998 resultados para POLITICA ECONOMICA
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Este artículo analiza la política económica de ajuste estructural, los mecanismos, e instrumentos más importantes de regulación y control, que afectan a los grupos sociales productores de granos básicos y sus efectos espaciales, enfatizando en la distribución del crédito. Se considera la política económica como un conjunto de mecanismos des incentivadores que actúan sobre las características técnico-productivas, socio-productivas y espacial-productivas de los granos básicos. Esta diferenciación metodológica permite en el artículo visualizar efectos diferenciadores de grupos en la producción de granos en Costa Rica. La política económica, en su ampliación instrumental se considera de aplicación homogénea, pero la realidad agraria territorial de los granos básicos es muy diferencial, se clasifican para el análisis en tres grupos y se define un grupo como clave, o más importante para el fomento o desestímulo de la política económica. Dos periodos distintos se distinguen en la política hacia los granos básicos a partir de 1974, que los constituyen en el fomento de autosuficiencia alimentaria para después de 1984 empezar un desestímulo a los granos básicos. Los sectores sociales productores se diferencian entre empresarios arroceros y campesinos productores de maíz y frijol, donde el efecto de la política desincentivadora es distinto. Se analiza el instrumento crediticio para ejemplarizar la política desincentivadora. Donde efectivamente se declara como una política sesgada por el apoyo crediticio del gran productor de arroz y por una segregación del pequeño productor.
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I comportamenti nutrizionali stanno assumendo sempre maggiore rilievo all’interno delle politiche comunitarie e questo sottolinea che la dieta sta avendo, negli ultimi anni, una maggiore importanza come fattore di causa e allo stesso tempo prevenzione nella diffusione di malattie croniche come il cancro, malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e disturbi dentali. Numerosi studi mostrano infatti che i tassi di obesità sono triplicati nelle ultime due decadi e si è stimato che, se i livelli di obesità continueranno a crescere allo stesso tasso del 1990, nel 2010 il numero di persone obese raggiungerà i 150 milioni tra gli adulti e i 15 milioni tra bambini e adolescenti. I governi nazionali stanno quindi cercando di risolvere questo problema, a cui sono inoltre legati alti costi nazionali, tramite l’implementazione di politiche nutrizionali. Analisi di tipo cross-section sono già state evidenziate da studiosi come Schmidhuber e Traill (2006), i quali hanno effettuato un’analisi di convergenza a livello europeo per esaminare la distanza tra le calorie immesse da 426 prodotti diversi. In quest’analisi hanno così dimostrato la presenza di una similarità distinta e crescente tra i paesi europei per quanto riguarda la composizione della dieta. Srinivasan et al. invece hanno osservato la relazione esistente tra ogni singolo prodotto alimentare consumato e le norme nutrizionali dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) Lo scopo di questa tesi è quello di evidenziare il problema a livello di aggregati nutritivi e di specifiche componenti nutrizionali come zucchero, frutta e verdura e non relativamente ad ogni singolo prodotto consumato. A questo proposito ci si è basati sulla costruzione di un indicatore (Recommendation Compliance Index) in modo da poter misurare le distanze tra la dieta media e le raccomandazioni del WHO. Lo scopo è quindi quello di riuscire a quantificare il fenomeno del peggioramento della dieta in diverse aree del mondo negli ultimi quattro decenni, tramite un’analisi panel, basandosi sui dati sui nutrienti consumati, provenienti dal database della FAO (e precisamente dal dataset Food Balance Sheets – FBS). Nella prima fase si introduce il problema dell’obesità e delle malattie croniche correlate, evidenziando dati statistici in diversi paesi europei e mondiali. Si sottolineano inoltre le diverse azioni dei governi e del WHO, tramite l’attuazione di campagne contro l’obesità e in favore di una vita più salutare e di una maggiore attività fisica. Nella seconda fase si è costruito un indicatore aggregato (Recommendation Compliance Index) in modo da analizzare le caratteristiche nella dieta dei diversi Paesi a livello mondiale rispetto alle norme del WHO. L’indicatore si basa sui dati ottenuti da FAOSTAT ed è calcolato per 149 paesi del database dell’FBS per il periodo 1961-2002. Nell’analisi si sono utilizzati i dati sulle percentuali di energia prodotta dalle varie componenti nutritive, quali grassi, grassi saturi e transaturi, zuccheri, carboidrati, proteine e le quantità di frutta e verdura consumate. Inoltre si è applicato un test statistico per testare se il valore del RCI è significativamente cambiato nel tempo, prendendo in considerazione gruppi di Paesi (Paesi OECD, Paesi in via di sviluppo e sottosviluppati). Si è voluto poi valutare la presenza o meno di un processo di convergenza, applicando l’analisi di σ-convergenza per osservare ad esempio se la variabilità è diminuita nel tempo in modo significativo. Infine si è applicato l’indicatore ad un livello micro, utilizzando il database del National Diet and Nutrition Survey, che raccoglie dati di macrocomponenti nutritive e misure antropometriche della popolazione inglese dai 16 ai 64 anni per il periodo 2000-2001. Si sono quindi effettuate analisi descrittive nonché analisi di correlazione, regressione lineare e ordinale per osservare le relazioni tra l’indicatore, i macronutrienti, il reddito e le misure antropometriche dell’ Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMI) e del rapporto vita-fianchi (Waist-hip ratio, WHR).
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Negli ultimi anni le istituzioni e la regolamentazione hanno svolto un ruolo sempre più importante nell’analisi della crescita economica. Tuttavia, non è facile interpretare le istituzioni e gli effetti dei regolamenti sulla crescita attraverso indicatori che tendono a “misurare” le istituzioni. Lo scopo di questa ricerca è analizzare la relazione di lungo periodo tra la crescita economica e la regolamentazione e il ruolo della regolamentazione antitrust sulla crescita economica. La stima econometrica dei modelli di crescita con la concorrenza e gli indicatori di potere di mercato si base su un dataset appositamente costruito che copre 211 Paesi, su un arco temporale massimo di 50 anni (da 1960 a 2009). In particolare, cerchiamo di identificare un quadro analitico volto a integrare l’analisi istituzionale ed economica al fine di valutare il ruolo della regolamentazione e, più in generale, il ruolo delle istituzioni nella crescita economica. Dopo una revisione della letteratura teorica ed empirica sulla crescita e le istituzioni, vi presentiamo l’analisi dell'impatto normativo (RIA) in materia di concorrenza, e analizziamo le principali misure di regolamentazione, la governance e le misure antitrust. Per rispondere alla nostra domanda di ricerca si stimano modelli di crescita prendendo in considerazione tre diverse misure di regolamentazione: la Regulation Impact (RI), la Governance (GOV), e la libertà economica (LIB). Nel modello a effetti fissi, RI, gli effetti della legislazione antitrust sulla crescita economica sono significativi e positivi, e gli effetti di durata antitrust sono significativi, ma negativi. Nel pannel dinamico, GOV, gli effetti dell’indicatore di governance sulla crescita sono notevoli, ma negativo. Nel pannel dinamico, LIB, gli effetti della LIB sono significativi e negativi.
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La ricerca punta a ricostruire il complesso e travagliato processo decisionale che porta alla realizzazione del quarto centro siderurgico di Taranto. Il grande stabilimento viene progettato nel 1955, approda sui tavoli del comitato di Presidenza della Finsider nel settembre del 1956 e dopo quasi quattro anni di dibattiti e dietrofront ottiene il via libera dal consiglio dei Ministri il 9 giugno del 1959. La prima pietra del centro verrà posta il 10 luglio del 1960, il primo settore (un tubificio) inaugurato nel 1961, mentre il resto del complesso entrerà in funzione nel 1964. Ispiratore del centro è Pasquale Saraceno e gli uomini dell'associazione Svimez, convinti sostenitori dell'industrializzazione dell'Italia Meridionale. Il progetto sostenuto apertamente dalla Democrazia Cristiana a partire dal 1956 e in seguito da tutte le forze politiche, viene convintamente osteggiato dall'Impresa Pubblica, Finsider in testa, che vede messa a repentaglio l'autonomia imprenditoriale del gruppo e i propri equilibri economici. Il centro meridionale è considerato strategicamente penalizzante ed economicamente sconveniente, dato che i maggiori centri industriali italiani del tempo si trovano nell'Italia Settentrionale (quindi una localizzazione meridionale comporterebbe un aggravio di costi per le operazioni di trasporto dell'acciaio). L'Impresa pubblica opterebbe su una politica imprenditoriale più prudente, incentrata sul potenziamento graduale dei centri già esistenti. Non così la Politica decisa ad attuare una svolta in grado di realizzare evidenti progressi nell'economia meridionale. La nostra ricerca ha cercato di ricostruire l'impegno e le manovre dei principali partiti politici e parallelamente le strategie e le ragioni dell'Impresa pubblica tenendo anche conto del grande dibattito sorto sulla stampa nazionale tra favorevoli e contrari al progetto e al coinvolgimento dell'opinione pubblica meridionale in particolare pugliese. La ricerca si divide in tre parti (dedicate alle origini del progetto (1954-1955), gli sviluppi della vicenda (1957-1958), il via libera al centro (1959-1960) e si articola in sei capitoli (Meridione e industrializzazione: verso il quarto centro siderurgico; La siderurgia italiana verso il boom: il progetto del IV centro a ciclo integrale; La polemica Iri – Dc: uno scontro istituzionale; Il Pci e il centro siderurgico di Taranto; La vicenda Vado Ligure e la posizione dell'impresa privata; L'approvazione del progetto). La tesi cerca di mettere a fuoco la posizione della Politica (Dc e Pci su tutti), della Tecnica (Iri e Finsider ma anche progetti e impegno dei privati, quali la Fiat e la Falck) e della società civile (soprattutto quella tarantina dedicando una certa attenzione al mondo cattolico). La ricerca si è svolta su più livelli. Nel primo anno si è compiuta un'approfondito studio presso l'archivio dell'Iri (conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma), della Dc (Istituto Sturzo, Roma), del Pci (Istituto Gramsci Roma). Il secondo ha permesso di soffermarsi sulle vicende di Taranto (Archivio dell'Arcidiocesi, Archivio del Comune, Biblioteca Comunale). Il terzo è stato focalizzato ancora su vicende politiche e finanziarie (Archivio Storico Banca d'Italia, Archivio Giulio Andreotti, Archivio storico del Senato, tutti con sede a Roma). L'esame dei verbali dei Comitati esecutivi della Finsider per gli anni 1954 -1959 rivela una chiara direzione: la Finsider studia con grande rigore la situazione del mercato italiano, delle varie aziende e dei centri produttivi del Gruppo. Un rigore finalizzato alla chiusura dei centri ritenuti antiquati e poco funzionali e al potenziamento di quelli più moderni e dalle dimensioni imponenti. Un'azione tesa ad incrementare la produzione, essere competitivi sul mercato internazionale e salvaguardare il vero faro dell'azienda in quegli anni: l'economicità. Cioè ottenere il più possibile tutelando gli equilibri finanziari del Gruppo. E' per questo che per ben due anni, i funzionari dell'azienda avanzano progetti complementari, come quello del piccolo centro di Apuania, ma il Comitato esecutivo pur considerando l'investimento indispensabile e conveniente, decide di rinviarne la realizzazione. Gli elementi più rilevanti sono emersi per l'anno 1957. E' noto come il centro siderurgico meridionale fosse messo a rischio da un altro progetto avanzato dalla Fiat, decisa a realizzare un proprio stabilimento nell'Italia settentrionale, a Vado Ligure. Il centro avrebbe dovuto rifornire di acciaio gli stabilimenti della casa automobilistica rendendola indipendente dall'Industria di Stato. Nel caso si fosse realizzato il centro di Vado (al quale la Fiat rinuncerà nel 1957) sarebbe risultato impossibile realizzarne un altro nel Meridione (a quel punto la produzione avrebbe superato i consumi). Dai dati esaminati emerge una trattativa finora inedita che vede il coinvolgimento della Finsider e di privati stranieri.
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El artículo analiza los intereses y prioridades de la política económica externa de los Estados Unidos y las complejas relaciones entre Washington y el gobierno de Buenos Aires en relación a la puesta en marcha del Plan Marshall de reconstrucción de Europa Occidental. La no participación de la Argentina en él dificultó su proceso de industrialización al restringir su comercio con el viejo continente e impedirle obtener las divisas necesarias para comprar en los EEUU, proveedor fundamental de los bienes que necesitaba.
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Tanto en asuntos económicos como en los que tienen que ver con los aspectos sociales y ambientales, la política del respectivo gobierno debe quedar consignada en el Plan Nacional de Desarrollo, el cual comprende una parte de inversiones públicas, contentivo de los presupuestos plurianuales de los principales programas y proyectos de inversión pública nacional y la especificación de los recursos financieros requeridos para su ejecución. Este libro estructura a partir de un estudio de caso que contrasta la ejecución presupuestal de los planes de desarrollo formulados por las administraciones de Bogotá entre 1995 y 2004 con los resultados sociales obtenidos en su implementación, medidos por indicadores de aceptación universal. A partir de las conclusiones de ese cotejo se pueden establecer inferencias sobre la utilidad de la herramienta de planeación como mecanismo para contribuir a consolidar los valores propios del Estado Social de Derecho en materia de aumento de la calidad de vida de los habitantes, reducción de las desigualdades sociales y mejoramiento de la redistribución de la riqueza. Este libro está dirigido, además de autoridades y funcionarios nacionales y territoriales, a los interesados en conocer a fondo los temas de presupuesto y planeación de Bogotá.
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El fenómeno de la globalización ha generado importantes cambios en el ejercicio y estudio del derecho en Colombia. Un claro ejemplo es la recurrente incursión de empresas internacionales en el mercado local. Las transacciones más grandes de los últimos años, como las ventas de empresas nacionales como Bavaria y Coltabaco a SAB Miller y Phillip Morris respectivamente, así lo indican. Esto ha llevado a que el abogado de hoy no sólo requiera de un conocimiento sólido de su propio ordenamiento jurídico, sino que además deba conocer, aunque sea de manera tangencial, el derecho comercial internacional y los regimenes basados en el common law. Este conocimiento le facilitara su labor como asesor, permitiéndole entender quién es su cliente y cuáles son sus necesidades. En una palabra, el objetivo de esta obra es proveer al lector herramientas que le permitan asesorar mejor a sus clientes. Este texto va dirigido a empresarios y abogados involucrados en el comercio internacional. Esta obra le permitirá al lector familiarizarse con una figura clásica del derecho estadounidense, entender el racionamiento de las Naciones Unidas al querer unificar la legislación en una materia tan antigua como la cesión de créditos y determinar los efectos de esta figura en el ordenamiento jurídico colombiano.
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Este libro reúne las ideas que académicos y funcionarios expresaron en el encuentro fronterizo colombo-venezolano Vecindad sin límites, que tuvo lugar en la ciudad de Cúcuta, con el objetivo de analizar las dinámicas de la región fronteriza, en particular aquellas concernientes a la Zona de Integración Fronteriza (ZIF) entre el departamento de Norte de Santander y el estado Táchira. La puesta en marcha de esta zona de integración ha generado grandes expectativas entre los nativos de estas regiones, ya que ha para ellos la ZIF se puede convertir en un instrumento que permita mejorar sus condiciones de vida; tendiendo en cuenta que, tradicionalmente, las regiones de frontera son las que menos se benefician del desarrollo de sus países, por lo que sus habitantes se ven obligados a enfrentar múltiples problemáticas en el día a día. De la misma manera, para ambos países la ZIF es la oportunidad para avanzar en varios proyectos de integración y cooperación fronteriza. A Colombia y Venezuela los une una vecindad inexorable y compleja, sin límites, que requiere ser comprendida en el ánimo de fortalecerla. Esta publicación va dirigida a los ciudadanos interesados en las dinámicas y perspectivas de la región fronteriza y de las relaciones binacionales entre ambos países.
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Análisis del comportamiento de los principales indicadores macroeconómicos de Colombia y Chile durante la última década, comprendida (1998- 2008). Para el presente trabajo se decidió trabajar sobre indicadores tales como: el PIB, la Balanza de Pagos, la Tasa de desempleo, el Grado de competitividad, la Inversión, la Inflación, el Tipo de cambio Real, el Déficit Fiscal y el Grado de Apertura que posee cada una de estas dos naciones, con el fin de establecer una comparación entre el desempeño económico desarrollado durante esta década. Como evidencia del comportamiento macroeconómico de ambas economías, se puede decir que las dos, han experimentado progresos en los últimos años y las caídas y crisis como por ejemplo la de finales de los años noventa disminuye el nivel de crecimiento aunque en proporciones diferentes. Adicionalmente se muestra la fortaleza que posee Chile respecto al comercio internacional con más de cuarenta acuerdos comerciales en todo el mundo, incluido su TLC con Colombia.
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El presente trabajo estudiará si el Centro Internacional de Arreglo de Diferencias Relativas a Inversiones asumió competencia y arbitró, en el caso Argentino, sobre asuntos que no pueden ser objeto de arbitramento, debido a que se refieren a facultades soberanas de los Estados.
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La Corporación Colombiana de Investigación Agropecuaria, CORPOICA, es una organización que involucra a diversos actores distintos del Estado. CORPOICA surgió cuando Colombia experimentaba un cambio en la estructura del sistema nacional de investigación agrícola, junto con los procesos de modernización del Estado y la apertura económica. Esta investigación se centra en la política pública de Ciencia y Tecnología que dio origen a CORPOICA, para determinar los factores que impulsaron la alianza entre el sector público y privado que caracterizó el sistema nacional de investigación agrícola, implementado en la última década del siglo XX.