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1年生植物是干旱半干旱地区植被的重要组成部分,并以其独有的植物特性成为许多植物生态学关键问题研究的最佳试验材料。本文综述了干旱半干旱地区1年生植物的种子萌发对策、幼苗对环境的适应机制、种子传播和种子库等方面的研究成果,并探讨了影响1年生植物种群、群落组成和动态的生物与非生物因素。基于1年生植物类群在荒漠植被系统中重要的生态功能,有关1年生植物的研究成果将有利于荒漠生态系统的保护和恢复、资源的合理利用以及区域的可持续发展。

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BACKGROUND: The proportion of births attended by skilled health personnel is one of two indicators used to measure progress towards Millennium Development Goal 5, which aims for a 75% reduction in global maternal mortality ratios by 2015. Rwanda has one of the highest maternal mortality ratios in the world, estimated between 249-584 maternal deaths per 100,000 live births. The objectives of this study were to quantify secular trends in health facility delivery and to identify factors that affect the uptake of intrapartum healthcare services among women living in rural villages in Bugesera District, Eastern Province, Rwanda. METHODS: Using census data and probability proportional to size cluster sampling methodology, 30 villages were selected for community-based, cross-sectional surveys of women aged 18-50 who had given birth in the previous three years. Complete obstetric histories and detailed demographic data were elicited from respondents using iPad technology. Geospatial coordinates were used to calculate the path distances between each village and its designated health center and district hospital. Bivariate and multivariate logistic regressions were used to identify factors associated with delivery in health facilities. RESULTS: Analysis of 3106 lifetime deliveries from 859 respondents shows a sharp increase in the percentage of health facility deliveries in recent years. Delivering a penultimate baby at a health facility (OR = 4.681 [3.204 - 6.839]), possessing health insurance (OR = 3.812 [1.795 - 8.097]), managing household finances (OR = 1.897 [1.046 - 3.439]), attending more antenatal care visits (OR = 1.567 [1.163 - 2.112]), delivering more recently (OR = 1.438 [1.120 - 1.847] annually), and living closer to a health center (OR = 0.909 [0.846 - 0.976] per km) were independently associated with facility delivery. CONCLUSIONS: The strongest correlates of facility-based delivery in Bugesera District include previous delivery at a health facility, possession of health insurance, greater financial autonomy, more recent interactions with the health system, and proximity to a health center. Recent structural interventions in Rwanda, including the rapid scale-up of community-financed health insurance, likely contributed to the dramatic improvement in the health facility delivery rate observed in our study.

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Recent high-resolution observations of sunspot oscillations using simultaneously operated ground- and space-based telescopes reveal the intrinsic connection between different layers of the solar atmosphere. However, it is not clear whether these oscillations are externally driven or generated in situ. We address this question by using observations of propagating slow magnetoacoustic waves along a coronal fan loop system. In addition to the generally observed decreases in oscillation amplitudes with distance, the observed wave amplitudes are also found to be modulated with time, with similar variations observed throughout the propagation path of the wave train. Employing multi-wavelength and multi-instrument data, we study the amplitude variations with time as the waves propagate through different layers of the solar atmosphere. By comparing the amplitude modulation period in different layers, we find that slow magnetoacoustic waves observed in sunspots are externally driven by photospheric p-modes, which propagate upward into the corona before becoming dissipated.

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The Brazilian Atlantic forest has been reduced to a small fraction of its original area, with most remaining fragments being small and surrounded by anthropogenic matrices. This degree of disturbance, together with the increasing sprawl of cities towards the rural zone, greatly facilitates the entrance of domestic animals into these remnants. We used camera traps to compare the abundances of the domestic dog with a similarly sized native carnivore, the ocelot, in a 957-ha reserve of the Brazilian Atlantic forest in a landscape largely composed by pastures and agriculture. The dog was the most recorded species among all 17 mammal species "captured" by the cameras. Dog abundance (32-38 dogs) and density (0.812-1.813 dogs/km(2)) were significantly higher than that of the ocelot (n=2 ocelots; density=0.158-0.347 ocelots/km(2)). Although our result is restricted to a single study site, it is supported by an increasing number of recent studies, which have detected dogs inside other Atlantic forest reserves. Our study suggests, therefore, that this invasion might be more widespread than generally thought. The presence of the domestic dog is a threat to native fauna and constitutes an important edge effect of human presence at the rural zone.

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SCOPO DELLA RICERCA Aedes albopictus è diventata in pochi anni dalla sua introduzione in Italia la specie di zanzara più nociva e più importante sotto il profilo sanitario. Essendo una zanzara tipicamente urbana e ad attività diurna, limita fortemente la fruizione degli spazi aperti ed incide negativamente su alcune attività economiche. Il recente episodio epidemico di Chikungunya, che ha colpito il nostro Paese, ha allarmato le autorità sanitarie nazionali ed europee che stanno attivando misure di prevenzione e contrasto per fronteggiare il rischio che il virus diventi endemico o che altri virus possano essere introdotti nelle nostre aree. Le misure di lotta contro Aedes albopictus attualmente in essere (lotta larvicida, rimozione dei microfocolai, informazione e coinvolgimento dei cittadini) non danno risultati sufficienti in termini di capacità di contenimento delle densità del vettore. Per questo è stato avviato un progetto di ricerca centrato sull'applicazione del metodo dell'autocidio a questa specie. L’attività di ricerca svolta ha avuto come scopo la messa a punto delle metodiche di allevamento massale e di sterilizzazione in grado di permettere la produzione di maschi di qualità sufficiente a garantire una buona fitness nelle condizioni di campo e competitività coi maschi selvatici nella fase di accoppiamento. Le prove condotte possono essere raggruppate sotto tre principali campi di indagine: Prove di allevamento, Prove di Irraggiamento e Prove di Competizione. 1. Prove di allevamento In questo ambito sono state esaminate nuove diete larvali al fine di ottenere una più elevata produttività in termini di pupe con tempi di impupamento e dimensioni delle pupe più omogenei. È stata inoltre valutata la possibile reazione fagostimolante dell’ATP addizionato al pasto di sangue delle femmine adulte con lo scopo di incrementare la produttività di uova prodotte dai ceppi di Ae.albopictus in allevamento. 2. Prove di irraggiamento Attraverso prove di laboratorio sono stati investigati in gabbia gli effetti sterilizzanti di diverse dosi radianti (20 - 85 Gy) sulle pupe maschio di Ae. albopictus per la valutazione dei livelli di sterilità, fertilità e fecondità indotti sulle femmine. Si sono compiute inoltre indagini per valutare eventuali alterazioni dello stato fisiologico dei maschi irraggiati e dei livelli di sterilità indotti su femmine, in funzione dell’età pupale alla quale venivano sottoposti a radiazioni. Analisi degli effetti delle radiazioni sui tempi di rotazione genitale, sulla velocità ed efficacia degli accoppiamenti e sui tempi di sfarfallamento degli adulti sono state condotte su maschi irraggiati a diverse dosi. Infine su femmine di Ae. albopictus si sono realizzate prove in gabbia per lo studio dei tempi di recettività all'accoppiamento. Prove di competizione L'effetto negativo della colonizzazione in condizioni artificiali e l'irraggiamento sono riconosciuti come i fattori principali che incidono sulla competitività dei maschi sterilizzati nei confronti di quelli fertili. Per la verifica della variazione di fitness dovuta a imbreeding ed eterosi, prove di competizione in serra (7,5 x 5 x 2,80 m) sono state realizzate impiegando ceppi allevati in laboratorio, ceppi selvatici raccolti in campo e ceppi ibridi ottenuti incrociando diversi ceppi di laboratorio. RISULTATI 1. Prove di allevamento Sono state confrontate la dieta standard (DS = 2,5 mg/larva Friskies Adult ® + 0,5 mg/larva lievito di birra) e la nuova dieta integrata addizionata di Tetramin ® (DI = DS + 0,2 mg/larva Tetramin ®) per l’alimentazione delle larve in allevamento. Le prove condotte hanno evidenziato una buona risposta nelle percentuali di impupamento e di produttività in termini di pupe per la nuova dieta senza però evidenziare miglioramenti significativi con la DS. Con la dieta integrata si ottiene un impupamento a 7 giorni del 66,6% delle larve allevate (65% con la DS) e il setacciamento a 1400 μm delle pupe ottenute produce in media il 98,3% di maschi nel setacciato (98,5% con la DS). Con la dieta standard la percentuale di maschi ottenuti sulle larve iniziali è pari a 27,2% (20-25% con la DS). Come riportato da Timmermann e Briegel (1999) la dieta delle larve va strutturata con l’obiettivo di garantire un ampio range di elementi nutritivi evitando così il rischio di carenze o sub-carenze che possano influire negativamente sulla produttività dell’allevamento e sulle condizioni di vigore dei maschi. Secondo Reisen (1980, 1982), l’influenza negativa dell’allevamento sulla competitività dei maschi nella fase di accoppiamento potrebbe essere di maggiore peso rispetto all’influenza dell’irraggiamento dei maschi. Infine le prove di laboratorio condotte per la verifica dell’efficacia fagostimolante di ATP nel pasto di sangue offerto alle femmine dell’allevamento non hanno evidenziato differenze significative in nessuno dei parametri considerati tra il campione nutrito con ATP e il testimone. Nella realizzazione di allevamenti massali per la produzione di maschi da irraggiare, si ritiene quindi opportuno mantenere la nuova dieta testata che garantisce una spettro nutritivo più ampio e completo alle larve in allevamento. L’aggiunta di ATP nel pasto di sangue delle femmine adulte non sarà impiegato in quanto troppo costoso e significativamente poco produttivo nel garantire un aumento del numero di uova prodotte. 2. Prove di irraggiamento Oltre alla sopravvivenza e alla sterilità, la scelta dello stadio di sviluppo più conveniente da irraggiare in un programma SIT dipende dalla possibilità di maneggiare in sicurezza grandi quantità di insetti senza danneggiarli durante tutte le fasi che intercorrono tra l’allevamento massale, l’irraggiamento e il lancio in campo. La fase pupale risulta sicuramente più vantaggiosa per il maggior numero di pupe irraggiabili per unità di volume e per il minimo danneggiamento arrecabile all'insetto che viene mantenuto in acqua durante tutte le procedure. La possibilità di lavorare con la minima dose radiante efficace, significa ridurre lo stress provocato inevitabilmente alle pupe maschio, che si manifesta nell’adulto con una ridotta longevità, una diminuita capacità di accoppiamento o di ricerca del partner e attraverso possibili alterazioni comportamentali che possono rendere il maschio inattivo o inefficace una volta introdotto in campo. I risultati ottenuti sottoponendo pupe maschili a irraggiamento a differenti ore dall’impupamento evidenziano come la maturità del campione influisca sia sulla mortalità delle pupe che sull’efficacia sterilizzante dell’irraggiamento. Come riportato anche da Wijeyaratne (1977) le pupe più vecchie mostrano una minore mortalità e una maggiore sensibilità alle radiazioni rispetto a quelle più giovani. In particolare si è osservato come pupe maschili di età superiore 24h fossero maggiormente sensibili all’irraggiamento riportando minore perdita di competitività rispetto alle pupe irraggiate precocemente. La minore dose impiegata per il raggiungimento della sterilità con minimi effetti sulla longevità dei maschi trattati e con livelli di fecondità e fertilità indotti sulle femmine non differenti dal testimone, corrisponde a 40Gy (Cs 137 - 2,3 Gy/min). Analizzando la sopravvivenza dei maschi, si osserva una tendenza all'aumento della mortalità in funzione dell’aumento della dose fornita per tutte le età pupali di irraggiamento testate. Per trattamenti condotti su pupe di età > 30h la longevità dei maschi non risente dell’irraggiamento fino a dosi di 40Gy. La fecondità delle femmine accoppiatesi con maschi irraggiati con dosi superiori a 40Gy mostra una tendenza alla riduzione del numero di uova prodotte con l’aumentare della dose ricevuta dal maschio. L’irraggiamento delle pupe non determina variazioni significative nei tempi di sfarfallamento degli adulti per le diverse dosi radianti fornite e per le differenti età pupali testate in rapporto al testimone. L’irraggiamento influenza al contrario i tempi di rotazione dei genitali esterni dei maschi evidenziando un ritardo proporzionale alla dose ricevuta. Resta da definire sui maschi irraggiati l’effetto combinato dei due effetti sui tempi di sfarfallamento degli adulti anche se appare chiara l’assenza di variazioni significative per la dose di irraggiamento 40Gy scelta come radiazione utile per la sterilizzazione dei maschi da lanciare in campo. Per quanto riguarda l’analisi dei tempi di accoppiamento dei maschi irraggiati si osserva in generale una minore reattività rispetto ai maschi fertili particolarmente marcata nei maschi irraggiati a dosi superiori i 40 Gy. Gli studi condotti sui tempi di accoppiamento delle femmine evidenziano una buona recettività (>80%) all’accoppiamento solo per femmine di età superiore a 42 - 48 h femmine. Prima di tale periodo la femmina realizza accoppiamenti con normale appaiamento dei due sessi ma non riceve il trasferimento degli spermi. 3. Prove di competizione Prove preliminari di competizione in tunnel svolte nel 2006 su ceppi selvatici e di allevamento avevano mostrato risultati di competitività dei maschi sterili (50 Gy) segnati da forte variabilità. Nel 2007 dopo aver condotto analisi per la verifica dei tempi di sfarfallamento, di accoppiamento e di rotazione genitale nei maschi sterilizzati, e di recettività nelle femmine, sono state realizzate nuove prove. In queste prove maschi adulti di Ae. albopictus irraggiati a 40Gy sono stati posizionati in campo, in ambiente naturale ombreggiato ed isolato, all’interno di serre (8x5x2,8 m) insieme a maschi adulti fertili e femmine vergini di Ae. albopictus con rapporto 1:1:1. Le prove preliminari 2006 erano condotte con le medesime condizioni sperimentali del 2007 ad eccezione dei tempi di inserimento delle femmine vergini passati da 1 giorno nel 2006, a 3 giorni nel 2007 dall’immissione dei maschi in tunnel. Sono state effettuate prove testando la competizione tra esemplari provenienti da ceppi di allevamento (cicli di allevamento in gabbia > 15), ceppi selvatici (da materiale raccolto in campo e con cicli di allevamento in gabbia < 5) e ceppi ibridi (ottenuti dall’incrocio di ceppi italiani di diversa provenienza geografica). I risultati ottenuti mostrano indici di competizioni medi accettabili senza evidenziare differenza fra i ceppi impiegati. L’allevamento massale quindi non deprime i ceppi allevati e gli ibridi realizzati non mostrano una vigoria superiore ne rispetto ai ceppi selvatici ne rispetto agli allevati in laboratorio.

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A kreativitás fogalmát gyakran emlegetik a gazdasággal és a versenyképességgel összefüggésben. Ahhoz, hogy ezt a fogalmat kutatásaink során vizsgálni és lehetőség szerint mérni is tudjuk, elengedhetetlen, hogy megfelelően definiáljuk. Mi a tudományelméletben elfogadott, de nem szokványos módon fogunk hozzá a definiáláshoz, ugyanis első körben úgy határoljuk le a fogalmat, hogy számba vesszük, mit nem tartunk kreativitásnak. A közgazdászok számára legnagyobb kihívás egy, a gazdaság szempontjából is megfelelő kreativitás definíció megtalálása. Ugyanis jól látszik, – s tanulmányunkkal is ezt igyekszünk majd bizonyítani – hogy ahány szerző eddig foglalkozott a kreativitással, annyiféle definíció született rá (Nyström, 1983; idézi Iványi – Hoffer, 1999). ____ The concept of creativity is frequently mentioned together with the economy and competitiveness. In order to be able to examine and measure this notion during our research it is crucial to define it clearly. We set about the definition in a way that is accepted in scientific theory, but not usual, namely, first we border the notion by reviewing what we do not consider creativity. The greatest challenge for the economists is to find the definition that is appropriate from an economic viewpoint. It is apparent – and we will endeavor to prove this in our study – that there are as many definitions to creativity as authors who have dealt with it so far (Nyström, 1983, Iványi – Hoffer, 1999).

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The chemical composition of surface associated metabolites of two Fucus species (Fucus vesiculosus and Fucus serratus) was analysed by means of gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS) to describe temporal patterns in chemical surface composition. Method: The two perennial brown macroalgae F. vesiculosus and F. serratus were sampled monthly at Bülk, outer Kiel Fjord, Germany (54°27'21 N / 10°11'57 E) over an entire year (August 2012 - July 2013). Per month and species six non-fertile Fucus individuals were collected from mixed stands at a depth of 0.5 m under mid water level. For surface extraction approx. 50 g of the upper 5-10 cm apical thalli tips were cut off per species. The surface extraction of Fucus was performed according to the protocol of de Nys and co-workers (1998) with minor modifications (see Rickert et al. 2015). GC/EI-MS measurements were performed with a Waters GCT premier (Waters, Manchester, UK) coupled to an Agilent 6890N GC equipped with a DB-5 ms 30 m column (0.25 mm internal diameter, 0.25 mM film thickness, Agilent, USA). The inlet temperature was maintained at 250°C and samples were injected in split 10 mode. He carrier gas flow was adjusted to 1 ml min-1. Alkanes were used for referencing of retention times. For further details (GC-MS sample preparation and analysis) see the related publication (Rickert et al. submitted to PLOS ONE).