partecipanti, mentre negli altri casi il decremento degli effetti è alquanto rapido, di conseguenza ribadiamo la necessità di erogare la formazione con continuità nel tempo. E’ risultato comunque modesto l’effetto della formazione per migliorare gli atteggiamenti e i comportamenti nel lavoro al VDT, ma, al di là di alcuni limiti metodologici, sono obiettivi ambiziosi che richiedono più tempo di quanto abbiamo potuto disporre in questa occasione e il cui conseguimento risente molto delle prassi reali adottate nel contesto lavorativo dopo il termine della formazione. Le evidenze finora prodotte non hanno poi chiarito in modo definitivo se attraverso la formazione si possano determinare effetti significativi nel miglioramento di esiti per la salute, anche eventualmente attraverso interventi di supporto individuale. Inoltre l’assenza di differenze significative negli effetti tra i partecipanti assegnati alla condizione di obbligo e quelli di non obbligo, eccezion fatta in direzione opposta alle attese per la misura del danno da lavoro, suggeriscono che nell’erogare la formazione, occorre sottolineare in misura molto rilevante l’importanza dell’intervento che viene realizzato, anche qualora esistesse una prescrizione normativa cogente. Infine, la ricerca ci ha fornito anche indicazioni metodologiche e misure valide che invitano ad estendere questa formazione, e la sua valutazione di efficacia, a diversi comparti economici e svariate mansioni. Nel fare questo è possibile fare riferimento, e testare nuovamente, un modello che indica la corretta percezione del rischio (conoscenza) come fattore necessario, ma non sufficiente per ottenere, con la mediazione di atteggiamenti favorevoli allo specifico comportamento, azioni sicure, attraverso le quali si rinforza l’atteggiamento e migliorano le conoscenze. La formazione, per raggiungere i propri obiettivi, deve tuttavia agire anche sui meccanismi di conformismo sociale favorevoli alla safety, questi originano da conoscenze e azioni sicure e reciprocamente le rinforzano.

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As questões do desenvolvimento humano desde tempos remotos são de interesse das diversas áreas do conhecimento. Tendo em vista o aumento da expectativa de vida, as questões relacionadas ao processo de envelhecimento ganharam importância, principalmente no que tange às políticas de saúde. A saúde é preocupação central no campo do envelhecimento, uma vez que problemas de saúde podem acarretar diversas dificuldades para os idosos e para suas famílias. Este estudo teve por objetivo buscar identificar as associações entre percepções de suporte social e autoeficácia em idosos. Suporte social e autoeficácia são variáveis estudadas em contextos diversos. Estudos revelam que ambas são capazes de colaborar para proteger e promover saúde. Suporte social diz respeito ao grupo de informações que leva o indivíduo a acreditar que é valorizado, amado e estimado e que o faz sentir-se pertencente a uma rede social de comunicação recíproca. Autoeficácia pode ser definida como o conjunto de crenças que o indivíduo tem sobre suas capacidades para organizar e executar ações para o cumprimento de tarefas específicas. Portanto, identificar a existência de associações entre as percepções de suporte social e autoeficácia pode contribuir para dar maior solidez aos conhecimentos já existentes sobre esses temas e sobre o processo de envelhecimento. Participaram do estudo 61 idosos de ambos os sexos, com idade média de 67 anos, com grau de escolaridade que variou entre ensino fundamental até pós-graduação e participantes em ações de promoção à saúde. Todos foram voluntários e autorizaram sua participação por meio da assinatura de termo de consentimento. A coleta de dados foi feita mediante a aplicação de questionário contendo escalas para avaliar os construtos, além de questões para caracterização dos participantes. Os dados foram analisados eletronicamente por meio do cálculo de frequências, percentuais, médias e desvios padrão. Para se testar a hipótese, foi calculada a correlação (r de Pearson) entre as variáveis do estudo. Entre os resultados obtidos, a percepção de suporte social, tanto na dimensão emocional quanto na dimensão prática, para os idosos participantes deste estudo, é de que muitas vezes são amados, cuidados, estimados, valorizados e, que pertencem a uma rede de comunicação e obrigações mútuas. Em se tratando da percepção da autoeficácia, constatou-se que esses participantes possuem crenças de que às vezes é verdade que são eficazes e que conseguem organizar e executar ações para o cumprimento de tarefas específicas. Aponta-se ainda que não existem correlações significativas entre percepção de suporte social e autoeficácia, ou seja, os níveis de percepção de suporte social não variam proporcionalmente à variação das crenças de autoeficácia em idosos. Isto significa dizer que para estes participantes, não seria eficaz investir em melhorias do suporte social, pois isto não teria impacto em suas crenças de autoeficácia. Indica-se a realização de novas pesquisas com idosos não participantes de ações de promoção à saúde, pois se pode pensar que idosos não engajados nestes tipos de ações poderiam necessitar de maior suporte social e assim, terem suas crenças de autoeficácia associadas à sua percepção de suporte social.

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Esta investigación se propone identificar las actitudes y competencias de los estudiantes adultos en relación con el uso de las TIC, con especial atención al uso de plataformas digitales de aprendizaje y redes sociales (Web 2.0). Asimismo, evalúa la incidencia de algunas variables sociodemográficas (género y edad) en el uso estas herramientas y en la autopercepción de los estudiantes sobre sus competencias digitales. Se ha realizado un estudio tipo encuesta con una muestra de 382 estudiantes que acceden a la Universidad de Sevilla a través de las vías establecidas para mayores de 25, de 40 y 45 años. Los resultados ponen de manifiesto una actitud generalmente positiva ante las TIC que puede calificarse como de pragmática, ya que estas herramientas se valoran positivamente en función de sus potenciales beneficios en los procesos de aprendizaje. Se constata a la vez que no han recibido formación específica en el uso de las TIC. El nivel de competencia que este alumnado percibe tener en el uso de estos recursos es medio-bajo. Además, el grupo de estudiantes mayores de 45 años se considera menos competente que los mayores de 25 y de 40 años. En consecuencia, se realizan algunas propuestas para mejorar la participación de los estudiantes maduros en la enseñanza universitaria.