774 resultados para Megalopoli, Architettura, Università, Centro culturale, Bogotá


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Il presente lavoro di tesi inizia da un’indagine svolta durante il Laboratorio di Sintesi Finale sulla città di Bogotá. Nello specifico ci si è occupati dello studio di una parte ristretta della città: la CUB, la città universitaria di Bogotá. Sì è in primo luogo analizzato gli aspetti salienti di quella parte di città, mettendone in evidenza sia gli elementi caratteristici che le criticità. Questo studio ha condotto alla definizione di alcune problematiche che, per importanza, sono state il centro del progetto successivamente proposto. La sintesi preliminare ha così prodotto una prima ipotesi progettuale che è stata il punto di partenza dello studio successivo. Nella fase successiva invece si è operato per un ulteriore approfondimento, passando sul piano reale e affrontando i temi scelti per l’area della Ciudad Universitaria de Bogotá. La CUB rappresenta il fulcro dell’offerta universitaria statale di Bogotá e i piani di sviluppo per il futuro la vedranno assoggettata ad un processo di forte saturazione delle aree ancora libere. Visto la dimensione di questo luogo, si è optato per la definizione di una possibile metodologia di intervento, più soddisfare il desiderio (a volte irrinunciabile) di ridefinizione della sua struttura interna, oggi particolarmente degradata. L’idea trova il suo senso anche nel desiderio di potere generare una maggiore integrazione tra l’uso degli spazi della CUB e i cittadini, che attualmente sono esclusi, primariamente per ragioni di sicurezza, dalla possibilità di godere di questo luogo. Il testo mette in evidenza, mediante un processo per tappe, il percorso intellettuale che ha portato alla definizione delle scelte progettuali rappresentate nelle tavole finali.

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L'oggetto della tesi riguarda la riqualificazione dell'area attorno al Castello delle Rocche di Finale Emilia, attraverso l'introduzione di due nuovi edifici adibiti a biblioteca e centro civico. Il tentativo è stato quello di ricomporre questo importante nodo urbano trasformandolo in una grande piazza della cultura che fa perno attorno al castello, ridandogli il giusto ruolo all'interno della scacchiera urbana, soprattutto a seguito degli eventi sismici del 2012 che hanno portato ad un suo parziale crollo. I nuovi edifici cercano una relazione ed una definizione con la città e la sua storia, nel tentativo di inserirsi nella storia urbana di Finale in maniera più naturale possibile.

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Il progetto si sviluppa in primo luogo a scala urbana nel centro storico di Mirandola, insistendo sul tema del limite andato perduto con la demolizione della cinta muraria. Il disegno del centro nasce dalla suggestione che identifica in Giovanni Pico della Mirandola l’autore dell’”Hypnerotomachia Poliphili”. Il nucleo storico della città diventa il luogo del percorso onirico di Polifilo alla ricerca dell’amata, che collega aree verdi trasformate in giardini all’area del castello. L’approfondimento a scala progettuale coinvolge l’area dell’antica cittadella del castello. Il tema principale è quindi il costruire nel costruito, il confronto con le preesistenze e le tante trasformazioni che il luogo ha subito. Il progetto si basa sul disegno degli spazi pubblici e sul tema culturale che l’area stessa offre, data la presenza del museo civico e del teatro. Il nuovo edificio è un centro culturale nel quale si accolgono ulteriori esposizioni museali e spazi dedicate a sedi di associazioni culturali cittadine.

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La penisola italiana essendo quasi totalmente avvolta dal Mar Mediterraneo ha sviluppato e potenziato nei secoli le connessioni via mare, dimenticando il rapporto con le acque interne. In seguito la modernità ha disseminato il territorio di strade e ferrovie riducendo ulteriormente il valore dei percorsi fluviali come elementi di collegamento, negando l’antico rapporto che univa l’uomo, la città, con il corso d’acqua.

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Questo progetto nasce dalla volontà di creare un oasi verde, dove poter studiare, fare ricerca e anche rilassarsi, distogliendo l’attenzione dalla distesa di fabbriche ceramiche che si stagliano per chilometri quadrati su tutto il territorio del comparto ceramico reggiano-modenese. Lo scenario che si presenta a chi fruisce di questi luoghi è, infatti, di straniamento. Si è pervasi da un forte senso di alienazione ed inadeguatezza a causa delle dimensioni di alcuni fabbricati e dalla bicromia che ne caratterizzano gli spazi. Tali caratteristiche ambientali cozzano prepotentemente con la presenza di verde molto intenso, quasi boschivo, che compone il parco delle Salse di Nirano e gli spazi circostanti il Castello di Spezzano, distante solo qualche centinaia di metri dal complesso fioranese della Ferrari e quindi dal sito in esame. Fra gli obiettivi progettuali non è mai stato prioritario salvaguardare le strutture industriali presenti sull’area, non tanto a causa dello scarso interesse architettonico dei manufatti, quanto conseguentemente alla considerazione che la tipicità di tali strutture è ben rappresentata anche dalle fabbriche dell’intorno. L’obiettivo prefissato è proprio quello di infrangere questa monotonia, di organizzare spazi e, soprattutto, servizi, fino ad ora, totalmente assenti. Questa mancanza può essere spiegata ricordando l’indirizzo prettamente industriale dell’area, ma, analizzando attentamente le emergenze limitrofe all’area in questione, è facile notare come la cittadella Ferrari, ad esempio, abbia cominciato a dare al problema una risposta molto forte dal punto di vista architettonico. Nonostante questa parziale risignificazione del territorio, la separazione fra topos urbano - residenziale e industriale all’interno del Distretto è fin troppo marcata. Va detto anche che la totale carenza di luoghi per poter camminare, magari riflettendo sui temi oggetto di ricerca, e per poter vivere all’aria aperta, induce a progettare una soluzione destinata a ovviare al problema. Ne consegue quindi una forte deficienza di infrastrutture, come i parcheggi, di luoghi dedicati al divertimento o anche solo al tempo libero. Proprio per questo motivo, fra i propositi c’è anche quello di integrare il progetto con qualche soluzione in favore di questa problematica, come un polo sportivo che comprenda palestre e piscine. Il contesto, caratterizzato dalla presenza del circuito, che ha risonanza internazionale, suggerisce di optare per una struttura planimetrica lineare: ciò va a massimizzare il contatto fra superficie degli edifici e l’intorno. Sviluppando questa linearità, prende corpo la problematica di creare una rotazione circa a metà della linea d’asse; in primo luogo per assecondare la morfologia dell’area e del contesto, mantenendo inalterati gli edifici situati a nord, e, non meno importante, assegnare il giusto orientamento all’ambito residenziale, che per la sua architettura dovrà essere rivolto perfettamente verso sud. Spostando poi lo sguardo verso gli stabilimenti della Rossa, la via Giardini offre numerosi spunti progettuali. Porta a essere ripensata, lungo i suoi margini, per rapportarla meglio al contesto Ferrari, che è, a sua volta, legato indissolubilmente a quello che si trova al di là di tale asse viario; il Circuito di Fiorano e il progetto del centro ricerca. Per questo motivo risulta una priorità anche la progettazione di percorsi pedonali che colleghino il centro degli stabilimenti Ferrari con l’area del circuito, in modo da favorire la fruibilità di questo luogo di indubbio fascino e carico di storia. In conclusione, il progetto dovrà sviluppare un articolazione che consenta di percepire l’architettura in movimento. La volontà progettuale è chiaramente scenografica e si occuperà anche del rapporto fra tecnica e uomo (macchina/natura). La necessità percepita è quella, dunque, di creare un impianto di forte espressività per sanare una situazione urbana lacerata e caotica. La vastità dell’area in esame permette di incrementare la presenza di entità naturali ad esempio con l’aggiunta dell’enorme vasca d’acqua che può essere utilizzata direttamente anche per scopi funzionali al centro ricerca. L’articolazione progettuale si rivela perciò molto sfaccettata e ricca di spunti.

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112 hojas : ilustraciones, fotografías.

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Este trabajo de grado busca establecer los aspectos y las características del uso de la bicicleta como una opción de medio de transporte para la población del centro de Bogotá y como una alternativa para sopesar algunas de las problemáticas que se evidencian en esta zona. Este estudio se concentra en una línea de acción para impulsar la revitalización basada en la promoción de la movilidad urbana sostenible a través del proyecto de las ciclorrutas y su posible consolidación en un escenario histórico, patrimonial y universitario.

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El presente trabajo pretende dar a conocer las condiciones de trabajo de las personas dedicadas a la joyería en oro; permitiendo identificar los diferentes factores de riesgo a los que se ven expuestos en su labor diaria. El estudio se realizará en la zona centro de Bogotá; por ser un sector tradicional y que conglomera artesanos de la joyería de todo el país con sus diferentes costumbres artesanales

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Todos hemos de alguna manera experimentado o conocido el miedo a sus espacios, a sus situaciones potencialmente peligrosas a nuestro juicio, a los habitantes de la calle que enmarcan el común en sus avenidas. La ciudad existe desde el centro

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El propósito del presente trabajo es hacer un análisis de los estacionamientos en el centro de Bogotá y sus factores asociados, como precios y uso de los mismos, buscando una relación con la movilidad en ese sector de la ciudad, a partir del análisis de las estrategias de gestión de la demanda de transporte. En el trabajo se hace un recorrido por los temas más relevantes sobre estacionamientos. En primer lugar, se discute la importancia de hablar sobre estacionamientos a partir de los conceptos de distintos autores. Posteriormente, se analiza la normatividad que encierra este tema, para adentrarse en el análisis del área de estudio seleccionada por el autor. Finalmente, se analiza la pertinencia de la implementación de estrategias de demanda de transporte y se presentan recomendaciones para mejorar la situación actual de los estacionamientos tanto en el área de estudio como en la ciudad.

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La presente tesis trata del auge de las prácticas de la adivinación en la ciudad. Dichas prácticas deben entenderse a partir de las percepciones mágicas y míticas que desde tiempos inmemorables ha tenido la humanidad sobre el universo, la naturaleza, la vida y la muerte. Pero también deben comprenderse desde la necesidad que tienen las personas, en las sociedades contemporáneas, de hallar nuevas certezas y formas de reencantarse con el mundo. Bajo este panorama, el primer propósito de esta investigación fue realizar una contextualización teórica que permitiera establecer de dónde se desprenden las nuevas sensibilidades de la comunicación, como dinámicas culturales de los escenarios urbanos. Se inicia hablando de las consecuencias que ha provocado la denominada modernidad desencantada, que junto a la globalización de la informática y de las comunicaciones, está redefiniendo las maneras de habitar el mundo, pues las sociedades globalizadas hoy experimentan sentimientos constantes de riesgos e incertidumbres. Con formas de vida tan complejas y multifacéticas, y para tratar de abordar el estudio de las prácticas culturales desde otros márgenes, no queda otra opción que preguntarse por el mundo de la vida, es decir, por las instancias a partir de las cuales las personas buscan solventar sus situaciones prácticas, buscando por ejemplo, nuevas formas de curar su cuerpo, de manejar sus situaciones amorosas o de socializar sus historias de vida y sus crisis económicas. Las prácticas de la adivinación y los adivinos como sus máximos representantes, se erigen como una de estas opciones. Por lo mismo, y para entender cómo los múltiples códigos de la adivinación son usados para tratar de saldar estas fracturas sociales, en un segundo momento se procedió a escoger y estudiar uno de sus locus de enunciación en la ciudad de Bogotá. Luego de identificar el lugar desde donde hablan, se pasó a explorar las estrategias discursivas que utilizan estos actores sociales para aplicar sus saberes, buscando, según ellos, la solución de los problemas del mundo de la vida de sus consultantes. En definitiva, la presente tesis no es una celebración u homenaje a las prácticas de la adivinación. Sólo es una investigación que indaga algunas de las razones por las cuales estas prácticas son una dinámica social vigente y las formas como sus saberes se insertan en la comunicación mass mediática y en la comunicación de la vida cotidiana.