11 resultados para Depurative
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In a liver transplant (LT) center, treatments with Prometheus were evaluated. The main outcome considered was 1 and 6 months survival. Methods. During the study period, 74 patients underwent treatment with Prometheus; 64 were enrolled,with a mean age of 51 13 years; 47men underwent 212 treatments (mean, 3.02 per patient). The parameters evaluated were age, sex, laboratorial (liver enzymes, ammonia) and clinical (model for end-stage liver disease and Child-Turcotte-Pugh score) data. Results. Death was verified in 23 patients (35.9%) during the hospitalization period, 20 patients (31.3%) were submitted to liver transplantation, and 21 were discharged. LT was performed in 4 patients with acute liver failure (ALF, 23.7%), in 7 patients with acute on chronic liver failure (AoCLF, 43.7%), and in 6 patients with liver disease after LT (30%). Seven patients who underwent LT died (35%). In the multivariate analysis, older age (P ¼ .015), higher international normalized ratio (INR) (P ¼ .019), and acute liver failure (P ¼ .039) were independently associated with an adverse 1-month clinical outcome. On the other hand, older age (P ¼ .011) and acute kidney injury (P ¼ .031) at presentation were both related to worse 6-month outcome. For patients with ALF and AoCLF we did not observe the same differences. Conclusions. In this cohort, older age was the most important parameter defining 1- and 6-month survival, although higher INR and presence of ALF were important for 1-month survival and AKI for 6-month survival. No difference was observed between patients who underwent LT or did not have LT.
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Herbs of the Ericaceae family are commonly found in Algeria and used in traditional medicine as anti- septic, diuretic, astringent, depurative, and to treat scalds and wounds. The methanolic extracts of three species, Arbutus unedo L. (A. unedo, leaves), Erica arborea L. (E. arborea, flowered aerial parts), and Erica multiflora L. (E. multiflora, flowered aerial parts), were compared regarding their content in pheno- lic compounds, their antioxidant, and antibacterial activities. A. unedo harbors the highest content in total phenolics and flavonoids, followed by E. arborea E. multiflora. The contents in total phenolics and flavonoids showed a correlation with the measured antioxidant (hydrogen-donating) activities; this was particularly the case for flavonoids content. The A. unedo extract showed antibacterial activity against all the tested strains (Staphylococcus aureus ATCC 6538, S. aureus C100459, Escherichia coli ATCC 25922, and Pseudomonas aeruginosa ATCC 9027); however, the E. arborea and E. multiflora extracts showed antibacterial activity only against Gram positive bacteria. Some polyphenols were identified in the three herbs by thin-layer chromatography and high-performance liquid chromatography coupled with diode array and mass spectrometry detection; from these, caffeic acid, p-coumaric acid, naringin, quercetin and kaempferol are reported for the first time in E. multiflora.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Coriander (Coriandrum sativum L.) is an annual and herbaceous plant, belonging to the Apiaceae family. Native of southern Europe and western Mediterranean region, this herb is cultivated world widely. This species, rich in linalool, has potential using as source of essential oil and as a medicinal plant. It has been used as analgesic, carminative, digestive, depurative, anti-rheumatic and antispasmodic agent. Its fruits (commonly called seeds) are used for flavoring candies, in cookery, perfumery, beverage and in tobacco industry. The aim of this study was to analyze the chemical composition of the seed essential oil of this species grown in Botucatu, São Paulo, Brazil. The experiment was carried out in Lageado Experimental Farm, Department of Plant Production, Agronomical Sciences College, São Paulo State University. The fruits were harvest 108 days after sowing. The essential oils were extracted by hydro distillation, in Clevenger apparatus. 50 g of fruits were used in each extraction. Three extractions were performed during three hours. The essential oils were analyzed in Gas Chromatography Mass Spectrometer (CG-MS, Shimadzu, QP-5000), equipped with DB-5 capillary column (30 m × 0,25 mm × 0,25 mm), split 1/20, injector for 240 C°, detector for 230 C°, dragged by gas He (1,7 mL/min), with programmed temperature for 40 C° (5 min)-150 C°, 4 C°/min; 150 C°-280 C°, 8 C°/min. The identification of the compounds was made by comparison of their spectra of masses with data from CG-MS (Nist 62 lib), literature references and retention index of Kovats. The 18 most important components were identified and quantified. The main components of the oil were linalool (77.48 %), γ-terpinene (4.64 %), α-pinene (3.97 %), limonene (1.28 %), geraniol (0.64 %) and 2-decenal (0.16 %).
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Pós-graduação em Biociências e Biotecnologia Aplicadas à Farmácia - FCFAR
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Il lavoro sperimentale condotto nell’ambito della presente tesi è stato svolto su un impianto pilota a flusso continuo con schema predenitro/nitro in scala di laboratorio, alimentato con refluo sintetico ed installato presso i laboratori della Sezione ACS PROT IDR - Gestione Risorse Idriche dell’ENEA (sede di Bologna). Le finalità della sperimentazione erano mirate ad una verifica preliminare sull’utilizzo di segnali indiretti, quali pH, ORP, DO, nel monitoraggio in tempo reale dei processi biologici, mirata alla possibilità di implementare un sistema di controllo automatico di un impianto di depurazione, capace di minimizzare i costi di gestione e in grado di garantire, in ogni caso, elevate efficienze depurative. Nel presente studio sono stati esaminati gli aspetti metodologici e tecnologici alla base dell’automazione di un impianto di trattamento di acque reflue, avendo il duplice obiettivo di garantire una buona qualità dell’effluente e un contestuale risparmio energetico. In particolare si è studiato un problema molto diffuso: il controllo della rimozione dell’azoto in un sistema a fanghi attivi con predenitrificazione per l’ossidazione congiunta di carbonio ed azoto, ponendolo in relazione con la variazione dei tempi di commutazione in un processo SBR. L’obiettivo primario della sperimentazione effettuata è stato quello di portare il sistema in un regime di equilibrio stazionario, in modo da poter definire delle condizioni di regime per le quali, ad un ingresso costante e noto, corrispondesse un’uscita altrettanto costante che mantenesse tali condizioni fino a quando non fosse cambiato l’ingresso e/o le condizioni al contorno. A questo scopo si è provveduto, in primo luogo, allo studio di un influente sintetico con cui alimentare l’impianto, di composizione tale da simulare in tutte le sue caratteristiche un refluo civile reale e, successivamente, alla valutazione di una configurazione impiantistica idonea per il raggiungimento dell’equilibrio dei processi. La prima parte della sperimentazione è stata dedicata all’avviamento dell’impianto, effettuando un monitoraggio continuo dell’intero sistema allo scopo di impostare i parametri operativi e in modo da ottenere condizioni stabili per effettuare le successive sperimentazioni.
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L’attuale condizione che caratterizza il settore energetico richiede un necessario processo di riconversione che, oltre a favorire il risparmio energetico, riduca la dipendenza dai combustibili fossili ed accresca l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, dando un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni di gas serra come diversi accordi internazionali richiedono. Si rende pertanto necessario accelerare i processi che da alcuni anni stanno favorendo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Tra queste, le fonti legate ai processi di trattamento biologico dei reflui stanno avendo un interessante sviluppo. Esistono numerosi processi biologici che consentono la produzione di energia in maniera indiretta, quali ad esempio i processi di digestione anaerobica finalizzati alla produzione di biogas e/o produzione biologica di idrogeno. In tale contesto si inserisce la tecnologia delle Microbial Fuel Cell, che consente la produzione diretta di energia elettrica, finalizzata al recupero energetico inteso al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei costi d’esercizio di impianti di trattamento biologico dei reflui. Il presente lavoro di Tesi di Dottorato sperimentale, svoltosi in collaborazione al laboratorio PROT.-IDR. della sede ENEA di Bologna, riporta i risultati dell’attività di ricerca condotta su una MFC (Microbial Fuel Cell) a doppio stadio biologico per il trattamento di reflui ad elevato carico organico e produzione continua di energia elettrica. E’ stata provata l’applicabilità della MFC con entrambi i comparti biotici utilizzando elettrodi di grafite non trattata ottenendo, con un carico organico in ingresso di circa 9 gd-1, valori di potenza massima prodotta che si attestano su 74 mWm-2, corrente elettrica massima generata di 175 mAm-2 ad una tensione di 421 mV, ed una conversione di COD in elettricità pari a 1,2 gCODm-2d-1. I risultati sono stati molto positivi per quanto riguarda le prestazioni depurative ottenute dalla MFC. L’efficienza di depurazione misurata ha raggiunto un valore massimo del 98% di rimozione del COD in ingresso, mentre e la concentrazione di azoto ammoniacale nell’effluente raccolto all’uscita del sedimentatore è sempre stata inferiore a 1 mgN-NH4+l-1. Tra gli obiettivi posti all’inizio della sperimentazione si è rivelata di notevole interesse la valutazione del possibile utilizzo della MFC come sistema per il monitoraggio on-line del COD e degli acidi grassi volatili (VFA) prodotti all’interno di un digestore anaerobico, attraverso la definizione di una correlazione tra i dati elettrici registrati in continuo e le concentrazioni di CODanaer e VFA misurate in diversi periodi della sperimentazione. L’analisi DGGE della biomassa catodica ha fornito uno strumento analitico utile allo studio della diversità della comunità microbica sospesa ed adesa al catodo e ha confermato la forte similarità delle specie batteriche riconosciute nei campioni analizzati. In particolare, le bande di sequenziamento ottenute sono affiliate ai gruppi batterici Firmicutes, -Proteobacteria, -Proteobacteria, -Proteobacteria e Bacteroidetes. Da quanto emerso dalla sperimentazione condotta si può pertanto concludere che ad oggi le MFC sono in fase di evoluzione rispetto ai primi prototipi utilizzati per lo studio delle comunità microbiali e per la comprensione dei meccanismi di trasferimento elettronico. Sfruttarne la potenza prodotta in maniera commerciale diviene una grande sfida per il futuro, ed è opinione comune che le prime applicazioni pratiche delle MFC saranno come fonte di recupero energetico per i dispositivi utilizzati per il monitoraggio dell’ambiente e per il trattamento delle acque reflue.
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Gli impianti di depurazione rappresentano, nei contesti urbani, elementi di imprescindibile importanza nell’ambito di una corretta gestione e tutela della risorsa idrica e dell’ambiente. Il crescente grado di antropizzazione delle aree urbanizzate e parallelamente le sempre minori disponibilità in termini di spazi utilizzabili a fini depurativi comportano sempre di più la necessità di ottimizzare i processi di dimensionamento degli impianti. Inoltre, l’obiettivo di aumentare l’efficienza del ciclo depurativo andando a minimizzare i costi correlati alla gestione degli stessi indirizza verso una omogeneizzazione nei criteri di dimensionamento adottati. In questo senso, la normativa tecnica di settore risulta carente, andandosi a concentrare prevalentemente sul rispetto di fissati standard ambientali senza però fornire indicazioni precise sui criteri di progettazione da adottare per perseguire tali standard. La letteratura scientifica pur indicando range di possibili valori di riferimento da adottare, nel dimensionamento degli impianti, lascia un ampio margine di discrezionalità al progettista. La presente tesi si pone pertanto, a partire da tali valori di letteratura, di andare a definire da un lato le caratteristiche quali-quantitative del refluo in ingresso e dall’altro i valori di riferimento da adottare in sede di progettazione per perseguire gli obiettivi precedentemente indicati. La prima parte, di valenza generale, oltre alla caratterizzazione dell’influente descrive nel dettaglio le diverse fasi del processo e il loro dimensionamento che in tutte le sezioni, ad eccezione del biologico, viene effettuato attraverso equazioni semplificate mettendo a confronto e analizzando i parametri progettuali proposti da letteratura. Per quanto riguarda il comparto biologico la maggior complessità del fenomeno da descrivere rende difficile la valutazione delle grandezze che caratterizzano il funzionamento mediante l’utilizzo di equazioni semplificate. Per questo si è deciso di modellare questo comparto, unito a quello della sedimentazione, attraverso un software (WEST) che permette non solo di simulare il processo ma anche, attraverso le analisi di scenario, di determinare quelli che sono i valori progettuali puntuali che consentono di ottenere da un lato una minimizzazione dei costi dell’impianto, sia costruttivi che gestionali, e dall’altro la massimizzazione delle rese depurative. Nello specifico si è fatto riferimento ad impianto fanghi attivi a schema semplificato con potenzialità fissata pari a 10000 AE. Il confronto con i dati di esercizio di alcuni impianti di analoga tipologia ha evidenziato che una buona capacità dello strumento di modellazione utilizzato di descrivere i processi. E’ possibile quindi concludere che tali strumenti, affiancati ad una lettura critica dei risultati ottenuti possono essere ottimi strumenti di supporto sia in fase di progettazione che in prospettiva di gestione dell’impianto al fine di ottimizzare i processi e quindi i costi.
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The present study is based on the use of isotopes for evaluating the efficiency of nutrients removal of a wetland, in particular nitrogen and nitrates, also between the different habitats present in the wetland. Nutrients like nitrogen and phosphorus, normally distributed as fertilizers, are among the principal causes of diffuse pollution. This is particularly important in the Adriatic Sea, which is frequently subjected to eutrophication phenomena. So it is very crucial requalification of wetland, in which there are naturally depurative processes such as denitrification and plant uptake, which allow the reduction of pollutant loads that flow in water bodies. In this study nutrient reduction is analyzed in the wetland of the Comuna drain, which waters flow in the Venice lagoon. Chemical and isotopical analyses were performed on samples of water, vegetation, soil and sediments taken in the wetlands of the Comuna drain in four different periods of the year and on data of nitrogen and phosphorus concentration obtained by the LASA of the University of Padova. Values of total nitrogen and nitrates were obtained in order to evaluate the reduction within the different systems of the wetland. Instead, the isotopic values of nitrogen and carbon were used to evaluate which process influence more nitrogen reduction and to understand the origin of the nutrient, if it is from fertilizers, waste water or sewage. To conclude, the most important process in the wetland of the Comuna drain is plant uptake, in facts the bigger percentage of nitrogen reduction was in the period of vegetative growth. So it is important the study of isotopes in plant tissues and water residence time, whose increase would allow a greater reduction of nutrients.
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Entre as plantas brasileiras empregadas como calmante, tranquilizante, e sedativo do sistema nervoso, destaca-se Acosmium subelegans (Mohlenb.) Yakovi., da família Leguminosae, que consta da Farmacopeia Brasileira, 1. edição, sob o nome de Swetia elegans. Apesar da importância desta planta, não existe ainda padronização de seus extratos nem as caracterizações com vistas a identificação e dosagem dos mesmos. Este último item torna-se muito importante, levando-se em consideração que muitas drogas alcaloides tem o seu teor em alcaloides alterado nas diferentes fases do desenvolvimento da planta. Foram caracterizados macro e microscopicamente a raiz, caule e folha da espécie Acosmium subelegans (Mohlenb.) Yakovi.. Os extratos fluidos foram caracterizados através de cromatografia, resíduo seco, cinzas, pH. densidade e teor alcoólico; foi estabelecido método de quantificação dos alcaloides e pesquisado o teor alcaloidico da planta florida e sem flor. Os alcaloides foram dosados considerando o resultado como sweetinima, principal alcaloide já isolado desta planta.