6 resultados para Corporeité


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Cette étude essaie d offrir des contributions pour la construction de connaissance concernant à la corporeité et dans l espace virtuel. À travers des processus interactifs elle propose la construction la production de nouvelles possibilités/stratégies pour la production de connaissance, en adoptant une pratique éducative spécifique: apprendre dans l éducation à distance (EAD). L apprentissage est le centre de ce travail, les acteurs les élèves sont sujets de l action et de la transformation selon la penseé de Paulo Freire et Corpo-vivido dans sa totalité, selon Marleau Ponty. Ce dialogue vif et révecu fait un parcours méthodologique à partir des interlocutions de Pierre-Lévy (1993,1996). On a réalisé une trajectoire pour se représenter, renvoyer, dialoguer et mettre en perspective, en ayant comme point de départ les attributs communicatifs et imagés des matériels d étude utilisés par l EAD, les changements socioculturels provoqués par des possibles dépassements paradigmatiques manifestés dans la société informations et de la communication, et les présuppositions théoriques qui sont ancréesdans les formulations des stratégies et/ou de propositions méthodologiques et comme élément intervenant dans le processus de construction de la connaissance à distance: le sujet de la corporeité. L espace empirique de la recherche est donné à l intérieur du cours TV na Escola e os desafios de hoje , et presenté dans la période de 2000 à 2004 dans l État du Pará. Le texte a été divisé à quatre chapitres. Le premier moment du texte parle de la métaphore de la Fleur et de l organisation du travail. Le deuxième moment systématise ce qui a été projeté pour donner une vision du travail dans l ensemble. Le troisième moment apporte des mots et des concrétisations qui deviennent réelles dans le Desvelando o corpo e o diálogo: a Flor da aprendizagem percebida , en reflétant sur la corporéification du mot s en allant à la rencontre et à la participation d'un apprentissage de dialogue. Et finalement le quatrième moment où nous parcourons la culture de la potentialité de la modalité de l'enseignement à distance, faisant le portrait en arrière plan de l'étude tout en mettant en évidence l'étude du phénomène dans le cours "TV na escola e os desafios de hoje" les paroles des sujets et leur interlocutions. A Flor numa totalidade englobe dans une totalité les moments qui le précedent et invite tous les autres moments à d autres révélations

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Suivant notre intention générale qui est d'étudier longitudinalement l'utilisation que Merleau-Ponty fait de la notion de schéma corporel dans sa philosophie, nous nous consacrons dans cet article à ses cours à la Sorbonne. Ces cours font partie d'une période intermédiaire de son oeuvre. Le philosophe y amorce des discussions concernant la corporeité à partir de la psychologie de l'enfant et de la psychanalyse, en abordant le problème de l'intersubjectivité et la théorie du schéma corporel. Merleau-Ponty comprend que l'acquisition d'un schéma corporel unitaire, total, implique une décentralisation de soi, de façon que le corps propre, le corps d'autrui et le monde puissent s'entrelacer dans un tissu relationnel qui implique inextricablement visibilité et épaisseur intra-corporel. Nous considérons que dans ces études Merleau-Ponty effectue un grand pas vers la notion de chair telle qu'on la trouve dans ses textes plus tardifs.

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La ricognizione delle opere composte da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1909 e il 1912 è sostenuta da una tesi paradossale: il futurismo di Marinetti non sarebbe un'espressione della modernità, bensì una reazione anti-moderna, che dietro a una superficiale ed entusiastica adesione ad alcune parole d'ordine della seconda rivoluzione industriale nasconderebbe un pessimismo di fondo nei confronti dell'uomo e della storia. In questo senso il futurismo diventa un emblema del ritardo culturale e del gattopardismo italiano, e anticipa l’analoga operazione svolta in politica da Mussolini: dietro un’adesione formale ad alcune istanze della modernità, la preservazione dello Status Quo. Marinetti è descritto come un corpo estraneo rispetto alla cultura scientifica del Novecento: un futurista senza futuro (rarissime in Marinetti sono le proiezioni fantascientifiche). Questo aspetto è particolarmente evidente nelle opere prodotte del triennio 1908-1911, che non solo sono molto diverse dalle opere futuriste successive, ma per alcuni aspetti rappresentano una vera e propria antitesi di ciò che diventerà il futurismo letterario a partire dal 1912, con la pubblicazione del Manifesto tecnico della letteratura futurista e l'invenzione delle parole in libertà. Nelle opere precedenti, a un sostanziale disinteresse per il progressismo tecnologico corrispondeva un'attenzione ossessiva per la corporeità e un ricorso continuo all'allegoria, con effetti particolarmente grotteschi (soprattutto nel romanzo Mafarka le futuriste) nei quali si rilevano tracce di una concezione del mondo di sapore ancora medioevo-rinascimentale. Questa componente regressiva del futurismo marinettiano viene platealmente abbandonata a partire dal 1912, con Zang Tumb Tumb, salvo riaffiorare ciclicamente, come una corrente sotterranea, in altre fasi della sua carriera: nel 1922, ad esempio, con la pubblicazione de Gli indomabili (un’altra opera allegorica, ricca di reminiscenze letterarie). Quella del 1912 è una vera e propria frattura, che nel primo capitolo è indagata sia da un punto di vista storico (attraverso la documentazione epistolare e giornalistica vengono portate alla luce le tensioni che portarono gran parte dei poeti futuristi ad abbandonare il movimento proprio in quell'anno) che da un punto di vista linguistico: sono sottolineate le differenze sostanziali tra la produzione parolibera e quella precedente, e si arrischia anche una spiegazione psicologica della brusca svolta impressa da Marinetti al suo movimento. Nel secondo capitolo viene proposta un'analisi formale e contenutistica della ‘funzione grottesca’ nelle opere di Marinetti. Nel terzo capitolo un'analisi comparata delle incarnazioni della macchine ritratte nelle opere di Marinetti ci svela che quasi sempre in questo autore la macchina è associata al pensiero della morte e a una pulsione masochistica (dominante, quest'ultima, ne Gli indomabili); il che porta ad arrischiare l'ipotesi che l'esperienza futurista, e in particolare il futurismo parolibero posteriore al 1912, sia la rielaborazione di un trauma. Esso può essere interpretato metaforicamente come lo choc del giovane Marinetti, balzato in pochi anni dalle sabbie d'Alessandria d'Egitto alle brume industriali di Milano, ma anche come una reale esperienza traumatica (l'incidente automobilistico del 1908, “mitologizzato” nel primo manifesto, ma che in realtà fu vissuto dall'autore come esperienza realmente perturbante).

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La tesi indaga l’esperienza del teatro comunitario, una delle espressioni artistiche più originali e pressoché sconosciute nel panorama teatrale novecentesco, che ha avuto in Argentina un punto di riferimento fondamentale. Questo fenomeno, che oggi conta cinquanta compagnie dal nord al sud del paese latinoamericano, e qualcuna in Europa, affonda le sue radici nella Buenos Aires della post-dittatura, in una società che continua a risentire degli esiti del terrore di Stato. Il teatro comunitario nasce dalla necessità di un gruppo di persone di un determinato quartiere di riunirsi in comunità e comunicare attraverso il teatro, con l'obiettivo di costruire un significato sociale e politico. La prima questione messa a fuoco riguarda la definizione della categoria di studio: quali sono i criteri che consentono di identificare, all’interno della molteplicità di pratiche teatrali collettive, qualcosa di sicuramente riconducibile a questo fenomeno. Nel corso dell’indagine si è rivelata fondamentale la comprensione dei conflitti dell’esperienza reale e l’individuazione dei caratteri comuni, al fine di procedere a un esercizio di generalizzazione. La ricerca ha imposto la necessità di comprendere i meccanismi mnemonici e identitari che hanno determinato e, a loro volta, sono stati riattivati dalla nascita di questa esperienza. L’analisi, supportata da studi filosofici e antropologici, è volta a comprendere come sia cambiata la percezione della corporeità in un contesto di sparizione dei corpi, dove il lavoro sulla memoria riguarda in particolare i corpi assenti (desaparecidos). L’originalità del tema ha imposto la riflessione su un approccio metodologico in grado di esercitare una adeguata funzione euristica, e di fungere da modello per studi futuri. Sono stati pertanto scavalcati i confini degli studi teatrologici, con particolare attenzione alle svolte culturali e storiche che hanno preceduto e affiancato l’evoluzione del fenomeno.

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La presente tesi si propone di dimostrare come l'arte costituisca un valido strumento di promozione della cultura sorda, favorendone l'integrazione nella società. Una volta sfatati i pregiudizi e i luoghi comuni sulla lingua dei segni, l'elaborato passa dunque in rassegna innovativi approcci artistici e inusuali commistioni quali la musica visiva e le compagnie di teatro bilingui. La marcata dimensione visiva di questa lingua la avvicina inevitabilmente al teatro, ambito prediletto della corporeità, che ci porta verso un linguaggio fisico e, pertanto, anche verso una lingua fisica. In conclusione, si analizza pertanto la potenza comunicativa del corpo attraverso le visioni di diversi teatri e registi che, in qualche modo, innalzano il gesto a segno.