12 resultados para Wölfflin
Resumo:
Tenta-se aqui elaborar uma fenomenologia do espaço pictural, com base nos textos de Heidegger, Merleau-Ponty e Henry Maldiney. As análises feitas foram confrontadas in fine com as de historiadores de arte, principalmente Wölfflin.
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Pós-graduação em Artes - IA
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Nei primi due capitoli mi occupo del recupero del Barocco in ambito novecentesco e delle diverse letture e interpretazioni del Barocco e del Neobarocco, concetto che nasce dalla riflessione sul Barocco lungo tutto il Novecento. Riflessione che è stata anche una rivendicazione, a livello estetico, ma non solo, di una attualità o contemporaneità del Barocco, che accomuna tutta la riflessione sulla scoperta della cultura di un secolo, da Wölfflin a Benjamin, da Riegl a Anceschi. Si tratta anche di un rapporto fra Barocco storico e Neobarocco: se la stessa rivalutazione e riscoperta dell’arte del XVII secolo, dalla fine dell’Ottocento e lungo tutto il Novecento, ha coinciso con la sua costruzione terminologica ed ermeneutica, di questa nuova categoria è lo stesso approccio intellettuale contemporaneo che può definirsi, nella più ampia accezione, «neobarocco». Nel terzo capitolo, invece, ho approfondito il rapporto fra Gadda e il Barocco, partendo dal concetto di allegoria moderna di Walter Benjamin. Fondamentale per la mia ricerca è stato il libro di Gilles Deleuze, La piega. Leibniz e il barocco, che ha visto nell’opera del filosofo Leibniz (studiato anche dal proprio Gadda) la chiave di lettura per capire il Barocco nelle sue diverse manifestazioni. E anche il libro di Robert Dombroski, Gadda e il barocco, in cui si parte appunto dal concetto di barocco/neobarocco come punto di approccio per studiare il barocco di Gadda. Infatti, lo stile di Gadda risponde al canone barocco che il poststrutturalismo ha riaccolto nel vivo del dibattito estetico, si pensi ai contributi di Roland Barthes e di Severo Sarduy e, posteriormente, all’opera proprio di Deleuze. Nell’ultimo capitolo, poi, faccio un’analisi di Gadda traduttore di opere del Seicento spagnolo, opere che vengono da lui riscritte grazie alla rielaborazione del passato attraverso il suo linguaggio neobarocco.
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Il lavoro di ricerca è rivolto ad indagare l’emersione di schemi di variazione comuni all’arte e al design, limitatamente al contesto italiano e in un arco di tempo che va dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso a oggi. L’analisi vuole rintracciare, mediante l’applicazione della metodologia fenomenologica, un sentire condiviso tra le due discipline e, nel pieno rispetto dei relativi linguaggi e con nessuna volontà di sudditanza degli uni rispetto agli altri, individuare i rapporti di corrispondenza omologica capaci di mettere in luce lo spirito del tempo che le ha generate. La ricerca si pone l’obiettivo di estendere gli studi sul contemporaneo attraverso un’impostazione che intende applicare gli strumenti metodologici della critica d’arte all’evoluzione stilistica delle tendenze del design italiano. Non si è voluto redigere una “storia” del design italiano ma, considerata anche l’ampiezza dell’argomento, si è necessariamente proceduto a delimitare il territorio di applicazione scegliendo di prendere in considerazione il solo settore del design dell’arredo. Si è dunque optato per una visione globale delle vicende del design del prodotto, tesa ad indagare gli snodi principali, concentrando pertanto l’analisi su alcuni protagonisti della cultura del progetto, ossia su quelle figure risultate dominanti nel proprio tempo perché capaci con il loro lavoro di dare un contribuito determinante alla comprensione delle fasi evolutive del design italiano. Gli strumenti utili a condurre l’analisi provengono principalmente dalla metodologia binaria individuata dallo storico dell’arte Heinrich Wölfflin e dagli studi di Renato Barilli, il cui impianto culturologico ha fornito un indispensabile contributo al processo di sistematizzazione dei meccanismi di variazione interni alle arti; sia quelli di tipo orizzontale, di convergenza reciproca con gli altri saperi, che di tipo verticale, in rapporto cioè con le scoperte scientifiche e tecnologiche della coeva cultura materiale.
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Die Grundbegriffe Wölfflins lassen sich mit Hilfe digitaler Algorithmen nachmodellieren. Welches Wissen wird damit gewonnen? Auch Wölfflin hat auf mediale Veränderungen reagiert, indem er die Doppel-Projektion von Dias in den binären Differenzen der Grundbegriffe nachbildete. Sie lesen der Projektion zweier Bilder eine historische Differenz aus, die für die Disziplin der Kunstgeschichte grundlegend ist. Ein digitale Nachbildung dieser Differenz wäre tautologisch: sie würde ein gewusstes Wissen wiederholen. Fruchtbar wird der Einsatz digitaler Algorithmen dann, wenn sie nicht nur etwas bekanntes abbilden, sondern wenn man fragt, zu welcher "methodischen Grenzerweiterung" sie beitragen könnten.
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Los estudios de la arquitectura vinculados al enfoque formalista tienen tres libros entre sus referencias principales: Principios fundamentales de la Historia de la Arquitectura. El desarrollo de la arquitectura europea, 1420-1900, de Paul Frankl; Los fundamentos de la arquitectura en la edad del humanismo, de Rudolf Wittkower; y Manierismo y arquitectura moderna y otros ensayos, de Colin Rowe. Estas obras responden a planteamientos muy distintos, pero tienen en común el papel relevante que el método formal juega en ellas. La actividad intelectual de estos estudiosos ha de relacionarse con la de otros autores anteriores o coetáneos. En el caso de Frankl sus vinculaciones principales son con Wölffl in y Schmarsow, entre otros. El libro de Wittkower es deudor de los enfoques de Goldschmidt y de Panofsky y se distancia de los planteamientos de Scott y del propio Wölffl in. Colin Rowe se apoya en los escritos de Wittkower y reconoce la utilidad del método de Wölffl in, aunque señala sus limitaciones. Como se ve, la figura de Wölfflin está presente desde el principio hasta el final de esta historia.
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Includes bibliographical references.
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Mode of access: Internet.
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Photocopy.