852 resultados para Palm Oil


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This paper discusses the influence of fat type in the structure of ice cream, during its production by means of rheo-optical analysis. Fat plays an important part in the ice cream structure formation. It's responsible for the air stabilization, flavor release, texture and melting properties. The objective of this study was to use a rheological method to predict the fat network formation in ice cream with three types of fats (hydrogenated, low trans and palm fat). The three formulations were produced using the same methodology and ratio of ingredients. Rheo-optical measurements were taken before and after the ageing process, and the maximum compression force, overrun and melting profile were calculated in the finished product. The rheological analysis showed a better response from the ageing process from the hydrogenated fat, followed by the low trans fat. The formulation with palm fat showed greater differences between the three, where through the rheological tests a weaker destabilization of the fat globule membrane by the emulsifier was suggested. The overrun, texture measurements and meltdown profile has shown the distinction on the structure formation by the hydrogenated fat from the other fats.

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Máster Universitario International en Acuicultura. Trabajo presentado como requisito parcial para la obtención del Título de Máster Universitario Internacional en Acuicultura, otorgado por la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC), el Instituto Canario de Ciencias Marinas (ICCM), y el Centro Internacional de Altos Estudios Agronómicos Mediterráneos de Zaragoza (CIHEAM)

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Questo elaborato si pone l'obiettivo di analizzare e valutare la sostenibilità dell'intera filiera dell'olio di palma, che viene importato da paesi del Sud Est asiatico per essere utilizzato in Europa per scopi sia energetici che alimentari. Nell'introduzione è inquadrata la problematica dei biocombustibili e degli strumenti volontari che possono essere utilizzati per garantire ed incentivare la sostenibilità in generale e dei biocombustibili; è presente inoltre un approfondimento sull'olio di palma, sulle sue caratteristiche e sulla crescita che ha subito negli ultimi anni in termini di produzione e compra/vendita. Per questa valutazione sono stati impiegati tre importanti strumenti di analisi e certificazione della sostenibilità, che sono stati applicati ad uno specifico caso di studio: l'azienda Unigrà SpA. La certificazione RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) è uno strumento volontario per la garanzia della sostenibilità della filiera dell'olio di palma in termini economici (vitalità nel mercato), ambientali (risparmio delle emissioni di gas ad effetto serra o GHG, conservazione delle risorse naturali e della biodiversità) e sociali (preservazione delle comunità locali e miglioramento nella gestione delle aree di interesse). La Global Reporting Initiative è un'organizzazione che prevede la redazione volontaria di un documento chiamato bilancio di sostenibilità secondo delle linee guida standardizzate che permettono alle organizzazioni di misurare e confrontare le loro performance economiche, sociali e ambientali nel tempo. La Direttiva Comunitaria 2009/28/CE (Renewable Energy Directive o RED) è invece uno strumento cogente nel caso in cui le organizzazioni intendano utilizzare risorse rinnovabili per ottenere incentivi finanziari. A seguito di un calcolo delle emissioni di GHG, le organizzazioni devono dimostrare determinate prestazioni ambientali attraverso il confronto con delle soglie presenti nel testo della Direttiva. Parallelamente alla valutazione delle emissioni è richiesto che le organizzazioni aderiscano a dei criteri obbligatori di sostenibilità economica, ambientale e sociale, verificabili grazie a degli schemi di certificazione che rientrano all'interno di politiche di sostenibilità globale. Questi strumenti sono stati applicati ad Unigrà, un'azienda che opera nel settore della trasformazione e della vendita di oli e grassi alimentari, margarine e semilavorati destinati alla produzione alimentare e che ha recentemente costruito una centrale da 58 MWe per la produzione di energia elettrica, alimentata in parte da olio di palma proveniente dal sud-est asiatico ed in parte dallo scarto della lavorazione nello stabilimento. L'adesione alla RSPO garantisce all'azienda la conformità alle richieste dell'organizzazione per la commercializzazione e la vendita di materie prime certificate RSPO, migliorando l'immagine di Unigrà all'interno del suo mercato di riferimento. Questo tipo di certificazione risulta importante per le organizzazioni perché può essere considerato un mezzo per ridurre l'impatto negativo nei confronti dell'ambiente, limitando deforestazione e cambiamenti di uso del suolo, oltre che consentire una valutazione globale, anche in termini di sostenibilità sociale. Unigrà ha visto nella redazione del bilancio di sostenibilità uno strumento fondamentale per la valutazione della sostenibilità a tutto tondo della propria organizzazione, perché viene data uguale rilevanza alle tre sfere della sostenibilità; la validazione esterna di questo documento ha solo lo scopo di controllare che le informazioni inserite siano veritiere e corrette secondo le linee guida del GRI, tuttavia non da giudizi sulle prestazioni assolute di una organizzazione. Il giudizio che viene dato sulle prestazioni delle organizzazioni e di tipo qualitativo ma non quantitativo. Ogni organizzazione può decidere di inserire o meno parte degli indicatori per una descrizione più accurata e puntuale. Unigrà acquisterà olio di palma certificato sostenibile secondo i principi previsti dalla Direttiva RED per l'alimentazione della centrale energetica, inoltre il 10 gennaio 2012 ha ottenuto la certificazione della sostenibilità della filiera secondo lo schema Bureau Veritas approvato dalla Comunità Europea. Il calcolo delle emissioni di tutte le fasi della filiera dell'olio di palma specifico per Unigrà è stato svolto tramite Biograce, uno strumento di calcolo finanziato dalla Comunità Europea che permette alle organizzazioni di misurare le emissioni della propria filiera in maniera semplificata ed adattabile alle specifiche situazioni. Dei fattori critici possono però influenzare il calcolo delle emissioni della filiera dell'olio di palma, tra questi i più rilevanti sono: cambiamento di uso del suolo diretto ed indiretto, perché possono provocare perdita di biodiversità, aumento delle emissioni di gas serra derivanti dai cambiamenti di riserve di carbonio nel suolo e nella biomassa vegetale, combustione delle foreste, malattie respiratorie, cambiamenti nelle caratteristiche dei terreni e conflitti sociali; presenza di un sistema di cattura di metano all'oleificio, perché gli effluenti della lavorazione non trattati potrebbero provocare problemi ambientali; cambiamento del rendimento del terreno, che può influenzare negativamente la resa delle piantagioni di palma da olio; sicurezza del cibo ed aspetti socio-economici, perché, sebbene non inseriti nel calcolo delle emissioni, potrebbero provocare conseguenze indesiderate per le popolazioni locali. Per una valutazione complessiva della filiera presa in esame, è necessario ottenere delle informazioni puntuali provenienti da paesi terzi dove però non sono di sempre facile reperibilità. Alla fine della valutazione delle emissioni, quello che emerge dal foglio di Biograce e un numero che, sebbene possa essere confrontato con delle soglie specifiche che descrivono dei criteri obbligatori di sostenibilità, non fornisce informazioni aggiuntive sulle caratteristiche della filiera considerata. È per questo motivo che accanto a valutazioni di questo tipo è necessario aderire a specifici criteri di sostenibilità aggiuntivi. Il calcolo delle emissioni dell'azienda Unigrà risulta vantaggioso in quasi tutti i casi, anche considerando i fattori critici; la certificazione della sostenibilità della filiera garantisce l'elevato livello di performance anche nei casi provvisti di maggiore incertezza. L'analisi del caso Unigrà ha reso evidente come l'azienda abbia intrapreso la strada della sostenibilità globale, che si traduce in azioni concrete. Gli strumenti di certificazione risultano quindi dei mezzi che consentono di garantire la sostenibilità della filiera dell'olio di palma e diventano parte integrante di programmi per la strategia europea di promozione della sostenibilità globale. L'utilizzo e l'implementazione di sistemi di certificazione della sostenibilità risulta per questo da favorire.

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Lo studio condotto durante il Dottorato di Ricerca è stato focalizzato sulla valutazione e sul monitoraggio delle diverse degradazioni termossidative in oli da frittura. Per raggiungere tale obiettivo si è ritenuto opportuno procedere mediante uno screening dei principali oli presenti sul mercato italiano e successiva messa a punto di due miscele di oli vegetali che sono state sottoposte a due piani sperimentali di frittura controllata e standardizzata in laboratorio, seguiti da due piani di frittura eseguiti in due differenti situazioni reali quali mensa e ristorante. Ognuna delle due miscele è stata messa a confronto con due oli di riferimento. A tal fine è stata identificato il profilo in acidi grassi, la stabilità ossidativa ed idrolitica, il punto di fumo, i composti polari, il contenuto in tocoferoli totali, ed i composti volatili sia sugli oli crudi che sottoposti ai diversi processi di frittura. Lo studio condotto ha permesso di identificare una delle miscele ideate come valida alternativa all’impiego dell’olio di palma ampiamente utilizzato nelle fritture degli alimenti, oltre a fornire delle indicazioni più precise sulla tipologia e sull’entità delle modificazioni che avvengono in frittura, a seconda delle condizioni impiegate.

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“Large-scale acquisition of land by foreign investors” is the correct term for a process where the verdict of guilt is often quicker than the examination. But is there something really new about land grab except in its extent? In comparison with colonial and post-colonial plantation operations, should foreign investors today behave differently? We generally accept coffee and banana exports as pro-growth and pro-development, just as for cars, beef and insurance. What then is wrong with an investment contract allowing the holder to buy a farm and to export wheat to Saudi Arabia, or soybeans and maize as cattle feed to Korea, or to plant and process sugar cane and palm oil into ethanol for Europe and China? Assuming their land acquisition was legal, should foreigners respect more than investment contracts and national legislation? And why would they not take advantage of the legal protection offered by international investment law and treaties, not to speak of concessional finance, infrastructure and technical cooperation by a development bank, or the tax holidays offered by the host state? Remember Milton Friedman’s often-quoted quip: “The business of business is business!” And why would the governments signing those contracts not know whether and which foreign investment projects are best for their country, and how to attract them? This chapter tries to show that land grab, where it occurs, is not only yet another symptom of regulatory failures at the national level and a lack of corporate social responsibility by certain private actors. National governance is clearly the most important factor. Nonetheless, I submit that there is an international dimension involving investor home states in various capacities. The implication is that land grab is not solely a question whether a particular investment contract is legal or not. This chapter deals with legal issues which seem to have largely escaped the attention of both human rights lawyers and, especially, of investment lawyers. I address this fragmentation between different legal disciplines, rules, and policies, by asking two basic questions: (i) Do governments and parliaments in investor home countries have any responsibility in respect of the behaviour of their investors abroad? (ii) What should they and international regulators do, if anything?

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Enhancing the quality of beef meat is an important goal in terms of improving both the nutritional value for the consumer and the commercial value for producers. The aim of this work was to study the effects of different vegetable oil supplements on growth performance, carcass quality and meat quality in beef steers reared under intensive conditions. A total of 240 Blonde D? Aquitaine steers (average BW = 293.7 ± 38.88 kg) were grouped into 24 batches (10 steers/batch) and were randomly assigned to one of the three dietary treatments (eight batches per treatment), each supplemented with either 4% hydrogenated palm oil (PALM) or fatty acids (FAs) from olive oil (OLI) or soybean oil (SOY). No differences in growth performance or carcass quality were observed. For the meat quality analysis, a steer was randomly selected from each batch and the 6th rib on the left half of the carcass was dissected. PALM meat had the highest percentage of 16:0 ( P< 0.05) and the lowest n-6/n-3 polyunsaturated fatty acids (PUFA) ratio ( P< 0.05), OLI had the highest content of t 11-18:1 ( P< 0.01) and c 9,t 11-18:2 ( P< 0.05) and SOY showed the lowest value of monounsaturated fatty acids (MUFA) ( P< 0.001), the highest percentage of PUFA ( P< 0.01) and a lower index of atherogenicity ( P = 0.07) than PALM. No significant differences in the sensory characteristics of the meat were noted. However, the results of the principal component analysis of meat characteristics enabled meat from those steers that consumed fatty acids from olive oil to be differentiated from that of steers that consumed soybean oil.

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Arenesulfonic-acid functionalized SBA-15 materials have been used in the production of biodiesel from low grade oleaginous feedstock. These materials display an outstanding catalytic activity, being able to promote the transformation of crude palm oil with methanol into fatty acid methyl esters with high yield (85%) under mild reaction conditions. However, high sensitivity of the catalyst against poisoning by different substances has also been detected. Thus, alkaline metal cations, such as sodium or potassium exert a negative influence on the catalytic activity of these materials, being necessary amounts around 500 ppm of sodium in the reaction media to decrease the catalytic activity of these materials to a half of its initial value in just two reaction runs. The deactivation of arenesulfonic acid functionalized SBA-15 materials seems to occur in this case by ion exchange of the acid protons at the sulfonic groups. Organic unsaponifiable compounds like lecithin or retinol also induce a negative influence in the catalytic activity of these sulfonic acid-based materials, though not so intense as in the case of alkaline metals. The deactivating mechanism associated to the influence of the organic compounds seems to be linked to the adsorption of such substances onto the catalytic acid sites as well as on the silica surface. The accumulation of lecithin in the surface of catalyst, observed by means of thermogravimetric analysis, suggest the creation of a strong interaction, probably by ion pair, between this compound and the sulfonic acid group.

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Ketone bodies are the most energy-efficient fuel and yield more ATP per mole of substrate than pyruvate and increase the free energy released from ATP hydrolysis. Elevation of circulating ketones via high-fat, low-carbohydrate diets has been used for the treatment of drug-refractory epilepsy and for neurodegenerative diseases, such as Parkinson's disease. Ketones may also be beneficial for muscle and brain in times of stress, such as endurance exercise. The challenge has been to raise circulating ketone levels by using a palatable diet without altering lipid levels. We found that blood ketone levels can be increased and cholesterol and triglycerides decreased by feeding rats a novel ketone ester diet: chow that is supplemented with (R)-3-hydroxybutyl (R)-3-hydroxybutyrate as 30% of calories. For 5 d, rats on the ketone diet ran 32% further on a treadmill than did control rats that ate an isocaloric diet that was supplemented with either corn starch or palm oil (P < 0.05). Ketone-fed rats completed an 8-arm radial maze test 38% faster than did those on the other diets, making more correct decisions before making a mistake (P < 0.05). Isolated, perfused hearts from rats that were fed the ketone diet had greater free energy available from ATP hydrolysis during increased work than did hearts from rats on the other diets as shown by using [(31)P]-NMR spectroscopy. The novel ketone diet, therefore, improved physical performance and cognitive function in rats, and its energy-sparing properties suggest that it may help to treat a range of human conditions with metabolic abnormalities.

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The objective of this study was to determine the antioxidant effect of essential oregano and alfavaca oil on the fatty acid profile of palm oil, used in industrial potato chips processing, aiming to reduce the oxidative state of palm oil. Essential oregano oil was obtained from industrial residues and commercial essential oregano oil was also acquired. The antioxidant activity of Oregano’s essential oil was taken by DPPH method. The DPPH analysis of the essential oil of oregano residue resulted in an IC50 of 797.04 mg.mL-1 and the essential oil of commercial oregano was 424.25 mg.mL-1. Regarding the content of total phenols, the essential oil of commercial oregano showed 0.167 ± 0.058 ug EAG.g-1. Based on these results, concentrations of 50, 100 e 150ug.g-1 of commercial oregano essential oil was added to palm oil and the fatty acid profile was determined by gas cromatography. Analysis were done with palm oil without being used in frying processes and without added essential oil, as well as with the different essential oil concentrations submitted at three frying processes at one single day. In the second part of the project, the effect of oreganos’s comercial essential oil compared to alfavacão essential oil, at the concentration of 100ug.g-1 in palm oil, and submitted to three frying processes during eleven cycles, was studied. The lipid profile was similar to that described in the literature, which an increase in the number of frying times caused a polyunsaturated fatty acids decrease and, therefore, a proportional increase in saturated fatty acids. It was noted an increase in the amounts of total saturated fatty acids from 43.36% (control) to 43.60% (palm oil with essential oil after 11 frying cycles at the concentration of 100ug.g-1). This fact proves that during the frying process, there is an increase in the rate of formation of saturated fatty acids. However, the addition of oregano essential oil did not provide significant change in the fatty acids of palm oil used in frying process of potato chips. The addition of oregano essential oil in a concentration of 100 ug./mL-1 until the third frying cycle showed a reduction effect of trans fatty acid formation. Although, during 11 frying cycles it was not noticed the essential oil effect under trans fatty acid formation. It can be suggested that this factor may be correlated to the frying time, which may not have been sufficient for significant formation of saturated and trans compounds.

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Nas últimas duas décadas, o descarte e o acúmulo de embalagens não biodegradáveis têm agravado os problemas ambientais. Uma das soluções encontradas, particularmente na área de embalagens de alimentos, é o desenvolvimento de filmes a partir de polímeros que possam substituir os materiais sintéticos. Fontes alternativas de proteína, como os resíduos de pescados, tornam-se importante, pois estes representam de 60 a 70% da matéria-prima e são descartados pelas indústrias de filetagem contribuindo com os danos ao meio ambiente. As propriedades funcionais dos filmes biodegradáveis são resultantes das características das macromoléculas utilizadas, das interações entre os constituintes envolvidos na formulação (macromolécula, solvente, plastificante e outros aditivos), dos parâmetros de fabricação (temperatura, tipo de solvente, pH, entre outras), do processo de dispersão da solução filmogênica (pulverização, espalhamento, etc.) e das condições de secagem. Um problema limitante no uso de filmes biodegradáveis a base de proteínas de pescado é a sua susceptibilidade à umidade, devido à hidrofilicidade dos aminoácidos das moléculas de proteína. O objetivo geral do trabalho foi desenvolver e caracterizar filmes a base de isolado proteico de resídeos de corvina (IPC) e óleo de palma (OP). O desenvolvimento dos filmes foi estudado em duas etapas. Neste estudo utilizou-se resíduos de corvina (Micropogonias furnieri) para a obtenção do isolado protéico, glicerol como plastificante e óleo de palma para conferir hidrofobicidade ao filme. Na primeira etapa, o objetivo foi investigar o efeito das concentrações de IPC, de glicerol e do pH sobre as propriedades dos filmes de proteína de resíduos de corvina (Micropogonias furnieri). Os filmes foram avaliados quanto aos parâmetros de cor, opacidade, propriedades mecânicas, espessura, solubilidade em água, permeabilidade de vapor de água (PVA) e propriedades morfológicas. Como resultado foi observado que a opacidade e a luminosidade dos filmes não foram afetados pelas variáveis do processo. Os filmes de IPC ficaram amarelados e opacos. Apresentaramse mais claros quando elaborados com baixas concentrações de IPC e altas concentrações de glicerol nas soluções filmogênicas. A menor solubilidade em água ocorreu nos filmes com pH baixo e menores concentrações de glicerol. Com relação as propriedades mecânicas, os filmes apresentaram alta elongação e sua resistência à tração aumentou quando utilizadas maiores concentrações de IPC, menores concentrações de glicerol e pHs mais baixos.Os filmes apresentaram superficies ásperas e irregulares. Na segunda etapa foram elaborados filmes biodegradáveis de IPC contendo diferentes concentrações de óleo de palma (OP) (10 e 20 g de OP /100g de IPC) e suas propriedades de barreira, mecânicas, físico-químicas, térmicas e morfológicas foram estudadas. A adição de OP aumentou as espessuras dos filmes com 2 e 4% de IPC, no entanto a solubilidade não foi afetada pela adição do OP. Os filmes com 3 e 4% de IPC ficaram menos permeáveis a água quando incorporado 20% de OP nos mesmos. A opacidade dos filmes aumentou com a adição do OP. A incorporação do OP nos filmes resultou em uma diminuição da resistência à tração e no aumento da elongação dos filmes. Nos filmes com 2% de IPC o aumento na elongação foi significativo apenas quando adicionado 20% de OP. O aparecimento de apenas uma temperatura de fusão nos filmes sugeriu uma homogeneidade dos mesmos. A decomposição térmica dos filmes iniciou em torno de 120 -173ºC. Os filmes apresentaram uma superfície descontínua.

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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Instituto de Química, Programa de Pós-Graduação em Química, 2011.

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The growing world demand for energy supplied by fossil fuels, a major contributor to the emission of pollutants into the atmosphere and causing environmental problems, has been encouraging governments and international organizations to reflect and encourage the use of alternative renewable sources. Among these new possibilities deserves attention biodiesel, fuel cleaner and easy to reproduce. The study of new technologies involving that source is necessary. From this context, the paper aims at analyzing the thermal stability by thermogravimetric analysis, of the waste generated from atmospheric distillation of mixtures with ratios of 5, 10, 15 and 20% palm biodiesel in diesel with and without addition of BHT antioxidant. It was synthesized biodiesel through palm oil, via homogeneous catalysis in the presence of KOH, with and without the use of BHT and subsequently added to the diesel common indoor type (S1800) from a gas station BR. The diesel was already added with 5% biodiesel, and thus the proportions used for these blends were subtracted from the existing ratio in diesel fuel, resulting in the following proportions palm oil biodiesel: 0% (B5), 5% (B10), 10 % (B15) and 15% (B20). From atmospheric distillation analysis, performed in mixtures with and without BHT were collected residue generated by each sample and performed a thermal study from the thermogravimetric analysis at a heating rate of 10 °C.min-1, nitrogen atmosphere and heating to 600 ° C. According to the specifications of Resolution No. 7/2008 for biodiesel, it was found that the material was synthesized in accordance with the specifications. For mixtures, it was noted that the samples were in accordance with the ANP Resolution No. 42/2009. Given the TG / DTG curves of the samples of waste mixtures with and without BHT antioxidant was able to observe that they showed a single stage of thermal decomposition attributed to decomposition of heavy hydrocarbons and esters and other heavier constituents of the waste sample weighed. The thermal behavior of residues from atmospheric distillation of mixtures of diesel / biodiesel is very important to understand how this affects the proper functioning of the engine. A large amount of waste can generate a high content of particulate material, coke formation and carbonaceous deposits in engine valves, compromising their performance

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Este estudio de caso tiene como objetivo principal determinar el papel que desarrollan Fedepalma (Federación Nacional de Cultivadores de Palma de Aceite) y Procolombia en la competitividad de las exportaciones de aceite de palma de Colombia hacia Alemania, después de la firma del Acuerdo Comercial con la Unión Europea. Con este fin, este estudio presenta una descripción tanto del Sector Palma de Aceite y su relevancia en la agroindustria colombiana, como del mercado nacional e internacional del aceite de palma, haciendo énfasis en la coyuntura del sector en Colombia y en los cuatro factores que componen el diamante de la competitividad de conformidad con los postulados de Michael Porter.

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The seasonal climate drivers of the carbon cy- cle in tropical forests remain poorly known, although these forests account for more carbon assimilation and storage than any other terrestrial ecosystem. Based on a unique combina- tion of seasonal pan-tropical data sets from 89 experimental sites (68 include aboveground wood productivity measure- ments and 35 litter productivity measurements), their asso- ciated canopy photosynthetic capacity (enhanced vegetation index, EVI) and climate, we ask how carbon assimilation and aboveground allocation are related to climate seasonal- ity in tropical forests and how they interact in the seasonal carbon cycle. We found that canopy photosynthetic capacity seasonality responds positively to precipitation when rain- fall is < 2000 mm yr-1 (water-limited forests) and to radia- tion otherwise (light-limited forests). On the other hand, in- dependent of climate limitations, wood productivity and lit- terfall are driven by seasonal variation in precipitation and evapotranspiration, respectively. Consequently, light-limited forests present an asynchronism between canopy photosyn- thetic capacity and wood productivity. First-order control by precipitation likely indicates a decrease in tropical forest pro- ductivity in a drier climate in water-limited forest, and in cur- rent light-limited forest with future rainfall < 2000 mm yr-1.