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Resumo:
Monthly newsletter for Iowa Department of Public Health
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The Brazilian Atlantic forest has been reduced to a small fraction of its original area, with most remaining fragments being small and surrounded by anthropogenic matrices. This degree of disturbance, together with the increasing sprawl of cities towards the rural zone, greatly facilitates the entrance of domestic animals into these remnants. We used camera traps to compare the abundances of the domestic dog with a similarly sized native carnivore, the ocelot, in a 957-ha reserve of the Brazilian Atlantic forest in a landscape largely composed by pastures and agriculture. The dog was the most recorded species among all 17 mammal species "captured" by the cameras. Dog abundance (32-38 dogs) and density (0.812-1.813 dogs/km(2)) were significantly higher than that of the ocelot (n=2 ocelots; density=0.158-0.347 ocelots/km(2)). Although our result is restricted to a single study site, it is supported by an increasing number of recent studies, which have detected dogs inside other Atlantic forest reserves. Our study suggests, therefore, that this invasion might be more widespread than generally thought. The presence of the domestic dog is a threat to native fauna and constitutes an important edge effect of human presence at the rural zone.
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SCOPO DELLA RICERCA Aedes albopictus è diventata in pochi anni dalla sua introduzione in Italia la specie di zanzara più nociva e più importante sotto il profilo sanitario. Essendo una zanzara tipicamente urbana e ad attività diurna, limita fortemente la fruizione degli spazi aperti ed incide negativamente su alcune attività economiche. Il recente episodio epidemico di Chikungunya, che ha colpito il nostro Paese, ha allarmato le autorità sanitarie nazionali ed europee che stanno attivando misure di prevenzione e contrasto per fronteggiare il rischio che il virus diventi endemico o che altri virus possano essere introdotti nelle nostre aree. Le misure di lotta contro Aedes albopictus attualmente in essere (lotta larvicida, rimozione dei microfocolai, informazione e coinvolgimento dei cittadini) non danno risultati sufficienti in termini di capacità di contenimento delle densità del vettore. Per questo è stato avviato un progetto di ricerca centrato sull'applicazione del metodo dell'autocidio a questa specie. L’attività di ricerca svolta ha avuto come scopo la messa a punto delle metodiche di allevamento massale e di sterilizzazione in grado di permettere la produzione di maschi di qualità sufficiente a garantire una buona fitness nelle condizioni di campo e competitività coi maschi selvatici nella fase di accoppiamento. Le prove condotte possono essere raggruppate sotto tre principali campi di indagine: Prove di allevamento, Prove di Irraggiamento e Prove di Competizione. 1. Prove di allevamento In questo ambito sono state esaminate nuove diete larvali al fine di ottenere una più elevata produttività in termini di pupe con tempi di impupamento e dimensioni delle pupe più omogenei. È stata inoltre valutata la possibile reazione fagostimolante dell’ATP addizionato al pasto di sangue delle femmine adulte con lo scopo di incrementare la produttività di uova prodotte dai ceppi di Ae.albopictus in allevamento. 2. Prove di irraggiamento Attraverso prove di laboratorio sono stati investigati in gabbia gli effetti sterilizzanti di diverse dosi radianti (20 - 85 Gy) sulle pupe maschio di Ae. albopictus per la valutazione dei livelli di sterilità, fertilità e fecondità indotti sulle femmine. Si sono compiute inoltre indagini per valutare eventuali alterazioni dello stato fisiologico dei maschi irraggiati e dei livelli di sterilità indotti su femmine, in funzione dell’età pupale alla quale venivano sottoposti a radiazioni. Analisi degli effetti delle radiazioni sui tempi di rotazione genitale, sulla velocità ed efficacia degli accoppiamenti e sui tempi di sfarfallamento degli adulti sono state condotte su maschi irraggiati a diverse dosi. Infine su femmine di Ae. albopictus si sono realizzate prove in gabbia per lo studio dei tempi di recettività all'accoppiamento. Prove di competizione L'effetto negativo della colonizzazione in condizioni artificiali e l'irraggiamento sono riconosciuti come i fattori principali che incidono sulla competitività dei maschi sterilizzati nei confronti di quelli fertili. Per la verifica della variazione di fitness dovuta a imbreeding ed eterosi, prove di competizione in serra (7,5 x 5 x 2,80 m) sono state realizzate impiegando ceppi allevati in laboratorio, ceppi selvatici raccolti in campo e ceppi ibridi ottenuti incrociando diversi ceppi di laboratorio. RISULTATI 1. Prove di allevamento Sono state confrontate la dieta standard (DS = 2,5 mg/larva Friskies Adult ® + 0,5 mg/larva lievito di birra) e la nuova dieta integrata addizionata di Tetramin ® (DI = DS + 0,2 mg/larva Tetramin ®) per l’alimentazione delle larve in allevamento. Le prove condotte hanno evidenziato una buona risposta nelle percentuali di impupamento e di produttività in termini di pupe per la nuova dieta senza però evidenziare miglioramenti significativi con la DS. Con la dieta integrata si ottiene un impupamento a 7 giorni del 66,6% delle larve allevate (65% con la DS) e il setacciamento a 1400 μm delle pupe ottenute produce in media il 98,3% di maschi nel setacciato (98,5% con la DS). Con la dieta standard la percentuale di maschi ottenuti sulle larve iniziali è pari a 27,2% (20-25% con la DS). Come riportato da Timmermann e Briegel (1999) la dieta delle larve va strutturata con l’obiettivo di garantire un ampio range di elementi nutritivi evitando così il rischio di carenze o sub-carenze che possano influire negativamente sulla produttività dell’allevamento e sulle condizioni di vigore dei maschi. Secondo Reisen (1980, 1982), l’influenza negativa dell’allevamento sulla competitività dei maschi nella fase di accoppiamento potrebbe essere di maggiore peso rispetto all’influenza dell’irraggiamento dei maschi. Infine le prove di laboratorio condotte per la verifica dell’efficacia fagostimolante di ATP nel pasto di sangue offerto alle femmine dell’allevamento non hanno evidenziato differenze significative in nessuno dei parametri considerati tra il campione nutrito con ATP e il testimone. Nella realizzazione di allevamenti massali per la produzione di maschi da irraggiare, si ritiene quindi opportuno mantenere la nuova dieta testata che garantisce una spettro nutritivo più ampio e completo alle larve in allevamento. L’aggiunta di ATP nel pasto di sangue delle femmine adulte non sarà impiegato in quanto troppo costoso e significativamente poco produttivo nel garantire un aumento del numero di uova prodotte. 2. Prove di irraggiamento Oltre alla sopravvivenza e alla sterilità, la scelta dello stadio di sviluppo più conveniente da irraggiare in un programma SIT dipende dalla possibilità di maneggiare in sicurezza grandi quantità di insetti senza danneggiarli durante tutte le fasi che intercorrono tra l’allevamento massale, l’irraggiamento e il lancio in campo. La fase pupale risulta sicuramente più vantaggiosa per il maggior numero di pupe irraggiabili per unità di volume e per il minimo danneggiamento arrecabile all'insetto che viene mantenuto in acqua durante tutte le procedure. La possibilità di lavorare con la minima dose radiante efficace, significa ridurre lo stress provocato inevitabilmente alle pupe maschio, che si manifesta nell’adulto con una ridotta longevità, una diminuita capacità di accoppiamento o di ricerca del partner e attraverso possibili alterazioni comportamentali che possono rendere il maschio inattivo o inefficace una volta introdotto in campo. I risultati ottenuti sottoponendo pupe maschili a irraggiamento a differenti ore dall’impupamento evidenziano come la maturità del campione influisca sia sulla mortalità delle pupe che sull’efficacia sterilizzante dell’irraggiamento. Come riportato anche da Wijeyaratne (1977) le pupe più vecchie mostrano una minore mortalità e una maggiore sensibilità alle radiazioni rispetto a quelle più giovani. In particolare si è osservato come pupe maschili di età superiore 24h fossero maggiormente sensibili all’irraggiamento riportando minore perdita di competitività rispetto alle pupe irraggiate precocemente. La minore dose impiegata per il raggiungimento della sterilità con minimi effetti sulla longevità dei maschi trattati e con livelli di fecondità e fertilità indotti sulle femmine non differenti dal testimone, corrisponde a 40Gy (Cs 137 - 2,3 Gy/min). Analizzando la sopravvivenza dei maschi, si osserva una tendenza all'aumento della mortalità in funzione dell’aumento della dose fornita per tutte le età pupali di irraggiamento testate. Per trattamenti condotti su pupe di età > 30h la longevità dei maschi non risente dell’irraggiamento fino a dosi di 40Gy. La fecondità delle femmine accoppiatesi con maschi irraggiati con dosi superiori a 40Gy mostra una tendenza alla riduzione del numero di uova prodotte con l’aumentare della dose ricevuta dal maschio. L’irraggiamento delle pupe non determina variazioni significative nei tempi di sfarfallamento degli adulti per le diverse dosi radianti fornite e per le differenti età pupali testate in rapporto al testimone. L’irraggiamento influenza al contrario i tempi di rotazione dei genitali esterni dei maschi evidenziando un ritardo proporzionale alla dose ricevuta. Resta da definire sui maschi irraggiati l’effetto combinato dei due effetti sui tempi di sfarfallamento degli adulti anche se appare chiara l’assenza di variazioni significative per la dose di irraggiamento 40Gy scelta come radiazione utile per la sterilizzazione dei maschi da lanciare in campo. Per quanto riguarda l’analisi dei tempi di accoppiamento dei maschi irraggiati si osserva in generale una minore reattività rispetto ai maschi fertili particolarmente marcata nei maschi irraggiati a dosi superiori i 40 Gy. Gli studi condotti sui tempi di accoppiamento delle femmine evidenziano una buona recettività (>80%) all’accoppiamento solo per femmine di età superiore a 42 - 48 h femmine. Prima di tale periodo la femmina realizza accoppiamenti con normale appaiamento dei due sessi ma non riceve il trasferimento degli spermi. 3. Prove di competizione Prove preliminari di competizione in tunnel svolte nel 2006 su ceppi selvatici e di allevamento avevano mostrato risultati di competitività dei maschi sterili (50 Gy) segnati da forte variabilità. Nel 2007 dopo aver condotto analisi per la verifica dei tempi di sfarfallamento, di accoppiamento e di rotazione genitale nei maschi sterilizzati, e di recettività nelle femmine, sono state realizzate nuove prove. In queste prove maschi adulti di Ae. albopictus irraggiati a 40Gy sono stati posizionati in campo, in ambiente naturale ombreggiato ed isolato, all’interno di serre (8x5x2,8 m) insieme a maschi adulti fertili e femmine vergini di Ae. albopictus con rapporto 1:1:1. Le prove preliminari 2006 erano condotte con le medesime condizioni sperimentali del 2007 ad eccezione dei tempi di inserimento delle femmine vergini passati da 1 giorno nel 2006, a 3 giorni nel 2007 dall’immissione dei maschi in tunnel. Sono state effettuate prove testando la competizione tra esemplari provenienti da ceppi di allevamento (cicli di allevamento in gabbia > 15), ceppi selvatici (da materiale raccolto in campo e con cicli di allevamento in gabbia < 5) e ceppi ibridi (ottenuti dall’incrocio di ceppi italiani di diversa provenienza geografica). I risultati ottenuti mostrano indici di competizioni medi accettabili senza evidenziare differenza fra i ceppi impiegati. L’allevamento massale quindi non deprime i ceppi allevati e gli ibridi realizzati non mostrano una vigoria superiore ne rispetto ai ceppi selvatici ne rispetto agli allevati in laboratorio.
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A kreativitás fogalmát gyakran emlegetik a gazdasággal és a versenyképességgel összefüggésben. Ahhoz, hogy ezt a fogalmat kutatásaink során vizsgálni és lehetőség szerint mérni is tudjuk, elengedhetetlen, hogy megfelelően definiáljuk. Mi a tudományelméletben elfogadott, de nem szokványos módon fogunk hozzá a definiáláshoz, ugyanis első körben úgy határoljuk le a fogalmat, hogy számba vesszük, mit nem tartunk kreativitásnak. A közgazdászok számára legnagyobb kihívás egy, a gazdaság szempontjából is megfelelő kreativitás definíció megtalálása. Ugyanis jól látszik, – s tanulmányunkkal is ezt igyekszünk majd bizonyítani – hogy ahány szerző eddig foglalkozott a kreativitással, annyiféle definíció született rá (Nyström, 1983; idézi Iványi – Hoffer, 1999). ____ The concept of creativity is frequently mentioned together with the economy and competitiveness. In order to be able to examine and measure this notion during our research it is crucial to define it clearly. We set about the definition in a way that is accepted in scientific theory, but not usual, namely, first we border the notion by reviewing what we do not consider creativity. The greatest challenge for the economists is to find the definition that is appropriate from an economic viewpoint. It is apparent – and we will endeavor to prove this in our study – that there are as many definitions to creativity as authors who have dealt with it so far (Nyström, 1983, Iványi – Hoffer, 1999).
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The chemical composition of surface associated metabolites of two Fucus species (Fucus vesiculosus and Fucus serratus) was analysed by means of gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS) to describe temporal patterns in chemical surface composition. Method: The two perennial brown macroalgae F. vesiculosus and F. serratus were sampled monthly at Bülk, outer Kiel Fjord, Germany (54°27'21 N / 10°11'57 E) over an entire year (August 2012 - July 2013). Per month and species six non-fertile Fucus individuals were collected from mixed stands at a depth of 0.5 m under mid water level. For surface extraction approx. 50 g of the upper 5-10 cm apical thalli tips were cut off per species. The surface extraction of Fucus was performed according to the protocol of de Nys and co-workers (1998) with minor modifications (see Rickert et al. 2015). GC/EI-MS measurements were performed with a Waters GCT premier (Waters, Manchester, UK) coupled to an Agilent 6890N GC equipped with a DB-5 ms 30 m column (0.25 mm internal diameter, 0.25 mM film thickness, Agilent, USA). The inlet temperature was maintained at 250°C and samples were injected in split 10 mode. He carrier gas flow was adjusted to 1 ml min-1. Alkanes were used for referencing of retention times. For further details (GC-MS sample preparation and analysis) see the related publication (Rickert et al. submitted to PLOS ONE).
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High quality, well designed medical devices are necessary to provide safe and effective clinical care for patients as well as to ensure the health and safety of professional and lay device users. Capturing the user requirements of users and incorporating these into design is an essential component of this. The field of ergonomics has an opportunity to assist, not only with this area, but also to encourage a more general consideration of the user during medical device development. A review of the literature on methods for assessing user requirements in engineering and ergonomics found that little published work exists on the ergonomics aspects of medical device development. In particular there is little advice available to developers on which issues to consider during design and development or recommendations for good practice in terms of the methods and approaches needed to capture the full range of user requirements. The Multidisciplinary Assessment of Technology Centre for Healthcare (MATCH) is a research collaboration that is working in conjunction with industrial collaborators to apply ergonomics methods to real case study projects with the ultimate aim of producing an industry-focused guide to applying ergonomics principles in medical device development.