371 resultados para SRM
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La regolazione dei sistemi di propulsione a razzo a propellente solido (Solid Rocket Motors) ha da sempre rappresentato una delle principali problematiche legate a questa tipologia di motori. L’assenza di un qualsiasi genere di controllo diretto del processo di combustione del grano solido, fa si che la previsione della balistica interna rappresenti da sempre il principale strumento utilizzato sia per definire in fase di progetto la configurazione ottimale del motore, sia per analizzare le eventuali anomalie riscontrate in ambito sperimentale. Variazioni locali nella struttura del propellente, difettosità interne o eterogeneità nelle condizioni di camera posso dare origine ad alterazioni del rateo locale di combustione del propellente e conseguentemente a profili di pressione e di spinta sperimentali differenti da quelli previsti per via teorica. Molti dei codici attualmente in uso offrono un approccio piuttosto semplificato al problema, facendo per lo più ricorso a fattori correttivi (fattori HUMP) semi-empirici, senza tuttavia andare a ricostruire in maniera più realistica le eterogeneità di prestazione del propellente. Questo lavoro di tesi vuole dunque proporre un nuovo approccio alla previsione numerica delle prestazioni dei sistemi a propellente solido, attraverso la realizzazione di un nuovo codice di simulazione, denominato ROBOOST (ROcket BOOst Simulation Tool). Richiamando concetti e techiche proprie della Computer Grafica, questo nuovo codice è in grado di ricostruire in processo di regressione superficiale del grano in maniera puntuale, attraverso l’utilizzo di una mesh triangolare mobile. Variazioni locali del rateo di combustione posso quindi essere facilmente riprodotte ed il calcolo della balistica interna avviene mediante l’accoppiamento di un modello 0D non-stazionario e di uno 1D quasi-stazionario. L’attività è stata svolta in collaborazione con l’azienda Avio Space Division e il nuovo codice è stato implementato con successo sul motore Zefiro 9.
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Il presente lavoro di tesi, nell’ambito della simulazione della prestazione di endoreattori a propellente solido, è volto all’indagine di particolari metodologie che permettano di considerare la presenza di inclusioni d’aria nel grano. In particolare saranno presentate procedure di gestione della triangolazione, che nel codice utilizzato rappresenta la superficie di combustione, in modo che essa possa ricalcare la superficie del difetto una volta pervenuta nell’area interessata da quest’ultimo. Infine si mostreranno risultati di simulazioni relative a motorizzazioni complete e a porzioni di queste in maniera da evidenziare effetti sulla balistica, dinamiche d’interazione fra più cavità vicine e variazione sul normale tempo di esposizione delle protezioni termiche ai gas caldi. Le conclusioni saranno tratte in relazione al modello balistico utilizzato.
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Le osservazioni e i risultati proposti in questo elaborato si inseriscono all'interno di un progetto più vasto frutto della collaborazione tra SRM e il Dipartimento di Trasporti dell'Università di Bologna. Infatti in occasione del European Cycling Challenge del 2013, SRM ha raccolto per la sola area di Bologna un dataset di 1,050,000 punti GPS registrati da ciclisti volontari durante l'interno mese di Maggio attraverso l'applicazione Endomondo. Ai ciclisti che partecipavano volontariamente all’iniziativa è stato chiesto di registrare i proprio viaggi nella città di Bologna effettuati con la bici, attraverso l’ applicazione, gratuitamente scaricabile sul proprio smartphone: all’inizio di ciascun viaggio, i partecipanti dovevano attivare l’applicazione, e quindi il sistema GPS del loro smartphone, e registrare lo spostamento. Questo campione è stato dunque utilizzato come punto di partenza per questo progetto che rappresenta il primo caso studio italiano in cui i modelli di scelta del percorso ciclabile si sono basati su un ampio campione di dati GPS raccolti mediante sondaggio RP. In questo elaborato quindi si è analizzato il campione dei percorsi in termini di singoli spostamenti, del confronto con il percorso di minor lunghezza e all'interno di un set di alternative compiute. Infine si sono indagati due parametri che hanno influenzato la scelta del percorso ciclabile da parte degli utenti.
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L'obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare la stabilità di uno spettro raggi X emesso da un tubo usurato per analisi cardiovascolari, in modo da verificare il suo comportamento. Successivamente questo tipo di analisi sarà effettuata su tubi CT. Per raggiungere questo scopo è stato assemblato un particolare set-up con un rivelatore al germanio criogenico in modo da avere la miglior risoluzione energetica possibile ed alcuni particolari collimatori così da ridurre il flusso fotonico per evitare effetti di pile-up. Il set-up è stato costruito in modo da avere il miglior allineamento possibile nel modo più veloce possibile, e con l'obiettivo di rendere l'intero sistema portabile. Il tubo usato è un SRM Philips tube per analisi cardiovascolari; questa scelta è stata fatta in modo da ridurre al minimo i fattori esterni (ottica elettromagnetica, emettitori) e concentrare l'attenzione solo sugli effetti, causati dalle varie esposizioni, sull'anodo (roughness e bending) e sul comportamento di essi durante il surriscaldamento e successivo raffreddamento del tubo. I risultati mostrano come durante un'esposizione alcuni fattori di usura del tubo possono influire in maniera sostanziale sullo spettro ottenuto e quindi alterare il risultato. Successivamente, nell'elaborato, mediante il software Philips di ricostruzione e simulazione dello spettro si è cercato di riprodurre, variando alcuni parametri, la differenza riscontrata sperimentalmente in modo da poter simulare l'instabilità e correggere i fattori che la causano. I risultati sono interessanti non solo per questo esperimento ma anche in ottica futura, per lo sviluppo di applicazioni come la spectral CT. Il passo successivo sarà quello di spostare l'attenzione su un CT tube e verificare se l'instabilità riscontrata in questo lavoro è persiste anche in una analisi più complessa come quella CT.
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Die Grundidee hinter dem neuen Regalbediengerät ist die Minimierung der zu bewegenden Last durch die Verwendung einer seilbasierten Stewart-Gough-Plattform (SGP). Das klassische Regalbediengerät (RBG) wird dabei durch eine Plattform ersetzt, die an bis zu acht vorgespannten Seilen befestigt ist. Unterstützt wird diese Bauform durch eine abgestimmte Steuerungssoftware, die es ermöglicht die Vorteile des RBG optimal zu nutzen. Das hier mit Software vorgestellte Konzept regelt die Vorgehensweise zur Optimierung von Ein- und Auslagerungsaufträgen in einem Lagerregal, sowie die Optimierung der Fachbelegung in Zeiten ohne direkten Auftrag. Es beinhaltet dabei Mechanismen, die bestimmen wann Aufträge abgearbeitet werden, in welcher Reihenfolge und in welchen Kombinationen. Ziel ist es Ein- und Auslagerungsaufträge so zu kombinieren, dass möglichst effizient und schnell gearbeitet wird.
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The molecular mechanisms governing sex determination and differentiation in the zebrafish (Danio rerio) are not fully understood. To gain more insights into the function of specific genes in these complex processes, the expression of multiple candidates needs to be assessed, preferably on the protein level. Here, we developed a targeted proteomics method based on selected reaction monitoring (SRM) to study the candidate sex-related proteins in zebrafish which were selected based on a global proteomics analysis of adult gonads and representational difference analysis of male and female DNA, as well as on published information on zebrafish and other vertebrates. We employed the developed SRM protocols to acquire time-resolved protein expression profiles during the gonad differentiation period in vas::EGFP transgenic zebrafish. Evidence on protein expression was obtained for the first time for several candidate genes previously studied only on the mRNA level or suggested by bioinformatic predictions. Tuba1b (tubulin alpha 1b), initially included in the study as one of the potential housekeeping proteins, was found to be preferentially expressed in the adult testis with nearly absent expression in the ovary. The revealed changes in protein expression patterns associated with gonad differentiation suggest that several of the examined proteins, especially Ilf2 and Ilf3 (interleukin enhancer-binding factors 2 and 3), Raldh3 (retinaldehyde dehydrogenase type 3), Zgc:195027 (low density lipoprotein-related receptor protein 3) and Sept5a (septin 5a), may play a specific role in the sexual differentiation in zebrafish.
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Molybdenum isotopes are increasingly widely applied in Earth Sciences. They are primarily used to investigate the oxygenation of Earth's ocean and atmosphere. However, more and more fields of application are being developed, such as magmatic and hydrothermal processes, planetary sciences or the tracking of environmental pollution. Here, we present a proposal for a unifying presentation of Mo isotope ratios in the studies of mass-dependent isotope fractionation. We suggest that the δ98/95Mo of the NIST SRM 3134 be defined as +0.25‰. The rationale is that the vast majority of published data are presented relative to reference materials that are similar, but not identical, and that are all slightly lighter than NIST SRM 3134. Our proposed data presentation allows a direct first-order comparison of almost all old data with future work while referring to an international measurement standard. In particular, canonical δ98/95Mo values such as +2.3‰ for seawater and −0.7‰ for marine Fe–Mn precipitates can be kept for discussion. As recent publications show that the ocean molybdenum isotope signature is homogeneous, the IAPSO ocean water standard or any other open ocean water sample is suggested as a secondary measurement standard, with a defined δ98/95Mo value of +2.34 ± 0.10‰ (2s). Les isotopes du molybdène (Mo) sont de plus en plus largement utilisés dans les sciences de la Terre. Ils sont principalement utilisés pour étudier l'oxygénation de l'océan et de l'atmosphère de la Terre. Cependant, de plus en plus de domaines d'application sont en cours de développement, tels que ceux concernant les processus magmatiques et hydrothermaux, les sciences planétaires ou encore le suivi de la pollution environnementale. Ici, nous présentons une proposition de présentation unifiée des rapports isotopiques du Mo dans les études du fractionnement isotopique dépendant de la masse. Nous suggérons que le δ98/95Mo du NIST SRM 3134 soit définit comme étant égal à +0.25 ‰. La raison est que la grande majorité des données publiées sont présentés par rapport à des matériaux de référence qui sont similaires, mais pas identiques, et qui sont tous légèrement plus léger que le NIST SRM 3134. Notre proposition de présentation des données permet une comparaison directe au premier ordre de presque toutes les anciennes données avec les travaux futurs en se référant à un standard international. En particulier, les valeurs canoniques du δ98/95Mo comme celle de +2,3 ‰ pour l'eau de mer et de -0,7 ‰ pour les précipités de Fe-Mn marins peuvent être conservés pour la discussion. Comme les publications récentes montrent que la signature isotopique moyenne du molybdène de l'océan est homogène, le standard de l'eau océanique IAPSO ou tout autre échantillon d'eau provenant de l'océan ouvert sont proposé comme standards secondaires, avec une valeur définie du δ98/95 Mo de 2.34 ± 0.10 ‰ (2s).
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Recent improvements in the precision of mass spectrometric measurements have reduced the uncertainty of K-Ar and 39Ar-40Ar ages measured on geological materials. Now the major sources of uncertainty are the uncertainties on the 40K decay constant and the absolute abundance of 40K. In order to improve on this situation we determined the abundance of the 40K isotope in terrestrial standards. A ThermoFischer Triton+ thermal ionization mass spectrometer was used for K isotope ratio measurements of the NIST K standard reference materials SRM 918b and SRM 985. Ion beams were measured in Faraday cups with amplifiers equipped with 1E10, 1E11 and 1E12 Ω resistors. Three measurement protocols were used: (A) dynamic measurement with in-run fractionation correction by normalization to the IUPAC recommended isotope ratio 41K/39K = 0.0721677; (B) total evaporation; (C) a modified total evaporation with interblock baseline measurements. Different measurement protocols were combined with different loading procedures. The best results were obtained by loading samples on single tantalum filaments with 0.1M H3PO4. The total ion yields (ionization + transmission) were tested for the evaporation procedures (B) and (C) and ranged up to 48 %. The resulting best estimate for the 40K/39K ratio is 0.000 125 116 ± 57 (2σ), corresponding to 40K/K = (1.1668 ± 8; 2σ) x 10-4.
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OBJECTIVE To evaluate the correlation between clinical measures of disease activity and a ultrasound (US) scoring system for synovitis applied by many different ultrasonographers in a daily routine care setting within the Swiss registry for RA (SCQM) and further to determine the sensitivity to change of this US Score. METHODS One hundred and eight Swiss rheumatologists were trained in performing the Swiss Sonography in Arthritis and Rheumatism (SONAR) score. US B-mode and Power Doppler (PwD) scores were correlated with DAS28 and compared between the clinical categories in a cross-sectional cohort of patients. In patients with a second US (longitudinal cohort), we investigated if change in US score correlated with change in DAS and evaluated the responsiveness of both methods. RESULTS In the cross-sectional cohort with 536 patients, correlation between the B-mode score and DAS28 was significant but modest (Pearson coefficient r = 0.41, P < 0.0001). The same was true for the PwD score (r = 0.41, P < 0.0001). In the longitudinal cohort with 183 patients we also found a significant correlation between change in B-mode and in PwD score with change in DAS28 (r = 0.54, P < 0.0001 and r = 0.46, P < 0.0001, respectively). Both methods of evaluation (DAS and US) showed similar responsiveness according to standardized response mean (SRM). CONCLUSIONS The SONAR Score is practicable and was applied by many rheumatologists in daily routine care after initial training. It demonstrates significant correlations with the degree of as well as change in disease activity as measured by DAS. On the level of the individual, the US score shows many discrepancies and overlapping results exist.
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Measurements of 14C in the organic carbon (OC) and elemental carbon (EC) fractions, respectively, of fine aerosol particles bear the potential to apportion anthropogenic and biogenic emission sources. For this purpose, the system THEODORE (two-step heating system for the EC/OC determination of radiocarbon in the environment) was developed. In this device, OC and EC are transformed into carbon dioxide in a stream of oxygen at 340 and 650 �C, respectively, and reduced to filamentous carbon. This is the target material for subsequent accelerator mass spectrometry (AMS) 14C measurements, which were performed on sub-milligram carbon samples at the PSI/ETH compact 500 kV AMS system. Quality assurance measurements of SRM 1649a, Urban Dust, yielded a fraction of modern fM in total carbon (TC) of 0.522 ±0.018 (n ¼ 5, 95% confidence level) in agreement with reported values. The results for OC and EC are 0.70± 0.05 (n ¼ 3) and 0.066 ± 0.020 (n ¼ 4), respectively.
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This study presents static measurements of the Ca isotopic composition of standard reference materials SRM 915 a/b on a Triton Plus™ thermal ionization mass spectrometer with a specially developed Faraday cup array allowing simultaneous measurement of 40Ca and 48Ca. The total amount of Ca in all analyses was kept < 1 µg. With this setup the measurement uncertainties were 0.06 ‰ for 40Ca/44Ca and 0.12 ‰ for 48Ca/40Ca. Measuring all isotopes simultaneously better allows to test the internal consistency of different Ca isotope abundances reported in the literature. The exponential law was observed to correct incompletely instrumental mass fractionation. An improved fractionation correction based on the exponential law is proposed. It changes the 40Ca/44Ca ratio of SRM 915a (corrected relative to 42Ca/44Ca = 0.31221; 48Ca/44Ca = 0.08871) from 47.1635 ± 0.0028 to 47.1649 ± 0.0047. The measurements of SRM 915b were performed with different analytical conditions (runs were prolonged till complete filament load depletion). Even if the 40Ca/44Ca ratio of SRM 915b, when corrected with the simple exponential law, appears different (47.1532 ± 0.0038) from that of SRM 915a, it becomes coincident (47.1613 ± 0.0028) when corrected with a second-order refinement. This supports the use of the improved exponential law to obtain internally consistent Ca isotope ratio for natural samples.
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Authigenic phosphorite crusts from the shelf off Peru (9°40°S to 13°30°S) consist of a facies with phosphatic coated grains covered by younger phosphatic laminite. The crusts are composed of carbonate fluorapatite, which probably formed via an amorphous precursor close to the sediment water interface as indicated by low F/P2O5 ratios, Sr and Ca isotopes, as well as rare earth element patterns agreeing with seawater-dominated fluids. Small negative Ce anomalies and U enrichment in the laminite suggest suboxic conditions close to the sediment-water interface during its formation. Increased contents of chalcophilic elements and abundant sulfide minerals in the facies with phosphatic coated grains as well as in the laminite denote sulfate reduction and, consequently, point to episodical development of anoxic conditions during phosphogenesis. The Peruvian phosphorites formed episodically over an extended period of time lasting from Middle Miocene to Pleistocene. Individual phosphatic coated grains show a succession of phosphatic layers with varying contents of organic matter and sulfide-rich phosphatic layers. Coated grains supposedly formed as a result of episodic suspension caused by high turbulence and shifting redox conditions. Episodic anoxia in the pore water induced pyritization in the outermost carbonate fluorapatite layer. Phosphatic coated grains were later transported to the place of crust formation, where subsequent laminite formation was favored under lower energy conditions. A similar succession of phosphatic layers with varying contents of organic matter and sulfide-rich layers in the laminite suggests a formation mechanism analogous to that of individual coated grains.
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Mass transport and mass flux values for the different types of glaciers in the Sør-Rondane are calculated from computer models, based upon gravity data and geodetic stake velocity measurements. The results are interpreted in the light of a general flow line analysis, glacial geological investigations and of the ablation terms of the mass balance for Dronning Maud Land and Antarctica.