800 resultados para Alto Adriatico, “red tides”, Dinamica del fitoplancton
Resumo:
Negli ultimi decenni nell’Alto Adriatico, in particolare lungo la costa dell’Emilia-Romagna, si sono verificati fenomeni eutrofici con lo svilupparsi di “red tides”, con frequenza e intensità tali da aver assunto un aspetto cronico. Da questi episodi è nata l’esigenza sia di un efficiente monitoraggio dell’area, che viene svolto dal 1976 dalla Struttura Oceanografica Daphne (ARPA), sia di ricercare e studiare i meccanismi che guidano il processo. Questa zona è sotto stretta osservazione anche nell’ambito Direttiva europea 2008/56/CE, Marine Strategy Framework Directive (MSFD), in quanto l’alto Adriatico rappresenta la zona maggiormente a rischio per i fenomeni di eutrofizzazione e di bloom algali. Il lavoro di questa tesi nasce dalla necessità di approfondire diversi aspetti sollevati dalla MSFD che non vengono soddisfatti da una normale attività di monitoraggio. La frequenza e l’enorme mole di dati raccolti spesso non permette nè di riunire insieme per un unico sito tutti i parametri biotici e abiotici indicativi dello stato dell’ambiente, né di fare elaborazioni statistiche approfondite. Per fare questo sono state condotte in due siti prospicienti la località di Marina di Ravenna (costa emiliano-romagnola): DIGA SUD e GEOMAR, distanti rispettivamente 1.5 Km e 12 Km dalla costa, analisi quali-quantitative dei popolamenti fitoplanctonici presenti e concomitanti analisi dei parametri chimico-fisici (nutrienti, temperatura e salinità) dell’acqua. Il campionamento bimensile è iniziato ad aprile del 2013 ed è terminato ad ottobre dello stesso anno. Dai dati ottenuti dalle suddette analisi, avvalendosi di diversi strumenti statistici, si è cercato di capire se c’è differenza fra i due siti oggetto di studio in termini di variabili abiotiche ambientali e di popolazione fitoplanctonica dovuta ad effetto geografico (distanza dalla costa). Inoltre si è cercato di individuare come le variabili ambientali vadano ad influenzare la distribuzione dei diversi taxa fitoplanctonici e di segnalare l’eventuale presenza di specie microalgali potenzialmente tossiche e/o dannose.
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Le infrastrutture portuali rappresentano un elemento chiave come motore di crescita per l’economia globale. Il 74% delle merci importate ed esportate dall’UE transitano per porti. Per questo motivo sono necessari investimenti in infrastrutture e attrezzature portuali per far fronte alle previsioni di crescita del trasporto merci nel prossimo decennio. La crescita del transhipment, quindi di grossi scali chiamati hub, ha rivoluzionato la scelta delle tratte principali e la scelta degli scali. Nel corso del seguente elaborato ci si è concentrati sulla situazione dell’Alto Adriatico, analizzando lo stato attuale dei principali porti e i possibili sviluppi futuri. La situazione dell’Alto Adriatico è particolare, questi porti si trovano sulle rotte principali del trasporto globale ma vista la crescita di scambi commerciali con la Cina e l’estremo Oriente, per via dello spostamento verso Est del baricentro dell’economia, si trovano in posizione ottimale per diventare un grosso gateway. Questo è l’obbiettivo che si sono prefissati i porti del Nord Adriatico cioè far capire che risalire l’Adriatico, anche se fuori dalle rotte può risultare conveniente visto il risparmio di cinque giorni di navigazione, rispetto ai porti del Nord Europa, che si traduce in un risparmio di tempo e di costi. Per creare attrattiva sono stati svolti, e continuano, numerosi investimenti per lo sviluppo dei fondali e del retroporto, nel tentativo di potersi affermare all’interno del mercato europeo e globale. Nel corso dell’elaborato saranno analizzati i grossi vantaggi di cui godono i porti del Nord Adriatico grazie alla loro posizione geografica, e alcune delle problematiche che ostacolano la crescita.
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De un total de 80 muestras de red, se determinó un máximo de 133 especies en agosto y un mínimo de 60 durante noviembre, ambos en 1991. En todo el período de estudio los grupos que aportaron mayor número de especies fueron dinoflagelados y diatomeas; silicoflagelados, fitoflagelados y cocolitofóridos fueron muy escasos o estuvieron ausentes. Dentro de los dinoflagelados resaltaron diferentes especies del género Ceratium, entre las diatomeas lo hicieron aquellas considerados de agua cálidas y cosmopolitas, y entre los silicoflagelados lo hizo Distyocha fibula. Se analizaron 70 muestras de agua, en donde se determinó 111 diatomeas, 89 dinoflagelados, 8 cocolitofóridos, 4 silicoflagelados y 4 fitoflagelados, dando un total de 216 especies de fitoplancton. En superficie el fitoplancton total alcanzó su máximo valor en agosto con 494 963 cel/l y el mínimo en febrero con 11 400 cel/l, ambos durante 1991. A 10 m el máximo fue de 122 690 cel/l durante setiembre y el mínimo de 3 165 cel/l en octubre, ambos en 1991. Tanto en superficie como a 10 m el mayor aporte lo dieron el nanoplancton y diatomeas. Los organismos que alcanzaron mayores cantidades celulares fueron Emiliana huxleyi y monadas. Los análisis de red reportan organismos del microplancton, principalmente diatomeas y dinoflagelados, encontrándose raramente organismos del nanoplancton, mientras que en los análisis de agua, se determinan principalmente diatomeas y nanoplancton.
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A partire dalla fine degli anni ’80, gli impianti di molluschicoltura stanno subendo pesanti danni economici a causa dei sempre più frequenti divieti di raccolta dovuti alla comparsa di concentrazioni di biotossine algali all’interno dei tessuti dei molluschi oltre i limiti di legge. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di determinare la distribuzione spaziale e temporale delle specie tossiche lungo le coste dell’Emilia Romagna e correlare la loro presenza alla rilevazione di biotossine marine nel tessuto dei mitili. Sono state effettuate analisi biotossicologiche per l’individuazione e quantificazione delle tossine responsabili della PSP, della ASP e delle tossine liposolubili (OAs, PTXs, AZAs e YTXs). Parallelamente è stato effettuato il monitoraggio delle specie fitoplanctoniche in grado di rendere i mitili tossici e, di conseguenza, responsabili di tali biointossicazioni. Le tossine che hanno superato il limite di legge, nel periodo di tempo considerato, sono state le yessotossine. Le analisi del fitoplancton tossico hanno evidenziato la presenza delle specie Gonyaulax spinifera, Lingulodinium polyedrum e Protoceratium reticulatum (sinonimo di Gonyaulax grindleyi). Le correlazioni effettuate mostrano che la specie G. spinifera è responsabile della chiusura degli allevamenti lungo la costa, a causa della produzione di homo-YTX, mentre la specie P. reticulatum produce prevalentemente YTX. Tale lavoro rappresenta il primo studio in campo in cui viene correlata la presenza delle due tossine, YTX e homo-YTX, con quella delle due alghe produttrici, confermando quanto riportato dalla letteratura. Tale lavoro intende offrire uno spunto, una base di partenza al fine di ottenere un quadro più dettagliato dell’andamento delle specie tossiche lungo la costa oggetto di studio.
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La presente tesi si inserisce nel contesto del progetto europeo Theseus, che ha l’obiettivo di pianificare strategie di difesa sostenibili nei confronti dell’erosione costiera e del rischio di inondazioni. E’ stata indagata la zona intertidale di sei spiagge della costa emiliano-romagnola, diverse per caratteristiche morfodinamiche, grado di antropizzazione e modalità di gestione contro l’erosione. Lido di Spina, Bellocchio e lido di Dante sono siti più naturali, Cervia, Cesenatico e Cesenatico sud sono antropizzati per la presenza di strutture di difesa costiera o attività di bulldozing. Lo scopo principale è stato quello di valutare la risposta della componente macrobentonica a variazioni morfodinamiche conseguenti alla differente gestione. I principali risultati possono essere così riassunti. Bellocchio, sito naturale, si è rivelato il più differente per tipologia di sedimento, fine e argilloso, e comunità presenti, con specie non tipiche delle spiagge sabbiose, quali Polydora e Mytilus galloprovincialis. Lido di Dante, anch’esso naturale, si pone all’opposto, con un sedimento più grossolano e caratterizzato sia dalla dominanza di Lentidium mediterraneum, la cui presenza evidenzia il maggiore grado di idrodinamismo del sito, sia dalle specie Scolelepis squamata ed Eurydice spinigera, tipiche delle spiagge sabbiose esposte al moto ondoso. Cervia, Cesenatico e Cesenatico sud presentano un numero di specie e di individui minore rispetto agli altri siti, come probabile conseguenza della gestione antropica, e comunità che rispecchiano le variazioni idrodinamiche dovute alla presenza di barriere. In generale, le differenze individuate sia fra le comunità che fra i descrittori sedimentari e morfodinamici, sembrano dovute alle caratteristiche peculiari dei siti e dal grado di antropizzazione piuttosto che dalla presenza di un vero e proprio gradiente morfodinamico o geografico. Questi risultati portano un contributo sostanziale alla problematica generale dell’impatto conseguente ai cambiamenti climatici e alla messa in opera di programmi di gestione sostenibili da un punto di vista anche ambientale.
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One of the most important marine ecological phenomena is red tide which is created by increasing of phytoplankton population, influenced by different factors such as climate condition changes, utrification hydrological factors and can leave sever and undesired ecological and economical effects behind itself in the case of durability. Coast line of Hormozgan is about 900km from east to west, within the range of geographical coordinates of 56 16 23.8, 26 58 8.8 to 54 34 5.33 and 26 34 32 eastern longitude and northern latitude, seven sampling stations were considered and sampled for a period of one year from October 2008 to October 2009. after the analysis of Satellite images, monthly, during the best time. In several stages, samplings were performed. In each station, three samples were collected for identification and determination of Bloom- creating species abundance. Cochlodinium polykrikoides was the species responsible for the discoloration which occurred at October 2008 in Hormozgan marine water. Environmental parameters such as sea surface temperature, pH, salinity, Dissolved Oxygen concentration, Total Dissolved Solids (T.D.S.), conductivity, nitrate, nitrite and phosphate and also chlorophyll a were measured and calculated. Kruscal Wallis test was used to compare the densities between different months, seasons and the studied stations. Mann-whitney test from Nonparametric Tests was used for couple comparison. Pearson correlation coefficient was used to determine the relationship between physical and chemical data set and the abundance of Cochlodinium polykrikoides. Multivariate Regression and analysis of variance (ANOVA) also were used to obtain the models and equations of red tide occurrence relationship, environmental parameters and nutrient data. The highest density was 26 million cells per liter in Qeshm station. A meaningful difference was observed between sampling months and seasons but there was no between sampling stations which indicates that in favorable conditions, the occurrence of this phenomenon by the studied species is probable. Regarding to β coefficients of nitrate, temperature, phosphate, Total Dissolvable Solutions (T.D.S) and pH these parameters are effective on the abundance of this species and red tide occurrence. Increase in these factors can represent the effects and outcomes of human activities and increase in marine pollution.
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Red tides (high biomass phytoplankton blooms) have frequently occurred in Hong Kong waters, but most red tides occurred in waters which are not very eutrophic. For example, Port Shelter, a semi-enclosed bay in the northeast of Hong Kong, is one of hot spots for red tides. Concentrations of ambient inorganic nutrients (e.g. N, P), are not high enough to form the high biomass of chlorophyll a (chl a) in a red tide when chl a is converted to its particulate organic nutrient (N) (which should equal the inorganic nutrient, N). When a red tide of the dinoflagellate Scrippsiella trochoidea occurred in the bay, we found that the red tide patch along the shore had a high cell density of 15,000 cells ml(-1), and high chl a (56 mu g l(-1)), and pH reached 8.6 at the surface (8.2 at the bottom), indicating active photosynthesis in situ. Ambient inorganic nutrients (NO3, PO4, SiO4, and NH4) were all low in the waters and deep waters surrounding the red tide patch, suggesting that the nutrients were not high enough to support the high chl a >50 mu g l(-1) in the red tide. Nutrient addition experiments showed that the addition of all of the inorganic nutrients to a non-red-tide water sample containing low concentrations of Scrippsiella trochoidea did not produce cell density of Scrippsiella trochoidea as high as in the red tide patch, suggesting that nutrients were not an initializing factor for this red tide. During the incubation of the red tide water sample without any nutrient addition, the phytoplankton biomass decreased gradually over 9 days. However, with a N addition, the phytoplankton biomass increased steadily until day 7, which suggested that nitrogen addition was able to sustain the high biomass of the red tide for a week with and without nutrients. In contrast, the red tide in the bay disappeared on the sampling day when the wind direction changed. These results indicated that initiation, maintenance and disappearance of the dinoflagellate Scrippsiella trochoidea red tide in the bay were not directly driven by changes in nutrients. Therefore, how nutrients are linked to the formation of red tides in coastal waters need to be further examined, particularly in relation to dissolved organic nutrients. (C) 2008 Elsevier B.V. All rights reserved.
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Se presenta la composición y distribución del fitoplancton en superficie y a 10 metros de profundidad obtenidos durante los cruceros de evaluación de recursos pelágicos BIC SNP-1 9702-03 y BIB Humboldt 9704. Los volúmenes de plancton fluctuaron entre o.1 y 6 ml/m3 excepto en el Callao donde alcanzó el máximo.
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Entre enero y noviembre de 1986, se colectaron un total de 216 muestras de fitoplancton en siete estaciones frente al Callao, Perú y 200 millas náuticas de distancia a la costa en profundidades de 0-50 m. Se determinaron las composiciones especiológicas y las densidades en relación a los factores ambientales.
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Anliza alrededor de 139 muestras de agua entre marzo y noviembre de 1977 distribuidas en cerca de 50 estaciones de superficie, cerca y lejos de la costa.
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El estudio se realizó entre el 18 y 21 abril 2006, en dos estaciones frente a la costa central del Perú (12°S). Se colectaron muestras cada 6 horas para evaluar la distribución vertical del fitoplancton hasta los 75 m de profundidad, y se determinó la composición y abundancia del fitoplancton en relación a las concentraciones de oxígeno disuelto. Se discute el diferente comportamiento de las especies más abundantes en la columna de agua, como la diatomea Asterionellopsis glacialis, del dinoflagelado Akashiwo sanguinea, y de los fitoflagelados en la estación más costera. Las dos primeras especies profundizaron su distribución hasta los 25 m durante la noche, pero los fitoflagelados presentaron focos de concentración máximos en la Zona de Mínimo Oxígeno tanto en el día como en la noche en la estación ubicada a 30 mn.
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Se analizó la distribución espacio temporal de la abundancia fitoplanctónica, asociándola con la temperatura, salinidad, nutrientes y clorofila "a" en el perfil Callao 12 ºS, durante el año 1987. Se determinó la estructura de las asociaciones del fitoplancton mediante la composición específica, la riqueza específica (S), diversidad (H') y la dominancia ( D ) . La variación anual fitoplanctónica presentó un comportamiento similar al ciclo anual de producción del mar peruano, con dos picos de abundancia; el primero en primavera y el segundo en verano. Los eventos de surgencias que enriquecen de nutrientes las aguas del área del Callao son los responsables de que en esta zona se hayan registrado las concentraciones más altas de fitoplancton. Las diatomeas, los cocolitofóridos y los fitoflagelados fueron los componentes dominantes en los muestreos; siendo los dinoflagelados y los silicoflagelados ligeramente abundantes en el verano. La composición específica arrojó un total de 172 especies, comprendidos en 91 diatomeas, 52 dinoflagelados, 21 cocolitofóridos, 6 fitoflagelados y 2 silicoflagelados . Las especies Thalassiosira mínima, Skeletonema costatum, Nitzschia bicapitata, Nitzschia closterium, Navícula sp ., Guinardia delicatula, Gymnodinium splendens, Emiliania huxleyi y Eutreptiella gimnastica, fueron características de la temporada de la Primavera y Verano, mientras que Planktoniella sol, Rhizosolenia bergonii, Gymnodinium sp. y Nonada sp. lo fueron para la temporada del Otoño e Invierno. La variación de la diversidad específica y la dominancia estuvo relacionada por la influencia del fenómeno El Niño, así tenemos que durante la época de El Niño hasta el invierno de 1987 se observaron valores altos de diversidad y baja dominancia en la zona costera indicando una comunidad fitoplanctónica de etapa avanzada de la sucesión ecológica . El evento "El Niño" 1987, provocó una notable caída de la abundancia fitoplanctónica, desde Noviembre de 1986 hasta Marzo de 1987. Los indicios de recuperación del fitoplancton se observaron a partir de setiembre de 1987, habiéndose recuperado parcialmente en Primavera del mismo año. Durante el período 1987, Emiliania huxleyi, Caloiosolenia murrayi y el grupo de los Fitoflagelados fueron los taxas predominantes.
Resumo:
Tesis (Maestría en Ciencias con Especialidad en Ingeniería de Tránsito) UANL
Resumo:
[Tesis] ( Maestría en Ciencias con Especialidad en Ingeniería de Tránsito) U.A.N.L.