930 resultados para Sociología de la medicina


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Nell’ambito di questa Tesi sono state affrontate le fasi di progettazione, sviluppo e caratterizzazione di materiali biomimetici innovativi per la realizzazione di membrane e/o costrutti 3D polimerici, come supporti che mimano la matrice extracellulare, finalizzati alla rigenerazione dei tessuti. Partendo dall’esperienza di ISTEC-CNR e da un’approfondita conoscenza chimica su polimeri naturali quali il collagene, è stata affrontata la progettazione di miscele polimeriche (blends) a base di collagene, addizionato con altri biopolimeri al fine di ottimizzarne i parametri meccanici e la stabilità chimica in condizioni fisiologiche. I polimeri naturali chitosano ed alginato, di natura polisaccaridica, già noti per la loro biocompatibilità e selezionati come additivi rinforzanti per il collagene, si sono dimostrati idonei ad interagire con le catene proteiche di quest’ultimo formando blends omogenei e stabili. Al fine di ottimizzare l’interazione chimica tra i polimeri selezionati, sono stati investigati diversi processi di blending alla base dei quali è stato applicato un processo complesso di co-fibrazione-precipitazione: sono state valutate diverse concentrazioni dei due polimeri coinvolti e ottimizzato il pH dell’ambiente di reazione. A seguito dei processi di blending, non sono state registrate alterazioni sostanziali nelle caratteristiche chimiche e nella morfologia fibrosa del collagene, a riprova del fatto che non hanno avuto luogo fenomeni di denaturazione della sua struttura nativa. D’altro canto entrambe le tipologie di compositi realizzati, possiedano proprietà chimico-fisiche peculiari, simili ma non identiche a quelle dei polimeri di partenza, risultanti di una reale interazione chimica tra le due molecole costituenti il blending. Per entrambi i compositi, è stato osservato un incremento della resistenza all’attacco dell’enzima collagenasi ed elevato grado di swelling, quest’ultimo lievemente inferiore per il dispositivo contenente chitosano. Questo aspetto, negativo in generale per quanto concerne la progettazione di impianti per la rigenerazione dei tessuti, può avere aspetti positivi poiché la minore permeabilità nei confronti dei fluidi corporei implica una maggiore resistenza verso enzimi responsabili della degradazione in vivo. Studi morfologici al SEM hanno consentito di visualizzare le porosità e le caratteristiche topografiche delle superfici evidenziando in molti casi morfologie ibride che confermano il buon livello d’interazione tra le fasi; una più bassa omogeneità morfologica si è osservata nel caso dei composti collagene-alginato e solo dopo reidratazione dello scaffold. Per quanto riguarda le proprietà meccaniche, valutate in termini di elasticità e resistenza a trazione, sono state rilevate variazioni molto basse e spesso dentro l’errore sperimentale per quanto riguarda il modulo di Young; discorso diverso per la resistenza a trazione, che è risultata inferiore per i campione di collagene-alginato. Entrambi i composti hanno comunque mostrato un comportamento elastico con un minore pre-tensionamento iniziale, che li rendono promettenti nelle applicazioni come impianti per la rigenerazione di miocardio e tendini. I processi di blending messi a punto nel corso della ricerca hanno permesso di ottenere gel omogenei e stabili per mezzo dei quali è stato possibile realizzare dispositivi con diverse morfologie per diversi ambiti applicativi: dispositivi 2D compatti dall’aspetto di membrane semitrasparenti idonei per rigenerazione del miocardio e ligamenti/tendini e 3D porosi, ottenuti attraverso processi di liofilizzazione, con l’aspetto di spugne, idonei alla riparazione/rigenerazione osteo-cartilaginea. I test di compatibilità cellulare con cardiomioblasti, hanno dimostrato come entrambi i materiali compositi realizzati risultino idonei a processi di semina di cellule differenziate ed in grado di promuovere processi di proliferazione cellulare, analogamente a quanto avviene per il collagene puro.

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Esta investigación tuvo como objetivo general develar las representaciones sociales sobre la Medicina Popular en tres grupos poblacionales, pacientes oncológicos (n=100), familiares de los pacientes (n=25) y miembros del equipo de salud (n=26). Para ello, se realizaron tres estudios cualitativos con cada grupo poblacional y un cuarto en el que se describen las similitudes y las diferencias entre ellos en relación con el objeto de representación. En general, se utilizaron entrevistas en profundidad, ejercicios de asociaciones libres y grupos focales (7 con 62 pacientes). Resultados: paciente oncológico: Medicina Popular representada como una salida optimista a la angustiante situación que está viviendo frente al cáncer; una apuesta a la vida. Para la familia: una contra capaz de mantener con vida y fortaleza al paciente y para el equipo de salud, una realidad incombatible de los pacientes y de la familia, que tiene efecto placebo sobre ellos y que está relacionada con el pensamiento mágico religioso, la fé y la ignorancia de quienes la realizan. En cuanto a las diferencias, el paciente y la familia consideran que la Medicina Popular es una alternativa en la que depositan su fé y confianza; el personal de salud no cree en sus efectos sobre el cáncer y la considera como estafa y engaño para el paciente. En las similitudes, todos coinciden en que es una alternativa, generadora de esperanza, basada en compuestos naturales que le permiten al paciente contribuir a la curación del cáncer y a sobrellevar el malestar provocado por la quimioterapia. Finalmente, se presentan conclusiones generales, se discuten algunos de los hallazgos y la importancia de las RS de la Medicina Popular y su impacto sobre la atención y la calidad de vida del paciente y se plantean algunos interrogantes que podrían favorecer el desarrollo de una línea de investigación en el tema.

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Una delle grandi sfide della medicina moderna e dell’ingegneria biomedica è rappresentata dalla rigenerazione e il recupero dei tessuti nervosi. I danni al Sistema Nervoso Centrale (SNC) e Periferico (SNP) provocano effetti irreversibili e influiscono sulla qualità della vita dei pazienti. L’ingegneria tissutale è stata definita come “un campo interdisciplinare che applica i principi dell’ingegneria e delle scienze della vita per lo sviluppo di sostituti biologici che ripristinino, mantengano, o migliorino la funzione di un tessuto o di un intero organo” (Langer R et al, 1993). Lo sviluppo dei biomateriali, i progressi scientifici nel campo delle cellule staminali e dei fattori di crescita, nonché le migliorie nelle tecniche di differenziazione e del rilascio dei farmaci offrono nuove opportunità di sviluppo terapeutico. Sono stati infatti creati tessuti in laboratorio attraverso la combinazione di matrici extracellulari ingegnerizzate, comunemente definite scaffold, cellule e molecole biologicamente attive. Tali “impalcature”, forniscono un supporto fisico e biochimico alla crescita delle cellule nervose. In quest’ottica si configura come essenziale il contributo della seta e di una sua particolare molecola: la fibroina. Quest’ultima grazie alle specifiche caratteristiche di biocompatibilità, lenta degradabilità e alle notevoli proprietà meccaniche, è stata ampiamente studiata, in anni recenti, per nuove applicazioni in ambito biomedico, come nel caso dell’ingegneria dei tessuti e del rilascio di farmaci. La fibroina della seta utilizzabile in vari formati quali film, fibre, reti, maglie, membrane, gel e spugne supporta l'adesione, la proliferazione e la differenziazione in vitro di diversi tipi di cellule. In particolare studi recenti indicano che la seta ha una buona compatibilità per la crescita di cellule neuronali dell'ippocampo. In questo elaborato saranno presentate le caratteristiche della fibroina della seta come biomateriale, con particolare riferimento all’ingegnerizzazione e al processo di fabbricazione degli scaffold finalizzati al supporto della rigenerazione cellulare – neuronale in caso di insulti traumatici, acuti e/o cronici del Sistema Nervoso.

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La presente tesi ha come obiettivo quello di illustrare il flusso informativo che gestisce lo scambio dei dati relativi a cure radioterapiche nell’ambiente di medicina nucleare. La radioterapia comprende tutte quelle cure a base di sostanze radioattive o radiazioni che vengono somministrate a scopo diagnostico o terapeutico. Le due tecniche più utilizzate sono la brachiradioterapia e la radioterapia a fasci esterni. La prima è utilizza solo in casi selezionati di tumori direttamente accessibili e la sua caratteristica principale è la rapida diminuzione della dose con l'allontanarsi dalla sorgente, la seconda tecnica invece consiste nell’irradiare la zona interessata dall’esterno, utilizzando come sorgente di radiazioni una macchina chiamata acceleratore lineare, posta all’esterno del corpo del paziente. Questa terapia ha come obiettivo primario quello di ottenere la migliore distribuzione di dose nel volume bersaglio, risparmiando quanto più possibile i tessuti sani. Già dalla nascita della radioterapia, questa tecnica era caratterizzata dalla presenza di immagini digitali, cioè al contrario di altri reparti radiologici dove le immagini diagnostiche venivano impresse su pellicole, qui le informazioni circolavano già in formato elettronico. Per questo motivo già da subito si è avvertita l’esigenza di trovare una modalità per lo scambio, in maniera efficiente e sicura, di dati clinici per organizzare al meglio la cura del paziente e la pianificazione, anche con macchinari di diversi produttori, del trattamento radioterapico. In tutto questo ha svolto un ruolo fondamentale la proposta di IHE del framework di medicina nucleare, dove si dettavano linee guida per coordinare in maniera semplice e vantaggiosa l’integrazione informativa dei vari attori del processo di cura radioterapico.

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La medicina tradicional no solamente sigue vigente en los Andes bolivianos, sino constituye la opción de primera elección para las familias rurales. Un estudio realizado en dos comunidades de la Subcentral Waka Playa, Municipio Tapacarí, muestra que los campesinos quechua-hablantes de los valles interandinos integran el sistema tradicional con el sistema de salud formal en el marco de sus estrategias familiares, reflejando un diálogo ínter-ontológico entre diferentes concepciones de salud y de enfermedad. A lo largo de una larga interacción con su entorno natural, los pobladores de los Andes han desarrollado concepciones específicas sobre el ser humano, su relación con la naturaleza, la salud y la enfermedad. Este proceso resultó en un sistema de salud complejo, donde intervienen expertos locales como son los curanderos-adivinos y los parteros y que se basa en un amplio uso y conocimiento de la flora y fauna nativas. A parte de estos conocimientos especializados, la medicina tradicional andina se expresa también en las prácticas terapéuticas diarias de la población, transmitidas y re-inventadas de generación en generación en el contexto de la familia y de la comunidad. La introducción del sistema de salud formal en el área de estudio en los años 90, representado por una posta de salud, impactó las comunidades locales principalmente por el acceso a vacunas – y la consecuente erradicación de algunas enfermedades - y a métodos contraceptivos. Sin embargo, la biomedicina es todavía de acceso muy limitado además de, según la población local, no tener la capacidad para curar ciertas enfermedades locales como el “susto,” el “mal viento” o la “colerina”. Como en otras áreas del conocimiento ecológico local, se observa una pérdida general de los conocimientos vinculados a la medicina tradicional andina debido a varios factores socioeconómicos, el más impactante siendo el proceso masivo de migración de las zonas rurales a los centros urbanos y al trópico boliviano. Sin embargo, estos conocimientos todavía se mantienen vigentes y son altamente valorizados por la población local, como un elemento del mantenimiento de sus formas de vida y de relacionamiento con la “Madre Tierra” (Pachamama). Las familias de Waka Playa integran la medicina tradicional y el sistema de salud formal en sus estrategias de vida, en diferentes grados según factores como la migración, la educación, el sexo y la edad. El uso de la flora medicinal local también es diferenciado según la localización de la vivienda principal de las familias y la consecuente concentración geográfica de sus actividades en las diferentes zonas de producción agroecológicas. Por ultimo, el interés personal influye sobre el grado y el tipo de conocimiento de cada familia. La medicina tradicional juega un rol fundamental en el bien-estar de las familias campesinas andinas y por ello constituye un potencial importante para un desarrollo sostenible. En esta perspectiva, la revalorización de los saberes locales y la construcción de puentes de diálogo con el sistema de salud local son sumamente importantes. Este punto de vista tiene perspectivas prometedoras en el contexto político actual boliviano, que apoya la medicina tradicional en el marco del reconocimiento de las identidades indígenas, en miras a un desarrollo endógeno.

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Dedicado a la memoria de Robert Merton y sus contribuciones a la sociología de la ciencia, el libro toma como objeto la débil institucionalización del análisis social en la investigación agrícola. Así, la "cultura en la agricultura" hace referencia a los patrones y formas de organización social de la actividad de investigación en los centros agrícolas internacionales.

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Fil: Bruni, Nina. Universidad Nacional de San Martín

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Pretendemos en este artículo realizar una mirada desde la sociología de la salud. Nos interesa observar los enfoques que existen sobre ella. Conocemos con el nombre de modelo biomédico al que hegemónicamente está instalado en nuestras sociedades modernas. A su vez, es necesario establecer un contraste con la visión que tienen los pueblos originarios sobre la salud, una mirada sobre lo universal versus los particularismos de las identidades de estos pueblos, que tienen mucho para aportar en torno a la salud como valor universal. Abordamos también la relación con el modelo dominante de salud, visto desde la globalización y sus consecuentes paradigmas económicos y sociales, arraigados más bien en el neoliberalismo y que ejercieron un cambio sustancial en la atención de salud en América Latina. Su valor universal de la atención pública y su posible aplicación a través de las politicas públicas, responde a una lógica no del todo comprendida, por lo que a veces juzgamos más necesaria la atención privada. Sin quitar importancia a ésta, pretendemos abordar el sentido de la condicion humana, la expresión de lo universal relacionado con la distribución de la riqueza, el derecho de los ciudadanos y el rol que le cabe a la sociedad para lograr una salud que pueda llegar a todos. Así, a partir del mercado capitalista y su vinculación con el circuito económico global como el del consumo, vemos cómo se impone una lógica común,a saber: el ser humano como mercancía. La mirada sobre la naturaleza y a partir de ella, en los individuos, es fetichizada, es decir, no se muestra como tal, se esconde bajo otra cara en general. El mercado capitalista de la salud global, está afectando a las poblaciones cada vez en mayores dimensiones debido a la desigual distribución de la riqueza y al desplazamiento del estado en las políticas públicas.

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Para el Centro de Promoción y Defensa de los Derechos Sexuales y Reproductivos – PROMSEX el tema del secreto profesional de las y los profesionales de la salud ha sido una línea de reflexión desde hace años atrás. El interés radica en lo decisivo que resulta esta condición para asegurar la característica de confidencialidad en la atención del derecho fundamental a la salud. Este rasgo, que forma parte de la aceptabilidad de este derecho, pone el acento en el secreto profesional como garantía para las/los usuarias/os pues una inadecuada regulación del secreto profesional médico merma la confianza que fundamenta la relación entre médicas/os y otros/as profesionales de salud y las/los pacientes; en esa medida, la falta de confidencialidad se constituye en una barrera de acceso al derecho a la salud de las personas y en un factor que afecta la calidad de la atención sanitaria. Complementariamente, debe remarcarse que el secreto médico es parte también de las garantías de todas/os las/os profesionales de la salud para lograr el mejor ejercicio de su profesión.

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Fil: Miguel, Sandra. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación. Instituto de Investigaciones en Humanidades y Ciencias Sociales (UNLP-CONICET); Argentina.