921 resultados para Structuralist economics


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This paper examines the structuralist tradition in economics, emphasizing the role that structures play in the economic growth of developing countries. Since the subject at hand is evidently too large to cover in a single article, an emphasis has been brought to bear upon the macroeconomic elements of such a tradition, while also exploring its methodological aspects. It begins by analysing some general aspects of structuralism in economics (its evolution and origins) associated with ECLAC thought, in this instance focusing on the dynamics of the center-periphery relationship. Thereafter, the macroeconomic structuralism derived from the works of Taylor (1983, 1991) is presented, followed by a presentation of neo-structuralism. Centred on the concept of systemic competitiveness, this approach defines a strategy to achieve the high road of globalization, understood here as an inevitable process in spite of its engagement being dependent on the policies adopted. The conclusions show the genuine contributions of this tradition to economic theory.

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This paper first presents some basic ideas and models of a structuralist development macroeconomics that complements and actualizes the ideas of the structuralist development economics that was dominant between the 1940s and the 1960s. A system of three models focusing on the exchange rate (the tendency to the cyclical overvaluation of the exchange rate, a critique of growth with foreign savings, and new a model of the Dutch disease) shows that it is not just volatile but chronically overvalued, and for that reason it is not just a macroeconomic problem; as a long term disequilibrium, it is in the core of development economics. Second, it summarizes "new developmentalism" - a sum of growth policies based on these models and on the experience of fast-growing Asian countries.

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This paper, first, presents some basic ideas and models of a structuralist development macroeconomics that complements and actualizes the thought of structuralist development economics that was dominant between the 1940s and the 1960s including in the World Bank. The new approach focus on the relation between the exchange rate and economic growth, and develops three interrelated models: the tendency to the overvaluation of the exchange, the critique of growth with foreign savings, and a model of the Dutch disease based on the existence of two exchange rate equilibriums: the “current” and the “industrial” equilibrium. Second, it summarizes “new developmentalism” – a sum of growth policies based on these models and on the experience of fast growing Asian countries

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Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

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This is a draft for a chapter of the book version of my Ph.D thesis. The chapter addresses the following question: Are the creative processes of musical composers and academic economists essentially the same, or are there significant differences? The paper finds that there are deep similarities between the creative processes of theoretical economists and the creative processes of artists. The chapter builds a process oriented lifecycle account of creative activity, drawing on testimonial material from the arts and the sciences, and relates the model to the creative work of economists developing economic theory.

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This report presents the results of an economics component of the National Interdisciplinary Project (NIP) on wildlife tourism in Australia. The main objectives of the study were to outline and assess the role that economics can play in the valuation and management of wildlife-based tourism, undertake appropriate case studies to highlight the value of economics and its limits in assessing wildlife tourism in each case, take into account relevant environmental issues involved in wildlife tourism, and make future recommendations.

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This report presents the results of an economics component of the National Interdisciplinary Project (NIP) on wildlife tourism in Australia. The main objectives of the study were to outline and assess the role that economics can play in the valuation and management of wildlife-based tourism, undertake appropriate case studies to highlight the value of economics and its limits in assessing wildlife tourism in each case, take into account relevant environmental issues involved in wildlife tourism, and make future recommendations.

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Reviews the ecological status of the mahogany glider and describes its distribution, habitat and abundance, life history and threats to it. Three serial surveys of Brisbane residents provide data on the knowledge of respondents about the mahogany glider. The results provide information about the attitudes of respondents to the mahogany glider, to its conservation and relevant public policies and about variations in these factors as the knowledge of participants of the mahogany glider alters. Similarly data is provided and analysed about the willingness to pay of respondents to conserve the mahogany glider. Population viability analysis is applied to estimate the required habitat area for a minimum viable population of the mahogany glider to ensure at least a 95% probability of its survival for 100 years. Places are identified in Queensland where the requisite minimum area of critical habitat can be conserved. Using the survey results as a basis, the likely willingness of groups of Australians to pay for the conservation of the mahogany glider is estimated and consequently their willingness to pay for the minimum required area of its habitat. Methods for estimating the cost of protecting this habitat are outlined. Australia-wide benefits seem to exceed the costs. Establishing a national park containing the minimum viable population of the mahogany glider is an appealing management option. This would also be beneficial in conserving other endangered wildlife species. Therefore, additional economic benefits to those estimated on account of the mahogany glider itself can be obtained.