4 resultados para Clusterina


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

The Clusterin (CLU) gene produces different forms of protein products which vary in their biological properties and distribution within the cell. Both the extra- and intracellular CLU forms regulate cell proliferation and apoptosis. Dis-regulation of CLU expression occurs in many cancer types, including prostate cancer. The role that CLU plays in tumorigenesis is still unclear. We found that CLU over-expression inhibited cell proliferation and induced apoptosis in prostate cancer cells. Here we show that depletion of CLU affects the growth of PC-3 prostate cancer cells. Following siRNA, all protein products quickly disappeared, inducing cell cycle progression and higher expression of specific proliferation markers (i.e. H3 mRNA, PCNA and cyclins A, B1 and D) as detected by RT-qPCR and Western blot. Quite surprisingly, we also found that the turnover of CLU protein is very rapid and tightly regulated by ubiquitin–proteasome mediated degradation. Inhibition of protein synthesis by cycloheximide showed that CLU half-life is less than 2 hours. All CLU protein products were found poly-ubiquitinated by co-immuniprecipitation. Proteasome inhibition by MG132 caused stabilization and accumulation of all CLU protein products, strongly inducing the nuclear form of CLU (nCLU) and committing cells to caspase-dependent death. In conclusion, proteasome inhibition may induce prostate cancer cell death through accumulation of nCLU, a potential tumour suppressor factor.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Clusterina (CLU) è una proteina ubiquitaria, presente nella maggior parte dei fluidi corporei e implicata in svariati processi fisiologici. Dalla sua scoperta fino ad oggi, CLU è risultata essere una proteina enigmatica, la cui funzione non è ancora stata compresa appieno. Il gene codifica per 3 varianti trascrizionali identificate nel database NCBI con i codici: NM_001831 (CLU 1 in questo lavoro di tesi), NR_038335 (CLU 2 in questo lavoro di tesi) e NR_045494 (CLU 3 in questo lavoro di tesi). Tutte le varianti sono trascritte come pre-mRNA contenenti 9 esoni e 8 introni e si differenziano per l’esone 1, la cui sequenza è unica e caratteristica di ogni variante. Sebbene in NCBI sia annotato che le varianti CLU 2 e CLU 3 non sono codificanti, tramite analisi bioinformatica è stato predetto che da tutti e tre i trascritti possono generarsi proteine di differente lunghezza e localizzazione cellulare. Tra tutte le forme proteiche ipotizzate, l’unica a essere stata isolata e sequenziata è quella tradotta dall’AUG presente sull’esone 2 che dà origine a una proteina di 449 aminoacidi. Il processo di maturazione prevede la formazione di un precursore citoplasmatico (psCLU) che subisce modificazioni post-traduzionali tra cui formazione di ponti disolfuro, glicosilazioni, taglio in due catene denominate β e α prima di essere secreta come eterodimero βα (sCLU) nell’ambiente extracellulare, dove esercita la sua funzione di chaperone ATP-indipendente. Oltre alla forma extracellulare, è possibile osservare una forma intracellulare con localizzazione citosolica la cui funzione non è stata ancora completamente chiarita. Questo lavoro di tesi si è prefissato lo scopo di incrementare le conoscenze in merito ai trascritti CLU 1 e CLU 2 e alla loro regolazione, oltre ad approfondire il ruolo della forma citosolica della proteina in relazione al signaling di NF-kB che svolge un ruolo importante nel processo di sviluppo e metastatizzazione del tumore. Nella prima parte, uno screening di differenti linee cellulari, quali cellule epiteliali di prostata e di mammella, sia normali sia tumorali, fibroblasti di origine polmonare e linfociti di tumore non-Hodgkin, ha permesso di caratterizzare i trascritti CLU 1 e CLU 2. Dall’analisi è emerso che la sequenza di CLU 1 è più corta al 5’ rispetto a quella depositata in NCBI con l’identificativo NM_001831 e il primo AUG disponibile per l’inizio della traduzione è localizzato sull’esone 2. È stato dimostrato che CLU 2, al contrario di quanto riportato in NCBI, è tradotto in proteina a partire dall’AUG presente sull’esone 2, allo stesso modo in cui viene tradotto CLU 1. Inoltre, è stato osservato che i livelli d’espressione dei trascritti variano notevolmente tra le diverse linee cellulari e nelle cellule epiteliali CLU 2 è espressa sempre a bassi livelli. In queste cellule, l’espressione di CLU 2 è silenziata per via epigenetica e la somministrazione di farmaci capaci di rendere la cromatina più accessibile, quali tricostatina A e 5-aza-2’-deossicitidina, è in grado di incrementarne l’espressione. Nella seconda parte, un’analisi bioinformatica seguita da saggi di attività in vitro in cellule epiteliali prostatiche trattate con farmaci epigenetici, hanno permesso di identificare, per la prima volta in uomo, una seconda regione regolatrice denominata P2, capace di controllare l’espressione di CLU 2. Rispetto a P1, il classico promotore di CLU già ampiamente studiato da altri gruppi di ricerca, P2 è un promotore debole, privo di TATA box, che nelle cellule epiteliali prostatiche è silente in condizioni basali e la cui attività incrementa in seguito alla somministrazione di farmaci epigenetici capaci di alterare le modificazioni post-traduzionali delle code istoniche nell’intorno di P2. Ne consegue un rilassamento della cromatina e un successivo aumento di trascrizione di CLU 2. La presenza di un’isola CpG differentemente metilata nell’intorno di P1 spiegherebbe, almeno in parte, i differenti livelli di espressione di CLU che si osservano tra le diverse linee cellulari. Nella terza parte, l’analisi del pathway di NF-kB in un modello sperimentale di tumore prostatico in cui CLU è stata silenziata o sovraespressa, ha permesso di capire come la forma citosolica di CLU abbia un ruolo inibitorio nei confronti dell’attività del fattore trascrizionale NF-kB. CLU inibisce la fosforilazione e l’attivazione di p65, il membro più rappresentativo della famiglia NF-kB, con conseguente riduzione della trascrizione di alcuni geni da esso regolati e coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare, quali l’urochinasi attivatrice del plasminogeno, la catepsina B e la metallo proteinasi 9. È stato dimostrato che tale inibizione non è dovuta a un’interazione fisica diretta tra CLU e p65, per cui si suppone che CLU interagisca con uno dei componenti più a monte della via di segnalazione responsabile della fosforilazione ed attivazione di p65.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Cancer immunosurveillance theory has emphasized the role of escape mechanisms in tumor growth. In this respect, a very important factor is the molecular characterization of the mechanisms by which tumor cells evade immune recognition and destruction. Among the many escape mechanisms identified, alterations in classical and non-classical HLA (Human Leucocyte Antigens) class I and class II expression by tumor cells are of particular interest. In addition to the importance of HLA molecules, tumor-associated antigens and accessory/co-stimulatory molecules are also involved in immune recognition. The loss of HLA class I antigen expression and of co-stimulatory molecules can occur at genetic, transcriptional and post-transcriptional levels. Epigenetic defects are involved in at least some mechanisms that preclude mounting a successful host-antitumor response involving the HLA system, tumor-associated antigens, and accessory/co-stimulatory molecules. This review summarizes our current understanding of the role of methylation in the regulation of molecules involved in the tumor immune response.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)