996 resultados para Sardegna identità musica


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La questione sarda è annosa.Questa vuole essere un'analisi, o perlomeno un tentativo di analisi, della questione dell'identità sarda: perché i sardi si sentono così diversi dagli italiani e da qualsiasi altro popolo? Su quali elementi fondano e vantano questa diversità e questo desiderio di indipendenza? I fattori caratterizzanti e diversificanti dei sardi sono verità razionali o, a volte, solo miti? Un breve excursus storico è imprescindibile, perché la cultura e i popoli e la cultura dei popoli sono, come noto, in costante e continuo cambiamento, sotto l'influenza della storia. Si parlerà degli eventi storici più importanti che hanno riguardato la Sardegna, cambiandola e indirizzandola verso ciò che è ora, a volte anche a sua stessa insaputa. Seguirà poi un'analisi sommaria della lingua sarda, delle sue particolarità e differenze interne così come dei suoi usi, essendo essa una bandiera di diversità sventolata con grande fierezza. L'analisi storica e linguistica fungeranno da premessa al vero snodo di questo elaborato: la questione identitaria, che sarà presentata con l'ausilio di testi della canzone sarda.

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La tesi si occupa del rapporto tra il Maestro di Ozieri e la produzione figurativa in Sardegna nella prima metà del Cinquecento. Studia l'uso delle incisioni. Valuta l'influenza della pittura romana e meridionale. Riflette sulla possibile identità straniera del pittore, sulla base delle molte somiglianze con artisti tedeschi e fiamminghi. Si occupa di comprendere quali possano essere considerate le opere autografe e quali quelle eseguite da seguaci e imitatori. Riformula alla luce dei confronti stilistici e delle ricerche in archivio la personalità dell'artista e la sua collocazione cronologica.

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La tesi indaga l’esperienza del teatro comunitario, una delle espressioni artistiche più originali e pressoché sconosciute nel panorama teatrale novecentesco, che ha avuto in Argentina un punto di riferimento fondamentale. Questo fenomeno, che oggi conta cinquanta compagnie dal nord al sud del paese latinoamericano, e qualcuna in Europa, affonda le sue radici nella Buenos Aires della post-dittatura, in una società che continua a risentire degli esiti del terrore di Stato. Il teatro comunitario nasce dalla necessità di un gruppo di persone di un determinato quartiere di riunirsi in comunità e comunicare attraverso il teatro, con l'obiettivo di costruire un significato sociale e politico. La prima questione messa a fuoco riguarda la definizione della categoria di studio: quali sono i criteri che consentono di identificare, all’interno della molteplicità di pratiche teatrali collettive, qualcosa di sicuramente riconducibile a questo fenomeno. Nel corso dell’indagine si è rivelata fondamentale la comprensione dei conflitti dell’esperienza reale e l’individuazione dei caratteri comuni, al fine di procedere a un esercizio di generalizzazione. La ricerca ha imposto la necessità di comprendere i meccanismi mnemonici e identitari che hanno determinato e, a loro volta, sono stati riattivati dalla nascita di questa esperienza. L’analisi, supportata da studi filosofici e antropologici, è volta a comprendere come sia cambiata la percezione della corporeità in un contesto di sparizione dei corpi, dove il lavoro sulla memoria riguarda in particolare i corpi assenti (desaparecidos). L’originalità del tema ha imposto la riflessione su un approccio metodologico in grado di esercitare una adeguata funzione euristica, e di fungere da modello per studi futuri. Sono stati pertanto scavalcati i confini degli studi teatrologici, con particolare attenzione alle svolte culturali e storiche che hanno preceduto e affiancato l’evoluzione del fenomeno.

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Il presente elaborato affronta il modo in cui la canzone della provincia canadese del Québec tratta i temi dello sviluppo sostenibile e dell’ecologia. Il Québec deve gran parte del suo benessere economico e sociale all’utilizzo delle risorse naturali presenti nella parte nord-est del Canada. Negli ultimi decenni, lo sfruttamento sempre maggiore delle risorse del pianeta ha fatto nascere negli esseri umani la consapevolezza di dover prendere provvedimenti a favore di un’economia sostenibile per il rispetto del pianeta. In questo elaborato si è voluto analizzare in che modo questa consapevolezza venga espressa attraverso le canzoni e la musica, due elementi fondamentali della cultura e dell’identità del Québec, innanzitutto proponendo i principali momenti della storia della canzone della provincia canadese e la maniera in cui la relazione con l’ambiente è cambiata nel corso degli anni. Successivamente, si è svolta un analisi dei temi trattati dalla canzone negli ultimi vent’anni, focalizzandosi sulle tematiche legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile: per fare ciò, è stata presa in analisi l’opera di cinque artisti famosi per il loro sostegno alle politiche ambientali in Québec. Le loro canzoni più significative sono state analizzate del punto di vista del contenuto e dal punto di vista lessicale. Infine, ci si è soffermati sul ruolo che la canzone e il francese del Québec ricoprono nella definizione e nella diffusione dell’identità nazionale quebecchese.

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Il presente lavoro è il risultato di cinque anni di ricerca sulla performance rituale delle Nava Durgā del popolo newar a Bhaktapur (Nepal). Dal 1512, per circa nove mesi all'anno, gli uomini della casta inferiore Banmālā reincarnano le nove manifestazioni femminili della dea Durgā ed eseguono le danze in maschera. La performance della Nava Durgā è una pratica culturale molto complessa, composta da suoni, danze, processioni, momenti di venerazione (pūjā), rituali tantrici e momenti sacrificali. Gli aspetti musicali e teatrali della performance costituiscono il focus dell’indagine di questo studio. Dopo una descrizione analitica degli strumenti musicali utilizzati nella performance, alcuni elementi sonori vengono trascritti e analizzati mettendo in luce le caratteristiche tipiche della musica newar. I contenuti narrativi delle danze e il ciclo vitale delle Nava Durgā rispecchiano la vita hindu. La loro interpretazione viene realizzata in base alle osservazioni etnografiche; alcuni temi che costituiscono gli obiettivi dei devoti hindu (puruṣārtha) vengono esaminati attraverso l’approccio storico e quello etnografico, anche al fine di sottolineare il ruolo didascalico e formativo della performance. Un altro argomento discusso in questo lavoro consiste nell'identità dei danzatori Banmālā e quella del popolo newar in generale; questo aspetto è emerso in modo rilevante anche durante le fasi di mediatizzazione della performance delle Nava Durgā avvenute nel periodo del COVID-19. Da questo punto di vista, il presente lavoro costituisce un contributo alla diffusione della conoscenza della tradizione delle Nava Durgā; questo converge con l'obiettivo dei Banmālā di aumentare la visibilità della performance al fine di affermare la propria identità sia nel contesto nazionale che in quello internazionale.

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L'articulation savante entre éléments autobiographiques, fiction et détournement de conventions sont caractéristiques du travail de Camille Laurens. Dans ces bras-là (2000) peut être décrit comme une quête d'identité par le détour de l'autre. En effet, le roman s'organise autour des trois rapports dichotomiques autobiographie-fiction, femme-homme et écriture-langage oral. Le résultat en est un regard complexe et profond sur l'identité de Camille Laurens qui est ici une femme, un auteur, mais aussi la narratrice d'un récit.

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L'objectif de la thèse est de rendre compte d'une pratique langagière particulière, le débat, et d'opérer ce travail à la fois à un niveau théorique - en tant qu'analyser la pratique du débat pose certaines questions aux sciences du langage - et à un niveau pratique - dans la mesure où la spécificité du débat repose sur certains observables qu'il s'agit d'identifier et de décrire et qui permettent à chacun de distinguer le débat d'autres formes de comportement, telles que l'anecdote, la dispute ou encore la réunion de travail.¦La thèse part du constat que la pratique du débat constitue un fait social attesté et reconnaissable comme tel, et ce aussi bien par les agents qui s'engagent dans son accomplissement que par un observateur externe. Le fait qu'aucune règle ne vienne pour autant décrire «ce qui fait débat» plaide pour l'adoption d'une perspective ethnométhodologique, sensible à la manière dont les agents pourvoient eux-mêmes, en agissant de façon méthodique et routinière, à la reconnaissabilité (accountability) des pratiques dans lesquelles ils s'engagent.¦La thèse questionne le caractère reconnaissable de la pratique du débat à partir de données originales. Le corpus est constitué de huit événements publics s'étant déroulés à l'Université de Lausanne et ayant été vidéo-enregistrés pour l'occasion. Ces rencontres ne relèvent donc pas d'événements télédiffusés, par exemple des débats de sociétés organisés par des chaînes de télévision. Il s'agit de confrontations verbales (de types « débats publics » ou « conférence-discussion ») où tous les participants, public compris, sont réunis en un même lieu et dans une même tranche temporelle.¦La thèse organise la réflexion en trois parties. Intitulée la parole en interaction médiatisée, la première partie est consacrée à la présentation et à la problématisation, grâce à divers extraits du corpus, des différentes dimensions analytiques mobilisées. Par l'articulation d'acquis en linguistique textuelle et énonciative et en analyse conversationnelle, il s'agit d'étudier la matérialité signifiante des actions verbales en lien avec les dynamiques discursives et interactionnelles dans lesquelles cette matérialité s'inscrit et prend sens. En d'autres termes, on considère la manière dont les unités linguistiques participent à l'accomplissement d'activités pratiques et les pressions que ces activités pratiques sont susceptibles d'exercer sur l'usage de ces unités. L'analyse du débat est en outre inscrite dans une approche multimodale des pratiques, qui entend dépasser l'analyse de la seule verbalité pour donner une place aux ressources corporelles, qu'il s'agisse de gestes, de mimiques ou de la répartition des participants dans l'espace.¦Une fois les différentes dimensions analytiques posées, les deux autres parties examinent chacune une composante - autrement dit un observable - qui spécifie le débat en tant que pratique langagière particulière. Mobilisant une approche dialogale de la pratique de l 'argumentation, la deuxième partie entend montrer que le débat gagne à être abordé comme un mode particulier de gestion du désaccord, fondé sur l'usage de ressources argumentatives. La troisième partie s'intéresse finalement à la problématique de l'inscription de l'identité dans le langage et dans l'interaction et considère la manière dont les traits identitaires que les agents s'attribuent, respectivement ou réciproquement, lorsqu'ils s'engagent dans un débat, participent à assurer le caractère reconnaissable de cette pratique.