827 resultados para Catalan architecture
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El gironí Josep Claret Rubira (1908-1988), arquitecte de professió i artista-dibuixant de vocació, va obtenir el títol l'any 1933, a l'Escola d'Arquitectura de Barcelona. D'ençà d'aquella data i fins a mitjan dels anys 70, va projectar una quantitat enorme d'edificis de múltiples tipologies i nombrosos plans d'urbanització, arreu de les comarques gironines i menorquines. Amb ideologia primerenca propera a les esquerres catalanistes, es va haver d'adaptar al règim franquista, per poder continuar treballant i vivint a Catalunya. Malgrat que inicialment li deuria costar un gran esforç, el procés d'amotllament el va tenir planer (almenys aparentment), gràcies al seu parentiu -per via matrimonial- amb una família que hi estava estretament vinculada. És autor d'obres d'elevat nivell arquitectònic -amb poques que siguin conegudes i reconegudes- i un clar conformador del paisatge de les seves contrades, fet influent en la societat que hi ha estat habitant i que hi viu encara avui dia. La seva arquitectura és un magnífic exemple del que agradava a les generacions de durant cinc dècades. És també autor d'obres que, moltes vegades, no s'adiuen gens amb el que la Història de l'Arquitectura dóna per bones, però que reflecteixen el gust, les preferències i les prioritats d'una societat determinada.
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Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.
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The Catalan reception of the 1966 manifestos by Robert Venturi and Aldo Rossi marks the scenario of a breakup: while North America debates about the architectural shape as a linguistic structure, Italy dips its roots in the Modern Movement tradition as an origin for a new temporal and ideological architectural dimension. The first contacts between Rossi and Spain verify this search and allow the Italian to construct common itineraries with some architects from Barcelona. From these exchanges the 2C group will be born, taking part on typical vanguardist mechanisms: they will publish the magazine, 2C. The construction of the city (1972-1985), they will attend the XV Triennale di Milano in 1973 with the Torres Clavé Plan (1971) and the Aldo Rossi + 21 Spanish architects exhibition (1975) while he will organize the three issues of the Seminarios Internacionales de Arquitectura Contemporánea (S.I.AC.) which took place in Santiago, Sevilla and Barcelona between 1976 and 1980. In front of the unfolding of the firsts, the American contacts of Federico Correa, Oriol Bohigas, Lluís Domènech and the PER studio or the teaching work of Rafael Moneo from Barcelona since 1971, allow to draw replica itineraries with the foundation of the magazine Arquitecturas Bis (1974-1985), the organization of the meetings between international publications such as Lotus and Oppositions in Cadaqués (1975) and New York (1977), while stablishing exchanges with members of the Five Architects. Replicas that in 1976 conduct the initial ideological affirmations between Rossi and the 2C group towards irreconcilable distancing. Verifying the itinerary of the journey that the Italian leads from the Italian resistance towards the American backing down is part of the aim of this article
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This paper proposes an architecture for machining process and production monitoring to be applied in machine tools with open Computer numerical control (CNC). A brief description of the advantages of using open CNC for machining process and production monitoring is presented with an emphasis on the CNC architecture using a personal computer (PC)-based human-machine interface. The proposed architecture uses the CNC data and sensors to gather information about the machining process and production. It allows the development of different levels of monitoring systems with mininium investment, minimum need for sensor installation, and low intrusiveness to the process. Successful examples of the utilization of this architecture in a laboratory environment are briefly described. As a Conclusion, it is shown that a wide range of monitoring solutions can be implemented in production processes using the proposed architecture.
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Stingless bees exhibit extraordinary variation in nest architecture within and among species. To test for phylogenetic association of behavioral traits for species of the Neotropical stingless bee genus Trigona s.s., a phylogenetic hypothesis was generated by combining sequence data of 24 taxa from one mitochondrial (16S rRNA) and four nuclear gene fragments (long-wavelength rhodopsin copy 1 (opsin), elongation factor-1 alpha copy F2, arginine kinase, and 28S rRNA). Fifteen characteristics of the nest architecture were coded and tested for phylogenetic association. Several characters have significant phylogenetic signal, including type of nesting substrate, nest construction material, and hemipterophily, the tending of hemipteroid insects in exchange for sugar excretions. Phylogenetic independent habits encountered in Trigona s.s. include coprophily and necrophagy.
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The control of molecular architectures has been a key factor for the use of Langmuir-Blodgett (LB) films in biosensors, especially because biomolecules can be immobilized with preserved activity. In this paper we investigated the incorporation of tyrosinase (Tyr) in mixed Langmuir films of arachidic acid (AA) and a lutetium bisphthalocyanine (LuPc(2)), which is confirmed by a large expansion in the surface pressure isotherm. These mixed films of AA-LuPc(2) + Tyr could be transferred onto ITO and Pt electrodes as indicated by FTIR and electrochemical measurements, and there was no need for crosslinking of the enzyme molecules to preserve their activity. Significantly, the activity of the immobilised Tyr was considerably higher than in previous work in the literature, which allowed Tyr-containing LB films to be used as highly sensitive voltammetric sensors to detect pyrogallol. Linear responses have been found up to 400 mu M, with a detection limit of 4.87 x 10(-2) mu M (n = 4) and a sensitivity of 1.54 mu A mu M(-1) cm(-2). In addition, the Hill coefficient (h = 1.27) indicates cooperation with LuPc(2) that also acts as a catalyst. The enhanced performance of the LB-based biosensor resulted therefore from a preserved activity of Tyr combined with the catalytic activity of LuPc(2), in a strategy that can be extended to other enzymes and analytes upon varying the LB film architecture.
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The project of Information Architecture is one of the initial stages of the project of a website, thus the detection and correction of errors in this stage are easier and time-saving than in the following stages. However, to minimize errors for the projects of information architecture, a methodology is necessary to organize the work of the professional and guarantee the final product quality. The profile of the professional who works with Information Architecture in Brazil has been analyzed (quantitative research by means of a questionnaire on-line) as well as the difficulties, techniques and methodologies found in his projects (qualitative research by means of interviews in depth with support of the approaches of the Sense-Making). One concludes that the methodologies of projects of information architecture need to develop the adoption of the approaches of Design Centered in the User and in the ways to evaluate its results.
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The purpose is to present a scientific research that led to the modeling of an information system which aimed at the maintenance of traceability data in the Brazilian wine industry, according to the principles of a service-oriented architecture (SOA). Since 2005, traceability data maintenance is an obligation for all producers that intend to export to any European Union country. Also, final customers, including the Brazilian ones, have been asking for information about food products. A solution that collectively contemplated the industry was sought in order to permit that producer consortiums of associations could share the costs and benefits of such a solution. Following an extensive bibliographic review, a series of interviews conducted with Brazilian researchers and wine producers in Bento Goncalves - RS, Brazil, elucidated many aspects associated with the wine production process. Information technology issues related to the theme were also researched. The software was modeled with the Unified Modeling Language (UML) and uses web services for data exchange. A model for the wine production process was also proposed. A functional prototype showed that the adopted model is able to fulfill the demands of wine producers. The good results obtained lead us to consider the use of this model in other domains.
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In this paper it is presented the theoretical background, the architecture (using the ""4+1"" model), and the use of the library for execution of adaptive devices, AdapLib. This library was created seeking to be accurate to the adaptive devices theory, and to allow its easy extension considering the specific details of solutions that employ this kind of device. As an example, it is presented a case study in which the library was used to create a proof of concept to monitor and diagnose problems in an online news portal.
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Architecture of the Pacific covers a region of more than third of the earth’s surface. The sparse Pacific population spreads over some 30 000 islands, which graduate in size from small atolls to the largest island, Australia, a continent. Pacific architecture can be studied as four cultural units: Micronesia, Polynesia, Melanesia, and Australasia (Australia and New Zealand). While many of the islands of Micronesia lie above the Equator, the remaining Pacific islands are in the southern hemisphere. With the exception of Australia, most of the islands have a warm and humid tropical climate with high rainfalls and lush vegetation. Some islands lie in the cyclonic and earthquake belts. Two distinct racial groups settled the region. The indigenous people, the Micronesians, Melanesians, Polynesians, Australian Aborigines and New Zealand Maoris, migrated from Asia thousands of years ago. The second group, the recent immigrants, were Europeans, who occupied the region during the last two centuries, and pockets of Asians brought in by colonial administrations as labourers during the early twentieth century.