959 resultados para XVI th century
Resumo:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Il lavoro presentato ha come oggetto la ricostruzione tridimensionale della città di Bologna nella sua fase rinascimentale. Tale lavoro vuole fornire un modello 3D delle architetture e degli spazi urbani utilizzabile sia per scopi di ricerca nell’ambito della storia delle città sia per un uso didattico-divulgativo nel settore del turismo culturale. La base del lavoro è una fonte iconografica di grande importanza: l’affresco raffigurante Bologna risalente al 1575 e situato in Vaticano; questa è una veduta a volo d’uccello di grandi dimensioni dell’intero tessuto urbano bolognese all’interno della terza cerchia di mura. In esso sono rappresentate in maniera particolareggiata le architetture civili e ecclesiastiche, gli spazi ortivi e cortilivi interni agli isolati e alcune importanti strutture urbane presenti in città alla fine del Cinquecento, come l’area portuale e i canali interni alla città, oggi non più visibili. La ricostruzione tridimensionale è stata realizzata tramite Blender, software per la modellazione 3D opensource, attraverso le fasi di modellazione, texturing e creazione materiali (mediante campionamento delle principali cromie presenti nell’affresco), illuminazione e animazione. Una parte della modellazione è stata poi testata all’interno di un GIS per verificare l’utilizzo delle geometrie 3D come elementi collegabili ad altre fonti storiche relative allo sviluppo urbano e quindi sfruttabili per la ricerca storica. Grande attenzione infine è stata data all’uso dei modelli virtuali a scopo didattico-divulgativo e per il turismo culturale. La modellazione è stata utilizzata all’interno di un motore grafico 3D per costruire un ambiente virtuale interattivo nel quale un utente anche non esperto possa muoversi per esplorare gli spazi urbani della Bologna del Cinquecento. In ultimo è stato impostato lo sviluppo di un’applicazione per sistemi mobile (Iphone e Ipad) al fine di fornire uno strumento per la conoscenza della città storica in mobilità, attraverso la comparazione dello stato attuale con quello ricostruito virtualmente.
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Il seguente studio propone l'esame di una cronaca veneziana del XVI secolo, inedita, dalle origini al 1538/39, che parte della tradizione manoscritta attribuisce al Patriarca di Venezia Giovanni Tiepolo (1619-1631), parte ad Agostino degli Agostini, (1530-1574), un patrizio veneziano il cui nome è legato essenzialmente ad una cronaca dal 421 al 1570. Indipendentemente da chi sia il primitivo autore, la cronaca, di discreto pregio per la storia interna e il funzionamento delle istituzioni veneziane, presenta elementi di spiccata originalità dal punto di vista compositivo e formale che la pongono in una prospettiva storiografica alternativa al dualismo tra la storiografia ufficiale promossa per pubblico decreto e l'iniziativa privata dei diaria del XV-XVI. La cronaca veneziana, abbandonata per formule più sofisticate e innovative di diffusione dell'informazione pubblica, sopravvive, formalmente immutata nella sua arcaicità, rinnovandosi nella tendenza a creare compendi ricchi di documenti e di elenchi, destinati ad aiutare la nobiltà ad orientarsi nel mondo socio-politico contemporaneo. Si consuma così il divorzio fra l'informazione tecnico-politica utile al patriziato nello svolgimento del suo lavoro e la storiografia pubblica che, di fronte alle varie esigenze e ai diversi generi letterari, sceglie ideologicamente di abbracciare il genere delle laus civitatis e della storiografia laudativa ed encomiastica. In questo contesto si inserisce la Cronaca esemplata dal Patriarca Giovanni Tiepolo, chiaro esempio di un tentativo di razionalizzazione dell'informazione in cui le notizie e gli elementi non ritenuti immediatamente utili come le lunghe liste dei 41 elettori, le promissioni ducali, nonchè singoli episodi ed eventi trattati, trovano una collocazione esterna alla cronaca, in quello che Reines definisce l'ormai nascente archivio politico del XVI secolo.
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La tesi ha per oggetto la cultura ebraica cretese nei secoli XIV-XVI e, in particolare, l’influsso esercitato su di essa dalla cultura e dalle tradizioni degli ebrei sefarditi e ashkenaziti che cominciarono a stabilirsi sull’isola a partire dalla metà del Trecento. La tesi si basa da un lato su fonti amministrative e notarili e, dall’altro, sui manoscritti ebraici prodotti o portati a Candia nel periodo considerato. Il primo capitolo tratta della comunità ebraica nel primo Cinquecento e porta nuove notizie a proposito della geografia della zudeca, delle sue sinagoghe, della sua composizione sociale, dell’entità della sua popolazione e della biografia del principale leader spirituale e culturale attivo a Candia a quell’epoca: Elia Capsali. Il secondo capitolo offre una panoramica sull’immigrazione ebraica a Candia nei secoli XIV-XV. Il terzo capitolo esplora alcune particolarità della liturgia sinagogale elaborata dagli ebrei candioti sotto l’influsso della tradizione ashkenazita. Il quarto capitolo tratta di due liste di libri databili alla seconda metà del Quattrocento (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 3574 B) e suggerisce di considerarle come indicative del peso che ebbero alcuni immigrati ebrei catalani nella diffusione della cultura medica sefardita a Candia. Il quinto capitolo è dedicato al medico, filosofo e astronomo Mosheh ben Yehudah Galiano, il quale visse a Candia tra la seconda metà degli anni Venti del Cinquecento e il 1543. L’ultimo capitolo tratta degli effetti provocati dall’epidemia di peste del 1592-95 all’interno della zudeca di Candia.
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In the last century, studies established the origin of pulmonary fat embolism (PFE) and identified mechanical trauma as main source for PFE. This prospective study focused on determining a possible influence of cardiopulmonary resuscitation (CPR), in the context of an aging population, on the occurrence of PFE. Lung tissue samples from 256 bodies were examined using the twin-edged knife technique without preliminary fixation but after staining with Sudan III. PFE grading was determined according to Falzi and performed at a 10× magnification. For statistical analysis, bodies were grouped by age, gender, and putrefaction and categorized following whether they had experienced trauma, CPR, the combination of both, or no mechanical impact. There was a significant correlation of trauma, CPR, and the combination of both to PFE but no noticeable influence of gender or putrefaction. An age over 70 years promotes a PFE due to resuscitation.
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Estudio sobre el proceso de acumulación patrimonial y político llevado adelante por la Casa de los Velasco en los territorios septentrionales de Castilla la Vieja en los siglos XIV y XVI.
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En "Estructura y dinámica del dominio de Santo Toribio de Liébana (siglos XIII-XVI)" se trata de explicar las características diferenciales que presenta un dominio monástico del área septentrional de la Península Ibérica. En la primera parte, siglo XIII y principios del siglo XIV, se considera que la pobreza material que ostenta el cenobio, observable en el escaso volumen de la renta y en las sucesivas enajenaciones de bienes efectuadas por sectores jerarquizados locales, es el resultado de la dispar consolidación de las estructuras feudales en el espacio. Frente a áreas cercanas al emplazamiento del monasterio en donde el señor limita la movilidad campesina y extrae excedentes elevados y estables, existen otras, consideradas como la "periferia" del dominio, en donde la pervivencia del ejercicio del derecho de retorno limitaba seriamente la consolidación de la propiedad dominical señorial. En dichas áreas, la estabilización de los derechos de propiedad del señor sólo se concretó a partir de la conformación de estructuras coercitivas de poder a nivel local que anularon el ejercicio efectivo del retorno familiar. En la segunda parte, siglos XIV-XVI, se analizan las estrategias específicas que permitieron el incremento del volumen de la renta en el largo plazo. Frente a las tesis que sostienen una temprana parcelación de la reserva y una conmutación de las prestaciones de trabajo, se observa aquí, por el contrario, el aumento de su extensión en los siglos finales de la Edad Media. Al mismo tiempo se detecta un proceso de parcelación de las tenencias campesinas, impulsado por el señor, que propiciaba un incremento de los fuegos sobre los que recaían las exacciones. Ambos aspectos, apropiación señorializada del espacio y aumento de la tasa de la renta, fueron el resultado del ejercicio efectivo de la coacción política.
Resumo:
Partiendo de la documentación correspondiente al Monasterio de Santo Toribio de Liébana se indagó sobre la existencia de políticas señoriales diferenciales que favorecieron la polarización social de las comunidades dependientes. El proceso de subdivisión de las antiguas unidades domésticas, que se constituía en un mecanismo tradicional de incremento de las exacciones, propiciaba la paulatina pauperización de los sectores tributarios medios, que debían buscar en el trabajo asalariado el complemento necesario para su subsistencia. Paralelamente, la persistencia de vínculos diferenciales con algunos miembros de la comunidad (que comprometían su accionar en la consolidación de los derechos patrimoniales del monasterio y se constituían en el engranaje más pequeño del aparato de dominación feudal) fomentaban la reproducción social de los pecheros ricos que inician a lo largo del siglo XV, con la anuencia del señor, un proceso de acumulación de pequeñas tenencias a censo. El análisis propuesto se aleja de las posturas historiográficas que centran el estudio en el movimiento de las "variables económicas objetivas" y reinserta la problemática de la diferenciación social en el marco del señorío.
Resumo:
En esta revisión de documentos de los siglos xvi y xvii, que contienen letras caballerescas, proponemos algunas líneas de evolución y desarrollo de esta literatura emblemática desde su recolección y edición en cancioneros de principios del siglo xv, hasta su puesta en escena en elaborados torneos de invención de los siglos xvi y xvii. No pretendemos plantear una hipótesis cerrada e irrefutable, sino apenas abrir caminos de lectura e interpretación de esta particular lyra minima utilizada en la representación de lo caballeresco, que aún está por compilarse y estudiarse
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Estudio sobre el proceso de acumulación patrimonial y político llevado adelante por la Casa de los Velasco en los territorios septentrionales de Castilla la Vieja en los siglos XIV y XVI.
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En "Estructura y dinámica del dominio de Santo Toribio de Liébana (siglos XIII-XVI)" se trata de explicar las características diferenciales que presenta un dominio monástico del área septentrional de la Península Ibérica. En la primera parte, siglo XIII y principios del siglo XIV, se considera que la pobreza material que ostenta el cenobio, observable en el escaso volumen de la renta y en las sucesivas enajenaciones de bienes efectuadas por sectores jerarquizados locales, es el resultado de la dispar consolidación de las estructuras feudales en el espacio. Frente a áreas cercanas al emplazamiento del monasterio en donde el señor limita la movilidad campesina y extrae excedentes elevados y estables, existen otras, consideradas como la "periferia" del dominio, en donde la pervivencia del ejercicio del derecho de retorno limitaba seriamente la consolidación de la propiedad dominical señorial. En dichas áreas, la estabilización de los derechos de propiedad del señor sólo se concretó a partir de la conformación de estructuras coercitivas de poder a nivel local que anularon el ejercicio efectivo del retorno familiar. En la segunda parte, siglos XIV-XVI, se analizan las estrategias específicas que permitieron el incremento del volumen de la renta en el largo plazo. Frente a las tesis que sostienen una temprana parcelación de la reserva y una conmutación de las prestaciones de trabajo, se observa aquí, por el contrario, el aumento de su extensión en los siglos finales de la Edad Media. Al mismo tiempo se detecta un proceso de parcelación de las tenencias campesinas, impulsado por el señor, que propiciaba un incremento de los fuegos sobre los que recaían las exacciones. Ambos aspectos, apropiación señorializada del espacio y aumento de la tasa de la renta, fueron el resultado del ejercicio efectivo de la coacción política.
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Partiendo de la documentación correspondiente al Monasterio de Santo Toribio de Liébana se indagó sobre la existencia de políticas señoriales diferenciales que favorecieron la polarización social de las comunidades dependientes. El proceso de subdivisión de las antiguas unidades domésticas, que se constituía en un mecanismo tradicional de incremento de las exacciones, propiciaba la paulatina pauperización de los sectores tributarios medios, que debían buscar en el trabajo asalariado el complemento necesario para su subsistencia. Paralelamente, la persistencia de vínculos diferenciales con algunos miembros de la comunidad (que comprometían su accionar en la consolidación de los derechos patrimoniales del monasterio y se constituían en el engranaje más pequeño del aparato de dominación feudal) fomentaban la reproducción social de los pecheros ricos que inician a lo largo del siglo XV, con la anuencia del señor, un proceso de acumulación de pequeñas tenencias a censo. El análisis propuesto se aleja de las posturas historiográficas que centran el estudio en el movimiento de las "variables económicas objetivas" y reinserta la problemática de la diferenciación social en el marco del señorío.
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En esta revisión de documentos de los siglos xvi y xvii, que contienen letras caballerescas, proponemos algunas líneas de evolución y desarrollo de esta literatura emblemática desde su recolección y edición en cancioneros de principios del siglo xv, hasta su puesta en escena en elaborados torneos de invención de los siglos xvi y xvii. No pretendemos plantear una hipótesis cerrada e irrefutable, sino apenas abrir caminos de lectura e interpretación de esta particular lyra minima utilizada en la representación de lo caballeresco, que aún está por compilarse y estudiarse
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Estudio sobre el proceso de acumulación patrimonial y político llevado adelante por la Casa de los Velasco en los territorios septentrionales de Castilla la Vieja en los siglos XIV y XVI.