994 resultados para Cystoseira abies-marina


Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

3rd Portuguese Meeting on Medicinal Chemistry and 1st Portuguese-Spanish-Brazilian Meeting on Medicinal Chemistry, Aveiro, 28-30 Novembro 2012.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

6th Spanish-Portuguese-Japanese Organic Chemistry Symposium, Lisboa, de 18 a 20 de Julho de 2012 (Poster Communication).

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Hs, MURCIA: Murcia, Cala del Burro, 29 m de profundidad, 3-VIII-1989, J. Soto and A. Gómez Garreta, BCF 6090, 6091. Dos ejemplares recolectados en el transcurso de una inmersión con escafandra autónoma.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Programa de doctorado de Acuicultura: producción controlada de animales acuáticos.

Acto celebrado en la sala de grado de la Facultad de Ciencias del Mar de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, el 28 de junio de 2013, actuando como Presidenta María Candelaria Gil Rodríguez (Universidad de La Laguna), Secretaria Ascensión Viera Rodríguez (Universidad de Las Palmas de Gran Canaria), vocales, José María Gorostiaga Garay (Universidad del País Vasco), Juan Luis Gómez Pinchetti (Universidad de Las Palmas de Gran Canaria) y Nathalie Korbee Peinado (Universidad de Málaga)

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

En el presente trabajo realizamos un estudio de las variaciones tanto desde el punto de vista morfológico como reproductor, sufridas por varias especies del género Cvstoseira, a lo largo del año. Las observaciones fueron realizadas mensualmente desde febrero de 1978 a enero de 1979 en cuatro localidades de la isla de Mallorca.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Se ha realizado un estudio de la comunidad de Cystoseira mediterránea a partir de ocho muestras recolectadas estacionalmente en dos localidades de la península del cabo de Creus (nordeste de España). Los resultados obtenidos se comentan en relación con las condiciones ambientales y se comparan con los obtenidos por otros autores.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

El estudio de ocho muestras recolectadas estacionalmente en dos localidades de la península del Cap de Creus (nordeste de España), ha permitido identificar un total de 81 táxones de algas epífitas de Cystoseira mediterranea Sauv. De éstas, Peyssonnelia rosa-marina í. saxicola Boudouresque y Denizot, Lithophyllum incrustans Phil., Pseudochlorodesmis furcellata (Zanardini) Boerg. y Feldmannophycus rayssiae (J. Feldmann y G. Feldmann) Augier y Boudouresque se encuentran exclusivamente sobre el disco basal del forófito, Jania rubens (L.) Lamour. es la especie más abundante en el estipe y Ceramium rubrum (Huds.) C. Agardh y Dermatolithon pustulatum (Lamour.) Foslie dominan sobre las ramas. Por otra parte, el supergrupo ecológico Fotófilo Infralitoral (FI) es el mejor representado en las tres partes del talo del forófito, si bien cabe señalar que sobre el disco basal se desarrolla un grupo de algas esciófilas muy característico.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Cambiamenti di habitat in ambienti marini: uno studio sperimentale sulla perdita di foreste a Cystoseira barbata (Stackhouse) C. Agardh e sui popolamenti che le sostituiscono La presente tesi affronta il tema scientifico generale di come prevedere e mitigare la perdita di habitat marini naturali causata dalle attività umane. La tesi si è focalizzata sugli habitat subtidali a “canopy” formati da macroalghe brune a tallo eretto dell’ordine Fucales, che per morfologia, ruolo ed importanza ecologica possono essere paragonate alle “foreste” in ambienti terrestri temperati. Questi sistemi sono tra i più produttivi in ambienti marini, e sono coinvolti in importanti processi ecologici, offrendo cibo, protezione, riparo ed ancoraggio a diverse altre specie animali e vegetali, modificando i gradienti naturali di luce, sedimentazione e idrodinamismo, e partecipando al ciclo dei nutrienti. Sulle coste temperate di tutto il mondo, le foreste di macroalghe a canopy sono in forte regressione su scala locale, regionale e globale. Questo fenomeno, che sta accelerando a un ritmo sempre più allarmante, sta sollevando interesse e preoccupazione. Infatti, data la loro importanza, la perdita di questi habitat può avere importanti conseguenze ecologiche ed economiche, tra cui anche il possibile declino della pesca che è stato osservato in alcune aree in seguito alla conseguente riduzione della produttività complessiva dei sistemi marini costieri. Nel Mar Mediterraneo questi tipi di habitat sono originati prevalentemente da alghe appartenenti al genere Cystoseira, che sono segnalate in forte regressione in molte regioni. Gli habitat a Cystoseira che ancora persistono continuano ad essere minacciati da una sineregia di impatti antropici, ed i benefici complessivi delle misure di protezione fin ora attuate sono relativamente scarsi. Scopo della presente tesi era quello di documentare la perdita di habitat a Cystoseira (prevalentemente Cystoseira barbata (Stackhouse) C. Agardh) lungo le coste del Monte Conero (Mar Adriatico centrale, Italia), e chiarire alcuni dei possibili meccanismi alla base di tale perdita. Studi precedentemente condotti nell’area di studio avevano evidenziato importanti cambiamenti nella composizione floristica e della distribuzione di habitat a Cystoseira in quest’area, e avevano suggerito che la scarsa capacità di recupero di questi sistemi potesse essere regolata da interazioni tra Cystoseira e le nuove specie dominanti sui substrati lasciati liberi dalla perdita di Cystoseira. Attraverso ripetute mappature dell’habitat condotte a partire da Luglio 2008 fino a Giugno 2010, ho documentato la perdita progressiva delle poche, e sempre più frammentate, patch di habitat originate da questa specie in due siti chiamati La Vela e Due Sorelle. Attraverso successivi esperimenti, ho poi evidenziato le interazioni ecologiche tra le specie dominanti coinvolte in questi cambiamenti di habitat, al fine di identificare possibili meccanismi di feedback che possano facilitare la persistenza di ciascun habitat o, viceversa, l’insediamento di habitat alternativi. La mappatura dell’habitat ha mostrato un chiaro declino della copertura, della densità e della dimensione degli habitat a Cystoseira (rappresentati soprattutto dalla specie C. barbata e occasionalmente C. compressa che però non è stata inclusa nei successivi esperimenti, d’ora in avanti per semplicità verrà utilizzato unicamente il termine Cystoseira per indicare questo habitat) durante il periodo di studio. Nel sito Due Sorelle le canopy a Cystoseira sono virtualmente scomparse, mentre a La Vela sono rimaste poche, sporadiche ed isolate chiazze di Cystoseira. Questi habitat a canopy sono stati sostituiti da nuovi habitat più semplici, tra cui soprattutto letti di mitili, feltri algali e stand monospecifici di Gracilaira spp.. La mappatura dell’habitat ha inoltre sottolineato una diminuzione del potenziale di recupero del sistema con un chiaro declino del reclutamento di Cystoseira durante tutto il periodo di studio. Successivamente ho testato se: 1) una volta perse, il recupero di Cystoseira (reclutamento) possa essere influenzato dalle interazioni con le nuove specie dominanti, quali mitili e feltri algali; 2) il reclutamento di mitili direttamente sulle fronde di Cystoseira (sia talli allo stadio adulto che giovanili) possa influenzare la sopravvivenza e la crescita della macroalga; 3) la sopravvivenza e la crescita delle nuove specie dominanti, in particolare mitili, possa essere rallentata dalla presenza di canopy di Cystoseira. I risultati dimostrano che le nuove specie dominanti insediatesi (feltri algali e mitili), possono inibire il reclutamento di Cystoseira, accelerandone il conseguente declino. L’effetto diretto dei mitili sulle fronde non è risultato particolarmente significativo né per la sopravvivenza di Cystoseira che finora non è risultata preclusa in nessun stadio di sviluppo, né per la crescita, che nel caso di individui adulti è risultata leggermente, ma non significativamente, più elevata per le fronde pulite dai mitili, mentre è stato osservato il contrario per i giovanili. La presenza di canopy a Cystoseira, anche se di piccole dimensioni, ha limitato la sopravvivenza di mitili. Questi risultati complessivamente suggeriscono che una foresta di macroalghe in buone condizioni può avere un meccanismo di autoregolazione in grado di facilitare la propria persistenza. Quando però il sistema inizia a degradarsi e a frammentarsi progressivamente, i cambiamenti delle condizioni biotiche determinati dall’aumento di nuove specie dominanti contribuiscono alla mancanza di capacità di recupero del sistema. Pertanto le strategie per una gestione sostenibile di questi sistemi dovrebbero focalizzarsi sui primi segnali di cambiamenti in questo habitat e sui possibili fattori che ne mantengono la resilienza.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Avicennia marina is an important mangrove species with a wide geographical and climatic distribution which suggests that large amounts of genetic diversity are available for conservation and breeding programs. In this study we compare the informativeness of AFLPs and SSRs for assessing genetic diversity within and among individuals, populations and subspecies of A. marina in Australia. Our comparison utilized three SSR loci and three AFLP primer sets that were known to be polymorphic, and could be run in a single analysis on a capillary electrophoresis system, using different-colored fluorescent dyes. A total of 120 individuals representing six populations and three subspecies were samplcd. At the locus level, SSRs were considerably more variable than AFLPs, with a total of 52 alleles and an average heterozygosity of 0.78. Average heterozygosity for AFLPs was 0.193, but all of the 918 bands scored were polymorphic. Thus, AFLPs were considerably more efficient at revealing polymorphic loci than SSRs despite lower average heterozygosities. SSRs detected more genetic differentiation between populations (19 vs 9%) and subspecies (35 vs 11%) than AFLPs. Principal co-ordinate analysis revealed congruent patterns of genetic relationships at the individual, population and subspecific levels for both data sets. Mantel testing confirmed congruence between AFLP and SSR genetic distances among, but not within, population comparisons, indicating that the markers were segregating inde- pendently but that evolutionary groups (populations and subspecies) were similar. Three genetic criteria of importance for defining priorities for ex situ collections or in situ conservation programs (number of alleles, number of locally common alleles and number of private alleles) were correlated between the AFLP and SSR data sets. The congruence between AFLP and SSR data sets suggest that either method, or a combination, is applicable to expanded genetic studies of mangroves. The codominant nature of SSRs makes them ideal for further population-based investigations, such as mating-system analyses, for which the dominant AFLP markers are less well suited. AFLPs may be particularly useful for monitoring propagation programs and identifying duplicates within collections, since a single PCR assay can reveal many loci at once.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Management of coastal environments requires understanding of ecological relationships among different habitats and their biotas. Changes in abundance and distribution of mangroves, like those of other coastal habitats, have generally been interpreted in terms of changes in biodiversity or fisheries resources within individual stands. In several parts of their range, anthropogenically increased inputs of sediment to estuaries have led to the spread of mangroves. There is, however, little information on the relative ecological properties, or conservational values, of stands of different ages. The faunal, floral and sedimentological properties of mangrove (Avicennia marina var. australasica) stands of two different ages in New Zealand has been compared. Older (>60 years) and younger (3-12 years) stands showed clear separation on the basis of environmental characteristics and benthic macrofauna. Numbers of faunal taxa were generally larger at younger sites, and numbers of individuals of several taxa were also larger at these sites. The total number of individuals was not different between the two age-classes, largely due to the presence of large numbers of the surface-living gastropod Potamopyrgus antipodarum at the older sites. It is hypothesized that as mangrove stands mature, the focus of faunal diversity may shift from the benthos to animals living on the mangrove plants themselves, such as insects and spiders, though these were not included in the present study. Differences in the faunas were coincident with differences in the nature of the sediment. Sediments in older stands were more compacted and contained more organic matter and leaf litter. Measurement of leaf chemistry suggested that mangrove plants in the younger stands were able to take up more N and P than those in the older stands. (C) 2003 Elsevier Science B.V. All rights reserved.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

This investigation aimed to elucidate the relative roles of putative brevetoxins, reactive oxygen species and free fatty acids as the toxic principle of the raphidophyte Chattonella marina, using damselfish as the bioassay. Our investigations on Australian C. marina demonstrated an absence or only very low concentrations of brevetoxin-like compounds by radio-receptor binding assay and liquid chromatography-mass spectroscopy techniques. Chattonella is unique in its ability to produce levels of reactive oxygen species 100 times higher than most other algal species. However, high levels of superoxide on their own were found not to cause fish mortalities. Lipid analysis revealed this raphidophyte to contain high concentrations of the polyunsaturated fatty acid eicosapentaenoic acid (EPA; 18-23% of fatty acids), which has demonstrated toxic properties to marine organisms. Using damselfish as a model organism, we demonstrated that the free fatty acid (FFA) form of EPA produced a mortality and fish behavioural response similar to fish exposed to C. marina cells. This effect was not apparent when fish were exposed to other lipid fractions including a triglyceride containing fish oil, docosahexaenoate-enriched ethyl ester, or pure brevetoxin standards. The presence of superoxide together with low concentrations of EPA accelerated fish mortality rate threefold. We conclude that the enhancement of ichthyotoxicity of EPA in the presence of superoxide can account for the high C. marina fish killing potential. (C) 2003 Elsevier B.V All rights reserved.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Dissertação para obtenção do Grau de Mestre em Engenharia do Ambiente, Perfil Gestão e Sistemas Ambientais

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

De 14 de Março a 31 de Maio o Museu de Arte Moderna de Nova Iorque (MoMA) apresentou, pela primeira vez, uma exposição individual retrospectiva dedicada exclusivamente à arte da performance intitulada Marina Abramovic: The Artist is Present. A artista está presente, é também o título da obra criada especialmente para a exposição, que envolveu a presença permanente de Abramović no átrio do museu, sendo os visitantes “convidados a sentar-se em silêncio com a artista durante o tempo que entenderem”. Inédita na ambição de expor quase quarenta anos de performance da artista, a exposição utilizou estratégias expositivas menos convencionais que integraram a reperformancede cinco obras emblemáticas lado a lado com a documentação tradicionalmente utilizada: fotografias, vídeos, objectos. A nova performance, poderosa na sua extrema simplicidade, mereceu surpreendente adesão do público que acorreu a participar. O acontecimento despoletou imediatas críticas, comentários, testemunhos que circularam em sites institucionais, blogs pessoais e redes sociais, produzindo um cenário de recepção também ele inédito pela diversidade e quantidade de públicos envolvidos. As notas que se apresentam, produzidas em cima do acontecimento, tentam reflectir essas realidades enquadrando-as na reflexão e debate crítico em curso em torno das questões colocadas pela preservação, e reapresentação da arte da performance a que a exposição no MoMA veio dar nova dimensão e urgência.