858 resultados para Unité fondamentale
Resumo:
Ce mémoire s'emploie à étudier les corps quadratiques réels ainsi qu'un élément particulier de tels corps quadratiques réels : l'unité fondamentale. Pour ce faire, le mémoire commence par présenter le plus clairement possible les connaissances sur différents sujets qui sont essentiels à la compréhension des calculs et des résultats de ma recherche. On introduit d'abord les corps quadratiques ainsi que l'anneau de ses entiers algébriques et on décrit ses unités. On parle ensuite des fractions continues puisqu'elles se retrouvent dans un algorithme de calcul de l'unité fondamentale. On traite ensuite des formes binaires quadratiques et de la formule du nombre de classes de Dirichlet, laquelle fait intervenir l'unité fondamentale en fonction d'autres variables. Une fois cette tâche accomplie, on présente nos calculs et nos résultats. Notre recherche concerne la répartition des unités fondamentales des corps quadratiques réels, la répartition des unités des corps quadratiques réels et les moments du logarithme de l'unité fondamentale. (Le logarithme de l'unité fondamentale est appelé le régulateur.)
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In questa tesi viene presentata un’analisi dettagliata sulla struttura di profili recettori di neuroni coinvolti nell’elaborazione visiva, con particolare attenzione per le cellule appartenenti alla corteccia visiva primaria (V1). Dopo aver illustrato brevemente il percorso effettuato dall’informazione visiva, costituito da retina, nucleo genicolato laterale e V1, vengono descritte la struttura e le principali caratteristiche di profili recettori dei neuroni appartenenti ad ognuno di questi livelli di elaborazione. Per modellare i profili recettori di cellule corticali in V1 si è deciso di utilizzare filtri bidimensionali realizzati mediante funzioni di Gabor nel dominio spaziale. Questo modello ha, infatti, il grande vantaggio di possedere alcune tra le maggiori proprietà dei profili recettori di neuroni appartenenti a V1: struttura del profilo recettore nello spazio (x,y), selettività in orientazione e in frequenza spaziale, indipendenza dalla fase dello stimolo. Viene successivamente presentato il concetto di campo di associazione visivo, mediante il quale sono determinate le caratteristiche principali (posizione spaziale ed orientazione) che diversi oggetti devono possedere per essere percepiti non come unità singole, ma come un unico elemento. I campi di associazione possono essere modellati mediante l’utilizzo del sistema di equazioni differenziali proposto da Citti-Sarti, le cui soluzioni sono curve integrali adatte a ricostruire la struttura dei campi di associazione, come proposti da Field, Hayes ed Hess. Diverse ipotesi sono state presentate su come cellule appartenenti a V1 siano in grado di realizzare simili campi di associazione, ed in particolare, da dove queste possano prendere le informazioni necessarie per farlo. Una di queste è quella sostenuta dai dati di Bosking et al., secondo i quali le connessioni intracorticali più fitte sono quelle tra neuroni non adiacenti tra loro, i cui profili recettori sono co-orientati (con la stessa orientazione preferenziale) e co-assiali (disposti lungo un asse del campo visivo che corrisponde all’orientazione preferenziale). L’analisi effettuata in questa tesi ha come obbiettivo proprio quello di ottenere informazioni utili su come cellule corticali siano legate alla fenomenologia dei campi di associazione. Come già detto, un filtro di Gabor bidimensionale può essere considerato un buon modello per profili recettori di questo tipo di cellule e quindi è possibile definirlo in maniera astratta come l’unità fondamentale nel processo di elaborazione visiva. Per questo motivo viene effettuata un’analisi di cross-correlazione tra un filtro di Gabor con una determinata orientazione e una famiglia di filtri di Gabor aventi n orientazioni. I risultati ottenuti sono stati trattati utilizzando la tecnica di soppressione dei non massimi, in modo da estrarre per ogni punto dell’immagine l’orientazione per la quale si ottiene la risposta massima. Successivamente, dai dati è stato possibile calcolare delle curve integrali simili a quelle ottenute dal modello differenziale proposto da Citti-Sarti. I risultati ottenuti da questa analisi si sono rivelati utili per comprendere più nel dettaglio i processi di elaborazione dei neuroni corticali, ed in particolare, per capire in che modo le informazioni necessarie per la realizzazione di strutture complesse ed articolate come quelle dei campi di associazione, siano già contenute intrinsecamente all’interno di ogni cellula corticale, unità fondamentale dell’elaborazione visiva.
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Le microreti caratterizzate da unità di generazione con Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), sono oggetto di crescente interesse in due contesti molto diversi tra loro: l’integrazione della Generazione Diffusa (GD) in reti di distribuzione pubbliche nei paesi sviluppati e l’elettrificazione di zone rurali attualmente non servite dalla rete elettrica. L’introduzione dei sistemi di accumulo nelle microreti rende possibile la compensazione della variabilità delle FER trasformando le microreti in sistemi di produzione che nel complesso risultano completamente regolabili. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è dimostrare come le microreti possono svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle infrastrutture elettriche nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti ponendo le basi per l’elettrificazione di aree remote e scarsamente popolate ad oggi non connesse alla rete di distribuzione dell’energia.
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A new method for estimating the time to colonization of Methicillin-resistant Staphylococcus Aureus (MRSA) patients is developed in this paper. The time to colonization of MRSA is modelled using a Bayesian smoothing approach for the hazard function. There are two prior models discussed in this paper: the first difference prior and the second difference prior. The second difference prior model gives smoother estimates of the hazard functions and, when applied to data from an intensive care unit (ICU), clearly shows increasing hazard up to day 13, then a decreasing hazard. The results clearly demonstrate that the hazard is not constant and provide a useful quantification of the effect of length of stay on the risk of MRSA colonization which provides useful insight.
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The Australian tourism tertiary education sector operates in a competitive and dynamic environment, which necessitates a market orientation to be successful. Academic staff and management in the sector must regularly assess the perceptions of prospective and current students, and monitor the satisfaction levels of current students. This study is concerned with the setting and monitoring of satisfaction levels of current students, reporting the results of three longitudinal investigations of student satisfaction in a postgraduate unit. The study also addresses a limitation of a university’s generic teaching evaluation instrument. Importance-performance analysis (IPA) has been recommended as a simple but effective tool for overcoming the deficiencies of many student evaluation studies, which have generally measured only attribute importance or importance at the end of a semester. IPA was used to compare student expectations of the unit at the beginning of semester with their perceptions of performance ten weeks later. The first stage documented key benchmarks for which amendments to the unit based on student feedback could be evaluated during subsequent teaching periods.
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Objective To evaluate staff perceptions about working environment, efficiency and the clinical safety of a cardiovascular intervention short stay unit (SSU) during the first year of operation. Design Postal questionnaire. Setting Cardiac catheterisation laboratory (CCL), coronary care unit (CCU), general cardiology ward (GCW) and the short stay unit (SSU) of a tertiary referral hospital situated in the mid coastal region of NSW. Subjects Cardiologists (including visiting medical officers [VMO]), cardiology fellows, cardiology advanced trainees and nurses. Results Responses on the working environment of the SSU and the discharge process were statistically significant. A substantial proportion of both nurses and doctors had concerns about patient safety, even though no adverse events were formally recorded in the database. Conclusions Though the participants of the survey agree on the efficiency of the SSU in providing beds to the hospital, they disagree on aspects that are important in the functioning of the SSU, including the working environment, patient selection and clinical safety. The results highlight potential issues that could be improved or addressed and are relevant to the rollout of SSUs across NSW.
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Healthcare-associated methicillin-resistant Staphylococcus aureus(MRSA) infection may cause increased hospital stay or, sometimes, death. Quantifying this effect is complicated because it is a time-dependent exposure: infection may prolong hospital stay, while longer stays increase the risk of infection. We overcome these problems by using a multinomial longitudinal model for estimating the daily probability of death and discharge. We then extend the basic model to estimate how the effect of MRSA infection varies over time, and to quantify the number of excess ICU days due to infection. We find that infection decreases the relative risk of discharge (relative risk ratio = 0.68, 95% credible interval: 0.54, 0.82), but is only indirectly associated with increased mortality. An infection on the first day of admission resulted in a mean extra stay of 0.3 days (95% CI: 0.1, 0.5) for a patient with an APACHE II score of 10, and 1.2 days (95% CI: 0.5, 2.0) for a patient with an APACHE II score of 30. The decrease in the relative risk of discharge remained fairly constant with day of MRSA infection, but was slightly stronger closer to the start of infection. These results confirm the importance of MRSA infection in increasing ICU stay, but suggest that previous work may have systematically overestimated the effect size.
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In Semester 1 2007, a Monitoring Student Engagement study, conducted as part of the Enhancing Transition at Queensland University of Technology (ET@QUT) Project and extending earlier work in the Project by Arora (2006), aimed at mapping the processes and resources used at that time to identify, monitor and manage students in their first year who were at risk of leaving QUT (Shaw, 2007). This identified a lack of documentation of the processes and resources used and revealed an ad-hoc rather than holistic and systematic approach to monitoring student engagement. One of Shaw’s recommendations was to: “To introduce a centralised case management approach to student engagement” (p. 14). That provided the genesis for the Student Success Project that is being reported on here. The aim of the Student Success Project is to trial, evaluate and ultimately establish holistic and systematic ways of helping students who appear to be at-risk of failing or withdrawing from a unit to persist and succeed. Students are profiled as being at-risk if they are absent from more than 2 tutorials in a row without contacting their tutor or if they fail to submit their first assignment. A Project Officer makes personal contact with these students to suggest ways they can get further assistance depending on their situation.