10 resultados para CPFA, Sepsi
Resumo:
Aquest estudi multicèntric, fase IV analitza l’eficàcia i la seguretat del tractament amb dosi ajustada d’EPOCH amb Rituximab en infusió continua, en pacients no tractats prèviament amb mal pronòstic diagnosticats de limfomes B de cèl.lula gran. Material i mètodes. S’inclogueren 81 pacients, 68 d’aquests diagnosticats de Limfoma B difús de cèl.lula gran, 7 de Limfoma fol.licular grau III i 6 de Limfoma B primari de mediastí. Eren pacients de mal pronòstic segons IPI≥2 o IPIae≥1, ECOG/PS 0-4, estadi II-IV (estadi I si malaltia voluminosa al diagnòstic). Resultats. La edat mitjana era de 52 anys (rang, 21-77 anys), 92,5% d’alt risc segons l’IPIae. Es va obtenir resposta completa (RC i RCi) en el 79% dels pacients, la supervivència global i la supervivència lliure d’esdeveniment, a la mediana del temps de seguiment (34,3 mesos) va ser de 68% i 63,2%, respectivament. La supervivència lliure de malaltia als 5 anys va ser de 72,2% pels pacients que van assolir RC/RCi. Cap dels factors de risc de l’IPI o IPIae, ni els índexs per ells mateixos van resultar amb associació estadísticament significativa a la OS o PFS. Només es va obtenir associació entre els nivells de ß2 microglobulina (&3,5mg/l) i la PFS i OS (p=0,075 i p=0,015, respectivament). Es van reportar 54 episodis de neutropènia febril (11,5% dels cicles); i es van morir 27 pacients, 15 (55,5%) degut a progressió de la malaltia i 9 (33,3%) degut a sepsi o infecció grau 4. Conclusions. Els resultats aconseguits amb la combinació de Rituximab i DA-EPOCH mostren uns resultats prometedors i amb nivells de toxicitat molt acceptables en els pacients d’alt risc diagnosticats de Limfomes B de cèl.lula gran no tractats prèviament.
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This paper describes total lipid content, unsaponifiable fraction and the acid, refractive, saponification and iodine indices of the oil of Sterculia striata nuts. The fatty acids, the sterols and the triterpene alcohols were determined. The percentage of cyclopropenoid fatty acids (CPFA), determined by NMR ¹H (15,5%), makes the nuts of this species unsuitable for human consumption.
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Sulla base delle evidenze della letteratura (Fenaux, 2009; Lyons, JCO 2009), a partire da Settembre 2004 nel Nostro Istituto sono stati trattati 57 pazienti affetti da Sindrome Mielodisplastica (MDS) mediante terapia demetilante con 5-Azacitidina. Sono stati utilizzati differenti regimi terapeutici a seconda della classe di rischio IPSS: i pazienti a rischio basso/intermedio-1 hanno ricevuto Azacitidina 75 mg/mq/die sottocute per 5 giorni/mese (schema 5) per 8 cicli; i pazienti a rischio alto/intermedio-2 hanno ricevuto Azacitidina 50 mg/mq/die sottocute per 10 giorni/mese (schema 5+2+5) o Azacitidina 75 mg/mq/die per 7 giorni/mese (schema 7) fino a perdita della risposta. Su una casistica totale di 57 pazienti (15 a rischio basso/int-1; 41 rischio alto/int-2), l’87.7% (50 pazienti) sono risultati valutabili. Tra questi le risposte osservate sono state del 68% (34 pazienti), di cui il 14% (7 pazienti) ha ottenuto una Remissione Completa (CR) ed il 54% (27 pazienti) ha ottenuto un Hematologic Improvement (HI). La valutazione della risposta è stata eseguita secondo i criteri dell’International Working Group 2006 (IWG, Cheeson 2006). Le principali tossicità osservate sono state rappresentate da reazioni cutanee locali nel sito d’iniezione, tossicità gastrointestinale (stipsi e/o diarrea), mielotossicità, neutropenia febbrile, sepsi (3 pazienti). Tra i pazienti trattati abbiamo osservato la presenza di risposta ematologica prolungata (≥ 20 mesi) in 10 pazienti (20% dei pazienti valutabili). Inoltre, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Anatomia Umana dell’Università di Bologna (Prof. L. Cocco, Dott.ssa M.Y. Follo), tutti i pazienti trattati sono stati valutati per i livelli di espressione genica e metilazione del gene della fosfolipasi PI-PLC-beta1. I dati biologici così ottenuti sono stati correlati con quelli clinici, evidenziando la presenza di una correlazione tra i livelli di espressione genica e mutilazione della PI-PLC-beta1 e la risposta alla terapia demetilante con 5-Azacitidina.
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Studio prospettico su 75 pazienti con malattia paranale di Crohn che ha come obiettivo quello di confrontare i risultati tra le nuove terapie medico-chirurgiche emergenti. La prima procedura è comune a tutti i pazienti e consiste in un intervento di incisione degli ascessi, fistulectomia e posizionamento di setoni di drenaggio nei tramiti fistolosi per il controllo della sepsi.Successivamente i pazienti vengono divisi in cinque gruppi e sottoposti ai trattamenti per la chiusura dei tramiti fistolosi: terapia sistemica con Infliximab,terapia sistemica con Adalimumab,confezionamento di Flap endoanale, instillazione di colla di fibrina o posizionamento di protesi biologiche. Abbiamo osservato una chiusura completa dei tramiti fistolosi nel 60% dei pazienti trattati con Infliximab, 53% di quelli trattati con Adalimumab, 40% di quelli in terapia con colla di fibrina, 80% di quelli sottoposti a Flap endoanale e 60% di quelli trattati con protesi biologiche. Gli ottimi risultati raggiunti in con le diverse metodiche di trattamento chirurgico locale rappresentano una valida alternativa alla terapia con farmaci biologici. Tali nuove metodiche risultano anzi fondamentali per il trattamento di quei pazienti che dopo una terapia con farmaci biologici non hanno raggiunto una completa risoluzione del quadro (rescue therapy). Terapia biologica e nuove tecniche chirurgiche risultano pertanto complementari, la prima contribuendo al miglioramento della qualità della mucosa del canale anale e del retto basso sulla quale risulta quindi più agevole agire con le seconde con una percentuale di successo sempre maggiore.
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La malattia paranale di Crohn rappresenta una condizione clinica complessa e invalidante. La chirurgia da sola è efficace nel migliorare i sintomi mediante il controllo della sepsi, ma è raramente associata alla guarigione definitiva. L'introduzione dei farmaci biologici ha aumentato le possibilità di chiusura definitiva delle fistole. Tuttavia molti pazienti non rispondono a questo trattamento bio-chirurgico combinato. Il ruolo del mucosal healing del retto ottenuto con i farmaci non è al momento ancora chiaro. L'obiettivo del presente studio è quello di identificare possibili terapia alternative per pazienti non responsivi ai biologici. Lo studio ha valutato efficacia e sicurezza della chirurgia riparativa, confezionamento di flap mucosi endorettali e posizionamento di protesi biologiche, nei pazienti non responsivi ai biologici ma che grazie ad essi abbiano ottenuto un mucosal healing del retto.
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Kutatásunkban egyedi, fatörzsön mért nedváramlási adatokra támaszkodva megvizsgáltuk, hogy hogyan változik a vízfelvétel mértéke intenzív módon művelt, sűrű ültetésű cseresznyeültetvényben. Számításokat végeztünk a fák és az ültetvény egészének vízfogyasztására vonatkozóan, a vegetációs időszak bizonyos hónapjaira. Kiszámítottuk, hogy helyi körülmények között hogyan változik a haszonnövény transzspirációs index értéke korai érésű, intenzív cseresznyeültetvényre. A nedváramlás és a légköri viszonyok – mint külső vezérlő tényezők – között fennálló kapcsolatrendszer megismeréséhez a hőmérséklettel, a globálsugárzással, a telítési hiánnyal és a széllel való kapcsolatot vizsgáltuk. Méréseinket a Budapesti Corvinus Egyetem Soroksári Kísérleti Üzem és Tangazdaságában végeztük 2008-tól 2011-ig a vegetációs időszakokban.
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A fafajok megválasztása döntő jelentőségű az energiatermelő faültetvény tervezésénél, mert csak a termőhelynek megfelelő, gyorsan növő, nagy produkciójú fafajok és fajták jöhetnek számításba. A fajta és termőhelyi kérdések tisztázása érdekében 2011 tavaszán a tangazdaság soroksári területén mintegy 1500 m2-en kísérleti ültetvényt hoztunk létre 5 fűz és 9 nyárfajtával, ill. egyéb kontroll fajtákkal. Vizsgáltuk ezek növekedési erélyét valamint a termőhely talajtani és klimatikus adottságait, továbbá a technológiát és hatékonyságot.
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Esta dissertação é composta por 5 artigos.
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Background: Le early-onset sepsis (EOS) sono infezioni batteriche invasive definite dalla presenza di batteri nel sangue e/o nel liquor cefalorachidiano che esordiscono nelle prime 72 ore di vita e causano in epoca neonatale mortalità e morbilità importanti. Scopo: Determinare l’eccesso di trattamento antibiotico (Overtreatment index=OI) nei neonati di EG ≥34 settimane con sospetta sepsi ad esordio precoce. Metodi: Tutti i nati dal 1.01.2014 al 31.12.2018 di EG ≥34 settimane presso IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria e l’Ospedale Maggiore di Bologna che hanno ricevuto terapia antibiotica endovenosa nelle prime 168 ore di vita nel sospetto di EOS. Sono stati identificati 2 gruppi: EOS provata (N=7) ed EOS sospetta (N=465). Risultati: L’incidenza di EOS è stata 0.22 su 1000 nati vivi, rispettivamente 0.12/1000 per Streptococcus agalactiae (GBS) e 0.06/1000 per Escherichia coli (E.coli). L’1.75% dei neonati ha ricevuto terapia antimicrobica empirica a largo spettro. L’OI è risultato 68. L’esposizione al trattamento antibiotico nella popolazione è stata di 85 giorni/1000 nati vivi. Tra i fattori di rischio materni, il tampone vagino-rettale (TVR) e l’urinocoltura positiva sono risultati associati al rischio di EOS provata (p=.017, p =.000). I valori di proteina C reattiva (PCR) al T0, T1 e T2 tra i due gruppi sono risultati significativi (p=.000). All’analisi multivariata è stata confermata la significatività delle variabili descritte. (TVR non noto OR=15.1, 95%CI 1.98-115.50, p =.009, urinocoltura positiva OR=30.1, 95%CI 3.6-252.1, p = .002, PCR T0 OR=1.6, 95% CI 1.29-2.07, p = .000.) Conclusioni: L’individuazione precoce di fattori di rischio e la valutazione degli indici di flogosi in neonati sintomatici può ridurre l’OI e la durata della terapia antibiotica in casi di sepsi non confermata. L’uso appropriato degli antibiotici in questa popolazione è particolarmente importante poichè riduce lo sviluppo di germi multiresistenti. Nelle Terapie Intensive Neonatali, i programmi di stewardship antimicrobica dovrebbero guidare la gestione delle sepsi.