988 resultados para Metastasio, Pietro, 1698-1782.


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Background Underweight and severe and morbid obesity are associated with highly elevated risks of adverse health outcomes. We estimated trends in mean body-mass index (BMI), which characterises its population distribution, and in the prevalences of a complete set of BMI categories for adults in all countries. Methods We analysed, with use of a consistent protocol, population-based studies that had measured height and weight in adults aged 18 years and older. We applied a Bayesian hierarchical model to these data to estimate trends from 1975 to 2014 in mean BMI and in the prevalences of BMI categories (<18·5 kg/m2 [underweight], 18·5 kg/m2 to <20 kg/m2, 20 kg/m2 to <25 kg/m2, 25 kg/m2 to <30 kg/m2, 30 kg/m2 to <35 kg/m2, 35 kg/m2 to <40 kg/m2, ≥40 kg/m2 [morbid obesity]), by sex in 200 countries and territories, organised in 21 regions. We calculated the posterior probability of meeting the target of halting by 2025 the rise in obesity at its 2010 levels, if post-2000 trends continue. Findings We used 1698 population-based data sources, with more than 19·2 million adult participants (9·9 million men and 9·3 million women) in 186 of 200 countries for which estimates were made. Global age-standardised mean BMI increased from 21·7 kg/m2 (95% credible interval 21·3–22·1) in 1975 to 24·2 kg/m2 (24·0–24·4) in 2014 in men, and from 22·1 kg/m2 (21·7–22·5) in 1975 to 24·4 kg/m2 (24·2–24·6) in 2014 in women. Regional mean BMIs in 2014 for men ranged from 21·4 kg/m2 in central Africa and south Asia to 29·2 kg/m2 (28·6–29·8) in Polynesia and Micronesia; for women the range was from 21·8 kg/m2 (21·4–22·3) in south Asia to 32·2 kg/m2 (31·5–32·8) in Polynesia and Micronesia. Over these four decades, age-standardised global prevalence of underweight decreased from 13·8% (10·5–17·4) to 8·8% (7·4–10·3) in men and from 14·6% (11·6–17·9) to 9·7% (8·3–11·1) in women. South Asia had the highest prevalence of underweight in 2014, 23·4% (17·8–29·2) in men and 24·0% (18·9–29·3) in women. Age-standardised prevalence of obesity increased from 3·2% (2·4–4·1) in 1975 to 10·8% (9·7–12·0) in 2014 in men, and from 6·4% (5·1–7·8) to 14·9% (13·6–16·1) in women. 2·3% (2·0–2·7) of the world's men and 5·0% (4·4–5·6) of women were severely obese (ie, have BMI ≥35 kg/m2). Globally, prevalence of morbid obesity was 0·64% (0·46–0·86) in men and 1·6% (1·3–1·9) in women. Interpretation If post-2000 trends continue, the probability of meeting the global obesity target is virtually zero. Rather, if these trends continue, by 2025, global obesity prevalence will reach 18% in men and surpass 21% in women; severe obesity will surpass 6% in men and 9% in women. Nonetheless, underweight remains prevalent in the world's poorest regions, especially in south Asia.

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Dioctophyme renale larvae have been found in cysts in the gastric wall of 5.17% (3/58) Chaunus ictericus specimens from Sao Cristovao district, Tres Barras municipality, Santa Catarina state, Brazil. However, larvae of this nematode were not found in sympatric Chaunus schneideri. The larvae caused a mild granulomatous reaction. This is the first report of paratenic hosts for D. renale in Brazil, and probably is also the first in the Neotropical region. (C) 2009 Elsevier B.V. All rights reserved.

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Este estudo teve a finalidade de fornecer dados morfológicos de ovos de D. renale e do desenvolvimento de larvas de primeiro estádio em ovos mantidos em diferentes temperaturas. Os ovos foram obtidos por centrífugação da urina de cães parasitados e colocados em placas de Petri em estufa BOD, durante 90 dias. O experimento consistiu de três tratamentos (GI - 15 ºC, GII - 20 ºC e GIII - 26 ºC) com cinco repetições cada. Os ovos apresentaram tamanho médio de 67,23 x 42,78 µm, e o tempo médio de incubação foi inversamente proporcional à temperatura de incubação e as larvas apresentaram motilidade por aproximadamente uma semana após sua formação.

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Pós-graduação em Agronomia (Proteção de Plantas) - FCA

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Oggetto della tesi di laurea è il recupero di Villa Rasponi a Savignano sul Rubicone, un bene storico complesso composto da elementi di varia natura: architettonici e vegetali, di differente pregio, dalla residenza settecentesca agli annessi agricoli di servizio, al parco. Le funzioni d’uso attuali rarefatte e strettamente comuni a quelle originarie, non sono più proponibili per poter garantire la sopravvivenza e la conservazione del complesso. Questo da un punto di vista puramente economico, per l’impegno in termini finanziari che un sito di tali dimensioni richiede, a livello gestionale e circostanziale. Come intervenire su un manufatto di questa natura, tutelandolo, riqualificandolo dal punto di vista architettonico e paesaggistico e, nello stesso tempo, reinserendolo in maniera attiva in un contesto urbano e territoriale dal quale negli anni si è progressivamente distaccato e isolato, chiudendosi nell’accezione di residenza privata? Il progetto, lavorando a vari livelli e confrontandosi con differenti campi disciplinari, dal restauro di un parco storico “firmato” da Pietro Porcinai, all’inserimento di nuovi elementi architettonici, all’analisi di fattibilità finanziaria, si pone principalmente due obiettivi: 1) da un lato intervenire materialmente sul manufatto restaurando gli edifici, anche attraverso la definizione di funzioni che ne permettano la sopravvivenza, e manutenendo il parco storico. In questo senso l’aspetto su cui si insiste maggiormente è il rispetto e la valorizzazione del complesso villa–parco–giardino-annessi come unicum, che assume pregio nella sua totalità e integrità; 2) dall’altro, tenuto conto delle dimensioni, dell’importanza storica, architettonica, culturale e paesaggistica del sito, il progetto intende estendere la sua valenza anche a un intorno in primo luogo locale e poi più ampio, diventando punto di riferimento e polo attrattivo, così come lo era stato nel passato, all’epoca nella quale in esso viveva la principessa Luisa Murat. Non ci si limita dunque a considerare il caso isolato, ma si tiene conto del fatto che la Villa Rasponi sorge all’interno di un contesto, quello della Romagna, di straordinaria ricchezza e molteplicità di espressioni artistiche, architettoniche, naturalistiche che costituiscono un patrimonio di valore, in gran parte scarsamente conosciuto e per nulla. Da qui l’idea di utilizzare una porzione di paesaggio come vetrina e contenitore di informazioni su tutta l’eredità culturale romagnola, legata ad un nuovo modo di intendere il luogo, come contesto che incarna la rete di significati all’interno dei quali le azioni degli uomini diventano fatti culturali. Il complesso della Villa Rasponi, per le sue connotazioni storiche, paesaggistiche, fisiche e posizionali, diventa la concretizzazione di tale idea. Dunque, una porzione di paesaggio che si fa strumento fisico e concettuale, di comunicazione, per trasmettere, valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, architettonico e culturale di tutto il territorio in cui è inserito, diventandone icona e sintesi.