994 resultados para Historical cities


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Considering its many potentials in the tourism industry, Iran has constantly been among the leading countries seeking development in this industry. Iran is a country with many attractions in different tourism sections including cultural, urban, and monument tourism, and ancient places as well as ecotourism, and water tourism etc. for tourists. However, Iran has never economically prospered regarding its potentials in this industry as compared to its rivals. Thus, the main objective of this work is to list the main necessities of harnessing economic power and required instruments to fulfill this goal. In addition, the tourism industry is discussed as an important strategy for reaching this power, and the Iranian wildlife is introduced as an intact environment. It is also discussed that what economic benefits are obtained through using this tourism industry. It must be noted that the main emphasis of this work is on urban, monument tourism, ancient places, and ecotourism as a case study in two Iranian provinces. Finally, the required analyses are performed considering the affinity between these two sections and two provinces. Results indicated that while Iran having the highest percent of growth compared to the two other countries active in this area, however this advantage has not significantly affected the GDP in Iran, and Iran has not been able to improve its geo-economic capacity in this area.

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Excavation works in urban areas require a preliminary risk damage assessment. In historical cities, the prediction of building response to settlements is necessary to reduce the risk of damage of the architectural heritage. The current method used to predict the building damage due to ground deformations is the Limiting Tensile Strain Method (LTSM). In this approach the building is modelled as an elastic beam subjected to imposed Greenfield settlements and the induced tensile strains are compared with a limit value for the material. These assumptions can lead to a non realistic evaluation of the damage. In this paper, the possibility to apply a settlement risk assessment derived from the seismic vulnerability approach is considered. The parameters that influence the structural response to settlements can be defined through numerical analyses which take into account the nonlinear behaviour of masonry and the soil-structure interaction. The effects of factors like material quality, geometry of the structure, amount of openings, type of foundation or the actual state of preservation can be included in a global vulnerability index, which should indicate the building susceptibility to damage by differential settlements of a given magnitude. Vulnerability curves will represent the expected damage of each vulnerability class of building as a function of the settlement.

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Excavation works in urban areas require a preliminary risk damage assessment. In historical cities, the prediction of building response to settlements is necessary to reduce the risk of damage of the architectural heritage. The current method used to predict the building damage due to ground deformations is the Limiting Tensile Strain Method (LTSM). This method is based on an uncoupled soil-structure analysis, in which the building is modelled as an elastic beam subject to imposed greenfield settlements and the induced tensile strains are compared with a limit value for the material. This approach neglects many factors which play an important rule in the response of the structure to tunneling induced settlements. In this paper, the possibility to apply a settlement risk assessment derived from the seismic vulnerability approach is considered. The parameters that influence the structural response to settlements can be defined through numerical coupled analyses which take into account the nonlinear behaviour of masonry and the soil-structure interaction.

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La tesi s'estructura al voltant de dues grans finalitats: la primera és identificar les destreses i capacitats professionals, basades en l'educació per a la sostenibilitat, necessàries per als educadors no formals que treballen en ciutats històriques. La segona consisteix en aportar un procés avaluatiu -dirigit a la finalitat anterior- d'un programa educatiu en funcionament: el Programa d'educació ambiental i coneixement de la ciutat de l'Ajuntament de Girona. S'aporten uns resultats per al cas d'estudi -punts forts, punts febles i propostes de millora- que poden induir als canvis i a la transformació del Programa. Quant a la formació d'educadors en ciutats històriques, s'identifiquen dotze àmbits formatius i seixanta-cinc destreses i capacitats professionals per a la seva formació. Els àmbits formatius són els següents: comunicació; dinamització de grups; pensament crític; visió holística de la realitat; compromís amb l'entorn; valors per a la sostenibilitat; visió històrica i patrimonial del medi; visió de futur del medi; metodologies i habilitats docents; avaluació i investigació; teories i pràctiques de l'educació per a la sostenibilitat; coneixements disciplinaris. Els àmbits i les destreses i capacitats professionals són justificats a partir dels resultats del cas d'estudi i dels marcs teòrics utilitzats en el desenvolupament de la investigació.

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Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.

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Heritage is defined by history which is by nature multi layered. The passage of time and the perspectives it affords, enables and even necessitates constant reexamination and reinterpretation of history. What effect do changes in historical perspective then have upon the definition of heritage which relies on an understanding of its history? The present paper attempts to engage with the notion of heritage, criteria of its definition, and the mutable nature of such designations with specific reference to architectural constructions and historical cities that enjoy or have enjoyed in the past the status of a ‘World Heritage Site’. Examples such as the Louvre museum in Paris or the King’s Cross station in London make an interesting study as they not only allow insight into the past but reflect the changes and adaptation over a period of time. Multiple alterations, some very recently, have modified them extensively since the time they were accorded the ‘World Heritage Site’ status. The above examples are contrasted by sites ridden with conflict such as the Bamiyan Valley. This site has been placed under the ‘World Heritage In Danger’ list by UNESCO taking into account the destruction of the Buddha statues in the region. The act of vandalism itself has had dual implications. While causing an irreparable loss to mankind of its heritage, it also serves as an effective symbol of religious fanaticism that is a pressing concern of our times. The paper then moves on to explore the case of Dresden which lost its ‘World Heritage’ status with the construction of the Waldschlösschen Bridge. This is a particularly interesting case because with the absolute destruction of the city during the Second World War, it was necessary to reconstruct the historical city while simultaneously acknowledging and addressing the modern day requirements. During the reconstruction, with the readaptation of the spaces, it was almost impossible to replicate the original architectural program or to undertake such a large reconstruction project employing only the traditional techniques and materials. This essentially made it a new city constructed in the image of the old. The recent necessity of a growing city was met by the construction of a bridge that has caused it to lose its ‘World Heritage’ status. Finally, this paper endeavours to foster discussion of questions central to the definition of heritage such as what happens when we have to adapt a living space to avoid its deterioration and descent into dereliction by overuse. Does it necessarily lose its historical value? What exactly is Historical value?.

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The book collects the Papers (from Europe, Asia and Latin America) presented at the Workshop organized by the ICOMOS International Committee in Historic Towns and Villages (CIVVIH) and by ICOMOS Italy in Palazzo Coppini (branch of Fondazione Romualdo del Bianco) in Florence (March 3-4, 2016) and focus on the comparison of different propositions of digital urban signage to realize a good quality of the “visit experience” in the historical towns, not only as urban marketing, but of a authenticity genuine culture. The urban culture founded on the identity and authenticity of every historical towns and their multilayered history must be the objective of an tourism of culture for the inhabitants and the visitors. The book focused its interest on the outstanding existing urban assets in Europe, Asia and Latin America, and heritage not sufficiently promoted.

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Local climate is a critical element in the design of energy efficient buildings. In this paper, ten years of historical weather data in Australia's eight capital cities were profiled and analysed to characterize the variations of climatic variables in Australia. The method of descriptive statistics was employed. Either the pattern of cumulative distribution and/or the profile of percentage distribution are presented. It was found that although weather variables vary with different locations, there is often a good, nearly linear relation between a weather variable and its cumulative percentage for the majority of middle part of the cumulative curves. By comparing the slopes of these distribution profiles, it may be possible to determine the relative range of changes of the particular weather variables for a given city. The implications of these distribution profiles of key weather variables on energy efficient building design are also discussed.

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Typical reference year (TRY) weather data is often used to represent the long term weather pattern for building simulation and design. Through the analysis of ten year historical hourly weather data for seven Australian major capital cities using the frequencies procedure of descriptive statistics analysis (by SPSS software), this paper investigates: • the closeness of the typical reference year (TRY) weather data in representing the long term weather pattern; • the variations and common features that may exist between relatively hot and cold years. It is found that for the given set of input data, in comparison with the other weather elements, the discrepancy between TRY and multiple years is much smaller for the dry bulb temperature, relative humidity and global solar irradiance. The overall distribution patterns of key weather elements are also generally similar between the hot and cold years, but with some shift and/or small distortion. There is little common tendency of change between the hot and the cold years for different weather variables at different study locations.

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For the past decade, at least, varieties of small, hand held networked instruments have appeared on the global scene, selling in record numbers, and being utilized by all manner of persons from the old to the young; children, women, men, the wealthy and the poor and in all countries. Their presences bespeak a radical shift in telecommunications infrastructure and the future of communications. They are particularly visible in urban areas where mobile transmission network infrastructure (3G, 4G, cellular and Wi-Fi) is more established and substantial, options more plentiful, and density of populations more dramatic. These end user products—I phones, cell phones, Blackberries, DSi, DS, IPads, Zooms, and others – of the mobile communications industry are the latest, hottest globalized commodities. At the same time, wirelessness, or the state of being wireless, and therefore capable of taking along one's networks, communicating from unlikely spaces, and navigating with GPS, is a complex social, political and economic communications phenomenon of early 21st century life. This thesis examines the specter of being wireless in cities. It lends the entire idea an experimentally envisioned, historical and planned context wherein personalization of media tools is seen both as a design development of corporate, artistic, and military imagination, as well as a profound social phenomenon enabling new forms of sharing, belonging, and urban community. In doing that it asserts the parameters of a new mobile space which, aside from clear benefits to humankind by way of mobility, has reinscribed numerous categories including gender. Moreover, it posits the recognition of other, more nuanced theoretical spaces for complex readings of gender and gendered use, including some instantiation of the notion of 'network' itself as a cyborgian and gendered social form. Additionally, cities are studied as places where technology is not only quickly popularized, but is connected to larger political interests, such as the reading of data, tracking of information, and the new security culture. In so doing the work has been undertaken as an urban spatial analysis and experimental ethnography, utilizing architectural, feminist, techno-utopian, industrial and theoretical literatures as discursive underpinnings from whence understandings and interpretations of mobile space, the mobile office, networked mobility, and personal media have come, linking the space of cities to specific, pioneering urban public art projects in which voice, texting and MMS have been utilized in expressions of ubiquitous networks and urban history. Through numerous examples of techno art, the thesis discusses the 'wireless city' as an emerging cultural, socially constructed economic and spatial entity, both conceived and formed through historic processes of urbanization.

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Cities of Light is the first global overview of modern urban illumination, a development that allows human wakefulness to colonize the night, doubling the hours available for purposeful and industrious activities. Urban lighting is undergoing a revolution due to recent developments in lighting technology, and increased focus on sustainability and human-scaled environments. Cities of Light is expansive in coverage, spanning two centuries and touching on developments on six continents, without diluting its central focus on architectural and urban lighting. Covering history, geography, theory, and speculation in urban lighting, readers will have numerous points of entry into the book, finding it easy to navigate for a quick reference and or a coherent narrative if read straight through. With chapters written by respected scholars and highly-regarded contemporary practitioners, this book will delight students and practitioners of architectural and urban history, area and cultural studies, and lighting design professionals and the institutional and municipal authorities they serve. At a moment when the entire world is being reshaped by new lighting technologies and new design attitudes, the longer history of urban lighting remains fragmentary. Cities of Light aims to provide a global framework for historical studies of urban lighting and to offer a new perspective on the fast-moving developments of lighting today.

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O objetivo desta dissertação é analisar o romance Brick Lane (2003), da escritora Monica Ali, focalizando o processo de empoderamento da protagonista Nazneen. Usando os conceitos de lugar e não-lugar propostos por Marc Augé, pretendo examinar passagens do romance que caracterizem a sensação de não-pertencimento vivida pela personagem. Nazneen recorre às memórias de sua infância com a irmã Hasina em Bangladesh para tentar se distanciar do espaço físico de Brick Lane (a comunidade onde reside em Londres), que se constitui em um não-lugar, pois ali não é possível reconstruir sua identidade fragmentada pelo deslocamento de uma cultura para outra. Considerando aspectos históricos e culturais de Bangladesh, terra natal de Nazneen, este trabalho pretende discutir as experiências da protagonista e de outros sujeitos diaspóricos do romance, além de analisar o papel crucial que Hasina (e suas cartas) desempenham na narrativa. O atual contexto multicultural e cosmopolita da cidade de Londres também será investigado, com a discussão de situações que afetam os imigrantes e suas representações no romance. Esta dissertação também considera o caráter gendrado dos movimentos migratórios contemporâneos que possibilitam novas perspectivas acerca das consequências da diáspora. A análise de passagens selecionadas do romance ratifica o processo gradual de autonomia de Nazneen que, por fim, consegue se sentir em casa novamente