942 resultados para CD68 antigen
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OBJECTIVE: To study the nature of multinucleated and mononuclear cells from peripheral giant cell granuloma (PGCG). MATERIALS AND METHODS: Formalin-fixed, paraffin-embedded sections of 40 cases of PGCG were immunohistochemically stained for vimentin, alpha I-antichymotrypsin, CD68, S-100 protein, lysozyme, leucocyte common antigen (LCA), factor VIII-related antigen and muscle cell actin. Six cases of PGCG were also studied by transmission electron microscopy. RESULTS: Vimentin, alpha I-antichymotrypsin and CD68 were expressed in both the mononuclear and multinucleated giant cells. Dendritic mononuclear cells, positive for S-100 protein, were noted in 67.5% of the lesions, whereas lysozyme and leucocyte common antigen were detected in occasional mononuclear cells. Ultrastructural examination showed mononuclear cells with signs of phagocytosis and sometimes interdigitations with similar cells. Others presented non-specific characteristics and the third type exhibited cytoplasmic processes and occasional Birbeck granules. Some multinucleated giant cells showed oval nuclei, abundant mitochondria and granular endoplasmic reticulum whereas others presented with irregular nuclei and a great number of cytoplasmic vacuoles. CONCLUSIONS: Immunohistochemical and ultrastructural results suggest that PGCGs of the jaws are composed mainly of cells of the mononuclear phagocyte system and that Langerhans cells are present in two thirds of the lesions.
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We describe a case of a diffuse large B-cell lymphoma with extensive emperipolesis phenomenon. Light microscopy revealed numerous CD68-positive/S-100-negative histiocytes containing viable neoplastic hematopoietic cells in their cytoplasm. Electron microscopy confirmed these findings. In this case, there was no evidence of Rosai-Dorfman disease either clinically or histologically. This report emphasizes that emperipolesis is not restricted to Rosai-Dorfman disease and can be found in other conditions including non-Hodgkin lymphomas. © 2003 Elsevier Inc. All rights reserved.
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Chronic lymphedema presents as interstitial fluid retention due to a failure in the lymphatic system drainage. The affected region becomes more vulnerable immunologically and predisposed to the onset of neoplasms. Basal Cell Carcinoma is the most common sort of neoplasm, nevertheless it rarely metastisizes. Sarcomas are malignant mesenchymal neoplasms, locally aggressive, which can spread. Here is reported an infrequent case of multiple basal cell carcinoma, synchronous to a poorly differentiated pleomorphic sarcoma, both spreading to lymph nodes and arising from tissue compromised by chronic lymphedema. © 2012 by Anais Brasileiros de Dermatologia.
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OBJECTIVES To histologically and immunologically assess experimental peri-implant mucositis at surface enhanced modified (mod) hydrophilic titanium implants. MATERIALS AND METHODS In a split-mouth design (n = 6 foxhounds), four different implants were inserted on each side of the maxilla: three titanium-zirconium alloy implants (TiZr) with either modSLA (sand-blasted, acid etched and chemically mod), modMA (machined, acid etched and chemically mod), or M (machined) surfaces in the transmucosal portion, and one titanium implant with a machined transmucosal portion (TiM). Experimental mucositis was induced at one randomly assigned side (NPC), whereas the contra-lateral maxillary side received mechanical plaque removal three times per week (PC). At 16 weeks, tissue biopsies were processed for histological (primary outcome: apical extension of the inflammatory cell infiltrate measured from the mucosal margin - PM-aICT) and immunohistochemical (CD68 antigen reactivity) analyses. Peri-implant sulcus fluid was analysed for interleukin (IL)-1β, IL-8, matrix metalloproteinase (MMP)-8 and myeloperoxidase (MPO). RESULTS Mean PM-aICT values varied between 1.86 (TiZrmodSLA) and 3.40 mm (TiM) in the UPC group, and between 0.88 (TiZrmodSLA) and 2.08 mm (TiZrM) in the PC group. Mean CD68, IL-1β, IL-8, MMP-8 and MPO values were equally distributed between mod- and control implants in both NPC and PC groups. CONCLUSIONS The progression of experimental mucositis was comparable at all implant surfaces investigated.
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La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) è una malattia polmonare cronica, irreversibile la cui eziologia risulta essere ignota, caratterizzata da un processo fibrotico progressivo che inizia nel tratto respiratorio inferiore. Le persone affette da IPF presentano età media compresa tra 55 e 77 anni. L’incidenza annuale di IPF è stata recentemente stimata tra 14 e 42,7 casi per 100.000 persone e tale dato risulta essere in aumento. IPF fa parte delle malattie Polmonari Idiopatiche Interstiziali (IIP) che comprendono patologie con quadri istologici e clinici differenti. Le affezioni su cui si concentrerà questo studio sono: UIP (Usual Interstitial Pneumonia) caratterizzata da fibrosi interstiziale e dalla presenza di foci fibrotici connessi alla pleura e corrispondente al quadro anatomopatologico della maggior parte dei casi di IPF; NSIP (Non Specific Interstitial Pneumonia) simile alla UIP ma con maggiore uniformità temporale e spaziale delle manifestazioni; Sarcoidosi, malattia granulomatosa ad eziologia ignota. Attualmente la gravità della IPF, che implica una mortalità del 50% dei pazienti a 5 anni dall’esordio, e la scarsa efficacia farmacologica nel rallentarne la progressione vedono il trapianto polmonare come unica possibilità di sopravvivenza nelle forme più severe. Al momento non è chiaro il meccanismo patogenetico di insorgenza e progressione della IPF anche se sono stati individuati alcuni fattori scatenanti quali fumo di sigaretta, infezioni respiratorie e inquinanti atmosferici; tuttavia nessuno di tali elementi può da solo determinare un così esteso e progressivo rimodellamento del parenchima polmonare. Numerose sono le evidenze di come il substrato genetico, le alterazioni del rapporto morte/proliferazione cellulare e le citochine svolgano un ruolo nella genesi e nella progressione della malattia, ma non sono ancora chiari i fenomeni biologico-cellulari che la sostengono e, quindi, quali siano i punti di attacco per poter incidere terapeuticamente nel modificare l’evoluzione della IPF. Poiché il nostro laboratorio ha partecipato alla scoperta dell’esistenza di cellule staminali nel polmone umano normale, uno degli obiettivi finali di questo progetto si basa sull’ipotesi che un’alterazione del compartimento staminale svolga un ruolo cruciale nella eziopatogenesi di IPF. Per questo in precedenti esperienze abbiamo cercato di identificare nella IPF cellule che esprimessero antigeni associati a staminalità quali c-kit, CD34 e CD133. Questo lavoro di tesi si è proposto di condurre un’indagine morfometrica ed immunoistochimica su biopsie polmonari provenienti da 9 pazienti affetti da UIP, 3 da NSIP e 5 da Sarcoidosi al fine di valutare le alterazioni strutturali principali imputabili alle patologie. Preparati istologici di 8 polmoni di controllo sono stati usati come confronto. Come atteso, è stato osservato nelle tre patologie esaminate (UIP, NSIP e Sarcoidosi) un significativo incremento nella sostituzione del parenchima polmonare con tessuto fibrotico ed un ispessimento dei setti alveolari rispetto ai campioni di controllo. L’analisi dei diversi pattern di fibrosi presenti fa emergere come vi sia una netta differenza tra le patologie con una maggiore presenza di fibrosi di tipo riparativo e quindi altamente cellulata nei casi di UIP, e NSIP mentre nelle Sarcoidosi il pattern maggiormente rappresentato è risultato essere quello della fibrosi replacement o sostitutiva. La quantificazione delle strutture vascolari è stata effettuata tenendo separate le aree di polmone alveolare rispetto a quelle occupate da focolai sostitutivi di danno (componente fibrotica). Nei campioni patologici analizzati era presente un significativo riarrangiamento di capillari, arteriole e venule rispetto al polmone di controllo, fenomeno principalmente riscontrato nel parenchima fibrotico. Tali modifiche erano maggiormente presenti nei casi di NSIP da noi analizzati. Inoltre le arteriole subivano una diminuzione di calibro ed un aumento dello spessore in special modo nei polmoni ottenuti da pazienti affetti da Sarcoidosi. Rispetto ai controlli, nella UIP e nella Sarcoidosi i vasi linfatici risultavano inalterati nell’area alveolare mentre aumentavano nelle aree di estesa fibrosi; quadro differente si osservava nella NSIP dove le strutture linfatiche aumentavano in entrambe le componenti strutturali. Mediante indagini immunoistochimiche è stata documentata la presenza e distribuzione dei miofibroblasti, positivi per actina muscolare liscia e vimentina, che rappresentano un importante componente del danno tissutale nella IPF. La quantificazione di questo particolare fenotipo è attualmente in corso. Abbiamo inoltre analizzato tramite immunoistochimica la componente immunitaria presente nei campioni polmonari attraverso la documentazione dei linfociti T totali che esprimono CD3, andando poi a identificare la sottopopolazione di T citotossici esprimenti la glicoproteina CD8. La popolazione linfocitaria CD3pos risultava notevolmente aumentata nelle tre patologie analizzate soprattutto nei casi di UIP e Sarcoidosi sebbene l`analisi della loro distribuzione tra i vari distretti tissutali risultasse differente. Risultati simili si sono ottenuti per l`analisi dei linfociti CD8pos. La componente monocito-macrofagica è stata invece identificata tramite la glicoproteina CD68 che ha messo in evidenza una maggiore presenza di cellule positive nella Sarcoidosi e nella UIP rispetto ai casi di NSIP. I dati preliminari di questo studio indicano che il rimodellamento strutturale emo-linfatico e cellulare infiammatorio nella UIP si differenziano rispetto alle altre malattie interstiziali del polmone, avanzando l’ipotesi che il microambiente vascolare ed immunitario giochino un ruolo importante nella patogenesi della malattia
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First-degree relatives of men with prostate cancer have a higher risk of being diagnosed with prostate cancer than men without a family history. The present review examines the prevalence and predictors of testing in first-degree relatives, perceptions of risk, prostate cancer knowledge and psychological consequences of screening. Medline, PsycInfo and Cinahl databases were searched for articles examining risk perceptions or screening practices of first-degree relatives of men with prostate cancer for the period of 1990 to August 2007. Eighteen studies were eligible for inclusion. First-degree relatives participated in prostate-specific antigen (PSA) testing more and perceived their risk of prostate cancer to be higher than men without a family history. Family history factors (e.g. being an unaffected son rather than an unaffected brother) were consistent predictors of PSA testing. Studies were characterized by sampling biases and a lack of longitudinal assessments. Prospective, longitudinal assessments with well-validated and comprehensive measures are needed to identify factors that cue the uptake of screening and from this develop an evidence base for decision support. Men with a family history may benefit from targeted communication about the risks and benefits of prostate cancer testing that responds to the implications of their heightened risk.
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Ureaplasma species are the bacteria most frequently isolated from human amniotic fluid in asymptomatic pregnancies and placental infections. Ureaplasma parvum serovars 3 and 6 are the most prevalent serovars isolated from men and women. We hypothesized that the effects on the fetus and chorioamnion of chronic ureaplasma infection in amniotic fluid are dependent on the serovar, dose, and variation of the ureaplasma multiple banded antigen (MBA) and mba gene. We injected high- or low dose U. parvum serovar 3, serovar 6, or vehicle intra-amniotically into pregnant ewes at 55 days of gestation (term = 150 days) and examined the chorioamnion, amniotic fluid, and fetal lung tissue of animals delivered by cesarean section at 125 days of gestation. Variation of the multiple banded antigen/mba generated by serovar 3 and serovar 6 ureaplasmas in vivo were compared by PCR assay and Western blot. Ureaplasma inoculums demonstrated only one (serovar 3) or two (serovar 6) MBA variants in vitro, but numerous antigenic variants were generated in vivo: serovar 6 passage 1 amniotic fluid cultures contained more MBA size variants than serovar 3 (P = 0.005),and ureaplasma titers were inversely related to the number of variants (P = 0.025). The severity of chorioamnionitis varied between animals. Low numbers of mba size variants (five or fewer) within amniotic fluid were associated with severe inflammation, whereas the chorioamnion from animals with nine or more mba variants showed little or no inflammation. These differences in chorioamnion inflammation may explain why not all women with in utero Ureaplasma spp. experience adverse pregnancy outcomes.