938 resultados para AUTONOMOUS NERVOUS SYSTEM
Resumo:
Arterial hypertension is a chronic disease with a therapeutical challenge for the patient and the physician involved. Patient-independent techniques with good efficacy and tolerability are wanted. The autonomous nervous system insufficiently therapeutically exploited to date, is now approachable by two types of intervention: renal nerve ablation, an endovascular approach without remaining foreign body, and BAT, baroreflex activating therapy using an implantable device stimulating the carotid sinus. The blood pressure lowering potency of BAT appears more than with renal nerve ablation and also clinical study data are more prevalent. With both treatment options the patients having the most profit are insufficiently defined. Given this knowledge, any form of secondary hypertension needs to be excluded beforehand.
Resumo:
Il tatto assume un'importanza fondamentale nella vita quotidiana, in quanto ci permette di discriminare le caratteristiche fisiche di un oggetto specifico, di identificarlo e di eventualmente integrare le suddette informazioni tattili con informazioni provenienti da altri canali sensoriali. Questa è la componente sensoriale-discriminativa del tatto. Tuttavia quotidianamente il tatto assume un ruolo fondamentale durante le diverse interazioni sociali, positive, come quando abbracciamo o accarezziamo una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo e negative, per esempio quando allontaniamo una persona estranea dal nostro spazio peri-personale. Questa componente è la cosiddetta dimensione affettiva-motivazionale, la quale determina la codifica della valenza emotiva che l'interazione assume. Questa componente ci permette di creare, mantenere o distruggere i legami sociali in relazione al significato che il tocco assume durante l'interazione. Se per esempio riceviamo una carezza da un familiare, questa verrà percepita come piacevole e assumerà un significato affiliativo. Questo tipo di tocco è comunente definito come Tocco Sociale (Social Touch). Gli aspetti discriminativi del tatto sono stati ben caratterizzati, in quanto storicamente, il ruolo del tatto è stato considerato quello di discriminare le caratteristiche di ciò che viene toccato, mentre gli aspetti affettivi sono stati solo recentemente indagati considerando la loro importanza nelle interazioni sociali. Il tocco statico responsabile dell'aspetto discriminante attiva a livello della pelle le grandi fibre mieliniche (Aβ), modulando a livello del sistema nervoso centrale le cortecce sensoriali, sia primarie che secondarie. Questo permette la codifica a livello del sistema nervoso centrale delle caratteristiche fisiche oggettive degli oggetti toccati. Studi riguardanti le caratteristiche del tocco affiliativo sociale hanno messo in evidenza che suddetta stimolazione tattile 1) è un particolare tocco dinamico che avviene sul lato peloso delle pelle con una velocità di 1-10 cm/sec; 2) attiva le fibre amieliniche (fibre CT o C-LTMRs); 3) induce positivi effetti autonomici, ad esempio la diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca; e 4) determina la modulazione di regioni cerebrali coinvolte nella codifica del significato affiliativo dello stimolo sensoriale periferico, in particolare la corteccia insulare. Il senso del tatto, con le sue due dimensioni discriminativa e affiliativa, è quotidianamente usato non solo negli esseri umani, ma anche tra i primati non umani. Infatti, tutti i primati non umani utilizzano la componente discriminativa del tatto per identificare gli oggetti e il cibo e l'aspetto emotivo durante le interazioni sociali, sia negative come durante un combattimento, che positive, come durante i comportamenti affiliativi tra cui il grooming. I meccanismi di codifica della componente discriminativa dei primati non umani sono simili a quelli umani. Tuttavia, si conosce ben poco dei meccanismi alla base della codifica del tocco piacevole affiliativo. Pur essendo ben noto che i meccanorecettori amilienici C-LTMRs sono presenti anche sul lato peloso della pelle dei primati non umani, attualmente non ci sono studi riguardanti la correlazione tra il tocco piacevole e la loro modulazione, come invece è stato ampiamente dimostrato nell'uomo. Recentemente è stato ipotizzato (Dunbar, 2010) il ruolo delle fibre C-LTMRs durante il grooming, in particolare durante il cosiddetto swepping. Il grooming è costituito da due azioni motorie, lo sweeping e il picking che vengono eseguite in modo ritmico. Durante lo sweeping la scimmia agente muove il pelo della scimmia ricevente con un movimento a mano aperta, per poter vedere il preciso punto della pelle dove eseguire il picking, ovvero dove prendere la pelle a livello della radice del pelo con le unghie dell'indice e del pollice e tirare per rimuovere parassiti o uova di parassiti e ciò che è rimasto incastrato nel pelo. Oltre il noto ruolo igenico, il grooming sembra avere anche una importante funzione sociale affiliativa. Come la carezza nella società umana, cosi il grooming tra i primati non umani è considerato un comportamento. Secondo l'ipotesi di Dunbar l'attivazione delle C-LTMRs avverrebbe durante lo sweeping e questo porta a supporre che lo sweeping, come la carezza umana, costituisca una componente affiliativa del grooming, determinando quindi a contribuire alla sua codifica come comportamento sociale. Fino ad ora non vi è però alcuna prova diretta a sostegno di questa ipotesi. In particolare, 1) la velocità cui viene eseguito lo sweeping è compatibile con la velocità di attivazione delle fibre CT nell'uomo e quindi con la velocità tipica della carezza piacevole di carattere sociale affiliativo (1-10 cm/sec)?; 2) lo sweeping induce la stessa modulazione del sistema nervoso autonomo in direzione della modulazione del sistema vagale, come il tocco piacevole nell'uomo, attraverso l'attivazione delle fibre CT?; 3) lo sweeping modula la corteccia insulare, cosi come il tocco piacevole viene codificato come affiliativo nell'uomo mediante le proiezioni delle fibre CT a livello dell'insula posteriore? Lo scopo del presente lavoro è quella di testare l'ipotesi di Dunbar sopra citata, cercando quindi di rispondere alle suddette domande. Le risposte potrebbero consentire di ipotizzare la somiglianza tra lo sweeping, caratteristico del comportamento affiliativo di grooming tra i primati non umani e la carezza. In particolare, abbiamo eseguito 4 studi pilota. Nello Studio 1 abbiamo valutato la velocità con cui viene eseguito lo sweeping tra scimmie Rhesus, mediante una analisi cinematica di video registrati tra un gruppo di scimmie Rhesus. Negli Studi 2 e 3 abbiamo valutato gli effetti sul sistema nervoso autonomo dello sweeping eseguito dallo sperimentatore su una scimmia Rhesus di sesso maschile in una tipica situazione sperimentale. La stimolazione tattile è stata eseguita a diverse velocità, in accordo con i risultati dello Studio 1 e degli studi umani che hanno dimostrato la velocità ottimale e non ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs. In particolare, nello Studio 2 abbiamo misurato la frequenza cardiaca e la variabilità di questa, come indice della modulatione vagale, mentre nello Studio 3 abbiamo valutato gli effetti dello sweeping sul sistema nervoso autonomo in termini di variazioni di temperatura del corpo, nello specifico a livello del muso della scimmia. Infine, nello Studio 4 abbiamo studiato il ruolo della corteccia somatosensoriale secondaria e insulare nella codifica dello sweeping. A questo scopo abbiamo eseguito registrazioni di singoli neuroni mentre la medesima scimmia soggetto sperimentale dello Studio 2 e 3, riceveva lo sweeping a due velocità, una ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs secondo gli studi umani e i risultati dei tre studi sopra citati, ed una non ottimale. I dati preliminari ottenuti, dimostrano che 1) (Studio 1) lo sweeping tra scimmie Rhesus viene eseguito con una velocità media di 9.31 cm/sec, all'interno dell'intervallo di attivazione delle fibre CT nell'uomo; 2) (Studio 2) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina una diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca se eseguito alla velocità di 5 e 10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 1 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina l'aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della variabilità di questa, quindi il decremento dell'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; 3) (Studio 3) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina l'aumento della temperatura corporea a livello del muso della scimmia se eseguito alla velocità di 5-10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 5 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina la diminuzione della temperatura del muso; 4) (Studio 4) la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia insulare posteriore presentano neuroni selettivamente modulati durante lo sweeping eseguito ad una velocità di 5-13 cm/sec ma non neuroni selettivi per la codifica della velocità dello sweeping minore di 5 cm/sec. Questi risultati supportano l'ipotesi di Dunbar relativa al coinvolgimento delle fibre CT durante lo sweeping. Infatti i dati mettono in luce che lo sweeping viene eseguito con una velocità (9.31 cm/sec), simile a quella di attivazione delle fibre CT nell'uomo (1-10 cm/sec), determina gli stessi effetti fisiologici positivi in termini di frequenza cardiaca (diminuzione) e variabilità della frequenza cardiaca (incremento) e la modulazione delle medesime aree a livello del sistema nervoso centrale (in particolare la corteccia insulare). Inoltre, abbiamo dimostrato per la prima volta che suddetta stimolazione tattile determina l'aumento della temperatura del muso della scimmia. Il presente studio rappresenta la prima prova indiretta dell'ipotesi relativa alla modulazione del sistema delle fibre C-LTMRs durante lo sweeping e quindi della codifica della stimolazione tattile piacevole affiliativa a livello del sistema nervoso centrale ed autonomo, nei primati non umani. I dati preliminari qui presentati evidenziano la somiglianza tra il sistema delle fibre CT dell'uomo e del sistema C-LTMRs nei primati non umano, riguardanti il Social Touch. Nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune discrepanze tra i risultati da noi ottenuti e quelli invece ottenuti dagli studi umani. La velocità media dello sweeping è di 9.31 cm / sec, rasente il limite superiore dell’intervallo di velocità che attiva le fibre CT nell'uomo. Inoltre, gli effetti autonomici positivi, in termini di battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca e temperatura a livello del muso, sono stati evidenziati durante lo sweeping eseguito con una velocità di 5 e 10 cm/sec, quindi al limite superiore dell’intervallo ottimale che attiva le fibre CT nell’uomo. Al contrario, lo sweeping eseguito con una velocità inferiore a 5 cm/sec e superiore a 10 cm/sec determina effetti fisiologici negativo. Infine, la corteccia insula sembra essere selettivamente modulata dallo stimolazione eseguita alla velocità di 5-13 cm/sec, ma non 1-5 cm/sec. Quindi, gli studi sul sistema delle fibre CT nell’uomo hanno dimostrato che la velocità ottimale è 1-10 cm/sec, mentre dai nostri risultati la velocità ottimale sembra essere 5-13 cm / sec. Quindi, nonostante l'omologia tra il sistema delle fibre CT nell'umano deputato alla codifica del tocco piacevole affiliativo ed il sistema delle fibre C-LTMRs nei primati non umani, ulteriori studi saranno necessari per definire con maggiore precisione la velocità ottimale di attivazione delle fibre C-LTMR e per dimostrare direttamente la loro attivazione durante lo sweeping, mediante la misurazione diretta della loro modulazione. Studi in questa direzione potranno confermare l'omologia tra lo sweeping in qualità di tocco affiliativo piacevole tra i primati non umani e la carezza tra gli uomini. Infine, il presente studio potrebbe essere un importante punto di partenza per esplorare il meccanismo evolutivo dietro la trasformazione dello sweeping tra primati non umani, azione utilitaria eseguita durante il grooming, a carezza, gesto puramente affiliativo tra gli uomini.
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Generative systems are now being proposed for addressing major ecological problems. The Complex Urban Systems Project (CUSP) founded in 2008 at the Queensland University of Technology, emphasises the ecological significance of the generative global networking of urban environments. It argues that the natural planetary systems for balancing global ecology are no longer able to respond sufficiently rapidly to the ecological damage caused by humankind and by dense urban conurbations in particular as evidenced by impacts such as climate change. The proposal of this research project is to provide a high speed generative nervous system for the planet by connecting major cities globally to interact directly with natural ecosystems to engender rapid ecological response. This would be achieved by active interactions of the global urban network with the natural ecosystem in the ecological principle of entropy. The key goal is to achieve ecologically positive cities by activating self-organising cities capable of full integration into natural eco-systems and to netowork the cities globally to provide the planet with a nervous system.
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The nervous systems can initially be divided up into the central and peripheral nervous systems. The central nervous system is the brain and spinal cord and drugs that modify the central nervous system are considered as a subject in systematic pharmacology (therapeutics) section. Everything neural, other that the central nervous system, can be considered peripheral nervous systems. The peripheral nervous systems can be divided into the autonomic(involuntary) nervous system, which is the system that performs without your conscious help, and the somatic or voluntary nervous system, which you can consciously control(Figure 7.1). In addition the autonomic nervous system is divided into the sympathetic and parasympathetic nervous systems...
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Drugs and the somatic nervous system 8.1 The somatic nervous system 8.2 Anticholinesterases 8.3 Neuromuscular blockers 8.4 Botox
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The standard method of labelling proliferating cells uses the thymidine analogue, bromodeoxyuridine (BrdU), which incorporates into the DNA during S-phase of the cell cycle. A disadvantage of this method is that the immunochemical processing requires pre-treatment of the cells and tissue with heat or acid to reveal the antigen. This pre-treatment reduces reliability of the method and degrades the specimen, reducing the ability for multiple immuno-fluorescence labelling at high resolution. We report here the utility of a novel thymidine analogue, ethynyl deoxyuridine (EdU), detected with a fluorescent azide via the “click” chemistry reaction (the Huisgen 1,3-dipolar cycloaddition reaction of an organic azide to a terminal acetylene). The detection of EdU requires no heat or acid treatment and the incorporated EdU is covalently conjugated to fluorescent probe. The reaction is quick and compatible with fluorescence immunochemistry and other fluorescent probes. We show here that EdU is non-toxic in vitro and in vivo and can be used in place of BrdU to label cells during neurogenesis and the progeny identified at least 30 days later. The fluorescent labelling of EdU, markedly improves the detection of proliferating cells and allows concurrent high resolution fluorescence immunochemistry.
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The brain is well protected against microbial invasion by cellular barriers, such as the blood-brain barrier (BBB) and the blood-cerebrospinal fluid barrier (BCSFB). In addition, cells within the central nervous system (CNS) are capable of producing an immune response against invading pathogens. Nonetheless, a range of pathogenic microbes make their way to the CNS, and the resulting infections can cause significant morbidity and mortality. Bacteria, amoebae, fungi, and viruses are capable of CNS invasion, with the latter using axonal transport as a common route of infection. In this review, we compare the mechanisms by which bacterial pathogens reach the CNS and infect the brain. In particular, we focus on recent data regarding mechanisms of bacterial translocation from the nasal mucosa to the brain, which represents a little explored pathway of bacterial invasion but has been proposed as being particularly important in explaining how infection with Burkholderia pseudomallei can result in melioidosis encephalomyelitis.
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Human central nervous system (CNS) tumors are a heterogeneous group of tumors occurring in brain, brainstem and spinal cord. Malignant gliomas (astrocytic and oligodendroglial tumors), which arise from the neuroepithelial cells are the most common CNS neoplasms in human. Malignant gliomas are highly aggressive and invasive tumors, and have a very poor prognosis. The development and progression of gliomas involve a stepwise accumulation of genetic alterations that generally affect either signal transduction pathways activated by receptor tyrosine kinases (RTKs), or cell cycle arrest pathways. Constitutive activation or deregulated signaling by RTKs is caused by gene amplification, overexpression or mutations. The aberrant RTK signaling results in turn in the activation of several downstream pathways, which ultimately lead to malignant transformation and tumor proliferation. Many genetic abnormalities implicated in nervous system tumors involve the genes located at the chromosomal region 4q12. This locus harbors the receptor tyrosine kinases KIT, PDGFRA and VEGFR2, and other genes (REST, LNX1) with neural function. Gene amplification and protein expression of KIT, PDGFRA, and VEGFR2 was studied using clinical tumor material. REST and LNX1, as well as NUMBL, the interaction partner of LNX1, were studied for their gene mutations and amplifications. In our studies, amplification of LNX1 was associated with KIT and PDGFRA amplification in glioblastomas, and coamplification of KIT, PDGFRA and VEGFR2 was detected in medulloblastomas and CNS primitive neuroectodermal tumors. PDGFRA amplification was also correlated with poor overall survival. Coamplification of KIT, PDGFRA and VEGFR2 was observed in a subset of human astrocytic and oligodendroglial tumors. We suggest that genes at 4q12 could be a part of a larger amplified region, which is deregulated in gliomas, and could be used as a prognostic marker of tumorigenic process. The signaling pathways activated due to gene amplifications, activating gene mutations, and overexpressed proteins may be useful as therapeutic targets for glioma treatment. This study also includes the characterization of KIT overexpressing astrocytes, analyzed by various in vitro functional assays. Our results show that overexpression of KIT in mouse astrocytes promotes cell proliferation and anchorage-independent growth, as well as phenotypic changes in the cells. Furthermore, the increased proliferation is partly inhibited by imatinib, a small molecule inhibitor of KIT. These results suggest that KIT may play a role in astrocyte growth regulation, and might have an oncogenic role in brain tumorigenesis. Elucidation of the altered signaling pathways due to specific gene amplifications, activating gene mutations, and overexpressed proteins may be useful as therapeutic targets for glioma treatment.