953 resultados para Sostenibilità, Sviluppo sostenibile, "Time in Jazz", "Green Jazz"


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Analisi di tutte le attività atte a incentivare la sostenibilità ambientale nel contesto del festival musicale "Time in Jazz"

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Into the Bends of Time is a 40-minute work in seven movements for a large chamber orchestra with electronics, utilizing real-time computer-assisted processing of music performed by live musicians. The piece explores various combinations of interactive relationships between players and electronics, ranging from relatively basic processing effects to musical gestures achieved through stages of computer analysis, in which resulting sounds are crafted according to parameters of the incoming musical material. Additionally, some elements of interaction are multi-dimensional, in that they rely on the participation of two or more performers fulfilling distinct roles in the interactive process with the computer in order to generate musical material. Through processes of controlled randomness, several electronic effects induce elements of chance into their realization so that no two performances of this work are exactly alike. The piece gets its name from the notion that real-time computer-assisted processing, in which sound pressure waves are transduced into electrical energy, converted to digital data, artfully modified, converted back into electrical energy and transduced into sound waves, represents a “bending” of time.

The Bill Evans Trio featuring bassist Scott LaFaro and drummer Paul Motian is widely regarded as one of the most important and influential piano trios in the history of jazz, lauded for its unparalleled level of group interaction. Most analyses of Bill Evans’ recordings, however, focus on his playing alone and fail to take group interaction into account. This paper examines one performance in particular, of Victor Young’s “My Foolish Heart” as recorded in a live performance by the Bill Evans Trio in 1961. In Part One, I discuss Steve Larson’s theory of musical forces (expanded by Robert S. Hatten) and its applicability to jazz performance. I examine other recordings of ballads by this same trio in order to draw observations about normative ballad performance practice. I discuss meter and phrase structure and show how the relationship between the two is fixed in a formal structure of repeated choruses. I then develop a model of perpetual motion based on the musical forces inherent in this structure. In Part Two, I offer a full transcription and close analysis of “My Foolish Heart,” showing how elements of group interaction work with and against the musical forces inherent in the model of perpetual motion to achieve an unconventional, dynamic use of double-time. I explore the concept of a unified agential persona and discuss its role in imparting the song’s inherent rhetorical tension to the instrumental musical discourse.

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L’obiettivo del lavoro svolto nell’ambito del ciclo di dottorato è stato quello dell’applicazione della metodologia di analisi degli scenari, nell’ottica dello studio e applicazione di un metodo di analisi integrato e multidisciplinare che consenta individuare strategie di sviluppo sostenibile in relazione alla questione indagata. Lo studio sviluppato nel corso del dottorato è stato impostato su presupposti forniti dalla Regione Toscana (in entrambi i casi di studio trattati), che ha finanziato, attraverso la sua Agenzia Regionale per lo Sviluppo e Innovazione in ambito Agricolo (ARSIA), due Progetti di ricerca volti all’individuazione di strategie di sviluppo sostenibile concernenti due tematiche di particolare interesse in ambito regionale: lo sviluppo di coltivazioni non-food (biocarburanti, biomasse da energia, biopolimeri, biolubrificanti, fibre vegetali, coloranti naturali, fitofarmaci di origine vegetale) e la valutazione della possibilità di coesistenza tra colture convenzionali (non Geneticamente Modificate) e colture GM, in relazione alla Raccomandazione della Commissione 2003/556/CE che afferma che deve essere garantita la coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche, ovvero che devono essere presenti le condizioni per cui ciascun metodo di coltivazione possa poter essere adottato e praticato in UE. La sostenibilità delle situazioni studiate è stata valutata fornendo informazioni non solo per la situazioni attuali, ma anche per possibili evoluzioni future, così come richiesto dai principi dello sviluppo sostenibile. A tal proposito, occorre applicare metodologie di analisi che consentano di poter identificare obiettivi strategici in funzione dei cambiamenti che potrebbero essere registrati, in corrispondenza dell’evolversi delle diverse situazioni nel tempo. La metodologia di analisi in grado di soddisfare questi requisiti può essere identificata nell’analisi di scenario (scenario analysis), che si configura come uno strumento di analisi strategica in grado di riassumere numerose informazioni e dati riferiti agli attori, agli obiettivi, agli strumenti, alle cause ed agli effetti indotti da un cambiamento che potrebbe essere provocato da uno o più fattori contemplati nel corso dell’analisi. Questo metodo di analisi rappresenta un’importante strumento di ausilio alla definizione di politiche e strategie, che si rende particolarmente utile nel campo della public choice, come dimostrato dalle applicazioni presentate nel corso del lavoro.

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L’obiettivo della presente tesi curriculare è una lettura, in chiave critica, di alcuni esami ed esperienze significative svolte all’interno del corso di studi presso la Facoltà di Architettura “Aldo Rossi”. Questa tesi è caratterizzata da riflessioni circa i principi di sostenibilità per il progetto urbanistico: partendo dal concetto di sostenibilità, si procederà nel rivedere le tappe fondamentali della nascita di questo termine, analizzare gli impegni sottoscritti a livello mondiale ed infine valutare come tali principi sono stati trattati lungo il percorso di studi intrapreso: nel Laboratorio di Sintesi Finale in Architettura Sostenibile, nel Laboratorio di Urbanistica e durante il corso di Tecnica Urbanistica, con riferimento all’esperienza IP Socrates Erasmus Intensive Programme svolto presso la University of Western England a Bristol. Ognuno tra i progetti scelti per questa tesi curriculare è caratterizzato dalla presenza di “verde” come elemento unificatore. Il verde è una componente essenziale nelle nostre città e la qualità ambientale fa parte dei principi cardini dello sviluppo sostenibile; da qui il titolo “the green way”, verde come impronta ecologica, verde come parte integrante del progetto e verde come principio alla base di un una nuova mentalità sostenibile.

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The blue emission of ethyl-hexyl substituted polyfluorene (PF2/6) films is accompanied by a low energy green emission peak around 500 nm in inert atmosphere. The intensity of this 500 nm peak is large in electroluminescence (EL) compared to photoluminescence (PL)measurements. Furthermore, the green emission intensity reduces dramatically in the presence of molecular oxygen. To understand this, we have modeled various nonradiative processes by time dependent quantum many body methods. These are (i) intersystem crossing to study conversion of excited singlets to triplets leading to a phosphorescence emission, (ii) electron-hole recombination (e-hR) process in the presence of a paramagnetic impurity to follow the yield of triplets in a polyene system doped with paramagnetic metal atom, and (iii) quenching of excited triplet states in the presence of oxygen molecules to understand the low intensity of EL emission in ambient atmosphere, when compared with that in nitrogen atmosphere. We have employed the Pariser-Parr-Pople Hamiltonian to model the molecules and have invoked electron-electron repulsions beyond zero differential approximation while treating interactions between the organic molecule and the rest of the system. Our time evolution methods show that there is a large cross section for triplet formation in the e-hR process in the presence of paramagnetic impurity with degenerate orbitals. The triplet yield through e-hR process far exceeds that in the intersystem crossing pathway, clearly pointing to the large intensity of the 500 nm peak in EL compared to PL measurements. We have also modeled the triplet quenching process by a paramagnetic oxygen molecule which shows a sizable quenching cross section especially for systems with large sizes. These studies show that the most probable origin of the experimentally observed low energy EL emission is the triplets.

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Punto di partenza per il lavoro presentato, sono le tematiche legate alle pratiche di consumo di cibo in un’ottica che superi una semplice visione utilitaristica delle stesse, mentre viene evidenziato invece il più profondo rapporto uomo-cibo e i fenomeni di socializzazione che ne scaturiscono. Si trovano pertanto a coniugarsi la sociologia dei consumi e la sociologia della cultura. La base per questa visione del cibo e delle pratiche di produzione e consumo ad esso collegate è l’ipotesi che nel rapporto uomo-cibo sia individuabile un livello di significato superiore al mero utilitarismo/nutrizionismo, che si compone di una dimensione strutturale, una dimensione simbolica ed una dimensione metaforica. Il cibo, e di conseguenza tutte le pratiche ad esso collegate (produzione, elaborazione, consumo), rientrano pertanto in maniera naturale nella categoria “cultura”, e quindi, accostandoci al paradigma del passaggio da natura a società, attraverso il cibo si crea e si alimenta la socialità del consorzio umano, e quindi l’umanità stessa. Accostando a queste concettualizzazioni l’idea che il consumo in generale possa diventare una prassi tramite cui esperire una più diffusa ricerca di sostenibilità nello sviluppo del territorio, (facendosi carico delle conseguenze socio-ambientali derivanti dalla fruizione di determinati oggetti piuttosto che altri), si è sviluppata l’ipotesi che al consumo alimentare possa competere un ruolo precipuamente attivo nella definizione di pratiche sociali orientate alla sostenibilità, capaci cioè di integrare attraverso il consumo – e in relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione – quella perdita di senso civico e solidarietà organizzata che sperimentiamo nelle prassi di vita quotidiana. Sul piano operativo, la tesi è articolata in sei capitoli: • Il percorso presentato prende le mosse dalla considerazione che il cibo, inteso in un’ottica sociologica, costituisce un fattore culturale non irrilevante, anzi fondamentale per il consorzio umano. Si fornisce quindi una breve descrizione del ruolo del cibo nei suoi accostamenti con la definizione di un territorio (e quindi con la sua storia, economia e società), con le arti visive, con il cinema, con la musica, ma anche con la sfera sensoriale (tatto, gusto, olfatto) ed emotivo-cognitiva (psiche) dell’uomo. • Successivamente, si analizza nello specifico la funzione socializzante delle pratiche alimentari, ripercorrendo le tappe principali degli studi classici di sociologia e antropologia dell’alimentazione e introducendo anche l’idea di cibo come simbolo e metafora, che si riflettono sul piano sociale e sulle relazioni tra gli individui. La constatazione che le pratiche legate al cibo sono le uniche attività umane da sempre e per sempre irrinunciabili è un chiaro indicatore di come esse giochino un ruolo fondamentale nella socializzazione umana. • Nel terzo capitolo, la prospettiva simbolico-metaforica è la base di un’analisi di tipo storico delle pratiche alimentari, nello specifico delle pratiche di consumo di cibo, dalle origini dell’umanità ai giorni nostri. Viene presentato un excursus essenziale in cui l’attenzione è focalizzata sulla tavola, sui cibi ivi serviti e sugli eventi di socializzazione che si sviluppano attorno ad essa, considerando situazioni storico-sociali oggettive di cui si è in grado, oggi, di ricostruire le dinamiche e le fasi più significative. • Il quarto capitolo costituisce un momento di riflessione teorica intorno al tema della globalizzazione nella contemporaneità. Sia per una logica progressione cronologica all’interno del lavoro presentato, sia per la rilevanza in quanto inerente alla società attuale in cui viviamo, non si è potuto infatti non soffermarsi un po’ più a fondo sull’analisi delle pratiche alimentari nella contemporaneità, e quindi nella società generalmente definita come “globalizzata” (o “mcdonaldizzata”, per dirla alla Ritzer) ma che in realtà è caratterizzata da un più sottile gioco di equilibri tra dimensione locale e dimensione globale, che si compenetrano come anche nel termine che indica tale equilibrio: il “glocale”. In questo capitolo vengono presentati i principali riferimenti teorici relativi a queste tematiche. • Nel quinto capitolo è stata analizzata, quindi, la declinazione in senso “alimentare” della relazione tra globale e locale, e quindi non solo i mutamenti intercorsi nella contemporaneità nelle pratiche di produzione, scambio e consumo di cibo con particolare riferimento ai sistemi culturali e al territorio, ma anche alcune proposte (sia teoriche che pratiche) a garanzia di uno sviluppo sostenibile del territorio, che trovi i suoi fondamenti sulla perpetuazione di modalità tradizionali di produzione, commercio e consumo di cibo. • Nel sesto capitolo viene analizzato un caso di studio significativo, (il movimento Slow Food, con il suo progetto Terra Madre) senza la pretesa di confermare o smentire né le ipotesi di partenza, né i concetti emersi in itinere, ma semplicemente con l’intenzione di approfondire il percorso svolto attraverso l’esemplificazione operativa e la ricerca entro un piccolo campione composto da testimoni significativi e intervistati, sottoposti a colloqui e interviste incentrate su item inerenti i temi generali di questo lavoro e sul caso di studio considerato. La scelta del caso è motivata dalla considerazione che, alla luce delle filosofia che lo anima e delle attività che svolge, il movimento Slow Food con il progetto Terra Madre costituisce una vera e propria eccellenza nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, tanto economiche quanto sociali e culturali. L’intera analisi è stata condotta tenendo presente l’importanza della comparazione e della collocazione del singolo caso non solo nel contesto sociale di riferimento, ma anche in sintonia con l’ipotesi della ricerca, e quindi con l’assunto che le pratiche alimentari possano guidare uno sviluppo sostenibile del territorio. Per analizzare la realtà individuata, si è in primo luogo proceduto alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni volte alla ricostruzione della sua storia e del suo sviluppo attuale. Le informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi di materiali, documenti cartacei e documenti multimediali. Si è poi proceduto con colloqui in profondità a testimoni significativi individuati nell’ambito delle attività promosse da Slow Food, con particolare riferimento alle attività di Terra Madre; le informazioni sono state elaborate con l’ausilio dell’analisi del contenuto. Alla luce di quanto analizzato, tanto a livello teorico quanto a livello empirico, la tesi si conclude con alcune considerazioni che, in linea con la finalità dichiarata di approfondire (più che di confermare o smentire) le ipotesi di partenza circa un ruolo fondamentale delle pratiche alimentari nello sviluppo sostenibile del territorio, non possono comunque non tendere ad una convalida dei concetti introduttivi. Si individuano pertanto spunti importanti per affermare che nelle pratiche alimentari, nei tre momenti in cui trovano specificazione (la produzione, lo scambio, il consumo), siano individuabili quei semi valoriali che possono dare solidità alle ipotesi di partenza, e che quindi - nell’intento di operare per uno sviluppo sostenibile del territorio - sia possibile farne un valido strumento al fine di costruire dei veri e propri percorsi di sostenibilità ancorati ai concetti di tutela della tradizione locale, recupero e salvaguardia dei metodi tradizionali di produzione e conservazione, certificazione di tipicità, controllo della distribuzione, riscatto e promozione delle modalità tradizionali di consumo con particolare riferimento alle culture locali.

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La diffusione dei servizi cloud ha spinto anche il mondo degli IDE verso questa direzione. Recentemente si sta assistendo allo spostamento degli IDE da ambienti desktop ad ambienti Web. Questo è determinante per quanto riguarda gli aspetti legati alla collaborazione perchè permette di sfruttare tutti i vantaggi del cloud per dotare questi sistemi di chat, integrazione con i social network, strumenti di editing condiviso e molte altre funzionalità collaborative. Questi IDE sono detti browser-based in quanto i servizi che mettono a disposizione sono accessibili via Web tramite un browser. Ne esistono di diversi tipi e con caratteristiche molto diverse tra di loro. Alcuni sono semplici piattaforme sulle quali è possibile effettuare test di codice o utilizzare tutorial forniti per imparare nuovi linguaggi di programmazione; altri invece sono ambienti di sviluppo completi dotati delle più comuni funzionalità presenti in un IDE desktop, oltre a quelle specifiche legate al Web. Dallo studio di questi ambienti di sviluppo di nuova generazione è emerso che sono pochi quelli che dispongono di un sistema di collaborazione completo e che non tutti sfruttano le nuove tecnologie che il Web mette a disposizione. Per esempio, alcuni sono dotati di editor collaborativi, ma non offrono un servizio di chat ai collaboratori; altri mettono a disposizione una chat e il supporto per la scrittura simultanea di codice, ma non sono dotati di sistemi per la condivisione del display. Dopo l'analisi dei pregi e dei difetti della collaborazione fornita dagli strumenti presi in considerazione ho deciso di realizzare delle funzionalità collaborative inserendomi nel contesto di un IDE browser-based chiamato InDe RT sviluppato dall'azienda Pro Gamma SpA.

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This thesis discusses the use of the bass as a melodic instrument in jazz. It focuses on seven compositions performed for a Master's recital on March 22, 2010. For each selection, I provide a brief biography of the composer, information about the song and insight on performance practice. I examine the advanced techniques pioneered by innovative bassists and explore ways in which they can be used to further exploit the melodic potential of the bass in a jazz context. A compact disc recording of the recital is included.

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Herbivorous turtle, Chelonia mydas, inhabiting the south China Sea and breeding in Peninsular Malaysia, and Natator depressus, a carnivorous turtle inhabiting the Great Barrier Reef and breeding at Curtis Island in Queensland, Australia, differ both in diet and life history. Analysis of plasma metabolites levels and six sex steroid hormones during the peak of their nesting season in both species showed hormonal and metabolite variations. When compared with results from other studies progesterone levels were the highest whereas dihydrotestosterone was the plasma steroid hormone present at the lowest concentration in both C. mydas and N. depressus plasma. Interestingly, oestrone was observed at relatively high concentrations in comparison to oestradiol levels recorded in previous studies suggesting that it plays a significant role in nesting turtles. Also, hormonal correlations between the studied species indicate unique physiological interactions during nesting. Pearson correlation analysis showed that in N. depressus the time of oviposition was associated with elevations in both plasma corticosterone and oestrone levels. Therefore, we conclude that corticosterone and oestrone may influence nesting behaviour and physiology in N. depressus. To summarise, these two nesting turtle species can be distinguished based on the hormonal profile of oestrone, progesterone, and testosterone using discriminant analysis.

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AIMS/HYPOTHESIS:

The aim of the study was to describe 20-year incidence trends for childhood type 1 diabetes in 23 EURODIAB centres and compare rates of increase in the first (1989-1998) and second (1999-2008) halves of the period.

METHODS:

All registers operate in geographically defined regions and are based on a clinical diagnosis. Completeness of registration is assessed by capture-recapture methodology. Twenty-three centres in 19 countries registered 49,969 new cases of type 1 diabetes in individuals diagnosed before their 15th birthday during the period studied.

RESULTS:

Ascertainment exceeded 90% in most registers. During the 20-year period, all but one register showed statistically significant changes in incidence, with rates universally increasing. When estimated separately for the first and second halves of the period, the median rates of increase were similar: 3.4% per annum and 3.3% per annum, respectively. However, rates of increase differed significantly between the first half and the second half for nine of the 21 registers with adequate coverage of both periods; five registers showed significantly higher rates of increase in the first half, and four significantly higher rates in the second half.

CONCLUSIONS/INTERPRETATION:

The incidence rate of childhood type 1 diabetes continues to rise across Europe by an average of approximately 3-4% per annum, but the increase is not necessarily uniform, showing periods of less rapid and more rapid increase in incidence in some registers. This pattern of change suggests that important risk exposures differ over time in different European countries. Further time trend analysis and comparison of the patterns in defined regions is warranted.

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Successful Marine Spatial Planning depends upon the identification of areas with high importance for particular species, ecosystems or processes. For seabirds, advancements in biologging devices have enabled us to identify these areas through the detailed study of at-sea behaviour. However, in many cases, only positional data are available and the presence of local biological productivity and hence seabird foraging behaviour is inferred from these data alone, under the untested assumption that foraging activity is more likely to occur in areas where seabirds spend more time. We fitted GPS devices and accelerometers to northern gannets Morus bassanus and categorised the behaviour of individuals outside the breeding colony as plunge diving, surface foraging, floating and flying. We then used the locations of foraging events to test the efficiency of 2 approaches: time-in-area and kernel density (KD) analyses, which are widely employed to detect highly-used areas and interpret foraging behaviour from positional data. For KD analyses, the smoothing parameter (h) was calculated using the ad hoc method (KD<inf>ad hocinf>), and KD<inf>h=9.1inf>, where h = 9.1 km, to designate core foraging areas from location data. A high proportion of foraging events occurred in core foraging areas designated using KD<inf>ad hocinf>, KD<inf>h=9.1inf>, and time-in-area. Our findings demonstrate that foraging activity occurs in areas where seabirds spend more time, and that both KD analysis and the time-in-area approach are equally efficient methods for this type of analysis. However, the time-in-area approach is advantageous in its simplicity, and in its ability to provide the shapes commonly used in planning. Therefore, the time-in-area approach can be used as a simple way of using seabirds to identify ecologically important locations from both tracking and survey data.