918 resultados para Salinità, Dune costiere, Groundwater, Multi level sampler.


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Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente una delle principali minacce per le risorse di acqua dolce della zone costiere italiane è l’intrusione salina. L’obiettivo di questa tesi magistrale è la caratterizzazione idrogeologica di una frazione dell’acquifero freatico costiero situato in due differenti corpi dunosi. L’indagine proseguita per cinque mesi ha evidenziano differenze tra un’area sottoposta a forte pressione antropica (Marina Romea) e un’area che mostra un relativo sviluppo naturale del sistema spiaggia-duna (Porto Corsini). La tecnica di campionamento utilizzata è il sistema a minifiltri (multi level samplers), metodologia innovativa che garantisce tempistiche di monitoraggio rapide e una campionatura multi-livello puntuale e precisa. La campagna di monitoraggio ha coinvolto misure di freatimetria, conduttività elettrica e analisi chimiche delle acque che hanno portato ad una loro classificazione geo-chimica. Dai risultati si evidenzia che l’acquifero è molto salinizzato, gli strati d’acqua dolce sono isolati in lenti superficiali e i tipi di acque presenti sono dominati da ioni sodio e cloro. Tra i due siti il più vulnerabile risulta essere Marina Romea per molti fattori: l’erosione costiera che assottiglia la fascia dunale adibita alla ricarica di acqua dolce, un’estensione spaziale della duna minore rispetto a Porto Corsini, la presenza di infrastrutture turistiche che hanno frazionato la duna, la vicinanza al canale di drenaggio che causa la risalita delle acque profonde saline, la presenza di specie arboree idro-esigenti che attingono e quindi assottigliano le lenti d’acqua dolce. Si propone di migliorare la qualità dell’acqua sotterranea con una migliore gestione del canale di drenaggio, sostituendo alcuni esemplari di pinacee con specie arbustive tipiche degli ambienti dunosi ed infine imponendo misure per il risparmio idrico durante la stagione turistica.

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Dalla collaborazione fra il Comune di Ravenna ed ENI ha preso origine il progetto “RIGED – Ra” ossia il “Progetto di ripristino e gestione delle dune costiere ravennati”. Nell’ambito di tale attività sperimentale si è voluto effettuare una caratterizzazione dell’idrologia di una limitata, ma rappresentativa, porzione dell’acquifero freatico costiero situata in un cordone di dune posto nella Pineta di Lido di Classe, a sud di Foce Bevano. Lo studio si pone di essere rappresentativo per le caratteristiche idrogeologiche delle dune costiere adriatiche nella zona di Ravenna. A tale fine è stato valutato l’andamento di alcuni parametri chimico-fisici delle acque sotterranee; inoltre, è stata monitorata mensilmente la profondità della tavola d’acqua (water table - WT). Questi monitoraggi hanno permesso di descrivere la distribuzione delle acque dolci e di quelle salate nonché la loro dinamica stagionale. Infine, è stata eseguita un’analisi idro-geochimica con l’intento di valutare la tipologia delle acque presenti nell’area in esame e la loro eventuale variazione stagionale. Per la raccolta dei campioni è stata sfruttata l’innovativa metodologia a minifiltri utilizzata da alcuni anni nel nord dell’Europa, in modo particolare in Olanda. Questa tecnica ha due caratteristiche peculiari: i tempi di campionamento vengono ridotti notevolmente ed, inoltre, permette un’ottima precisione e rappresentatività delle acque di falda a diverse profondità poiché si effettua un campionamento ogni 0,50 m. L’unico limite riscontrato, al quale vi è comunque rimedio, è il fatto che la loro posizione risulti fissa per cui, qualora vi siano delle fluttuazioni dell’acquifero al di sopra del minifiltro più superficiale, queste non vengono identificate. È consigliato quindi utilizzare questo metodo di campionamento poiché risulta essere più performante rispetto ad altri (ad esempio al sistema che sfrutta lo straddle packers SolinstTM ) scegliendo tra due diverse strategie per rimediare al suo limite: si aggiungono minifiltri superficiali che nel periodo estivo si trovano nella zona vadosa dell’acquifero oppure si accompagna sempre il campionamento con una trivellata che permetta il campionamento del top della falda. Per quanto concerne la freatimetria il campionamento mensile (6 mesi) ha mostrato come tutta l’area di studio sia un sistema molto suscettibile all’andamento delle precipitazioni soprattutto per la fascia di duna prossima alla costa in cui la scarsa vegetazione e la presenza di sedimento molto ben cernito con una porosità efficace molto elevata facilitano la ricarica dell’acquifero da parte di acque dolci. Inoltre, sul cordone dunoso l’acquifero si trova sempre al di sopra del livello medio mare anche nel periodo estivo. Per questa caratteristica, nel caso l’acquifero venisse ricaricato artificialmente con acque dolci (Managed Aquifer Recharge), potrebbe costituire un efficace sistema di contrasto all’intrusione salina. Lo spessore d’acqua dolce, comunque, è molto variabile proprio in funzione della stagionalità delle precipitazioni. Nell’area retro-dunale, invece, nel periodo estivo l’acquifero freatico è quasi totalmente al di sotto del livello marino; ciò probabilmente è dovuto al fatto che, oltre ai livelli topografici prossimi al livello medio mare, vi è una foltissima vegetazione molto giovane, ricresciuta dopo un imponente incendio avvenuto circa 10 anni fa, la quale esercita una notevole evapotraspirazione. È importante sottolineare come durante la stagione autunnale, con l’incremento delle precipitazioni la tavola d’acqua anche in quest’area raggiunga livelli superiori a quello del mare. Dal monitoraggio dei parametri chimico – fisici, in particolare dal valore dell’Eh, risulta che nel periodo estivo l’acquifero è un sistema estremamente statico in cui la mancanza di apporti superficiali di acque dolci e di flussi sotterranei lo rende un ambiente fortemente anossico e riducente. Con l’arrivo delle precipitazioni la situazione cambia radicalmente, poiché l’acquifero diventa ossidante o lievemente riducente. Dalle analisi geochimiche, risulta che le acque sotterranee presenti hanno una composizione esclusivamente cloruro sodica in entrambe le stagioni monitorate; l’unica eccezione sono i campioni derivanti dal top della falda raccolti in gennaio, nei quali la composizione si è modificata in quanto, il catione più abbondante rimane il sodio ma non si ha una dominanza di un particolare anione. Tale cambiamento è causato da fenomeni di addolcimento, rilevati dall’indice BEX, che sono causati all’arrivo delle acque dolci meteoriche. In generale, si può concludere che la ricarica superficiale e la variazione stagionale della freatimetria non sono tali da determinare un processo di dolcificazione in tutto l’acquifero dato che, nelle zone più profonde, si rivela la presenza permanente di acque a salinità molto superiore a 10 g/L. La maggior ricarica superficiale per infiltrazione diretta nelle stagioni a più elevata piovosità non è quindi in grado di approfondire l’interfaccia acqua dolce-acqua salata e può solamente causare una limitata diluizione delle acque di falda superficiali.

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Time-domain reflectometry (TDR) is an important technique to obtain series of soil water content measurements in the field. Diode-segmented probes represent an improvement in TDR applicability, allowing measurements of the soil water content profile with a single probe. In this paper we explore an extensive soil water content dataset obtained by tensiometry and TDR from internal drainage experiments in two consecutive years in a tropical soil in Brazil. Comparisons between the variation patterns of the water content estimated by both methods exhibited evidences of deterioration of the TDR system during this two year period at field conditions. The results showed consistency in the variation pattern for the tensiometry data, whereas TDR estimates were inconsistent, with sensitivity decreasing over time. This suggests that difficulties may arise for the long-term use of this TDR system under tropical field conditions. (c) 2008 Elsevier B.V. All rights reserved.

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Recent years have seen an upsurge of interest in the study of emotions in organizations. Research, however, has been hampered by the ephemeral nature of emotions and a lack of an integrated multi-level model. This article therefore presents a five-level model of emotions in organizations. At the lowest level is within-person variation, defined in terms of affective events theory. Levels of the model then proceed through individual, dyadic relationship, group, and organization-wide perspectives. The article also outlines the neurophysiological processes that underlie the experience, perception, and communication of emotion; it concludes with a discussion of implications for research and practice.

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In a previous study (Jones and Smith, 1999) we established that much the same core pattern of national identity characterizes many developed countries. Using the national identity module from the 1995 International Social Survey Programme, we identified two dimensions of national identity: an ascriptive dimension resembling the concept of ethnic identity described in the historical and theoretical literature, and a voluntarist dimension closer to the notion of civic identity. Some writers view these dimensions in terms of a historical sequence but we find that both constructs coexist in the minds of individual respondents in the nations we examine (we exclude Bulgaria and the Philippines from the present but not the earlier analysis). The dataset used for the multilevel analyses reported here consists of 28 589 respondents in the remaining 21 countries included in the national identity database for the 1995 round of surveys. The macrosociological literature on national identity does not offer well-defined predictions about what precise patterns of national identification we might expect to find among the masses of the developed countries. There are, however, recurring themes from which one can construct plausible hypotheses about how countries might differ according to their level of development, broadly conceived. Thus, we hypothesize that forces such as post-industrialism and globalization tend to favour the more open voluntaristic form of national identity over the more restrictive ascribed form. We develop different multi-level models in order to evaluate specific hypotheses pertaining to such issues, by simultaneously relating individual and societal characteristics to the relative strength of individual commitment to these different types of national identity.

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Implementing multi-level governance has been a key priority in EU cohesion policy. This study assesses the perceived achievements and shortcomings in implementing European Social Fund by analyzing the deficits and weaknesses as well as the poor participation of local agents who are in direct contact with the beneficiaries in order to design and implement this fund, which is the main financial instrument of EU social policy.

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The increase of distributed generation (DG) has brought about new challenges in electrical networks electricity markets and in DG units operation and management. Several approaches are being developed to manage the emerging potential of DG, such as Virtual Power Players (VPPs), which aggregate DG plants; and Smart Grids, an approach that views generation and associated loads as a subsystem. This paper presents a multi-level negotiation mechanism for Smart Grids optimal operation and negotiation in the electricity markets, considering the advantages of VPPs’ management. The proposed methodology is implemented and tested in MASCEM – a multiagent electricity market simulator, developed to allow deep studies of the interactions between the players that take part in the electricity market negotiations.

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This chapter aims to demonstrate how PAOL - Unit for Innovation in Education, a project from ISCAP - School of Accounting and Administration of Oporto ....

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Thesis submitted to the Universidade Nova de Lisboa, Faculdade de Ciências e Tecnologia for the degree of Doctor of Philosophy in Environmental Sciences

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Nowadays, service providers in the Cloud offer complex services ready to be used as it was a commodity like water or electricity to their customers with any other extra effort for them. However, providing these services implies a high management effort which requires a lot of human interaction. Furthermore, an efficient resource management mechanism considering only provider's resources is, though necessary, not enough, because the provider's profit is limited by the amount of resources it owns. Dynamically outsourcing resources to other providers in response to demand variation avoids this problem and makes the provider to get more profit. A key technology for achieving these goals is virtualization which facilitates provider's management and provides on-demand virtual environments, which are isolated and consolidated in order to achieve a better utilization of the provider's resources. Nevertheless, dealing with some virtualization capabilities implies an effort for the user in order to take benefit from them. In order to avoid this problem, we are contributing the research community with a virtualized environment manager which aims to provide virtual machines that fulfils with the user requirements. Another challenge is sharing resources among different federated Cloud providers while exploiting the features of virtualization in a new approach for facilitating providers' management. This project aims for reducing provider's costs and at the same time fulfilling the quality of service agreed with the customers while maximizing the provider's revenue. It considers resource management at several layers, namely locally to each node in the provider, among different nodes in the provider, and among different federated providers. This latter layer supports the novel capabilities of outsourcing when the local resources are not enough to fulfil the users demand, and offering resources to other providers when the local resources are underused.

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