22 resultados para Cystoseira


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Les algues del gènere Cystoseira són els principals organismes formadors d'estructura en fons rocosos ben il·luminats del Mar Mediterrani. Formen unes comunitats molt estructurades que s'assemblen ecològicament als boscos terrestres i que són sensibles als impactes antròpics. Aquesta tesi s'ha centrat en l'estudi de les espècies i comunitats dominades per Cystoseira que es troben en ambients calmats, és a dir, en petites cales i/o badies. S'han abordat diversos aspectes com són la distribució, composició, estructura i biogeografia d'aquestes comunitats, així com els efectes de la contaminació sobre les mateixes. Per una banda, s'ha documentat l'estat actual de les comunitats dominades per C. crinita a nombrosos llocs al llarg de tot el Mediterrani, aportant informació sobre la seva composició, estructura, variació biogeogràfica i dinàmica de la comunitat a llarg termini. S'ha documentat la desaparició de diverses espècies de Cystoseira en zones afectades per impactes antròpics diversos i s'ha proporcionat la primera evidència experimental de la desaparició d'espècies de Cystoseira a causa de la contaminació.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

There is a need of scientific evidence of claimed nutraceutical effects, but also there is a social movement towards the use of natural products and among them algae are seen as rich resources. Within this scenario, the development of methodology for rapid and reliable assessment of markers of efficiency and security of these extracts is necessary. The rat treated with streptozotocin has been proposed as the most appropriate model of systemic oxidative stress for studying antioxidant therapies. Cystoseira is a brown alga containing fucoxanthin and other carothenes whose pressure-assisted extracts were assayed to discover a possible beneficial effect on complications related to diabetes evolution in an acute but short-term model. Urine was selected as the sample and CE-TOF-MS as the analytical technique to obtain the fingerprints in a non-target metabolomic approach. Multivariate data analysis revealed a good clustering of the groups and permitted the putative assignment of compounds statistically significant in the classification. Interestingly a group of compounds associated to lysine glycation and cleavage from proteins was found to be increased in diabetic animals receiving vehicle as compared to control animals receiving vehicle (N6, N6, N6-trimethyl-L-lysine, N-methylnicotinamide, galactosylhydroxylysine, L-carnitine, N6-acetyl-N6-hydroxylysine, fructose-lysine, pipecolic acid, urocanic acid, amino-isobutanoate, formylisoglutamine. Fructoselysine significantly decreased after the treatment changing from a 24% increase to a 19% decrease. CE-MS fingerprinting of urine has provided a group of compounds different to those detected with other techniques and therefore proves the necessity of a cross-platform analysis to obtain a broad view of biological samples.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Programa de Doctorado en Ciencias del Mar, Laboratorio de Botánica, Facultad de Farmacia, Universidad de Barcelona, Barcelona, España. Departamento de Ecología, Universidad de Málaga, Málaga, España

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Cambiamenti di habitat in ambienti marini: uno studio sperimentale sulla perdita di foreste a Cystoseira barbata (Stackhouse) C. Agardh e sui popolamenti che le sostituiscono La presente tesi affronta il tema scientifico generale di come prevedere e mitigare la perdita di habitat marini naturali causata dalle attività umane. La tesi si è focalizzata sugli habitat subtidali a “canopy” formati da macroalghe brune a tallo eretto dell’ordine Fucales, che per morfologia, ruolo ed importanza ecologica possono essere paragonate alle “foreste” in ambienti terrestri temperati. Questi sistemi sono tra i più produttivi in ambienti marini, e sono coinvolti in importanti processi ecologici, offrendo cibo, protezione, riparo ed ancoraggio a diverse altre specie animali e vegetali, modificando i gradienti naturali di luce, sedimentazione e idrodinamismo, e partecipando al ciclo dei nutrienti. Sulle coste temperate di tutto il mondo, le foreste di macroalghe a canopy sono in forte regressione su scala locale, regionale e globale. Questo fenomeno, che sta accelerando a un ritmo sempre più allarmante, sta sollevando interesse e preoccupazione. Infatti, data la loro importanza, la perdita di questi habitat può avere importanti conseguenze ecologiche ed economiche, tra cui anche il possibile declino della pesca che è stato osservato in alcune aree in seguito alla conseguente riduzione della produttività complessiva dei sistemi marini costieri. Nel Mar Mediterraneo questi tipi di habitat sono originati prevalentemente da alghe appartenenti al genere Cystoseira, che sono segnalate in forte regressione in molte regioni. Gli habitat a Cystoseira che ancora persistono continuano ad essere minacciati da una sineregia di impatti antropici, ed i benefici complessivi delle misure di protezione fin ora attuate sono relativamente scarsi. Scopo della presente tesi era quello di documentare la perdita di habitat a Cystoseira (prevalentemente Cystoseira barbata (Stackhouse) C. Agardh) lungo le coste del Monte Conero (Mar Adriatico centrale, Italia), e chiarire alcuni dei possibili meccanismi alla base di tale perdita. Studi precedentemente condotti nell’area di studio avevano evidenziato importanti cambiamenti nella composizione floristica e della distribuzione di habitat a Cystoseira in quest’area, e avevano suggerito che la scarsa capacità di recupero di questi sistemi potesse essere regolata da interazioni tra Cystoseira e le nuove specie dominanti sui substrati lasciati liberi dalla perdita di Cystoseira. Attraverso ripetute mappature dell’habitat condotte a partire da Luglio 2008 fino a Giugno 2010, ho documentato la perdita progressiva delle poche, e sempre più frammentate, patch di habitat originate da questa specie in due siti chiamati La Vela e Due Sorelle. Attraverso successivi esperimenti, ho poi evidenziato le interazioni ecologiche tra le specie dominanti coinvolte in questi cambiamenti di habitat, al fine di identificare possibili meccanismi di feedback che possano facilitare la persistenza di ciascun habitat o, viceversa, l’insediamento di habitat alternativi. La mappatura dell’habitat ha mostrato un chiaro declino della copertura, della densità e della dimensione degli habitat a Cystoseira (rappresentati soprattutto dalla specie C. barbata e occasionalmente C. compressa che però non è stata inclusa nei successivi esperimenti, d’ora in avanti per semplicità verrà utilizzato unicamente il termine Cystoseira per indicare questo habitat) durante il periodo di studio. Nel sito Due Sorelle le canopy a Cystoseira sono virtualmente scomparse, mentre a La Vela sono rimaste poche, sporadiche ed isolate chiazze di Cystoseira. Questi habitat a canopy sono stati sostituiti da nuovi habitat più semplici, tra cui soprattutto letti di mitili, feltri algali e stand monospecifici di Gracilaira spp.. La mappatura dell’habitat ha inoltre sottolineato una diminuzione del potenziale di recupero del sistema con un chiaro declino del reclutamento di Cystoseira durante tutto il periodo di studio. Successivamente ho testato se: 1) una volta perse, il recupero di Cystoseira (reclutamento) possa essere influenzato dalle interazioni con le nuove specie dominanti, quali mitili e feltri algali; 2) il reclutamento di mitili direttamente sulle fronde di Cystoseira (sia talli allo stadio adulto che giovanili) possa influenzare la sopravvivenza e la crescita della macroalga; 3) la sopravvivenza e la crescita delle nuove specie dominanti, in particolare mitili, possa essere rallentata dalla presenza di canopy di Cystoseira. I risultati dimostrano che le nuove specie dominanti insediatesi (feltri algali e mitili), possono inibire il reclutamento di Cystoseira, accelerandone il conseguente declino. L’effetto diretto dei mitili sulle fronde non è risultato particolarmente significativo né per la sopravvivenza di Cystoseira che finora non è risultata preclusa in nessun stadio di sviluppo, né per la crescita, che nel caso di individui adulti è risultata leggermente, ma non significativamente, più elevata per le fronde pulite dai mitili, mentre è stato osservato il contrario per i giovanili. La presenza di canopy a Cystoseira, anche se di piccole dimensioni, ha limitato la sopravvivenza di mitili. Questi risultati complessivamente suggeriscono che una foresta di macroalghe in buone condizioni può avere un meccanismo di autoregolazione in grado di facilitare la propria persistenza. Quando però il sistema inizia a degradarsi e a frammentarsi progressivamente, i cambiamenti delle condizioni biotiche determinati dall’aumento di nuove specie dominanti contribuiscono alla mancanza di capacità di recupero del sistema. Pertanto le strategie per una gestione sostenibile di questi sistemi dovrebbero focalizzarsi sui primi segnali di cambiamenti in questo habitat e sui possibili fattori che ne mantengono la resilienza.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

[ES] Las aguas residuales domésticas asociadas a los núcleos urbanos se encuentran entre los principales impactos antrópicos que amenazan la biodiversidad de los ecosistemas costeros. El presente trabajo tiene como objetivo evaluar el impacto de aguas residuales provenientes de la población de Bermeo sobre las comunidades intermareales de la parte mas externa de la Reserva de la Biosfera de Urdaibai. Para ello se ha contrastado la estructura de la vegetación bajo la influencia del emisario con la existente en cuatro localidades control en los años 2013 y 2014. Los resultados reflejan diferencias en la composición de la flora intermareal entre la localidad impactada y las localidades no afectadas por la contaminación. La localidad impactada queda caracterizada por la proliferación de algas filamentosas (Bachelotia antillarum) y clorófitos (Ulva intestinalis), así como de rodofíceas cespitosas con corticación simple (Gellidium pusillum, Gellidium pulchellum y Caulacanthus ustulatus). Por el contrario, en las localidades control son abundantes las especies perennes de gran porte y morfología compleja (Bifurcaria bifurcata, Cystoseira tamariscifolia, Halopteris spp. y Gelidium corneum). La calcárea Coralina elongata, estaba presente tanto en las localidades control como en la localidad impactada. Por otra parte, los análisis de la varianza realizados detectaron una elevada variabilidad espacio-temporal en la composición multivariable de la vegetación intermareal de las estaciones control, lo cual restó poder estadístico para detectar las diferencias entre la localidad impactada y los controles. Este resultado pone de manifiesto la dificultad e importancia de elegir controles apropiados para detectar impactos ambientales. Este estudio ha proporcionado la información necesaria sobre el estado ecológico de las comunidades en la situación pre-operacional de la EDAR de Lamiaran (Bermeo), lo cual permitirá evaluar en un futuro la eficacia del tratamiento de las aguas en términos de recuperación biológica.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

[eus] Euskal kostaldeko mareazpiko begetazioak aldaketa esanguratsuak jasan ditu azken hiru hamarkadetan. Aurretik egindako ikerketek jakinarazi dute aldaketa horiek klima-aldaketak eragindakoak direla. Ikerketa honen helburua inpaktu horri buruzko informazio gehiago lortzea da. Horretarako, sakonera handiko uretako fitobentosaren osaerari eta ugaritasunari buruzko balioespena egin da. 2014. urteko udan 7 trantsektu ezarri ziren, Kobaroneko muturretik Muskizeko muturreraino. Trantsektu horiek aurretik ikertuak izan ziren 1982 eta 2007 urteetan, eta laginketa suntsitzailea egin zen. Analisi estatistikoek aldaketa esanguratsuak erakusten dituzte sakoneko (9-11m) komunitateetan azken 32 urteetan. Uraren tenperaturaren emendioa eta eguzki-erradiazio altuagoa detektatutako aldaketen erantzuleak izan daitezke neurri batean. Pterosiphonia complanata espezie esziafiloaren gainbeherak eta Cystoseira baccata eta Aphanocladia stichidiosa espezieen ugaritzeak hipotesi hori azaltzen dute. Espero genuenaren kontra, Gelidium corneum espeziea, sakontasun gutxiko uretan gainbehera bortitza jasaten ari dena, ez da 9 metrotik beherako sakonerara lekualdatu. Hala ere, ezin da ziurtatu egungo ingurumeneko baldintzak optimoak ez direnik G. corneum espeziearen garapenerako 9-11 metroko sakoneretan. Migrazio bertikal hori ez gertatzearen arrazoi onargarriena C. baccata- rekiko lehiakortasuna dela dirudi. Bestalde, C. baccata hiru dimentsiotako habitatak eratzeko gai den tamaina handiko alga bat da, espezie askorentzat babesleku gisa diharduena. Ondorioz, haren hedapenak G. corneum-ek sakonera txikiagoetan betetzen zuen funtzioa ordezka lezake neurri batean.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The configuration for the eastern side of the Gulf of Suez was studied over 241 km from Ras Mohammed to Ras Sudr including 35 station. Litters, tar balls and aged oil patches aggregated in considerable amounts on the beach and shore line of the middle part due to the oil spills from off-shore oil wells. A large reef flat in the shallow intertidal waters exists at stations 1 and 2 (Ras Mohammed, Protected area) and spars coral patches are less frequent at the Stations from 7 to 13. Density and diversity of marine benthos were higher on hard and cobble bottoms compared to muddy sand and sandy substrates. The assemblages of the benthic fauna are dominated by the gastropod Courmya (Thericium) vulgata; the bivalve Brachiodontes variabilis, and the barnacles Chthamalus stellatus, Balanus amphitrite and Tetraclita rubescens. The distribution of the algal cover in the intertidal region shows high abundance of the brown algae, Sargassum latifolium; padina pavonica and Cystoseira trinodis rather than the green and red algae. These species are found in both polluted and unpolluted areas. The changes in benthic structures in the study area depend not only on the state of pollution but also on the type of substrates.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

During recent decades anthropogenic activities have dramatically impacted the Black Sea ecosystem. High levels of riverine nutrient input during the 1970s and 1980s caused eutrophic conditions including intense algal blooms resulting in hypoxia and the subsequent collapse of benthic habitats on the northwestern shelf. Intense fishing pressure also depleted stocks of many apex predators, contributing to an increase in planktivorous fish that are now the focus of fishing efforts. Additionally, the Black Sea's ecosystem changed even further with the introduction of exotic species. Economic collapse of the surrounding socialist republics in the early 1990s resulted in decreased nutrient loading which has allowed the Black Sea ecosystem to start to recover, but under rapidly changing economic and political conditions, future recovery is uncertain. In this study we use a multidisciplinary approach to integrate information from socio-economic and ecological systems to model the effects of future development scenarios on the marine environment of the northwestern Black Sea shelf. The Driver–Pressure–State-Impact-Response framework was used to construct conceptual models, explicitly mapping impacts of socio-economic Drivers on the marine ecosystem. Bayesian belief networks (BBNs), a stochastic modelling technique, were used to quantify these causal relationships, operationalise models and assess the effects of alternative development paths on the Black Sea ecosystem. BBNs use probabilistic dependencies as a common metric, allowing the integration of quantitative and qualitative information. Under the Baseline Scenario, recovery of the Black Sea appears tenuous as the exploitation of environmental resources (agriculture, fishing and shipping) increases with continued economic development of post-Soviet countries. This results in the loss of wetlands through drainage and reclamation. Water transparency decreases as phytoplankton bloom and this deterioration in water quality leads to the degradation of coastal plant communities (Cystoseira, seagrass) and also Phyllophora habitat on the shelf. Decomposition of benthic plants results in hypoxia killing flora and fauna associated with these habitats. Ecological pressure from these factors along with constant levels of fishing activity results in target stocks remaining depleted. Of the four Alternative Scenarios, two show improvements on the Baseline ecosystem condition, with improved waste water treatment and reduced fishing pressure, while the other two show a worsening, due to increased natural resource exploitation leading to rapid reversal of any recent ecosystem recovery. From this we conclude that variations in economic policy have significant consequences for the health of the Black Sea, and ecosystem recovery is directly linked to social–economic choices.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Dissertação de Mestrado, Biologia Marinha, Faculdade de Ciências do Mar e do Ambiente, Universidade do Algarve, 2007

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Ao longo de um ano (junho 2009 – maio 2010), estudou-se as comunidades de macroalgas do intertidal de quatro locais na costa sul (Reis Magos, Barreirinha,Cais do Carvão e Ribeira Brava) e quatro na costa norte (Porto da Cruz, Seixal,Praia da Laje e Porto Moniz) da ilha da Madeira. A área de estudo estendeu-se desde a linha de maré baixa até à zona superiordo intertidal. Identificou-se um total de 73 Taxa na ilha da Madeira: 1 Cyanobacteria, 35 Rhodophyta, 18 Ochrophyta e 18 Chlorophyta. No sul foram identificados 49 Taxa (17 exclusivos desta costa) e no norte 56 Taxa (24 exclusivos). Duas metodologias conjugadas permitem-nos caracterizar o coberto algal do Intertidal rochoso da ilha da Madeira: amostragem manual e trabalho em laboratório (trabalho mais detalhado e rigoroso) e análise de imagens digitais através de um programa informático específico (determinação de categorias ecológicas). Considerando as categorias ecológicas, o intertidal da ilha da Madeira é dominado por Musgo Calcário e Crosta não calcária. Duas espécies, Corallina elongata e Padina pavonica, são dominantes na ilha da Madeira e sete espécies são novos registos: Ganonema farinosum, Hypnea arbuscula, cf. Itonoa marginifera, Grateloupia dichotoma, Cystoseira wildpretii,Sargassum furcatum e Cladophora lehmanniana. As análises CLUSTER e nMDS determinaram a existência de semelhanças relativamente elevadas entre quatro locais de amostragem, no entanto verificou-se uma primeira diferenciação entre norte e sul. Existe uma desigualdade evidente do coberto algal entre as duas costas, com predominância de algas vermelhas e verdes no sul, contrastando com a maior ocorrência de algas castanhas no norte. Esta diferença poderá ser causada pela herbivoria (mais evidente a sul) e pelo hidrodinamismo (mais forte no norte). Verfificou-se que a exposição à ação das ondas é o principal fator responsável pela variação entre amostras (R=0,537, Sig.=0,1%).

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Programa de doctorado de Acuicultura: producción controlada de animales acuáticos.

Acto celebrado en la sala de grado de la Facultad de Ciencias del Mar de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, el 28 de junio de 2013, actuando como Presidenta María Candelaria Gil Rodríguez (Universidad de La Laguna), Secretaria Ascensión Viera Rodríguez (Universidad de Las Palmas de Gran Canaria), vocales, José María Gorostiaga Garay (Universidad del País Vasco), Juan Luis Gómez Pinchetti (Universidad de Las Palmas de Gran Canaria) y Nathalie Korbee Peinado (Universidad de Málaga)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Habitat structure is known to influence the abundance of fishes on temperate reefs. Biotic interactions play a major role in determining the distribution and abundance of species. The significance of these forces in affecting the abundance of fishes may hinge on the presence of organisms that either create or alter habitat. On temperate reefs, for example, macroalgae are considered autogenic ecosystem engineers because they control resource availability to other species through their physical structure and provide much of the structure used by fish. On both coral and temperate reefs, small cryptic reef fishes may comprise up to half of the fish numbers and constitute a diverse community containing many specialized species. Small cryptic fishes (<100 mm total length) may be responsible for the passage of 57% of the energy flow and constitute ca. 35% of the overall reef fish biomass on coral reefs. These benthic fish exploit restricted habitats where food and shelter are obtained in, or in relation to, conditions of substrate complexity and/or restricted living space. A range of mechanisms has been proposed to account for the diversity and the abundance of small fishes: (1) lifehistory strategies that promote short generation times, (2) habitat associations and behaviour that reduce predation and (3) resource partitioning that allows small species to coexist with larger competitors. Despite their abundance and potential importance within reef systems, little is known of the community ecology of cryptic fishes. Specifically on habitat associations many theories suggested a not clear direction on this subject. My research contributes to the development of marine fish ecology by addressing the effects of habitat characteristics upon distribution of cryptobenthic fish assemblages. My focus was on the important shallow, coastal ecosystems that often serve as nursery habitat for many fish and where different type of habitat is likely to both play important roles in organism distribution and survival. My research included three related studies: (1) identification of structuring forces on cryptic fish assemblages, such as physical and biological forcing; (2) macroalgae as potential tools for cryptic fish and identification of different habitat feature that could explain cryptic fish assemblages distribution; (3) canopy formers loss: consequences on cryptic fish and relationship with benthos modifications. I found that: (1) cryptic fish assemblages differ between landward and seaward sides of coastal breakwaters in Adriatic Sea. These differences are explained by 50% of the habitat characteristics on two sides, mainly due to presence of the Codium fragile, sand and oyster assemblages. Microhabitat structure influence cryptic fish assemblages. (2) Different habitat support different cryptic fish assemblages. High heterogeneity on benthic assemblages reflect different fish assemblages. Biogenic components that explain different and diverse cryptic fish assemblages are: anemonia bed, mussel bed, macroalgal stands and Cystoseira barbata, as canopy formers. (3) Canopy forming loss is not relevant in structuring directly cryptic fish assemblages. A removal of canopy forming algae did not affect the structure of cryptic fish assemblages. Canopy formers algae on Conero cliff, does not seem to act as structuring force, probably due to its regressive status. In conclusion, cryptic fish have been shown to have species-specific associations with habitat features relating to the biological and non biological components afforded by fish. Canopy formers algae do not explain cryptic fish assemblages distribution and the results of this study and information from the literature (both from the Mediterranean Sea and elsewhere) show that there are no univocal responses of fish assemblages. Further exanimations on an non regressive status of Cystoseira canopy habitat are needed to define and evaluate the relationship between canopy formers and fish on Mediterranean sea.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La proliferazione di strutture di difesa costiere ha determinato un interesse crescente circa l’ecologia di questi ambienti artificiali. Ricerche precedenti svolte lungo le coste del Nord Adriatico avevano evidenziato che mentre i substrati naturali in questa regione sono abbondantemente colonizzati da specie algali, i substrati artificiali tendono ad essere quantitativamente poveri di specie algali e dominati da specie di invertebrati. La seguente tesi ha analizzato l’ipotesi che tali differenze nella crescita di alghe tra habitat naturali ed artificiali potessero essere legate ad una iversa pressione da parte di organismi erbivori. Il lavoro si è focalizzato sulla specie Cystoseira barbata che è naturalmente presente nella regione di studio, ma che negli ultimi 70 anni ha subito una significativa regressione. Si volevano pertanto analizzare i fattori che possono favorire o inibire la crescita di Cystoseira su strutture artificiali di difesa costiera, al fine di poter valutare la possibilità di utilizzare questi substrati artificiali come mezzo per la conservazione di questa specie. I principali obiettivi del lavoro erano: 1. individuare e caratterizzare le potenziali specie erbivore presenti nei siti di studio che potessero limitare la crescita di C. barbata 2. analizzare se ci sono differenze nell’abbondanza di erbivori tra i siti artificiali e quelli naturali. 3. testare se il diverso stadio di sviluppo dell’alga o le modalità di trapianto potessero influenzarne la suscettibilità alla predazione. Mediante esperimenti in campo ho testato gli effetti dell’esclusione di erbivori sulla sopravvivenza e la crescita di Cystoseira barbata. Ho inoltre effettuato test in laboratorio determinare per individuare il potenziale ruolo come erbivori di varie tipologie di organismi, quali anfipodi, paguri e pesci. I risultati confermano l’importanza dell’erbivoria nel determinare il successo dei trapianti e ci dicono che gli erbivori da ricercare superano 1 cm di grandezza. In più, si è osservato che modalità di trapianto che distanzino i talli dal fondo aumentano la sopravvivenza dei talli, mentre non sono state osservate differenze in funzione della taglia dell’alga. Attraverso i test di laboratorio è stato possibile escludere gli Anfipodi come potenziali erbivori mentre Pagurus bernardus ha dimostrato un’effettiva azione di consumo dell’alga. Al contrario, i tests effettuati per approfondire la dieta di alcune specie di blennidi, composta almeno in parte da alghe, non hanno fornito conferme, almeno per il momento. Mediante visual census, si è inoltre escluso il ruolo di grandi erbivori quali ricci e salpe, scarsi nei siti di studio. Il lavoro fino a qui svolto indica, tuttavia, chiaramente che gli ambienti artificiali possono essere influenzati dall’azione di organismi predatori in maniera maggiore rispetto agli ambienti rocciosi circostanti. Questa ipotesi è particolarmente interessante in quanto rappresenterebbe una differenza fondamentale nel funzionamento delle strutture artificiali rispetto agli ambienti rocciosi naturali.